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TORINO | Venaria Reale

407K views 2K replies 171 participants last post by  Paolo98.To 
#1 ·
#2 ·
francamente meraviglioso.. li ho appena letti sulla stampa.

Francamente mi stupisce che a TORINO si sia riuscito a portare a termine un progetto "turistico" cosi imponente...

veramente grandioso.

Spero si replichi a stupinigi ed il suo borgo... altri gioielli lasciati all'incuria ed all'abbandono...
 
#4 ·
^^
sono d'accordo:
per qanto riguarda il patrimonio storico artistico architettonico artistico l?italia è imbattibile e presenta elementi di spicco per ogni periodo storico culturale!!!
magari negli ultimi anni altre città europee si sono molto ammodernizzate ma io credo che ora si inizi anche qui in Italia... basta vedere cosa è cambiato a torino con le olimpiadi e cosa sta iniziando a Milano
 
#5 ·
Palazzo Madama, Reggia di Venaria... ben fatto, dei lavori realmente eccellenti.
Si rimane sempre senza parole quando delle bellezze di tal portata vengono strappate all'incuria e restituite a noi tutti.
 
#7 ·
sul treads fate schifo in skybar si discute sulla reggia di venaria ed è partito un acceso dibattito!!!
scusate l'ignoranza ma purtroppo non molti libri generici di storia dell'arte la riportano
cosi seguendo le fonti citate qui e le altre mi sono documentato!!
premesso che ritengo che in italia ci sono moltissime opere architettoniche oltre a quelle tipicamente riportate sui libri di storia vorrei esprimere il mio parere sul restauro:
secondo me questo restauro farà molta scuola nei prossimi anni e complimenti a chi ha creduto in questo progetto!!! io credo che sia il primo intervnto di restauro che si estende anche al resto della zona circostante
complimenti veramnete
 
#8 ·
Per chi non conoscesse Stupinigi , a questo punto giusto a titolo informativo...

secondo me, come architettura almeno "esterna", non v'è paragone.

Considerate poi che la reggia fa tutt'uno con un borgo storico isolato da Torino, a differenza della Venaria integrata nell'area urbana.

Sarebbe un'occasionissima turistica al pari della Venaria...

(scusate la qualita scarsa delle immagini ma sono le prime che ho trovato)



 
#10 ·
chiedo un favore ai forumer torinesi.. potreste postare una mappa che segnali il tour delle residenze reali?

sono già operativi dei pacchetti turistici o dei percorsi ideali (ciclistico, navetta bus, ecc..) che attraversino tutte le residenze?

grazie. :)
 
#49 ·
Ripropongo una domanda presentata da Rhoy ad inizio thread e rimasta senza risposta, perchè in parte è quanto avevo intenzione di chiedere:La mia domanda voleva essere più specifica: quali mezzi pubblici consentono di raggiungere Venaria, e francamente sono preferibili ai mezzi privati?
Spero di sì, poichè nella mia idea personale di turismo e scoperta delle bellezze cittadine (e non) l'automobile non ha uno spazio privilegiato, anzi.
Avere così la possibilità di raggiungere a piedi (inteso come mezzi pubblici o similari) la Reggia, e da lì avere la opportunità di poter volendo proseguire il viaggio verso le altre residenze reali, rappresenterebbe un valore aggiunto notevole alla offerta turistica torinese.
 
#12 ·
^^
ovviamente stupinigi è un capolavoro!!! secondo me poco pubblicizzato!!!
 
#14 ·
Vero.
Anche per questo si spera in Italia2011!
L'Italia è "stata fatta" in questi palazzi....speriamo che il mondo se ne accorga una volta per tutte.
Non sono Palazzi Reali e basta come ce ne sono tanti in giro per l'Italia.
Il primo Parlamento, il Primo Senato....ecc.....ecc........
 
#15 ·
#19 ·
Concordo su Palazzo madama e sono felicissimo. lavori difficili finalmente portati a termine
Per la Venaria sono contentioche tutto volga la termine. E' tanto che non ci vado, dai primi anni del progetto.
A quanto mi risulta i lavori sono stati .....diciamo un po' tirati via!
certo l'esigenza di finire in tempo e le dimensioni gigantesche, non hanno aiutato, ma sicuramente si poteva fare meglio....
e poi tutte quelle indecisioni nel processo decisionale: dapprima l'idea di portare lì il Museo Egizio (non dico che fosse una buona idea), poi l'incertezza sull'uso del terzo piano (a proposito è rimasto vuoto?), e poi le difficoltà nel fare decollare le attività del Centro restauro (certo se ci metti delle cariatidi ottantenni a dirigere il laboratorio.........e non parlo della soprintendente!)
Insomma ben contento, ma spero che in fututro si faccia meglio.
 
#20 ·
Confesso che anch'io non ci vado da un po' ma i primi restauri portati a termine (Cappella di Sant'Uberto e galleria di Diana in particolare) non mi sembrava per niente fatto male, anzi mi aveva lasciato molto favorevolmente impressionato.
Comunque a settembre tornerò sicuramente per vedere l'opera completa.
 
#21 ·
8/2/2007 (8:40) - CONCORSO A VENARIA

La Reggia vuole conquistare il mondo

L'agenzia di comunicazione vincente disporrà di 12 milioni di euro
GIANNI GIACOMINO


TORINO Far conoscere al mondo la Reggia di Venaria. Ecco il compito degli esperti della dozzina di agenzie di comunicazione che hanno aderito al bando di concorso per promuovere il complesso sabaudo nei cinque continenti. «Non è un'operazione semplice: dovrete vendere un capolavoro del passato che esiste, ma è come se non fosse mai esistito, nemmeno nell'immaginario collettivo dei torinesi, e che adesso bisogna far esistere»

[...]​



http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200702articoli/1447girata.asp
 
#34 ·
La Reggia vuole conquistare il mondo


L'agenzia di comunicazione vincente disporrà di 12 milioni di euro
GIANNI GIACOMINO

TORINO Far conoscere al mondo la Reggia di Venaria. Ecco il compito degli esperti della dozzina di agenzie di comunicazione che hanno aderito al bando di concorso per promuovere il complesso sabaudo nei cinque continenti. «Non è un'operazione semplice: dovrete vendere un capolavoro del passato che esiste, ma è come se non fosse mai esistito, nemmeno nell'immaginario collettivo dei torinesi, e che adesso bisogna far esistere»


http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200702articoli/1447girata.asp
Intanto potremmo cominciare a pubblicizzarla noi qui, un bel thread sui lavori con tanto di foto dei cantieri e dei plastici illustrativi e poi un bel thread fotografico di altissima qualità quando sarà inaugurata! :banana:
Cumino, sei pronto per realizzare un bel servizio fotografico? :)
 
#22 ·
Venaria il giardino dell’arte

Il nuovo parco d'arte è costato 42 milioni, 22 sono già in opera. I rimanenti completeranno i giardini superiori.

Venaria, un parco da primato



Rimodellato un intero paesaggio, che fonde architettura antica
e arte del domani

MAURIZIO LUPO
VENARIA
Prende forma alla Reggia di Venaria il primo parco storico d’Europa che mescolerà i suoi panorami barocchi all’archeologia e all’arte contemporanea. Verrà inaugurato il prossimo 10 giugno. Con 42 milioni di euro, 22 dei quali già in opera, ricompone uno scenario di 80 ettari di terreno, che hanno come spettacolare orizzonte ottico la cerchia delle Alpi. Abbraccia prospettive che erano scomparse da secoli. Restituiscono la visione delle secentesce fontane dell’Ercole e del Tempio di Diana, ideate da Amedeo di Castellamonte. Risorte dal terreno come vestigia archeologiche, stanno per essere riunite da un canale di 800 metri. Una sapiente regia paesaggistica già le armonizza con le fughe di viali tracciate da Filippo Juvarra, a fianco di un nuovo teatro boschivo, dove svetteranno dieci opere d’arte contemporanea. Sono dedicate al «flusso» della storia, della natura e delle acque. Le ha concepite il maestro Giuseppe Penone, con il sostegno economico della Compagnia di San Paolo e l’assistenza tecnica del Castello di Rivoli.

«Abbiamo realizzato uno spartito antico, con note contemporanee» dice l’architetto Mirella Macera, coordinatrice dell’intervento, che la Presidente della Regione Mercedes Bresso e l’assessore alla Cultura Gianni Oliva intendono reclamizzare al massimo livello internazionale. Perchè rappresenta un esempio mondiale. Il Piemonte è riuscito a rimodellare un intero paesaggio, per fondervi elementi d’architettura antica con pensieri d’arte del domani. Regista dell’opera è Alberto Vanelli. Il progetto è firmato dallo studio Libidach, con la direzione di Maurizio Reggi.

Nasce da tre atti successivi. Ha fatto riaffiorare il disegno originale del parco della Reggia, svelato da foto aeree a raggi infrarossi. Quindi ha riproposto il giardino secentesco di Castellamonte e quello superiore di Juvarra. Nel riportarli alla luce ha intercettato le due fontane che si credevano perdute. Il tutto è stato armonizzato da essenze vegetali coerenti con quelle d’epoca, dove Penone ha profuso la sua creatività. «Ho espresso - spiega il maestro - una scultura di linfe e di fluidi, legati al concetto dell’albero, con le sue ramificazioni». E’ un pensiero che diventa forma sul retro del rinnovato Castelvecchio della Reggia, ai piedi del ritrovato muraglione a nicchie e grotte che Castellamonte eresse per separarla dal giardino con peschiera nella quale si specchia.

La prima opera che s’incontra si intitola «Tra scorza e scorza». E’ un albero vero, che sorge fra due alte cortecce di bronzo. Un boschetto di tigli li separa da un «Disegno d’acqua»: un bacino dove bollicine disegnano un’impronta digitale. Altri tigli fanno da quinta alla «Pelle di marmo» di Carrara, una bianca piastra di 600 metri quadri, con venature scure scolpite a rilievo, a fianco di un’«Anatomia in marmo». S’attraversa quindi un boschetto surreale, di bianche betulle tibetane. Nascono da un tappeto di ghiaia candida. Annunciano un grande «Cervello di foglie» e la «Biforcazione» di un ramo di bronzo, segnato da un’impronta umana, dalla quale sgorga l’acqua. Sono all’ombra di un gigantesco albero monco, in bronzo. Punta «Verso la luce», ma nasconde all’interno i camini della centrale termica della residenza. Accanto giace un cippo di bronzo. Punta «Verso il centro della terra».

Il discorso riprende con un corridoio di siepi in tasso. Celano il cavedio della dimora. Ma in superficie accolgono «Idee di pietra», espresse da un albero di bronzo che sostiene un masso di fiume, pesante due tonnellate. Accanto si manifesta un «Gesto vegetale», raffigurato da una sagoma umana, colma di vegetazione.

L’insieme, chiuso da un’esedra di faggi, si staglia sul fondale architettonico che Castellamonte disegnò per contenere il giardino superiore, fino alla fontana dell’Ercole. E’ un emiciclo che pare strappato da Pompei, ma è trapunto di nodi sabaudi. Riavrà il suo bacino d’acqua, al centro del quale tornerà ad ergersi la statua di Ercole, finora conservata a Palazzo Madama. Guarderà verso le Alpi, lungo l’asse del canale che raggiunge la fontana di Diana. Le sue fondamenta, di 60 metri di diametro, sono articolate su tre corone circolari concentriche. Nel mezzo, un tempo, sorgeva il Tempio di Diana Cacciatrice. Verrà riproposto da un teatro d’acqua, che ne riplasmerà le forme con una coreografia di zampilli.
 
#23 ·
Il nuovo parco d'arte è costato 42 milioni, 22 sono già in opera. I rimanenti completeranno i giardini superiori.

Venaria, un parco da primato



Rimodellato un intero paesaggio, che fonde architettura antica
e arte del domani

MAURIZIO LUPO
VENARIA
Prende forma alla Reggia di Venaria il primo parco storico d’Europa che mescolerà i suoi panorami barocchi all’archeologia e all’arte contemporanea. Verrà inaugurato il prossimo 10 giugno. Con 42 milioni di euro, 22 dei quali già in opera, ricompone uno scenario di 80 ettari di terreno, che hanno come spettacolare orizzonte ottico la cerchia delle Alpi. Abbraccia prospettive che erano scomparse da secoli. Restituiscono la visione delle secentesce fontane dell’Ercole e del Tempio di Diana, ideate da Amedeo di Castellamonte. Risorte dal terreno come vestigia archeologiche, stanno per essere riunite da un canale di 800 metri. Una sapiente regia paesaggistica già le armonizza con le fughe di viali tracciate da Filippo Juvarra, a fianco di un nuovo teatro boschivo, dove svetteranno dieci opere d’arte contemporanea. Sono dedicate al «flusso» della storia, della natura e delle acque. Le ha concepite il maestro Giuseppe Penone, con il sostegno economico della Compagnia di San Paolo e l’assistenza tecnica del Castello di Rivoli.

«Abbiamo realizzato uno spartito antico, con note contemporanee» dice l’architetto Mirella Macera, coordinatrice dell’intervento, che la Presidente della Regione Mercedes Bresso e l’assessore alla Cultura Gianni Oliva intendono reclamizzare al massimo livello internazionale. Perchè rappresenta un esempio mondiale. Il Piemonte è riuscito a rimodellare un intero paesaggio, per fondervi elementi d’architettura antica con pensieri d’arte del domani. Regista dell’opera è Alberto Vanelli. Il progetto è firmato dallo studio Libidach, con la direzione di Maurizio Reggi.

Nasce da tre atti successivi. Ha fatto riaffiorare il disegno originale del parco della Reggia, svelato da foto aeree a raggi infrarossi. Quindi ha riproposto il giardino secentesco di Castellamonte e quello superiore di Juvarra. Nel riportarli alla luce ha intercettato le due fontane che si credevano perdute. Il tutto è stato armonizzato da essenze vegetali coerenti con quelle d’epoca, dove Penone ha profuso la sua creatività. «Ho espresso - spiega il maestro - una scultura di linfe e di fluidi, legati al concetto dell’albero, con le sue ramificazioni». E’ un pensiero che diventa forma sul retro del rinnovato Castelvecchio della Reggia, ai piedi del ritrovato muraglione a nicchie e grotte che Castellamonte eresse per separarla dal giardino con peschiera nella quale si specchia.

La prima opera che s’incontra si intitola «Tra scorza e scorza». E’ un albero vero, che sorge fra due alte cortecce di bronzo. Un boschetto di tigli li separa da un «Disegno d’acqua»: un bacino dove bollicine disegnano un’impronta digitale. Altri tigli fanno da quinta alla «Pelle di marmo» di Carrara, una bianca piastra di 600 metri quadri, con venature scure scolpite a rilievo, a fianco di un’«Anatomia in marmo». S’attraversa quindi un boschetto surreale, di bianche betulle tibetane. Nascono da un tappeto di ghiaia candida. Annunciano un grande «Cervello di foglie» e la «Biforcazione» di un ramo di bronzo, segnato da un’impronta umana, dalla quale sgorga l’acqua. Sono all’ombra di un gigantesco albero monco, in bronzo. Punta «Verso la luce», ma nasconde all’interno i camini della centrale termica della residenza. Accanto giace un cippo di bronzo. Punta «Verso il centro della terra».

Il discorso riprende con un corridoio di siepi in tasso. Celano il cavedio della dimora. Ma in superficie accolgono «Idee di pietra», espresse da un albero di bronzo che sostiene un masso di fiume, pesante due tonnellate. Accanto si manifesta un «Gesto vegetale», raffigurato da una sagoma umana, colma di vegetazione.

L’insieme, chiuso da un’esedra di faggi, si staglia sul fondale architettonico che Castellamonte disegnò per contenere il giardino superiore, fino alla fontana dell’Ercole. E’ un emiciclo che pare strappato da Pompei, ma è trapunto di nodi sabaudi. Riavrà il suo bacino d’acqua, al centro del quale tornerà ad ergersi la statua di Ercole, finora conservata a Palazzo Madama. Guarderà verso le Alpi, lungo l’asse del canale che raggiunge la fontana di Diana. Le sue fondamenta, di 60 metri di diametro, sono articolate su tre corone circolari concentriche. Nel mezzo, un tempo, sorgeva il Tempio di Diana Cacciatrice. Verrà riproposto da un teatro d’acqua, che ne riplasmerà le forme con una coreografia di zampilli.




Venaria, un parco da primato





Scorcio virtuale delle dieci installazioni di Penone a ridosso del muraglione a nicchie di Castellamonte



Tempio di Diana. Sono affiorate le sue antiche fondamenta. Verranno esaltate da un bacino d?acqua a raso, mentre un teatro di zampilli riprodurrà le strutture scomparse.






 
#24 ·
Meraviglioso, non vedo l'ora di andarci e che sia tutto finito soprattutto!
 
#25 ·
Che dire... la Venaria Reale è qualcosa più che un gioiello, è un colossso!
Stupinigi è superiore come architettura di insieme (unità architettonica), ma in certe sue parti la Venaria è una poesia...
E poi l'integrazione con il borgo è spettacolare!
Da domani Torino sarà un'altra città, sempre meno industriale e sempre più turistica. Il Palazzo Madama, la Palazzina di caccia Stupinigi, la Venaria Reale, il Castello di Rivoli, Moncalieri, Racconigi, il Castello del Valentino... Da Italiano mi sento veramente orgoglioso!
 
#27 ·
Abbandonata per anni, la "Versailles d'Italia" alle porte di Torino
Aprirà al pubblico in settembre. Ecco le prime foto del "miracolo"
Saloni, stucchi e giardini
rinasce la Reggia di Venaria



VENARIA REALE - Accadrà tra poco meno di sei mesi, il 21 settembre prossimo. E, da quel giorno, i milioni di visitatori dei decenni che verranno dovranno ringraziare gli ormai quasi sconosciuti fondatori di un'associazione dal nome impronunciabile, "Avta", e quella loro battaglia lontana, all'inizio degli Anni '50, per bloccare "l'abbattimento della Reggia a favore di un'espansione edilizia della città di Venaria Reale". Così, fu impedito che la "Versailles d'Italia", una delle inestimabili meraviglie delle corti e del barocco europei, voluta dai Savoia a partire dalla metà del '600 alle porte di Torino, fosse rasa al suolo dalle ruspe e sostituita da una schiera di case popolari.

Qualcosa di straordinario, un patrimonio dell'umanità alla pari di Versailles, dell'Hérmitage o di Caserta, che buona parte d'Italia ha sempre ignorato. Così come un secolo e mezzo di lento abbandono era quasi riuscito ad annientarlo: tetti sfondati sui quali crescevano addirittura gli alberi, affreschi e stucchi divorati dall'umidità come se fosse una lebbra, arredi, quadri e mobili dispersi in mille rivoli, porte, lastre di pietra e di marmo, travi di legno e caminetti interi divelti e saccheggiati subito dopo il 25 aprile 1945 nella rabbia, contro il regime e contro i Savoia, della gente povera e affamata di quell'antico borgo militare e della "caccia reale" (la Venaria, appunto) che si preparava a diventare uno dei dormitori operai della città del boom e della Fiat.

Adesso, che un miracolo durato già otto anni e che costerà, alla fine di tutto, 280 milioni di euro, si è quasi realizzato, la Reggia spalanca per la prima volta, al taccuino del cronista e all'obiettivo del fotografo, le porte dell'intero cantiere che mette assieme 250mila metri quadrati di superficie tra edifici, giardini e strade e che, come in un immenso rompicapo, ha ricomposto i tasselli di un puzzle disegnato, tra il 1659 e il 1739, da principi dell'architettura che si chiamano Amedeo di Castellamonte, Michelangelo Garove, Filippo Juvarra e Benedetto Alfieri. Ma, mentre guida la visita in quella che considera da un decennio la sua creatura, e che tra qualche settimana consegnerà al mondo, neppure il soprintendente per i Beni Architettonici del Piemonte, Francesco Pernice, riesce a trovare una sintesi completa di tutto l'evento. "Guardate, è una cosa bellissima, emozionante", ripete solo con semplicità e passione ad ogni varco, ad ogni immenso salone invaso dalle impalcature e dai muratori, anche in una domenica mattina.

E' già tante cose, infatti, il restauro di Venaria Reale e tantissime altre le sarà, magari se saranno stati eleminati anche gli scempi edilizi e industriali che la circondano. A settembre, ad esempio, quando il regista Peter Greenaway rispolvererà i ricordi del suo I misteri del giardino di Compton House per proiettare, in cinque diverse "stazioni" della visita, la storia dei Savoia da Umberto Biancamano sino a Torino capitale. "Saranno dei quadri che parlano, come nei film di Harry Potter - spiega Alberto Vanelli, il direttore della Cultura della Regione Piemonte - nei quali un duca, una damigella, un servo, una favorita, la Sindone, una madama reale, un ballo o un corteo di ambasciatori narreranno l'atmosfera della corte e di questo luogo destinato al piacere e al divertimento".

Oppure è una sfilza di cifre, esagerate e affascinanti al tempo stesso: i nove tipi diversi di mattonelle di cotto realizzate per avere pavimenti che ricreino l'antichità del Seicento, le 450 opere che arriveranno dai grandi musei del mondo per l'inaugurazione, le oltre 10mila analisi agli infrarossi di ogni cosa si doveva riconoscere e poi rifare per ripristinare quello che il tempo aveva degradato, i 50 milioni di euro raccolti con il Lotto nel 2000 dall'allora ministro Veltroni per dare il via all'opera, oltre 700 persone al lavoro ogni giorno per 8 anni, gli 80 mila metri quadrati della Reggia e i 40 mila del Borgo Castello, dove l'ultimo re che qui veniva, Vittorio Emanuele II, portava la moglie morganatica: la "Bela Rosin". E ancora, i futuri 400 dipendenti e la spesa di 15 milioni di euro all'anno per gestire il tutto. Ma anche il numero che nessuno ricorda più di alberi, piante e di rose comprati per rifare il giardino trasformato in una spianata senza confini quando Venaria Reale diventò una grande caserma, ma che era stato disegnato con la consulenza di André Le Notre, il genio di Versailles. "Ne sono serviti così tanti - dice Vanelli - che a un certo punto abbiamo dovuto rivolgerci all'estero. I carpini, ad esempio, li abbiamo trovati in Olanda".

Poi ci sono i vanti di un restauro che ora, a ogni riunione dei soprintendenti delle grandi dimore europee, fa schiattare di invidia i francesi riempiendo di orgoglio Pernice e che, intanto, sta per essere imitato in molti altri posti del Continente.
Un'intera ala, quella delle scuderie e del maneggio di Benedetto Alfieri, ospita già il Centro di conservazione e restauro dei Beni Culturali che lavora per il cantiere, ma anche per i musei di mezza Europa. "Per prima cosa, abbiamo deciso di non rifare tutto ciò che era andato distrutto, ma di usare le tecniche del puntinato, del sottotono, del rigatino per far intuire che cosa manca e come poteva essere nella realtà - aggiunge Pernice - Dopo, abbiamo scelto tecnologie e materiali a basso costo: solo 1300 euro al metro quadrato, mentre nel resto d'Europa se ne spendono più di duemila".

Lunghissimo è anche l'elenco di ciò che la Reggia e il Borgo ospiteranno, entro il 2010 quando saranno a pieno regime. Una mostra permanente sui Savoia, uffici propri e una sede dell'Unesco per un "museo dei musei", un ristorante di lusso, caffetterie, un albergo a cinque stelle, un centro per l'allevamento del cavallo con maneggio coperto, cortei in costume e concerti nel giardino, una foresteria, botteghe artigiane, un mercatino Slow Food, almeno tre biblioteche, il teatro delle commedie del '600 restaurato e con 200 posti, più tante altre cose ancora da decidere o inventare: "Servirà almeno un weekend per visitare tutto".

E infine i quattro "gioielli" dello Juvarra che si susseguono nella pianta imponente di corridoi, cortili, maniche e padiglioni possenti: la galleria di Diana (è già aperta da qualche anno ed è affittata almeno ogni 15 giorni per feste, convegni e location di film), la chiesa di Sant'Uberto, la Citroniera (sarà un grande giardino d'inverno e forse ospiterà un collage di tutti i "paradisi terrestri" delle religioni del mondo) e la Scuderia (diventerà il luogo delle grandi mostre annuali di archeologia e di arte). Con un sogno, quello dell'assessore regionale alla Cultura e storico dei Savoia, Gianni Oliva: ricostruire, in qualche angolo, la rappresentazione dei giorni dell'amore tra Vittorio Amedeo II e la sua favorita, la contessa di Verrua.
"Lei arrivava da Versailles e si fece corteggiare quasi per un anno, insegnandogli l'arte della seduzione. Poi restò qui dieci anni e Venaria fu davvero degna del Re Sole".

http://www.repubblica.it/2007/04/se...ria-reggia/venaria-reggia/venaria-reggia.html

galleria di foto
 
#28 ·
Mi sono venuti i lucciconi agli occhi leggendo questo articolo...
guarda, non vedo l'ora arrivi settembre, tra l'apertura della metro e di Venaria Reale, un mese col botto!

Una cosa tecnica che vorrei sapere dai più informati; vedo che l'esterno della Reggia è in parte intonacato, mentre una grossa parte è lasciata con i mattoni a vista, tipo piazza Castello,
volevo sapere se resterà così (bigusto :lol:), o verrà tutta intonacata?
 
#29 ·
....se posso dire la mia, e non per smorzare gli entusiasmi, premettendo che ho una conoscenza del cantiere per averci lavorato a più riprese qualche anno fa.
paragonare la venaria a versailles o all'hermitage o anche caserta è una di quelle iperboli giornalistiche che lasciano il tempo che trovano. il confronto regge solo da un punto di vista: le dimensioni colossali.
per il resto l'apparato decorativo della venaria è quasi interamente e colpevolmente (per quelle amministrazioni dello stato che lo hanno permesso)perduto.
il giardino è una ricostruzione; io personalmente ne sono contento, ma rimane una ricostruzione con tutti i limiti culturali che una tale operazione presenta (non mi addentrerò in temi inerenti la questione del falso storico etc.)
Il Centro per la Conservazione ed il restauro al momento, non lavora per nulla per i musei di tutta europa, semplicemente perchè non ha, al momento, nè risorse nè personale. Oltre tutto si è fatta la scelta sbagliata di affidarne la direzione del laboratorio di restauro ad una celebre restauratrice di 84 anni. largo ai giovani.

comunque plaudo anche io alla iniziativa. per lo meno quel che rimane del bene è recuperato e fruibile
 
#31 ·
Sei mai stato in Irlanda dove visitando i castelli e abbazie la guida, orgogliosissima, ti fa notare che c'è anche qualche pezzo di vetrata originale (tutto il resto è ricostruito, ma ti assicurano, dai documenti dell'epoca, che era proprio così)?
Mi sembra un po' esagerata la tua puntualizzazione: dal punto di vista architettonico la Venaria presenta una varietà di stili e di forme enormemente maggiore rispetto a Caserta e Versailles che sono solo la ripetizione all'infinito di un solo modulo architettonico.
I giardini, beh, ricostruire un giardino non mi sembra un gran falso storico...
 
#33 ·
Anche Carcassonne è una città completamente ricostruita, peraltro con molta fantasia. Eppure mi pare che i turisti apprezzino lo stesso.
La Venaria Reale non è Versailles, e Torino non è Parigi. Ma un capolavoro del passato che riemerge così dal nulla è una notizia che non può passare inosservata, nè può essere sminuita. La Venaria Reale ha in più un valore aggiunto, in quanto va ad integrarsi con le altre stupende palazzine reali che si trovano attorno a Torino, prime fra tutte la palazzina di caccia di Stupinigi e il Castello di Racconigi.
 
#35 ·
Ovviamente si, con foto personali! Non aspetterò altro fino a Settembre
Se poi nel corso dell'estate ci scapperà qualche guida in anteprima, meglio ancora! :)
 
#40 ·
Non sono mai stato in Irlanda. L'orgoglio, pur legittimo di una guida o di chicchessia, non credo che aggiunga valore culturale ad un bene architettonico. Non volevo fare classifiche fra le regge perchè non ha senso. Proprio perchè non ha senso mi sembra sbagliato paragonare Venaria a Hermitage o Versailles. Oltre che sbagliato mi sembra provinciale, come se avessimo sempre bisogno di modelli esteri per aggiungere valore ai nostri beni. Il mio invito andava nella direzione di diffidare di certe iperboli giornalistiche che servono solo a deviare il giudizio.
Quello che volevo dire è l'insieme delle seguenti cose:
l'apparato decorativo della Venaria è, ahimè, quasi completamente perduto, e le colpe vanno ricercate in chi ne ha devastato gli interni per una serie di destinazioni d'uso sbagliate.
Il giardino è una ricostruzione. Attenta, meticolosa, fondata su disegni e su rilievi, ma pur sempre una ricostruzione. Si è quindi ripristinato il “disegno originale”, ma un bene culturale non è solo disegno. Tutto il resto del “testo storico” non può essere recuperato. Ciò detto, sono ben contento che abbiano ricostruito il giardino; nel caso di materia viva, come è quella vegetale, anche le teorie del restauro consentono qualche licenza in più.
Anche la citta di carcassonne è una ricostruzione, così come tanti altri edifici storici; se i turisti non se ne accorgono è solo perchè viviamo in tempi distratti. Io cerco di essere attento e credo che in un forum che si occupa di architettura questa attenzione vada bene.
Per quanto riguarda le assunzioni, in effetti qualcuna è stata fatta.l'attività dei laboratori è per ora molto ridotta.
Ciò detto mi rallegro dell'inaugurazione prossima di Venaria e meno male che i lavor sono stati fatti, anche se tardivamente e di sicuro non con le idee così chiare: ad esempio il solito balletto sulle destinazioni d'uso (museo egizio, museo della reggia con un ambiente che avrebbe dovuto ospitare la ricostruzione di una imbarcazione usata dai Savoia, interi piani vuoti che, a quanto mi risulta rimarranno vuoti perchè non si sa cosa metterci) poteva essere evitato.

Quando però a settembre entreremo nelle sale sicuramente sarà una gran bella giornata. Meglio quindi la situazione attuale rispetto a quella di venti anni fa.
 
#42 ·
Non sono mai stato in Irlanda. L'orgoglio, pur legittimo di una guida o di chicchessia, non credo che aggiunga valore culturale ad un bene architettonico.
Non mi sono spiegato bene: il mio esempio voleva evidenziare che in molti paesi si è preferito optare per un restauro non conservativo che, dal punto di vista artistico si presta a critiche ma che, da un punto di vista economico e di immagine (ahimè sono un economista, lo ammetto) porta dei ritorni notevoli (per chi non lo sapesse i castelli e le abbazie irlandesi, sebbene interamente ricostruiti, perlomeno in estate sono strapieni di turisti). Non credo ci sarebbe lo stesso ritorno se ci fossero solo dei ruderi, magari con una stampa di com'erano.
Comunque non voglio entrare in una discussione sul restauro conservativo o meno che sarebbe OT.

Per Ravanelli: Stupinigi non ha la stessa attenzione perchè non è proprietà pubblica e purtroppo l'ordine mauriziano non ha nè le disponibilità finanziarie nè (credo) l'interesse per fare una campagna di promozione stile Venaria.
 
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