Vi posto una serie di lettere scritte da vari padovani, che criticano il nuovo monumento di Daniel Libeskind, in particolare sulla sua collocazione, che anch'io ritengo abbastanza inappropriata, in quanto si poteva realizzare in un'altra area.
A voi
1/Un attacco
a storia e cultura
Caro Direttore,
in qualità di cittadino padovano, di operatore turistico fluviale e di presidente di un sindacato di battellieri che navigano anche in città a Padova, non posso che aggiungermi alla moltitudine di critiche che in questi giorni, meglio mesi, leggiamo nei quotidiani locali in merito alla locazione dell'opera monumentale dell'arch. Libeskind presso la golena delle Porte Contarine a Padova.
Franzin, Giaretta, Uliana e tanti altri in quest'estate che tutto è stata fuorchè calda, hanno in più occasione "urlato" con grande sdegno la scelta locativa di un monumento così importante e significativo per i Padovani e per il mondo stesso. Un urlo di dolore, sì di dolore derivato al vero attacco alla storia e cultura Padovana! E' stata attaccata la Golena, Le Mura cinquecentesche, la stessa immagine della navigazione padovana è messa in ombra da tale costruzione. Fin dalla sua presentazione, alcuni padovani, gli Amissi del Piovego, le società di navigazione avevano lamentato la disastrosa locazione di tale opera, denunciando la cosa hai politici passati e attuali, ma nulla è stato fatto per dar voce hai padovani!
Si è deciso la, si farà la! Ma perché? Ma chi l'ha detto, ma chi è Armano? Non esiste un Arch. Monti che riveste la sopraintendenza ai beni culturali per il Veneto? Non sono politico e non voglio entrare nel merito, però da cittadino grido lo sdegno e il disappunto di come sono stati fatti i lavori e per la quantità di cemento che è stato colato alle porte Contarine, la dove prima esisteva un bellissimo prato verde. Oggi i turisti che s'imbarcano alle Porte Contarine ci chiedono cos'è quella roba, sì caro direttore, cos'è quella roba.Che venga Galan, Giustina Destro o Zanonato a rispondere a quei turisti! Cos'è quella roba è un monumento, una grande opera di civiltà a memoria delle oltre 3000 persone morte sulle torri di N.Y. City Ma com'è possibile soffocare un'opera così importante nella golena della Porte Contarine? L'effetto ottenuto è disastroso, l'opera perde la sua monumentalità, importanza, significato, e in contropartita la golena viene decapitata nella sua funzione storica, culturale
Caro direttore, cari padovani, come abbiamo potuto commettere una tale cosa? Il denaro non ci deve intorpidire le menti, i padovani, i politici nel rispetto dell'opera e nel rispetto delle persone morte che essa rappresenta devono fare qualcosa per cambiarne la locazione.Rudy Toninato
Sindacato Battellieri
2/Non c'è dialogo
con le mura
Egregio signor Presidente Galan ho votato per Lei, ma non lo farò mai più. Ho votato per Lei perché mi sentivo rappresentata al meglio, quando guarda il Veneto in prospettiva magari dalla Sua barca e ne dà giudizi ottimisti. Inoltre sembra un veneto che non passa per sgobbone al contrario di tutti noi, è intelligente , mentre noi poveri veneti passiamo per bauchi o perlomeno ci hanno creduto tali da Roma in giù per cinquanta e passa anni, specialmente nel cinema e nella letteratura buonista.
Insomma, in giro per il mondo dava un'immagine di noi molto diversa dai soliti cliché e questo ci rassicurava, specialmente quando si trattava di instaurare rapporti d'affari, o culturali. Insomma non era il solito politico sul generico e magari digiuno di economia, come certi nostri rappresentanti europei che sotto il governo D'Alema hanno sottoscritto i trattati con la Cina, senza stabilire regole adeguate per un paese a prevalenza manifatturiero come il nostro.
Padova, una città con troppi problemi, difficile da governara, da far uscire dal degrado. Eravamo riusciti a recuperare un fiume, il Piovego, dall'inquinamento, dall'abbandono delle sue acque, delle sue rive e dei suoi monumenti, vedi la scalinata di Porta Portello, il leone delle Assicurazioni Generali ai giardini Fistomba, il restauro di alcune porte della cinta muraria, il recupero delle Porte Contarine con lo stombinamento da parte del Genio Civile del tratto finale del Naviglio Interno.
Era un bell'angolo di Padova, con l'antica conca, il fiume, il verde, passare per il ponte del Corso del Popolo era un piacere guardare giù, peccato che il giardino della golena delle Porte Contarine non fosse aperto al pubblico, ma le motonavi portavano i turisti a visitare la città e attraccavano lì, i turisti scendevano contenti per poi incominciare la visita agli affreschi di Giotto.
Si cominciava a sperare in una Padova dove l'antico e il moderno non fossero più in antitesi. Era troppo bello. Ora, arrivando dal fiume, vedi una cosa enorme in riva all'acqua, sembra una costruzione abusiva. Il primo pensiero è: speriamo che la spostino. Il secondo pensiero è: a chi è venuto in mente di metterla qui. Il terzo è il più triste: ma quelli che hanno dato il consenso per questa cosa fuori scala rispetto al sito, erano qualificati o erano lì solo per la paghetta.
Nelle relazione al progetto di Libiskind sta scritto che il monumento avrebbe dovuto dialogare con le Mura, andate a vederlo.
Ottilia Tomio
3/Ma dov'è la
Sovrintendenza?
Gentile Direttore,
mi sono laureato nel 1999 all'Istituto Universitario Architettura di Venezia con una tesi riguardante i corsi d'acqua a Padova. Il titolo era Dal Basanèo al Portèo alla scoperta dell'identità di Padova sull'acqua. In questo periodo di acceso dibattito inerente al Monumento di Libeskind alle Porte Contarine parecchie cose sconvolgono la mia mente di ex laureando: si sta verificando l'opposto di quanto mi hanno insegnato all'Università, tutto gira al contrario! Volutamente nel titolo c'erano due frasi: la prima con un tocco dialettale riguardava la vera radice di Padova sorta e cresciuta sull'acqua (di cui non possiamo dimenticarci); la seconda trattatavasi proprio di una reale scoperta per me e per tutta una generazione di trentenni padovani che dei fiumi a Padova non sapevamo nulla.
Nella primavera del 1999 preparando la tesi assistevo con interesse all'eccezionale ed encomiabile lavoro del Genio Civile (Regione Veneto) alle Porte Contarine. Il Magistrato alle Acque stava aprendo il tratto di canale (l'ultimissimo pezzo della Riviera di Ponti Romani) che immetteva nel Piovego, congiungendovi la Conca di Navigazione opera di Dondi dall'Orologio nel 1526. Quindi un monumento eccezionale (quarta conca al mondo e unica all'interno di un centro storico italiano) che tornava ad essere percepibile almeno parzialmente (occorrerebbe che l'acqua arrivasse anche da Largo Europa). Era un evento straordinario ! Proprio sul finire del secolo degli interramenti e tombinamenti a Padova si riapriva un pezzo di canale: un'inversione di rotta! Il tutto mi lasciava immaginare che da quel momento in poi si potesse ragionare sui corsi d'acqua diversamente, tralasciando qualsiasi tipo di aggiunta, superfetazione. Se addirittura si aggiunge che riguardo lo stombinamento del canale Alicorno si è anche impegnato nel 2004 in campagna elettorale l'allora candidato Zanonato, allora siamo proprio ad una svolta epocale! Ebbene cosa succede alle Porte Contarine? Con un procedimento silenzioso e cinico la Regione del Veneto piazza quel coso nella golena antistante il canale. In gran velocità spuntano due milioni di euro (vedere cartello di cantiere) per l'opera di Libeskind: mai vista tanta celerità per un intervento sulle Mura Cinquecentesche o per dragare i canali o per intervenire su una Chiesa padovana. Ce ne vuole di coraggio per asserire che l'opera di Libeskind migliora la città di Padova! E il Comune dov'è? Le due pagine del librone aperto saranno anche di vetro ma tutto saranno fuorché trasparenti, tanto che la sagoma del Carmine non si vede più. E' tutta un'accozzaglia di travi in ferro rette da una super-gettata di cemento che vanno ad eliminare uno degli ultimi spazi verdi in centro città e vanno fisicamente a cozzare e nascondere le Mura Veneziane. Per non parlare del grandioso rapporto dimensionale con il ponte di Corso del Popolo, il Piovego, la golena rimasta e la conca riaperta: per fortuna c'è la Sovrintendenza che vigila scrupolosamenteGiovanni Graziani
4/Responsabilità
a Destra e Sinistra
Egregio sig. Direttore,
la realizzazione del Memorial alle Porte Contarine desta in me una profonda amarezza. A Padova non sono mai mancate spoliazioni, razzie: nel passato le fecero i Veneziani, poi Napoleone, poi i Tedeschi. Ma da vent'anni in qua non abbiamo bisogno che i nemici vengano da fuori per mettere a sacco Padova e i soldi dei cittadini Padovani. Verso gli anni '90 Kounellis vendette all' Università un' armatura di vecchie tavole, per "poche centinaia di milioni di Lire" in memoria di Meneghetti.
Contemporaneamente Vangi ricevette dalla Chiesa patavina alcune centinaia di milioni più di Kounellis per esperimenti, dei quali i più riusciti sono senz' altro il S. Gregorio Barbarigo, il quale, nella sua cattedrale, lascia i delicati tratti di Rosalba Carriera, per diventare un "vespasiano"; e il S. Antonio la cui umiltà è tanto maggiore quanto più piccola è la statuina.
Ma finalmente verso il 2000 Zeus dona a Padova Pandora, che dal suo vaso trae e il tram e il battello, per distruggere ciò che resta del Piovego, e il tentativo di cementificare Pra' della Valle (forse non ancora scongiurato) e il problema PP1 e finalmente il Memorial.
Nell' intreccio di responsabilità partecipano e Destra e Sinistra: leggasi apparentamento Armani - Galan - Monti.
I Padovani, laboriosi e abitualmente riservati e silenziosi, di quali colpe si sono macchiati per avere simili capi in sorte ?? Dante, meditando sui politici, in un terribile canto dell' Inferno, parlò di Lucca, ma certamente era profeta per Padova:"O Malebranche, / ecco un delli anziani di santa Zita !/ Mettetel sotto, ch' i' torno per anche / a quella terra che n' è ben fornita: / ogn' uom v' è barattier, fuor che Bonturo; / del no per li denar vi si fa ita.""
Sono profondamente rattristato. Ho la certezza e dell' impotenza e dell' impossibilità che un cittadino trovi ascolto nelle logge del potere.Sergio Costa
5/I lavori
vanno fermati
Sulla questione Monumento Libeskind In questo periodo sui giornali cittadini sta lievitando il dibattito pro o contro la costruzione del monumento progettato dal maestro Libeskind sulla zona golenale di Porte Contarine. Finalmente i ns. politici (Braghetto, Armano, Giarretta, ad esempio) scrivono ai giornali per dare la loro versione e la loro visione circa l'erigenda opera dedicata alle vittime dell 'attentato dell'11 settembre. Va dato loro atto che esponendo il proprio pensiero e la posizione circa la questione ne assumono le responsabilità e le conseguenze. Opinione per opinione, quindi, come semplice cittadino, ritengo utile dire che l'opera in corso del maestro Libeskind è fuori luogo. E' fuori luogo la collocazione sul terreno golenale, per le caratteristiche intrinseche dello stesso e per gli aspetti giuridici (vorrei vedere se fosse un privato a costruire, e anzi per rendere stabile il terreno stendendo pure una bella gettata di cemento armato, come è stato fatto per l'occasione alla golena delle Porte Contarine - sarebbe un abuso e un danno ambientale). E' fuori luogo per il consistente importo deliberato, viste le condizioni della finanza pubblica (spesa per circa 1.000.000 di euro, vedere il tabellone di cantiere con gli estremi della delibera della Regione Veneto, ma già si parla di impinguare i fondi). E' fuori luogo perché l'opera in costruzione è difforme dal progetto iniziale del maestro Libeskind (vedere le differenze con il plastico esposto nell'atrio della stazione dei treni di Padova. Ad esempio la breccia che proprio oggi è stata aperta dagli operai nel parapetto delle mura è all' opposto di dove risulterebbe collocata osservando il plastico). Infine è fuori luogo perché l'opera è realizzata in spregio alla normativa generale sulla tutela dei beni culturali, monumentali e ambientali. E le mura cinquecentesche "veneziane" indubbiamente lo sono (dov'è finita la Sovrintendenza? Vedere il D.Lgs.490/99, Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali). Ho scattato delle foto che comprovano come il cemento abbia lambito la storica cortina. In questi giorni l'impresa appaltata sta distribuendo della terra sopra per nasconderlo facendoci crescere l'erba, ma sotto il cemento rimarrà. E poi, come si concilia l'attuale operazione con la valorizzazione del sito acqueo e delle mura cinquecentesche, e il criterio preannunciato di dare la massima visibilità alle mura stesse? Nessun lavoro di riporto alla luce di quella grossa parte di cortina attualmente nascosta sotto il terreno golenale è stato intrapreso. E' un intervento che andava fatto prima di fare la gettata di cemento. Si trattava di asportare terreno per un altezza di circa 2-3 metri dalla superficie attuale, per rendere veramente pienamente visibile le mura e quindi dare l'idea di cosa fosse quel tratto di manufatto e di fiume nei secoli scorsi (anzi fino ai primi decenni del novecento). Nelle premesse dell'operazione c'era l'intenzione dichiarata del recupero in tal senso. E' però impossibile che ciò venga fatto alla fine dei lavori. Vorrebbe dire disfare tutto, cioè togliere il monumento! E' anche stravolto il paesaggio cittadino. Già ora passando sul ponte di Corso del Popolo la prospettiva mura veneziane-grade-cupola del Carmine-palazzi di architettura moderna viene coperta dallo scheletro della nuova opera, che monopolizza il luogo. Altro che il dialogo e la contrapposizione nuovo e antico, ecc., come si legge nella documentazione di promozione del progetto. In conclusione. Sarebbe bene che i politici e i tecnici coinvolti nelle scelte fatte avessero il coraggio di dire: abbiamo sbagliato. Non solo. Che provvedessero - Comune e Regione - da subito (da ieri) a fermare i lavori del cantiere, fino a che non sia reso esecutivo il preannunciato preliminare recupero delle mura cinquecentesche, rimovendo tutta la cementificazione visibile e non dell'area, e dando il via all'operazione di valorizzazione del tratto d'acque lungo via Giotto-via del Carmine (per completare il lavoro iniziato con il recupero della conca di Porte Contarine). Solo così si potrà apprezzare complessivamente l'inserimento del monumento nell'attuale sito (con relative luci e controluci che dovrebbero riverberarsi sull'acqua). Sarà poi compito delle prossime finanziarie statali o locali individuare i fondi per eventualmente spostare il monumento "alla memoria dell'11 settembre" in un'area più consona alle dimensioni, alla particolarità, alla visibilità, alla valorizzazione di una così importante e pregevole opera del nostro tempo, progettata dal grande maestro internazionale arch. Libeskind.Maurizio Ulliana
6/Tanto rumore,
critiche eccessive
Noi crediamo che alcune polemiche si potrebbero evitare. Padova ha sentito il bisogno di ricordare le 3 mila vittime dell'attentato terroristico dell'11 settembre e la Regione ha deciso un significativo finanziamento, che ora sta per essere aumentato, per contribuire all'edificazione già in atto dell'importante monumento. Fin qui non ci vediamo nulla di male. Non sempre certi monumenti, edificati per ricordare eventi o epoche che hanno determinato gravissimi sconvolgimenti socio-economici e gravi perdite di vite umane, sopravvivono per molto tempo nella memoria collettiva e non tutti sono compresi pienamente dalla gente. E allora ? Anche il monumento che è stato eretto in Giappone in ricordo delle due stragi atomiche compiute dagli americani 60 anni fa a Hiroshima e Nagasaki, forse a qualcuno non è piaciuto, ma non per questo si è creato un movimento d'opinione per eliminarlo o per cambiarne la destinazione. Fu un crimine ? Forse si, dicono alcuni, ma a fin di bene, dicono altri. Insomma le verità non sempre sono a senso unico e noi non vogliamo approfondire più di tanto l'argomento. Oggi abbiamo rivisto il monumento-memorial progettato dall'architetto americano Daniel Libeskind e ad onor del vero ci sembra che le molte critiche rivoltegli, comprese le nostre, siano eccessivamente polemiche. Qualcuno ha accusato la Giunta Galan di danneggiare il patrimonio archeologico padovano. Ci pare esagerato. Certo, forse si poteva trovare di meglio per la collocazione del monumento ai caduti innocenti delle micidiali incursioni aeree dell'11 settembre, ma in ogni caso un atto così grave non poteva non essere ricordato da una città come Padova così sensibile ai drammi che affliggono l'umanità. Se teniamo presente che il monumento ai caduti dell'11 settembre deve essere visto facilmente da tutti, l'ubicazione scelta - golena interna del Piovego a Porta Contarine - non ci sembra criticabile. Tanto più che ora che l'opera di Lebeskind è praticamente completata, con quei suoi cristalli che riflettono il verde dell'acqua e degli alberi, l'insieme ci sembra piacevole. Insomma questa, forse, tenuto conto che piazze centrali alberate in centro storico non ne esistono - tranne il Prato della Valle che è giustamente intoccabile - ci sembra la soluzione più emergente e meno invasiva. D'altra parte un cippo, una statua o una stele commemorativa di siffatta importanza deve necessariamente essere collocato in un punto strategico della città e deve dare la possibilità a tutti, cittadini, turisti, adulti, bambini o semplici passanti, di rammentare la gravità dell'atto per un tempo il più lungo possibile. Ci auguriamo solo che la cinta muraria cinquecentesca non venga danneggiata e che sia limitato lo spazio da pavimentare attorno al memorial. Anzi forse più prato verde viene mantenuto e meglio è. D'altra parte la scelta del sito non deve essere stata facile. Oggi la città è interessata da grandi cambiamenti urbanistici che potrebbero limitare la visibilità dell'opera, che noi continuiamo a ritenere importante. Qualcuno parla di cementificazione, è assurdo. Padova sta subendo ben altre cementificazioni che pochi hanno contestato. Certo, come ambientalisti, vorremmo che fosse tutelato al massimo il Piovego e la stabilità della sua golena, che a causa dei lavori potrebbe avere qualche problema. Per il resto non vediamo l'ora di poterlo ammirare, ben conoscendo le qualità artistiche del grande architetto americano e il pathos che dalla sua opera ne deriverebbe.
Gianni Genghini
presidente dell'Associazione
Ambiente e Società