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MODA | Patrimonio Culturale

5K views 29 replies 2 participants last post by  vittorio tauber 
#1 ·
Apro questo thread per discutere e attirare l'interesse e l'attenzione verso questo settore, la moda, che sicuramente rappresenta una parte del nostro Patrimonio Culturale Italiano, Sia che si parli di Moda o di Design inevitabilmente si arriva al genio Italiano.





Le Sorelle Fontana furono per antonomasia le prime negli anni 50, a portare l'Alta Moda Italiana nei mercati Internazionali, dando così impulso e prestigio al "Made in Italy"

La loro Maison, è situata nell'intima e magica atmosfera di Piazza di Spagna a Roma, è stata frequentata delle donne più importanti al mondo: Come la Principessa Grace di Monaco, Jacqueline Kennedy, Le Principesse Torlonia, Le principesse Savoia, Melba Ruffo di Calabria, Margaret Turman, Ava Gardner, Liz Taylor, Audrey Hepburn e tante altre.

I loro abiti d'epoco sono nei più conosciuti musei internazionali come il Metropolitan, Guggenheim di New York, e Louvre di Parigi

L'Università di Parma, Castel Sant'Angelo di Roma, Hotel Hermitage di Monte-Carlo hanno ospitato Mostre antologiche dei più prestigiosi abiti d'epoca, creati dalle sorelle fontana.

Fonte: Sito ufficiale delle Stiliste SORELLE FONTANA
www.sorellefontana.com

Segnalo un splendido ed interessantissimo sceneggiato televisivo, Atelier Fontana-Le sorelle della moda, una fiction di due puntate in onda su Rai1 Domenica 27 e Lunedì 28 Febbraio 2011 alle ore 21.00, che racconta la storia e le avventure delle Sorelle della Moda, Micol, Zoe e Giovanna.
Interpretata da Anna Valle, Alessandra Mastronardi e Federica De Cola

Le tre sorelle partirono da Traversetolo un paesino della Provincia di Parma, dove lavoravano in proprio, con alla guida la madre Amabile, di una sartoria di famiglia, dove le sorelle hanno modo di fare pratica e si istruiscono nell'arte del taglio e cucito. l loro carattere è diverso, ma le tre hanno in comune il talento e la tenacia: tanto basta per trasferirsi a Roma, nonostante le difficoltà di aprire in proprio un piccolo atelier. Il problema principale è la clientela affezionata sulla quale contare, e nonostante i sacrifici e le ristrettezze economiche giungono le prime grandi opportunità, una dopo l’altra, fino ad arrivare all’incontro



Linda Christian prova nell'Atelier delle Sorelle Fontana



Audrey Hepburn, indossa un abito da sposa ideato e creato dalle Sorelle Fontana
 
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#2 ·
Giorgio Armani



La Giorgio Armani S.p.A è una holding Italiana multinazionale, nel campo della moda, fondata a Milano il 24 Luglio 1975 dallo stesso Giorgio Armani, oggi ha sede in Via Borgonuovo al civico 11, nel cuore del quadrilatero della Moda meneghino. Il Gruppo, produce,disegna e distribuisce, non solo capi di abbigliamento, ma anche accessori, occhiali,orologi,gioielli,profumi,mobili e complemento d'arrdeo. Giorgio Armani possiede anche una catena albergiera con il suo marchio, attualmente sono solo due le strutture al mondo, una si trova all'interno del grattacielo più alto del mondo "Burj Dubai" a Dubai, l'altro invece nella metropoli lombarda, a Milano in Via Alessandro Manzoni.







Giorgio Armani è nato a Piacenza l'11 Luglio del 1934 è uno stilista ed imprenditore italiano.
Iniziò la sua carriera professionale lavorando per La Rinascente di Milano
fino al 1965. Nel 1965 fu assunto da Nino Cerruti, per ridisegnare la moda del marchio Hitman.
La sua ricchezza è valutata dalla rivista Forbes in circa 4,5 miliardi di dollari, cosa che lo rende il secondo stilista più ricco del mondo (dopo Ralph Lauren), il quarto uomo più ricco di Italia[2] e il 177º uomo più ricco del mondo. Nel 2005 ha dichiarato come reddito imponibile, 45 milioni di euro.
La produzione di Armani spazia fra abiti di ogni genere, cominciando dalle giacche, di cui rivoluziona il design: vengono eliminati i supporti interni (imbottiture e controfodere), vengono spostati i bottoni e modificate le proporzioni tradizionali: nascono così le giacche destrutturate, emblema assoluto del suo stile. La giacca diventa la protagonista del tailleur di taglio maschile che Armani disegna per le donne.
Ispirato al cinema in bianco e nero, ed alle atmosfere dell'America degli anni venti e trenta, il suo stile sceglie tagli nitidi e puliti e toni di colori freddi: il beige, il grigio e il greige, una nuova tonalità in bilico tra il grigio e il sabbia terroso, anche se è soprattutto il blu-Armani a contraddistinguere la sua produzione.
Un'altra fonte di grande ispirazione per Armani è la cultura orientale e araba. Vengono infatti introdotti in alcuni suoi capi colletti alla coreana, e cappotti simili a djellaba, messi in commercio nel 1990, in contemporanea all'uscita nei cinema di Il tè nel deserto. La sua collezione Armani Casa è realizzata con fantasie ispirate all'architettura islamica ed alle porcellane Ming e Qing

Fonte: Wikipedia
 
#3 ·
Piccola nota da consumatore.

Stone Island è dai tempi dei paninari ed ininterrottamente il marchio migliore del casual tecnico di fascia alta italiano, tra i migliori al mondo. Indosso ancora maglioni che ho comperato 20 e più anni fa mai smagliati e scoloriti.

L'unico appunto è che Ruffini riposizionerà su un segmento più esclusivo SI, e più caro. Però un capo SI lo porti tutta la vita.

Se penso alla fine che hanno fatto CP Company (sempre creato da Massimo Osti), Best Company (ora sottomarca per catene) e altri come Navigare, Marina Yachting, e anche Napapijri, Paul and Shark...
 
#4 ·
La grossa fortuna della Stone Island fu di finire nelle mani della famiglia Rivetti , una delle famiglie simbolo del tessile italiano, con le spalle non coperte ma probabilmente di piu'.

Beh Napapijri posso dirti conoscendo la loro storia (visto che di fatto e' nata ad Aosta e conoscevo anche la proprietaria) , sono arrivati gli americani con una offerta irrinunciabile per l'epoca , lei ha venduto e neanche un anno dopo ad Aosta non c'era piu nulla.
Bel colpo per lei un po' meno per la valle.
 
#7 ·
Napajiri io pensavo fosse norvegese, sarà per la bandiera... lol

Stone Island non la conoscevo, ci farò un pensierino
 
#9 ·
^^ Non ci faccio più nessun pensierino
 
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#29 ·
Era francese, ma aveva le pezze al bogigi. L'ha comprata e riesumata un italiano. Oggi ha sede a milano ma producono in europa dell'est (romania). E' quotata a Milano, ha uffici regionali a Parigi, New York, Tokyo, Seul e Hong Kong
 
#11 ·
Stone Island non la conoscevo, ci farò un pensierino
Gravissima lacuna. Ma puoi ancora rimediare. Subito un capospalla da 700 euro. Ti durerà fino alla pensione, indistruttibile e dal taglio mai fuorimoda.
 
#20 ·
Le scarpe dr. martens le portavano i punk (se non vado errato), calzoni neri e bretelle (look ripreso da arancia meccanica?). Per il resto anch'io brancolo nel buio. Una volta avevo un bel pile Patagonia, con il quale entravo senza saperlo e a mio rischio a far parte di quale tribù metropolitana?
 
#24 · (Edited)
Le Dr Martens erano le scarpe degli skinhead negli anni '60, indossate su Levi's 501 scoloriti con la candeggina, camicie a scacchi o polo Fred Perry, poi riprese dai punk nei decenni successivi.
Negli anni '80, con l'incremento della violenza negli stadi, gli hooligans britannici adottarono un profilo più basso per eludere rivali e sbirri, iniziando ad indossare marchi casual-sportivi premium, perlopiù italiani. Fila, Sergio Tacchini, CP Company, Lacoste, trainer Adidas ai piedi, impermeabili Aquascutum sotto i quali nascondere le mazze. Ma Stone Island forse è il marchio che li identificava di più.
 
#30 ·
Insomma sono le solite marche che girano e che vengono appropriate da gruppi e sottoculture secondo come aggrada loro. Oggi le marche sono di più, ma il gioco è lo stesso.

Che poi, esistono altri jeans a parte i 501? Forse, ma non contano, come la pizza fuori Napoli.
 
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