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PALERMO | Restauro del patrimonio architettonico

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#1 · (Edited by Moderator)
[PALERMO] Restauro del Centro Storico

PALERMO

RESTAURO DEL PATRIMONIO ARCHITETTONICO














"Fino a qualche anno fa il centro storico di Palermo sembrava destinato a irreversibile rovina. Oggi invece la città ha cominciato l'impegnativo cammino del suo risanamento urbano, iniziato con l'approvazione nel 1993 del Piano Particolareggiato che finalmente consegnava alla città un poderoso strumento operativo per il suo recupero. Da allora il restauro di molti, moltissimi palazzi dei quattro Mandamenti. Ecco che appaiono tesori e ferite, angoli di chiara bellezza che si affiancano a luoghi che sembrano abitati da fantasmi. Di fatto oggi due diverse città convivono sotto i nostri occhi, quella dell'oscurantismo degli anni dopo la guerra, e quella che, come la fenice, sta rinascendo dalle proprie ceneri"
 
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#21,941 ·
Via Meli-aggiornamento



Buone notizie dalla via Meli nel Mandamento Loggia o Castellammare. Dopo mesi di apparente silenzio iniziano finalmente a scendere i ponteggi da questo edificio dai prospetti primo '900 sulla piazzetta alle spalle di San Domenico.




Nel frattempo da qualche settimana è stato elevato un ponteggio su questo minuscolo edificio poco distante. Chissà se si tratta di un restauro.

 
#21,943 ·
In via Casa Professa ho finalmente, dopo anni, notato che è stato definito il prospetto di questa semplice palazzina. Bella la statua della Vergine sopra il portone.



In via Matteo Sclafani, sempre all'Albergheria, sono stati recuperati gli archi di ciò che rimane del cavalcavia che collegava il palazzo Sclafani, poi Ospedale Grande, all'ex Infermeria dei Cappuccini (a sinistra). Il suo vecchio nome era per l'appunto via sotto l'arco dell'Ospedale. Poetico, nelle targhe dovrebbe essere indicato.



In piazzetta Sant'Andrea prosegue il recupero di questo gradevole palazzetto di fianco l'oratorio diroccato di Gesù e Maria della Loggia. Stanno montando le imposte.

 
#21,945 ·
Ogni tanto un'ottima notizia:) ecco chi si cela dietro il restauro della dimenticata chiesa di Santa Venera sulle Mura della Pace. Speriamo per il resto che lo facciano fare.

 
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#21,946 ·
Piano della chiesa di S. Maria dell'Ammiraglio (oggi piazza Bellini), ultimo decennio del XVI° secolo. Incomincia la costruzione della chiesa di Santa Caterina d'Alessandria sul sito di una chiesa risalente al 300. L'antico Monastero domenicano ad essa annesso (successivo al 1312) è tra i più vasti della città. Il Cassaro e zone limitrofe è la zona più ambita dai vari ordini religiosi. Di lì a poco sarebbe nata la via Maqueda che non avrebbe fatto altro che prolungare questa "gara" di religiosi e nobili per l'edificazione della chiesa più grande o del palazzo più fastoso.







L'interno è a croce latina, presenta un'unica aula con transetto e cupola (eretta nel 1750 e affrescata in seguito dal Vito d'Anna) e ripropone, variandolo, il modello vignolesco del Gesù, uno dei più riprodotti nel periodo della Controriforma.
L'addobbo marmoreo di straordinario effetto visivo, tra gli esiti più felici in città, che ricopre quasi ogni angolo dell'interno verrà realizzato invece alla fine del secolo XVII°. Ovunque sono visibili le grate attraverso le quali le suore potevano seguire non viste le funzioni.
Se mi dilungassi nella minuziosa descrizione di ogni dettaglio di questa chiesa non finirei più, mi limito a inserire qualche foto, visto che in questo caso il protagonista della visita è stato l'ex Monastero di clausura, per la prima volta aperto al pubblico da quando qualche anno fa le ultime suore, ormai anziane e impossibilitate a badare le une alle altre, oltre che all'enorme struttura, vennero spostate altrove. Si dice fossero in lacrime, e come biasimarle, dopo una vita trascorsa dentro quelle mura che erano a tutti gli effetti la loro casa.





















Come è ovvio aspettarsi, i contatti con delle monache con il mondo esterno erano "filtrati" da apposite strutture, dalle ruote alle fessure per il passaggio di oggetti alle grate per poter comunicare. Nel braccio destro del transetto è appunto visibile la ruota dove venivano lasciati i neonati, alla sinistra di questa la fessura da dove le monache passavano i paramenti sacri per le funzioni.






Il Monastero di Santa Caterina al Cassaro, conosciuto anche come Santa Caterina delle donne fu costruito per volere di Benvenuta Mastrangelo che donò terreni case e proprietà all'Ordine. Il convento si estese notevolmente arrivando nel 1532 a inglobare l'antica chiesa di San Matteo al Cassaro (di fronte l'attuale). Dei suoi austeri prospetti quello sul Cassaro è decisamente il più interessante, essendo caratterizzato da aperture a tutto sesto e dalla pietra da taglio a vista.

Si estende da piazza Bellini al Cassaro e da piazza Pretoria sino alla via degli Schioppettieri. Nonostante il grande fascino si presenta malconcio, manomesso e necessitante di radicali restauri. L'atmosfera attuale data dagli "abbellimenti" posticci delle sorelle è quella tipica di un istituto scolastico religioso, che offusca parecchio l'aspetto monumentale dell'edificio. Ad esempio le arcate del chiostro sono chiuse da delle imposte lignee, i pavimenti delle corsie si presentano in lucido marmo moderno. Uno dei ragazzi che faceva da guida mi ha detto che si è provato a eliminare le imposte, ma la pavimentazione attuale, inadatta agli esterni; nei giorni di pioggia diventava scivolosa come fosse passata col sapone. Si dovrà per forza attendere un restauro profondo affinché si possa rimediare.

Oltre che alle manomissioni si dovrà porre rimedio ai guasti della guerra, che non furono certo trascurabili.

Tra le vestigia più antiche all'interno del convento, l'ingresso alla sala capitolare, simile a quello a Sant'Agostino. La pietra è celata sotto una brutta mano di vernice. La sala venne danneggiata durante la guerra e oggi si presenta manomessa e di dimensioni ridotte.






Il refettorio delle suore. Osservando panche e tavoli mi è sembrato evidente fossero realizzati con materiali di riciclo del convento stesso, probabilmente in seguito agli eventi bellici. I piedi dei tavoli sembrerebbero pezzi di balaustra mentre quelli delle panche mensole di balconi. Sarebbe interessante sapere come si pensa di operare in caso di restauro. Se si scoprisse che questi pezzi di balaustra provengono dalla corte (che presenta una ringhiera chiaramente riciclata davanti a pezzi sopravvissuti di balaustra in pietra) sarebbe opportuno sostituire i piedi dei tavoli per rimetterli al loro posto? O sono ormai da considerare "storicizzati" così come si presentano?
io ovviamente propenderei per il ripristino. Sempre ammesso che non mi sia sbagliato.








Sul fianco del chiostro adiacente la chiesa si aprono diversi piccoli vani con grata da cui le suore potevano comunicare con l'interno della navata.



In questa sala sono presenti gli armadi dove venivano conservati i paramenti sacri.












La torre d'acqua che alimenta la fontana mimetizzata da obelisco.







La dolceria dove venivano confezionati i famosi dolci che le monache vendevano per il loro sostentamento. Questi venivano passati all'esterno tramite un'altra ruota. Noi ne abbiamo viste tre, ma in realtà all'interno se ne trovano diverse, un simbolo non casuale, visto che Santa Caterina doveva essere martirizzata proprio con la ruota.




Uno stampo per l'agnello pasquale.







La ruota per la posta e la ruota per i dolci. Queste comunicavano con la portineria, un'altro luogo filtro a cui avevano accesso per l'appunto i postini e gli acquirenti della dolceria.


 
#21,948 ·
Tra le vestigia più antiche all'interno del convento, l'ingresso alla sala capitolare, simile a quello a Sant'Agostino. La pietra è celata sotto una brutta mano di vernice. La sala venne danneggiata durante la guerra e oggi si presenta manomessa e di dimensioni ridotte.


Quando sono andato due settimane fa la guida ci disse che le entrate economiche ricavate dai biglietti di ingresso sarebbero servite per il recupero graduale del complesso e che avrebbero cominciato proprio da questo portale.
 
#21,949 ·
Ben venga sicuramente, ma ci vorrebbero stanziamenti più corposi, altrimenti non ce ne usciamo più.

Questo è l'ingresso della Sala Capitolare nell'ex convento di Sant'Agostino (sec. XV°) stilisticamente affine a quello di Santa Caterina. Peccato che in quest'ultimo le bifore siano state trasformate in finestre. La cornice infatti mostra un disegno a zig-zag mozzato nella parte centrale.
Questo di Sant'Agostino ci offre comunque un'anteprima di quello che sarà una volta restaurato.

 
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#21,950 ·
Usciti dal Santa Caterina, che fare? c'è ancora un'oretta prima di pranzo. Ma si, facciamo un salto a San Cataldo, tanto erano anni che non la visitavo:)






Il monumento è in stato abbastanza buono di manutenzione, piccoli lavori recenti hanno interrotto infiltrazioni dal tetto. Il meraviglioso pavimento è stato restaurato proprio di recente, come riportato dalla guida si è preferito non coprirlo proprio per tutelarlo, visto che l'umidità ascendente del sito farebbe staccare più velocemente le tessere se queste venissero coperte e quindi isolate. In più il calpestio consente alle tessere di "incastrarsi" naturalmente.

La chiesa venne costruita nel 1154 da Majone da Bari, Grande Ammiraglio alla corte di Guglielmo I e faceva parte di un complesso di edifizi di sua proprietà. Le ridotte dimensioni lasciano supporre si trattasse della cappella privata del palazzo di Majone, distrutto in epoca incerta. Dopo svariati passaggi finì alla Diocesi di Monreale. Una serie di edifici successivi, tra cui uno progettato dallo Smiriglio, ospitarono nel 1620 l'Accademia dei Cavalieri e in seguito la Corte Pretoriana. Nel 1787 questi ambienti, e dal 1869 anche la chiesa che aveva cessato la sua funzione di parrocchia, vennero utilizzati come sede della Regia Posta. I restauri del 1882 liberarono la chiesa delle superfetazioni (di fatto era completamente celata alla vista, "fagocitata da numerosi edifici, realizzati specialmente dopo il taglio della via Maqueda) riportando alla luce dopo secoli il suo nitido volume sormontato dalle caratteristiche cupolette rosse (che a quanto sembra rosse non erano, va beh ormai sono storicizzate), e ripristinando l'originaria configurazione dei prospetti.
I prospetti sono un bel dilemma, di fatto ciò che oggi ammiriamo è frutto dei restauri del Patricolo, una configurazione che l'edificio forse non ha mai avuto in tutta la sua storia. Non è improbabile che la cappella dovesse anche in origine essere congiunta ad altre fabbriche. In due parole l'esterno potrebbe essere un falso colossale. Forse.
Ma Patricolo, che di danni ne ha sempre combinati parecchi non si fermò qui, e con gli edifici più recenti fece demolire anche i resti del palazzo normanno di Majone (per fortuna i lavori di "restauro" alla Martorana furono interrotti in una fase abbastanza iniziale sennò l'elenco si sarebbe allungato).
L'interno è a tre navate diviso da colonne. La nudità delle pareti, che contrasta enormemente con la ricchezza del pavimento, è con tutta probabilità dovuta alla morte improvvisa di Majone (ucciso nella via Coperta nei pressi della Cattedrale) che impedì la realizzazione del manto musivo che invece caratterizza la vicina Martorana.

Dal 1937 è affidata dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.












 
#21,951 ·
Sarà fatto un pensionato universitario in via del Celso. Riporto un estratto dell'articolo:

PENSIONATO La prima consente di "salvare" un programma di riqualificazione in via del Celso al Monte di Pietà, nell'ambito del Piano nazionale di edilizia abitativa che concede contributi per il recupero delle città realizzando alloggi sociali o rimettendo a nuovo ambienti degradati. Il Comune ha scelto come partner una ditta che si occuperà di un edificio in via del Celso, che sarà trasformato in una residenza per universitari fuori sede con 35 stanze e 60 posti letto. Il progetto dell'importo di 4,4 milioni (di cui 1,8 privati, 2,1 regionali e 450 mila comunali) andava però approvato entro aprile, per evitare la perdita dei finanziamenti.

"Un atto importante che consente la riqualificazione di un'ampia area del quartiere Monte di Pietà in centro storico - dice il vice capogruppo del Mov139 Pierpaolo La Commare - Un intervento pubblico privato cofinanziato da Comune e Regione che a mio avviso dovrebbe essere preso a modello per i futuri interventi di riqualificazione. Oltre al pensionato universitario saranno realizzati allacci fognari, nuova pavimentazione, illuminazione pubblica e metanizzazione. Bisogna proseguire questo percorso di risanamento". "L'atto è arrivato cinque giorni fa - dice il presidente del consiglio Totò Orlando - e siamo riusciti ad approvarlo in tempi rapidissimi, mettendo in sicurezza un programma integrato che riqualifica l'intera area".

Link
 
#21,954 ·
Da Repubblica Palermo. Pare che il progetto sia oltre il solo studentato... speriamo bene!


«Ancora, con una spesa di circa quattro milioni di euro il Comune, con la Di Giovanna srl, realizzerà uno studentato in via del Celso: 35 stanze per 60 posti letto. Il progetto prevede anche la riqualificazione del quartiere Monte di Pietà fra pavimentazione, rete fognaria e illuminazione pubblica».
 
#21,956 ·
Venduto all’asta per un milione e 133mila euro il ritratto di donna Franca Florio

Il quadro di Franca Florio, dipinto a più riprese da Giovanni Boldini, è stato venduto all’asta. L’acquirente, del quale non è stato reso in questa fase noto il nome, come dispone la legge fallimentare, ha presentato alla casa d’aste Bonino la migliore offerta di un milione e 133 mila euro.

L’assegnazione della tela, icona della Belle Eppoque, è da considerare provvisoria. Entro 10 giorni potrà essere presentata infatti un’offerta superiore del 10 per cento. Il giudice delegato ha altri 20 giorni di tempo per verificare la regolarità delle procedure di assegnazione dell’opera che apparteneva alla società Acqua Marcia di Francesco Bellavista Caltagirone.

In seguito al fallimento della società il quadro di Franca Florio è stato messo all’asta con altri beni di Acqua Marcia.

http://www.ilsitodisicilia.it/vendu...mila-euro-il-ritratto-di-donna-franca-florio/
 
#21,957 ·
:cry:
 
#21,959 ·
Si anche io spero sia magari palermitano o siciliano, o comunque qualcuno favorevole al fatto che il dipinto rimanga nella sua città, ma non mi illudo:eek:hno: e se la sorpresa fosse Valsecchi? sarebbe un sogno avere il quadro salvo ed esposto a palazzo Butera.
 
#21,960 ·
Io continuo a non vederlo come un dramma che il quadro lasci Palermo. Certo, dispiacerebbe e tanto. Ma come si diceva in passato, sostanzialmente il quadro è stato a Palermo per un periodo di tempo molto breve, una decina d'anni su oltre 90 di vita, visto che fino al 2005 era a New York presso la collezione Rotschild (sin da fine anni 20!).

Spero solo che chiunque lo acquisti lo metta in mostra!
E che non vada a finire sulla parete di casa di qualche oscuro collezionista.

Dispiace che vada via, ma definirlo uno scandalo è assurdo.

E' uno scandalo che in giro per il mondo ci siano dei Caravaggio?
O dei Van Gogh?

Questo è il mio pensiero.
Sono sicuro che il Maestro adesso mi odia e ha già assoldato una squadra della morte :eek:
 
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