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PADOVA | Ampliamento & Restyling Orto Botanico

27K views 87 replies 12 participants last post by  Gioven 
#1 ·
La città che cambia
A nuovo ex Foro boario e Orto botanico
Entro l’estate 2011 sul frontone negozi e locali. Pochi mesi dopo nuove serre nell’area verde


PADOVA—Grande maquillage in vista per due grandi aree nei pressi di Prato della Valle. L’ex Foro boario, realizzato ai primi del Novecento, sta per tornare alle origini, prettamente commerciali. E l’Orto botanico, patrimonio mondiale dell’Unesco, fondato nel 1545 poco lontano dalla Basilica di Sant’Antonio, sarà restaurato. L’ex Foro boario per aprile, al massimo maggio del prossimo anno, vedrà il frontone che si affaccia sull’Isola Memmia (nonché su via Carducci e via Cinquantottesimo Fanteria) profondamente «rivisitato », con la creazione di spazi per negozi e ristoranti, sia al piano-terra che a quello superiore. E con la «rivitalizzazione » delle due enormi terrazze, da tempo inutilizzate.

La novità più importante, però, emersa ieri alla presentazione del progetto definitivo a Palazzo Moroni (davanti all’assessore ai Lavori pubblici, Luisa Boldrin), sarà che la gestione dell’intera struttura potrebbe essere affidata a un unico grande soggetto privato. In grado di riempire adeguatamente sia i locali commerciali che quelli destinati alla ristorazione. L’offerta sarebbe all’esame dei protagonisti del piano di recupero dell’ex Foro boario. Ovvero, grazie a un «project financing»: il Comune; l’imprenditore austriaco Johann Breiteneder, presidente dell’azienda bolzanina «Parcheggi Italia Spa»; due costruttori edili padovani, Filippo Mazzei e Giacomo Cavagnis, che si sono uniti per formare la «Parcheggi e immobiliare Prato della Valle Srl»; una società di consulenza finanziaria, la «Sinloc Spa», collegata al gruppo «Intesa-San Paolo» e alla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Il progetto comporterà un investimento privato iniziale di oltre 13 milioni e mezzo di euro. Una cifra che verrà ammortizzata grazie agli utili generati dalle opere (prevalentemente commerciali) costruite.

Il recupero del frontone, ideato dall’architetto Marisa Macchietto (la stessa che, nel 1998, si occupò della ristrutturazione del Caffè Pedrocchi), comincerà ai primi di luglio. Sia al piano-terra che in quello superiore saranno inserite grandi vetrate e aperti spazi dismessi da decenni. Tanto che la superficie calpestabile, per piano, dell’ex Foro boario (senza contare quella esterna delle terrazze) passerà dagli attuali 1.985 a 2.171 metri quadri, mentre i volumi complessivi cresceranno da 16.815 a 19.141 metri cubi. Bisognerà, invece, aspettare fino ad ottobre per il via ai lavori del parcheggio sotterraneo in piazza Rabin, al posto di quello attuale «a raso»: grande circa 16 mila metri quadri, diviso in due piani e accessibile sia da via Carducci che da via Cinquantottesimo Fanteria, potrà contenere più di 600 macchine. La sua costruzione, tranne sorprese, dovrebbe durare poco più di due anni. Appuntamento, quindi, a fine 2012.

E pure la palma di San Pietro, resa celebre da uno scritto di Goethe, fra un anno e mezzo avrà un vestito nuovo. «Carron Spa» di San Zenone degli Ezzelini darà il via al restauro e sviluppo dell’Orto botanico di Padova, il più antico al mondo. Il tutto mantenendo intatta l’antica bellezza del luogo e preservando le nobili piante ospitate. L’Università di Padova ha affidato il prestigioso incarico all’azienda. L’intervento (costo quasi 8 milioni di euro), durerà 18 mesi. Saranno realizzate due nuove grandi serre, una tropicale e una per le palme, un centro per i visitatori e altri spazi funzionali disposti lungo i confini di un’area di nuova acquisizione. L’Orto botanico segue altri importanti interventi di «Carron » nella città del Santo, come quello dell’ex tribunale ora Centro culturale «San Gaetano », di Palazzo Dondi dall’Orologio e del Palazzo vescovile.









http://www.ortobotanico.unipd.it/
http://corrieredelveneto.corriere.i...foro-boario-orto-botanico-1602729664267.shtml
 
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4
#2 ·
non ci sono notizie di collaborazioni in vista Expo 2015?
 
#4 · (Edited)
lo riporto qui, visto che è attinente:

Parliamo piuttosto del caso Orto Botanico-Tre Pini, progetto Strapazzon, andato nel dimenticatoio e riesumato dalla pagina web del Mattino di Padova



Luogo simbolo della botanica, storicamente fondato nel 1545, è stato dichiarato «patrimonio mondiale dell'umanità» dall'Unesco da dieci anni. Ma l'Orto Botanico attende ancora la traduzione pratica degli impegni assunti dall'Ateneo, in base ai finanziamento della legge 370 datata 1999.

Risale al maggio 2002 l'acquisizione dell'area dell'ex Tre Pini che confina con l'Orto. E' seguito il concorso internazionale di progettazione, in base alle linee-guida decise dall'apposita Commissione di salvaguardia del Bo. Sono arrivate a Padova 29 domande di partecipazione. La giuria (presieduta dal pro rettore Lorenzo Fellin) aveva selezionato 15 progetti. Ha vinto quello firmato dall'architetto Giorgio Strappazzon di Marostica con 93,56 punti (al secondo 67,23).

Da quasi tre anni, è tutto "congelato". E ufficialmente l'Università non si impegna a indicare una data precisa di apertura del cantiere, che dovrà andare di pari passo con la "ristrutturazione" decisa dai Gesuiti nell'area di loro pertinenza. Così nell'ex complesso Tre Pini, all'ombra della Basilica di Santa Giustina, regnano il degrado e l'abbandono.
Il progetto del «nuovo Orto», sulla carta, comporta la completa riqualificazione delle serre ottocentesche e gli interventi di allargamento nell'area Tre Pini. Nuovi ingressi, centro visitatori, percorsi didattici con almeno 1.330 metri quadri destinati a «Le piante e l'uomo» più uno spazio museale di altri 1.000 metri quadri.

"L'idea vincente è quella di far vedere la biodiversità - spiega l'architetto -. La varietà delle specie vegetali, oggi purtroppo messa in crisi, sta alla base della vita stessa sulla Terra. Il nostro obiettivo è renderla evidente al visitatore, che sia uno scienziato, un ragazzo o un semplice curioso, appena entra all'Orto botanico". Attraverso una vetrata di 110 metri di larghezza per 18 di altezza. Dietro, cinque serre diverse separate da una cascata d'acqua che riproducono le cinque fasce climatiche del pianeta, dal tropicale al desertico. La sesta serra contiene un piccolo ecosistema che riproduce la botanica del futuro. Cioè la vita di una pianta nello spazio. "Siamo partiti da alcuni studi della Nasa - continua Strapazzon - che dimostrano che per poter vivere su un altro pianeta, in condizioni di luce e di clima sfavorevoli, un essere umano ha bisogno di 60 metri quadrati di vegetazione".
Una soluzione, quella della vetrata che mostra la biodiversità terrestre, che oltre ad avere un valore didattico è di grande impatto scenografico ed estetico. Che fa da porta alla sezione storica dell'Orto, tutelata dall'Unesco e dove verrà fatta un'opera di restauro conservativo. E che ha posto una serie di importanti problemi per la creazione delle condizioni ottimali all'interno delle serre. Come sottolinea il progettista: "Soprattutto per quanto riguarda l'involucro e gli impianti di climatizzazione. Areazione, ventilazione, condizionamento, irrigazione: tutti problemi che abbiamo risolto scegliendo materiali e soluzioni impiantistiche altamente innovativi. L'alimentazione è per metà a energia solare e per metà tradizionale, ma il rivestimento è di un vetro speciale, molto spesso (fissato con tecnologia fischer ndr). E il tetto è ricoperto in ptfe, una sorta di nylon leggero e trasparente che lascia penetrare i raggi solari. Inoltre è composto da cuscinetti pieni d'aria, che fungono da isolante termico. Questo permette di abbassare notevolmente i costi di gestione degli impianti. Abbiamo infine progettato un sistema che attraverso un pozzo estrae acqua calda di origine termale a 300 metri di profondità".







more: http://www.europaconcorsi.com/db/rec/inbox.php?id=6886
http://www.constructa2006.it/quotidiano04_art08.html
 
#13 ·
Io avrei un punto di vista privilegiato visto che vedo giorno dopo giorno i lavori. Beh ora hanno impiantato 16 piloni di calcestruzzo ingabbiati,devono chiudere le gabbie con altro calcestruzzo.Stanno asportando il materiale,già hanno creato il corridoio di 3 metri alla base della serra più lunga (Lato Sanmicheli) anche se sembran alla vista di più.Si dice che le strutture calcistiche rimangano.

Delle serre dico solo che saranno alte 18 metri. Percepite dando uno sguardo attento oltre la mega siepona un milione faranno un gran casino. I lavori procedono a rilento anche perchè i residenti hanno giustamente protestato,non sono stati avvisati da nessuno. Le ville attaccate alla zona dei lavori si troveranno di punto in bianco i motori di riscaldamento delle serre che notoriamente non sono ronzii di zanzare. La zona immobiliarmente parlando vale 10 mila al mq. La più alta di tutta Padova. Una casa ristrutturata dietro S.Giustina è stata pagata 3 ml di euro restauri inclusi. La villa tra via Ferrari e via Sanmicheli in stato di "rudere" è in vendita per 2 ml di euro da ristrutturare.

Se si tiene conto che chi abita in quella zona non è l'ultimo pirla,e sapendo chi ci abita lo ha fatto per la silenziosità e la bellezza del posto stesso non credo che la cosa vada risolta in tempi brevi. E' più facile vederla finita e vedere il comune e l'università dover buttar giu tutto in un secondo per ordine della sovrintendenza ai beni artistici ed architettonici. Visto che c'è una legge del 1957 che parla chiaro.

Mi sono informato,e non m'è mai piaciuta la struttura,preferivo il verde pubblico,un parco per famiglie,un po come lo erano i giardini dell'arena tempo fa. IMHO.

Del concorso il mio preferito rimaneva il 3. Coi motori verso la pescaia.

http://europaconcorsi.com/results/19033-Restauro-dell-Orto-Botanico-patavino/rankings

il secondo era quello più storicamente valido,e scenico visto che in quella zona c'era davvero un lago,quello di villa e castello Pacchierotti. Ora di quella famiglia napoletana rimangono parte dell'Antonianum (gotico dello Jappelli) il giardino annesso mentre è stato prosciugato quel laghetto,riproposto dal progetto 2.E questa splendida villa a Limena:

http://www.padovando.com/x21provincia/Limena.asp

Ecco com'era l'ingresso tardo rinascimentale del palazzo (ammodernato a metà ottocento su base medievale) Pacchierotti fino al 1920.Via Cavazzana venne aperta 120 anni fa :eek:hno:



E' in primo piano quello con le 3 bifore e l'ingresso era quel palazzetto dove oggi c'è la ringhiera del fu "Petrarca Rugby"

Se sto mio amico me lo concede farò foto.
 
#15 ·
In parte si in parte no. Si se c'avessero comunque costruito qualcosa,no se fosse stato un area ristoro dell'Orto originale. In fondo io se avessi mai progettato quell'area avrei fatto una montagnola,sulla falsa riga di una stampa che si trova all'interno del libro "Padova Viva" databile a metà '800. Con una vista superlativa di tutto il centro storico. Ma nella zona attigua avrebbero sparato a vista per quella stessa montagnola.

De gustibus.... a me piaceva il 2,questo mi sembra più adatto ad un'area industriale o fuori città.
 
#17 ·
Hanno fatto le vasche,quadrate,coi camminamenti al grezzo,hanno eretto il muro perimetrale esterno (lato via Sanmicheli) a dire il vero molto alti e non completati,e due murature da destinarsi a supporti per le scale.Hanno istallato gli impianti elettrici engli scompartimenti sotterranei. Si sta lavorando per distribuire il terreno sulle vasche stesse.


queste qui.

Una grossa colata di cemento. Altro che polo verde.Un tempo era così:
 
#22 ·
Avrei dei problemi come per altri siti il cavo USB mi da problemi.


Però puoi vederle nella sua mostruosità che niente ha a che vedere coi rendering passando per l'Antonianum. Dal campetto da calcio interno che è anche un pelo più alto del piano stradale si vede praticamente tutto:

vasche,paretona di cemento,due murette in mezzo al niente(che poi verranno integrate alle pareti di vetro) ed una montagna di materiale di scarico in parte utilizzabile per riempire le vasche. Le altezze sono molto più elevate rispetto il rendering.

Una roba alla carlona.A me proprio non piace.
 
#23 ·
Riprendo l'articolo di un vecchio blog:


Inaugurato il cantiere del nuovo Orto Botanico di Padova, ora gestito dall’Università di Padova. Ambizioso è il progetto dell’architetto Giorgio Strappazzon: creare un atlante di tutta la biodiversità del pianeta, all’interno dell’antica cornice cinquecentesca. La struttura originale, infatti fu realizzata nel 1545 dalla Repubblica di Venezia per la coltivazione e lo studio delle piante medicinali ed è “all’origine di tutti gli altri orti botanici del mondo e rappresenta la culla della scienza, degli scambi scientifici e della comprensione delle relazioni tra natura e cultura”, motivazione che l’ha portata nel 1997 ad essere riconosciuta Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO. Il nuovo orto ha il compito di integrare l’aspetto storico-culturale dell’antica istituzione a quello sperimentale-espositivo del nuovo edificio. Tre saranno i temi centrali: relazione tra pianta e ambiente, rapporto tra pianta e uomo, pianta nello spazio.

Nel progetto non manca l’attenzione verso scelte sostenibili: il tetto è ricoperto in ETFE, una sorta di nylon leggero e trasparente che lascia penetrare i raggi solari, ed è inoltre composto da cuscinetti d’aria che fungono da isolante termico. Infine è stato messo a punto un sistema che, tramite un pozzo, estrae acqua calda di origine termale.
http://www.ambienteambienti.com/new...odiversita-ai-progetti-sostenibili-14256.html

http://www.professionearchitetto.it/news/notizie/12004/Il-nuovo-Orto-Botanico-di-Padova
Panoramica:




da questa foto e mettendola in relazione con la realtà attuale le cose in primo piano sono state già fatte.
 
#28 ·
A occhio è alto tanto quanto il pino più alto di tutta la zona. Poi se arrivi senza macchina fotografica ti tengono d'occhio come segugi...qualche porcheria secondo me la stanno facendo. Le palizzate sono 3 molto più alte delle case attorno ( il paragone con quella marrone che si vede in fondo dall'entrata dei 3pini è impietoso) secondo me è alto la metà del fabbricato di S.Giustina e più alta della "casa di cura Morgagni" ....Dall'altra parte dei cantieri c'è una cancellata metallica e non ti fanno entrare.... l'unica è passare per il giardino da via Aganoor.E li vedi tutto anche fin sotto la struttura stessa. Da impallidire...

Certo è che se passi di li la gente ti guarda storto. Boh c'ho rinunciato..
 
#29 ·
#32 ·
No no sono anche fin troppo avanti! Un parallelepipedo di vetro in una zona del genere manderebbe a remengo anche le piante attorno che dal caldo soffrirebbero tutte.

Stiamo parlando di piante abituate ai climi invernali ed estivi da più di 4 secoli e mezzo. Col caldo costante tutto attorno sarebbe arso. In più cìè da mettere in conto i residenti. Mia morosa abita vicino a delle serre nel camposampierese e fanno un casino assurdo. Il ronzio in una zona residenziale ed in pieno centro si sentirebbe a distanza di km,anche in via S.Francesco dove l'imbuto fa sentire di notte i treni che corrono sul ponte dell'aeroporto. E poi diciamocelo,una struttura così gigantesca sta bene a Legnaro non in un centro storico! Non attaccato al Santo,S.Giustina e soprattutto al vecchio orto. A Firenze anzi a Novoli per l'esattezza s'era proposto una cosa simile e venne bocciata all'istante.

La stessa cosa a Pisa.Padova invece con sti cretini fa la fine del topo.E siccome la struttura segue il piano Crotti stavolta pur col maldistomaco appoggio l'idea bellissima della Lega.



No sta vomitata qua:



Sul buco vuoto d'asfalto manca la casa del pellegrino,chissà perché! :eek:hno:

Come ben sapete io ho sempre amato il verde per il pubblico. Amo i parchi,amo il verde,meno quello politico però stavolta ha avuto un'idea brillante salvando l'area e recuperando la canaletta dell'Alicorno...

Sarebbe una meraviglia. Suonerebbe come lo è oggi viale Eretenio a Vicenza. Poco male ma d'impatto sicuro.

http://maps.google.it/maps?q=vicenz....004259&client=safari&oe=UTF-8&gl=it&t=k&z=18
 
#34 ·
le strutture bianche iniziano a vedersi dal Prato...
sono curioso di vedere il risultato finale.

Mi auguro anche che facciano un ingresso direttamente dal Prato perchè questo, assieme alla risistemazione del frontone del Foro Boario sarebbe attrattivo per i turisti che parcheggiano proprio in Prato.
Qualcuno sà niente al riguardo?
 
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