SkyscraperCity Forum banner

World Trade Center Memorial Padova [aggiornamenti]

7K views 34 replies 10 participants last post by  A l e x 
#1 · (Edited)
World Trade Center Padova - Memorial

Un libro aperto, in vetro, che guarda nella direzione della Statua della Libertà di New York, dal quale emerge la trave di quasi sei metri, frammento della Torre sud del Word Trade Center distrutto l’11 settembre del 2001, che gli Stati Uniti hanno regalato al Veneto; due pagine dedicate agli eroi di quella tragica giornata, un monumento della memoria, simbolo di valori universali, testimonianza contro la barbarie. E’ questo il progetto dell’architetto Daniel Libeskind, progettista della ricostruzione di Ground Zero, al quale la Regione, su proposta di una commissione di saggi, ha chiesto di realizzare per quel tragico frammento una cornice capace di essere momento di meditazione e di riflessione sui valori della ragione, contrapposti all’intolleranza, ricordando i fatti che determinarono il crollo delle famose torri gemelle. Il bozzetto del monumento Memoria e Luce – Word Trade Center Memorial di Padova, che troverà la sua collocazione nel Giardino di Porta Contarine della Città del Santo dove oggi il crollo delle Torri è già testimoniato da due torri di luce, è stato presentato questa mattina a Venezia dal Presidente del Veneto, presenti alcuni componenti della commissione chiamata a decidere come presentare nella maniera più degna il relitto di quell’attentato.



L’architetto Libeskind, che ha tra l’altro realizzato il Museo Ebraico di Berlino, accettò subito e di buon grado l’incarico e nell’ottobre scorso era venuto a Padova, città che per prima in Italia visitò da studente di architettura e dalla quale i suoi antenati ancora nel XIII secolo partirono per la Polonia, per vedere dove il monumento sarebbe stato ospitato. Nell’occasione aveva espresso l’intendimento di dare corpo ad un’“opera che diventi luogo della memoria e che contribuisca a colmare il divario tra le nazioni e le culture, portando un messaggio per il futuro dell'umanità”. Ora il bozzetto è pronto e lo stesso Libeskind lo illustrerà sabato prossimo, 29 maggio a Padova, nella Sala del Romanino dei Musei Civici degli Eremitani, alle 17, presenti lo stesso presidente della Regione e il Sindaco della città del Santo. Oggi il Presidente del Veneto si è detto entusiasta e colpito per come il frammento di trave sia stato contestualizzato, ricordando da un lato l’impegno per la realizzazione del monumento che si concreta nella previsione di un milione di euro nel bilancio della Regione, dall’altro come quest’opera, assieme ad alcune altre, testimoni anche l’inizio di una nuova stagione di un ritorno in Veneto della grande architettura.



Il monumento dovrebbe essere inaugurato l’11 settembre prossimo, in occasione dell’anniversario della tragedia newyorchese. Dal canto loro i componenti della commissione hanno espresso grande apprezzamento per il progetto, ricordando come la scelta di Libeskind sia stata “naturale”, dato che a lui era stato affidato l’incarico di realizzare la ricostruzione dell’area delle due torri. Quanto alla collocazione del monumento, è stata evidenziata la totale disponibilità dell’amministrazione comunale patavina e l’individuazione di un’area dove l’opera sarà molto visibile e accessibile, lungo la principale direttrice verso il centro della città e nello stesso tempo libera da impedimenti visuali, a fianco del canale che attraversa la città.

- Per chi volesse saperne di più, il cantiere si trova alla destra del ponte delle porte contarine, tra via Giotto e Corso del Popolo.
Appena posso farò delle foto!
 
See less See more
#2 ·
Notizia vecchia relativa al memoriale :

Padova - Il 'Memoriale della Pace', progettato da Daniel Libeskind

C'era da mettere una mano sulla spalla di quelli che hanno pianto. C'era da ricordare uno scempio inaudito, l'umanità sbriciolata dalla follia. C'era da tracciare un segno, adesso che l'urlo è finito, a dire che quando la speranza slancia le ali può diventare colomba. E noi lo faremo. Ci sarà un libro aperto, alto diciassette metri, fatto di vetro trasparente. Dove tutti potranno leggere la storia di quelli che sono caduti giù, loro che non c'entravano per niente. E dentro al libro, come una riga sottolineata, una trave d'acciaio che viene dal World Trade Center, le torri gemelle ingoiate l'11 settembre del 2001 dal buco nero della violenza.

La Regione Veneto l'ha voluto qui, sulle rive del Piovego, a un passo dalla cappella degli Scrovegni, il suo monumento a ricordo di quel giorno. E ieri al giardino delle porte Contarine è stata posata la prima pietra del 'Memoriale della Pace', il monumento progettato da Daniel Libeskind (vincitore del concorso per la ricostruzione di Ground Zero) che potrebbe essere pronto proprio per l'11 settembre di quest'anno. E per leggerlo meglio questo libro sarà illuminato via satellite, allo stesso modo di quello che tiene in mano la Statua della Libertà, tramite un sensore posizionato in entrambi i monumenti.

Alla cerimonia ieri hanno presenziato il sindaco Zanonato, il presidente della Regione Galan, il console americano Deborah E.Graze, il prefetto Paolo Padoin ed il consigliere Elio Armano presidente della commissione che ha esaminato le proposte degli architetti. C'erano anche Attilio Terragni, per l'architetto Libeskind e l'ex sindaco Giustina a Destro a suggellare un gesto che, come ha detto Zanonato, va oltre ogni appartenenza politica e che rende onore a Padova città di pace. Armano ha ricordato come il frammento sia stato esposto dagli Usa alla biennale di Architettura del 2002 a Venezia e poi donato perché facesse parte di «una cappella laica di riflessione aperta ai giovani». Terragni ha sottolineato come il percorso verso il 'libro' con un muro rilucente farà del giardino un luogo meditativo mentre Galan ha ringraziato il Dipartimento di Stato americano per aver concesso al veneto «un frammento di ciò che ha rappresentato una delle più grandi tragedie che abbiano mai colpito l'amico popolo americano».Mauro Giacon
 
#6 ·
Vi posto una serie di lettere scritte da vari padovani, che criticano il nuovo monumento di Daniel Libeskind, in particolare sulla sua collocazione, che anch'io ritengo abbastanza inappropriata, in quanto si poteva realizzare in un'altra area.
A voi :)
1/Un attacco
a storia e cultura

Caro Direttore,

in qualità di cittadino padovano, di operatore turistico fluviale e di presidente di un sindacato di battellieri che navigano anche in città a Padova, non posso che aggiungermi alla moltitudine di critiche che in questi giorni, meglio mesi, leggiamo nei quotidiani locali in merito alla locazione dell'opera monumentale dell'arch. Libeskind presso la golena delle Porte Contarine a Padova.

Franzin, Giaretta, Uliana e tanti altri in quest'estate che tutto è stata fuorchè calda, hanno in più occasione "urlato" con grande sdegno la scelta locativa di un monumento così importante e significativo per i Padovani e per il mondo stesso. Un urlo di dolore, sì di dolore derivato al vero attacco alla storia e cultura Padovana! E' stata attaccata la Golena, Le Mura cinquecentesche, la stessa immagine della navigazione padovana è messa in ombra da tale costruzione. Fin dalla sua presentazione, alcuni padovani, gli Amissi del Piovego, le società di navigazione avevano lamentato la disastrosa locazione di tale opera, denunciando la cosa hai politici passati e attuali, ma nulla è stato fatto per dar voce hai padovani!

Si è deciso la, si farà la! Ma perché? Ma chi l'ha detto, ma chi è Armano? Non esiste un Arch. Monti che riveste la sopraintendenza ai beni culturali per il Veneto? Non sono politico e non voglio entrare nel merito, però da cittadino grido lo sdegno e il disappunto di come sono stati fatti i lavori e per la quantità di cemento che è stato colato alle porte Contarine, la dove prima esisteva un bellissimo prato verde. Oggi i turisti che s'imbarcano alle Porte Contarine ci chiedono cos'è quella roba, sì caro direttore, cos'è quella roba.Che venga Galan, Giustina Destro o Zanonato a rispondere a quei turisti! Cos'è quella roba è un monumento, una grande opera di civiltà a memoria delle oltre 3000 persone morte sulle torri di N.Y. City Ma com'è possibile soffocare un'opera così importante nella golena della Porte Contarine? L'effetto ottenuto è disastroso, l'opera perde la sua monumentalità, importanza, significato, e in contropartita la golena viene decapitata nella sua funzione storica, culturale

Caro direttore, cari padovani, come abbiamo potuto commettere una tale cosa? Il denaro non ci deve intorpidire le menti, i padovani, i politici nel rispetto dell'opera e nel rispetto delle persone morte che essa rappresenta devono fare qualcosa per cambiarne la locazione.Rudy Toninato

Sindacato Battellieri

2/Non c'è dialogo

con le mura

Egregio signor Presidente Galan ho votato per Lei, ma non lo farò mai più. Ho votato per Lei perché mi sentivo rappresentata al meglio, quando guarda il Veneto in prospettiva magari dalla Sua barca e ne dà giudizi ottimisti. Inoltre sembra un veneto che non passa per sgobbone al contrario di tutti noi, è intelligente , mentre noi poveri veneti passiamo per bauchi o perlomeno ci hanno creduto tali da Roma in giù per cinquanta e passa anni, specialmente nel cinema e nella letteratura buonista.

Insomma, in giro per il mondo dava un'immagine di noi molto diversa dai soliti cliché e questo ci rassicurava, specialmente quando si trattava di instaurare rapporti d'affari, o culturali. Insomma non era il solito politico sul generico e magari digiuno di economia, come certi nostri rappresentanti europei che sotto il governo D'Alema hanno sottoscritto i trattati con la Cina, senza stabilire regole adeguate per un paese a prevalenza manifatturiero come il nostro.

Padova, una città con troppi problemi, difficile da governara, da far uscire dal degrado. Eravamo riusciti a recuperare un fiume, il Piovego, dall'inquinamento, dall'abbandono delle sue acque, delle sue rive e dei suoi monumenti, vedi la scalinata di Porta Portello, il leone delle Assicurazioni Generali ai giardini Fistomba, il restauro di alcune porte della cinta muraria, il recupero delle Porte Contarine con lo stombinamento da parte del Genio Civile del tratto finale del Naviglio Interno.

Era un bell'angolo di Padova, con l'antica conca, il fiume, il verde, passare per il ponte del Corso del Popolo era un piacere guardare giù, peccato che il giardino della golena delle Porte Contarine non fosse aperto al pubblico, ma le motonavi portavano i turisti a visitare la città e attraccavano lì, i turisti scendevano contenti per poi incominciare la visita agli affreschi di Giotto.

Si cominciava a sperare in una Padova dove l'antico e il moderno non fossero più in antitesi. Era troppo bello. Ora, arrivando dal fiume, vedi una cosa enorme in riva all'acqua, sembra una costruzione abusiva. Il primo pensiero è: speriamo che la spostino. Il secondo pensiero è: a chi è venuto in mente di metterla qui. Il terzo è il più triste: ma quelli che hanno dato il consenso per questa cosa fuori scala rispetto al sito, erano qualificati o erano lì solo per la paghetta.

Nelle relazione al progetto di Libiskind sta scritto che il monumento avrebbe dovuto dialogare con le Mura, andate a vederlo.

Ottilia Tomio

3/Ma dov'è la

Sovrintendenza?

Gentile Direttore,

mi sono laureato nel 1999 all'Istituto Universitario Architettura di Venezia con una tesi riguardante i corsi d'acqua a Padova. Il titolo era Dal Basanèo al Portèo alla scoperta dell'identità di Padova sull'acqua. In questo periodo di acceso dibattito inerente al Monumento di Libeskind alle Porte Contarine parecchie cose sconvolgono la mia mente di ex laureando: si sta verificando l'opposto di quanto mi hanno insegnato all'Università, tutto gira al contrario! Volutamente nel titolo c'erano due frasi: la prima con un tocco dialettale riguardava la vera radice di Padova sorta e cresciuta sull'acqua (di cui non possiamo dimenticarci); la seconda trattatavasi proprio di una reale scoperta per me e per tutta una generazione di trentenni padovani che dei fiumi a Padova non sapevamo nulla.

Nella primavera del 1999 preparando la tesi assistevo con interesse all'eccezionale ed encomiabile lavoro del Genio Civile (Regione Veneto) alle Porte Contarine. Il Magistrato alle Acque stava aprendo il tratto di canale (l'ultimissimo pezzo della Riviera di Ponti Romani) che immetteva nel Piovego, congiungendovi la Conca di Navigazione opera di Dondi dall'Orologio nel 1526. Quindi un monumento eccezionale (quarta conca al mondo e unica all'interno di un centro storico italiano) che tornava ad essere percepibile almeno parzialmente (occorrerebbe che l'acqua arrivasse anche da Largo Europa). Era un evento straordinario ! Proprio sul finire del secolo degli interramenti e tombinamenti a Padova si riapriva un pezzo di canale: un'inversione di rotta! Il tutto mi lasciava immaginare che da quel momento in poi si potesse ragionare sui corsi d'acqua diversamente, tralasciando qualsiasi tipo di aggiunta, superfetazione. Se addirittura si aggiunge che riguardo lo stombinamento del canale Alicorno si è anche impegnato nel 2004 in campagna elettorale l'allora candidato Zanonato, allora siamo proprio ad una svolta epocale! Ebbene cosa succede alle Porte Contarine? Con un procedimento silenzioso e cinico la Regione del Veneto piazza quel coso nella golena antistante il canale. In gran velocità spuntano due milioni di euro (vedere cartello di cantiere) per l'opera di Libeskind: mai vista tanta celerità per un intervento sulle Mura Cinquecentesche o per dragare i canali o per intervenire su una Chiesa padovana. Ce ne vuole di coraggio per asserire che l'opera di Libeskind migliora la città di Padova! E il Comune dov'è? Le due pagine del librone aperto saranno anche di vetro ma tutto saranno fuorché trasparenti, tanto che la sagoma del Carmine non si vede più. E' tutta un'accozzaglia di travi in ferro rette da una super-gettata di cemento che vanno ad eliminare uno degli ultimi spazi verdi in centro città e vanno fisicamente a cozzare e nascondere le Mura Veneziane. Per non parlare del grandioso rapporto dimensionale con il ponte di Corso del Popolo, il Piovego, la golena rimasta e la conca riaperta: per fortuna c'è la Sovrintendenza che vigila scrupolosamenteGiovanni Graziani

4/Responsabilità

a Destra e Sinistra

Egregio sig. Direttore,

la realizzazione del Memorial alle Porte Contarine desta in me una profonda amarezza. A Padova non sono mai mancate spoliazioni, razzie: nel passato le fecero i Veneziani, poi Napoleone, poi i Tedeschi. Ma da vent'anni in qua non abbiamo bisogno che i nemici vengano da fuori per mettere a sacco Padova e i soldi dei cittadini Padovani. Verso gli anni '90 Kounellis vendette all' Università un' armatura di vecchie tavole, per "poche centinaia di milioni di Lire" in memoria di Meneghetti.

Contemporaneamente Vangi ricevette dalla Chiesa patavina alcune centinaia di milioni più di Kounellis per esperimenti, dei quali i più riusciti sono senz' altro il S. Gregorio Barbarigo, il quale, nella sua cattedrale, lascia i delicati tratti di Rosalba Carriera, per diventare un "vespasiano"; e il S. Antonio la cui umiltà è tanto maggiore quanto più piccola è la statuina.

Ma finalmente verso il 2000 Zeus dona a Padova Pandora, che dal suo vaso trae e il tram e il battello, per distruggere ciò che resta del Piovego, e il tentativo di cementificare Pra' della Valle (forse non ancora scongiurato) e il problema PP1 e finalmente il Memorial.

Nell' intreccio di responsabilità partecipano e Destra e Sinistra: leggasi apparentamento Armani - Galan - Monti.

I Padovani, laboriosi e abitualmente riservati e silenziosi, di quali colpe si sono macchiati per avere simili capi in sorte ?? Dante, meditando sui politici, in un terribile canto dell' Inferno, parlò di Lucca, ma certamente era profeta per Padova:"O Malebranche, / ecco un delli anziani di santa Zita !/ Mettetel sotto, ch' i' torno per anche / a quella terra che n' è ben fornita: / ogn' uom v' è barattier, fuor che Bonturo; / del no per li denar vi si fa ita.""

Sono profondamente rattristato. Ho la certezza e dell' impotenza e dell' impossibilità che un cittadino trovi ascolto nelle logge del potere.Sergio Costa

5/I lavori

vanno fermati

Sulla questione Monumento Libeskind In questo periodo sui giornali cittadini sta lievitando il dibattito pro o contro la costruzione del monumento progettato dal maestro Libeskind sulla zona golenale di Porte Contarine. Finalmente i ns. politici (Braghetto, Armano, Giarretta, ad esempio) scrivono ai giornali per dare la loro versione e la loro visione circa l'erigenda opera dedicata alle vittime dell 'attentato dell'11 settembre. Va dato loro atto che esponendo il proprio pensiero e la posizione circa la questione ne assumono le responsabilità e le conseguenze. Opinione per opinione, quindi, come semplice cittadino, ritengo utile dire che l'opera in corso del maestro Libeskind è fuori luogo. E' fuori luogo la collocazione sul terreno golenale, per le caratteristiche intrinseche dello stesso e per gli aspetti giuridici (vorrei vedere se fosse un privato a costruire, e anzi per rendere stabile il terreno stendendo pure una bella gettata di cemento armato, come è stato fatto per l'occasione alla golena delle Porte Contarine - sarebbe un abuso e un danno ambientale). E' fuori luogo per il consistente importo deliberato, viste le condizioni della finanza pubblica (spesa per circa 1.000.000 di euro, vedere il tabellone di cantiere con gli estremi della delibera della Regione Veneto, ma già si parla di impinguare i fondi). E' fuori luogo perché l'opera in costruzione è difforme dal progetto iniziale del maestro Libeskind (vedere le differenze con il plastico esposto nell'atrio della stazione dei treni di Padova. Ad esempio la breccia che proprio oggi è stata aperta dagli operai nel parapetto delle mura è all' opposto di dove risulterebbe collocata osservando il plastico). Infine è fuori luogo perché l'opera è realizzata in spregio alla normativa generale sulla tutela dei beni culturali, monumentali e ambientali. E le mura cinquecentesche "veneziane" indubbiamente lo sono (dov'è finita la Sovrintendenza? Vedere il D.Lgs.490/99, Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali). Ho scattato delle foto che comprovano come il cemento abbia lambito la storica cortina. In questi giorni l'impresa appaltata sta distribuendo della terra sopra per nasconderlo facendoci crescere l'erba, ma sotto il cemento rimarrà. E poi, come si concilia l'attuale operazione con la valorizzazione del sito acqueo e delle mura cinquecentesche, e il criterio preannunciato di dare la massima visibilità alle mura stesse? Nessun lavoro di riporto alla luce di quella grossa parte di cortina attualmente nascosta sotto il terreno golenale è stato intrapreso. E' un intervento che andava fatto prima di fare la gettata di cemento. Si trattava di asportare terreno per un altezza di circa 2-3 metri dalla superficie attuale, per rendere veramente pienamente visibile le mura e quindi dare l'idea di cosa fosse quel tratto di manufatto e di fiume nei secoli scorsi (anzi fino ai primi decenni del novecento). Nelle premesse dell'operazione c'era l'intenzione dichiarata del recupero in tal senso. E' però impossibile che ciò venga fatto alla fine dei lavori. Vorrebbe dire disfare tutto, cioè togliere il monumento! E' anche stravolto il paesaggio cittadino. Già ora passando sul ponte di Corso del Popolo la prospettiva mura veneziane-grade-cupola del Carmine-palazzi di architettura moderna viene coperta dallo scheletro della nuova opera, che monopolizza il luogo. Altro che il dialogo e la contrapposizione nuovo e antico, ecc., come si legge nella documentazione di promozione del progetto. In conclusione. Sarebbe bene che i politici e i tecnici coinvolti nelle scelte fatte avessero il coraggio di dire: abbiamo sbagliato. Non solo. Che provvedessero - Comune e Regione - da subito (da ieri) a fermare i lavori del cantiere, fino a che non sia reso esecutivo il preannunciato preliminare recupero delle mura cinquecentesche, rimovendo tutta la cementificazione visibile e non dell'area, e dando il via all'operazione di valorizzazione del tratto d'acque lungo via Giotto-via del Carmine (per completare il lavoro iniziato con il recupero della conca di Porte Contarine). Solo così si potrà apprezzare complessivamente l'inserimento del monumento nell'attuale sito (con relative luci e controluci che dovrebbero riverberarsi sull'acqua). Sarà poi compito delle prossime finanziarie statali o locali individuare i fondi per eventualmente spostare il monumento "alla memoria dell'11 settembre" in un'area più consona alle dimensioni, alla particolarità, alla visibilità, alla valorizzazione di una così importante e pregevole opera del nostro tempo, progettata dal grande maestro internazionale arch. Libeskind.Maurizio Ulliana

6/Tanto rumore,

critiche eccessive

Noi crediamo che alcune polemiche si potrebbero evitare. Padova ha sentito il bisogno di ricordare le 3 mila vittime dell'attentato terroristico dell'11 settembre e la Regione ha deciso un significativo finanziamento, che ora sta per essere aumentato, per contribuire all'edificazione già in atto dell'importante monumento. Fin qui non ci vediamo nulla di male. Non sempre certi monumenti, edificati per ricordare eventi o epoche che hanno determinato gravissimi sconvolgimenti socio-economici e gravi perdite di vite umane, sopravvivono per molto tempo nella memoria collettiva e non tutti sono compresi pienamente dalla gente. E allora ? Anche il monumento che è stato eretto in Giappone in ricordo delle due stragi atomiche compiute dagli americani 60 anni fa a Hiroshima e Nagasaki, forse a qualcuno non è piaciuto, ma non per questo si è creato un movimento d'opinione per eliminarlo o per cambiarne la destinazione. Fu un crimine ? Forse si, dicono alcuni, ma a fin di bene, dicono altri. Insomma le verità non sempre sono a senso unico e noi non vogliamo approfondire più di tanto l'argomento. Oggi abbiamo rivisto il monumento-memorial progettato dall'architetto americano Daniel Libeskind e ad onor del vero ci sembra che le molte critiche rivoltegli, comprese le nostre, siano eccessivamente polemiche. Qualcuno ha accusato la Giunta Galan di danneggiare il patrimonio archeologico padovano. Ci pare esagerato. Certo, forse si poteva trovare di meglio per la collocazione del monumento ai caduti innocenti delle micidiali incursioni aeree dell'11 settembre, ma in ogni caso un atto così grave non poteva non essere ricordato da una città come Padova così sensibile ai drammi che affliggono l'umanità. Se teniamo presente che il monumento ai caduti dell'11 settembre deve essere visto facilmente da tutti, l'ubicazione scelta - golena interna del Piovego a Porta Contarine - non ci sembra criticabile. Tanto più che ora che l'opera di Lebeskind è praticamente completata, con quei suoi cristalli che riflettono il verde dell'acqua e degli alberi, l'insieme ci sembra piacevole. Insomma questa, forse, tenuto conto che piazze centrali alberate in centro storico non ne esistono - tranne il Prato della Valle che è giustamente intoccabile - ci sembra la soluzione più emergente e meno invasiva. D'altra parte un cippo, una statua o una stele commemorativa di siffatta importanza deve necessariamente essere collocato in un punto strategico della città e deve dare la possibilità a tutti, cittadini, turisti, adulti, bambini o semplici passanti, di rammentare la gravità dell'atto per un tempo il più lungo possibile. Ci auguriamo solo che la cinta muraria cinquecentesca non venga danneggiata e che sia limitato lo spazio da pavimentare attorno al memorial. Anzi forse più prato verde viene mantenuto e meglio è. D'altra parte la scelta del sito non deve essere stata facile. Oggi la città è interessata da grandi cambiamenti urbanistici che potrebbero limitare la visibilità dell'opera, che noi continuiamo a ritenere importante. Qualcuno parla di cementificazione, è assurdo. Padova sta subendo ben altre cementificazioni che pochi hanno contestato. Certo, come ambientalisti, vorremmo che fosse tutelato al massimo il Piovego e la stabilità della sua golena, che a causa dei lavori potrebbe avere qualche problema. Per il resto non vediamo l'ora di poterlo ammirare, ben conoscendo le qualità artistiche del grande architetto americano e il pathos che dalla sua opera ne deriverebbe.

Gianni Genghini

presidente dell'Associazione

Ambiente e Società
 
#7 ·
Flavio Zanonato prende posizione sulla questione dell'opera di Daniel Libeskind dedicata alle vittime dell'11 settembre

«È un monumento unico in Europa»
Secondo il primo cittadino il dibattito avrebbe avuto senso in fase progettuale, non ora

All'inaugurazione manca una ventina di giorni. Ma man mano che l'11 settembre si avvicina, però, la polemica diventa sempre più rovente. Il monumento "Memoria e luce" di Daniel Libeskind eretto sulla golena delle Porte Contarine per ricordare le vittime dell'attentato alle Torri Gemelle, infatti, è al centro delle discussioni, dopo che non solo i cittadini, ma anche gli esponenti di alcune associazioni come Italia Nostra e gli Amissi del Piovego hanno espresso le il loro disappunto per il sito in cui si sta realizzando l'opera. Sull'argomento ieri ha preso posizione anche il sindaco Flavio Zanonato. «Non capisco - ha commentato - perché qualcuno abbia affermato che Libeskind è stato tradito. Ma da chi, se è lui il progettista, mentre la direzione dei lavori è stata affidata una persona di sua fiducia, come l'architetto Terragni? Tradimento si ha nel caso in cui ci sia una diversità tra chi idea una struttura e chi poi la costruisce in modo diverso». «Un'altra cosa che non comprendo - ha aggiunto - è perché tutte queste questioni siano state sollevate adesso, cioè a cose fatte e non nel momento in cui si era dato il via ai lavori. Anch'io, che al momento della mia elezione ho trovato l'iniziativa già decisa e avviata, ho riflettuto sul fatto che si poteva fare al Parco di via Venezia, ma ormai è alle Porte Contarine e parlare con il senno di poi è inutile. Voglio sottolineare che questo è l'unico monumento in Europa che ricorda l'11 settembre. La sua presenza richiama i valori della pace, del rispetto dei popoli, condannando le sopraffazioni come è sottolineato dalla scritta che riporta il pensiero di Mario Rigoni Stern. Certo, riconosco che il sito è delicato, ma si tratta pur sempre di una struttura provvisoria, non eterna». «Sono certo - ha detto ancora il sindaco - che il monumento di Libeskind a Padova diventerà un punto di riferimento per gli americani che arriveranno in Italia». Il primo cittadino ha poi replicato anche a coloro che stanno criticando il progetto per riqualificare Piazza Cavour dove dovrebbe sorgere un manufatto in vetro alto 9 metri, nel quale sarà incastonato un cubo con un cubo-display dove si potranno leggere notizie sulla città. «Chi critica - ha concluso Zanonato - non ha idee alternative, non formula proposte diverse. Contesta solo per il gusto di farlo: venisse Michelangelo, ci sarebbe da ridire anche su di lui. Invece è necessario vedere i pro e i contro di ogni cosa. Ad esempio i plateatici, come quello del bar Cavour: bisogna evitare che diventino un diritto permanente, anche se sono spazi di cui la gente usufruisce molto volentieri».
 
#8 ·
MEMORIA E LUCE Dibattito aperto sul monumento posizionato alle Porte Contarine
Libeskind sì, Libeskind no


Il monumento
una brutta storia

provinciale

Libeskind 2005. Se a Padova non c'è cultura, come può esserci un assessore alla cultura? E se non c'e un assessore alla cultura, come può esserci cultura? E se non ora, quando? Qualcuno sostiene che l'artista che realizzerà il contestato monumento sia effettivamente venuto a Padova. Quotidianamente si hanno notizie di apparizioni di Santi e Madonne: non c'è ragione di non credere che sia apparso anche un famoso architetto. Il problema è che nessuno sa cosa abbia detto, cosa abbia fatto e non c'è traccia di un incontro o di un dibattito pubblico a spiegare l'opera. Il Sindaco quello attuale secondo un collaudato cliché, ha semplicemente detto che tutto sommato il monumento è un buon affare perché porta soldi per fare altre opere. L'assessore ai Lavori Pubblici si è inerpicata in considerazioni culturali sull'architettura ma resta pur sempre un assessore ai lavori pubblici che si deve occupare di finanziamenti, procedure e costruzioni. Se poi vuole disquisire di estetica, ne ha il diritto, ma istituzionalmente non conta nulla. Brutta storia provinciale questa di Libeskind. E che povertà culturale per l'amministrazione della città dei gran dottori! Un monumento è un fatto di grande rilievo culturale per la città, non lo si può trattare come fosse una strada o un sottopasso!

Benedetto de Gioia

Sono sincero:

a me piace

dove sta

Ho seguito con attenzione, credo come molti padovani che amano questa città, il dibattito sul monumento alla Memoria delle vittime delle Torri Gemelle alle Porte Contarine che sta caratterizzando questa strana estate. Non avendolo ancora fatto per mancanza di tempo e non volendo formarmi un 'pre-giudizio' a favore o contro sui pur autorevoli pareri apparsi sulla stampa locale, l'altro giorno sono andato a vedere con calma il cantiere e l'opera. Conta ovviamente meno di nulla, ma devo dire che in me l'impatto suscitato dalla vista del monumento progettato da Daniel Libeskind è stato positivo. Mi piace l'idea di slancio e di luce che trasmette, la stessa sensazione di imponenza che uno ha nel guardare dal basso verso l'alto - ma anche osservandone lo 'skyline' direbbero le persone di lingua inglese - edifici, grattacieli di alcune città americane, ma penso anche ad alcune città nel cuore della nostra Europa (Francoforte ad esempio dove la Torre della Fiera e altri edifici moderni ben convivono con lo storico Römer ricostruito). Certo, uno può dire Padova non è New York o San Francisco, ha ben altra storia e una diversa cultura. Ma è il ricordo delle Torri Gemelle, di quello che rappresentano con le loro vittime nell'immaginario collettivo, che si è voluto omaggiare con questo monumento. E questa idea - voluta dal Consiglio regionale del Veneto e accolta dalle due amministrazioni che si sono succedute nel governo della città - a me pare rispettata. Si eccepisce sul sito e su alcune porzioni della città storica che vengono nascoste alla vista dall'imponenza del monumento di Libeskind. In particolare si sottolinea che viene nascosto alla vista, arrivando dalla stazione, il prospetto che tra edifici ed alberi ancora si intravedeva della Chiesa e delle cupole del Carmine. Ora questa osservazione più di altre mi ha lasciato perplesso: ma come, la Chiesa del Carmine è deturpata da bruttissime palazzine anni 60' (?) che ne impediscono da viale Codalunga e dallo stesso vicolo Bovetta che sta sul retro di ammirarla dall'esterno e noi oggi ci accorgiamo che 'non si vede' ? Su questi temi credo solo Elio Franzin - che da anni con i Quaderni degli Amissi del Piovego ha coerentemente tenuto aperto un serio dibattito sulle politiche urbanistiche di Padova - e pochi altri hanno posto il problema della qualità, anche estetica, della Padova di oggi. Non condivido sempre e tutti gli argomenti di Franzin (soprattutto non condivido su questi temi la via giudiziaria), però non vi è dubbio che Padova tra gli anni '50 e gli anni '70 sia stata fortemente compromessa sul piano urbanistico ed estetico. Personalmente sono convinto che una città debba sempre evolvere e che ogni epoca debba lasciare il suo segno, l'impronta degli uomini e delle donne che vivono quel tempo. In Europa più che in Italia ci sono begli esempi di 'convivenza' di architettura ed urbanistica tra presente e passato, ne ha ricordati alcuni il Sindaco Zanonato nella sua lettera aperta pubblicata dalla stampa locale. Padova non è una città che ha fatto negli anni la scelta della tutela e della conservazione 'tout court' dell'esistente (scelta nobile e rispettabilissima), al contrario - soprattutto nel secolo scorso - è mutata, ma in modo disordinato, rincorrendo spesso solo le esigenze dello sviluppo, senza che questo sviluppo fosse 'pensato' sul piano della qualità urbanistica ed architettonica. Il risultato è una falsa idea di 'conservazione', con un rifiuto della modernità di qualità, che ha prodotto spesso brutte palazzine, brutti condomini e - salvo qualche eccezione (a me la Torre Giotto ad esempio piace) - brutti, mezzi-grattacieli. Gli interventi contemporanei di una certa qualità architettonica a Padova si contano sulle dita di una mano: qualche giorno fa cercavo un'immagine per una brochure che rappresentasse a fianco della Padova di ieri, la Padova di oggi. Non è ho trovata alcuna che - a mio modesto parere - valesse la pena di pubblicare.

Allora, al di là del giudizio sul monumento di Libeskind - sempre soggettivo, anche se quello diffuso e percepito poi conta - mi auguro si apra a Padova un dibattito sulla modernità e sul futuro di questa città, che non è ferma, che è anzi tra le più dinamiche e vivaci del nostro Paese e che proprio per questo anche in urbanistica ed architettura non può guardare solo al suo grande passato o vivere un presente modesto. Mi auguro ad esempio che ipotesi come quella della costruzione dell'Auditorium siano affrontate con il metodo del concorso di idee che favorisce il confronto e contribuisce a costruire quel consenso attorno ad un'opera pubblica che la cittadinanza deve sempre poter vivere come propria.Stefan Marchioro

E' interessante

e Franzin faccia

un partito suo

A Padova sta diventando il gossip agostano: ormai il monumento in memoria della strage terroristica dell'11 Settembre alle torri gemelle di New York ha fatto scatenare lo Sgarbi nostrano che c'è dentro ognuno di noi. E allora ecco che di colpo tutti siamo diventati architetti, consulenti artistici, assessori ai monumenti e alle belle arti più detrattori che estimatori. Io sinceramente sto proprio dalla parte degli estimatori anche se siamo uno sparuto gruppetto, perché quello che si sta facendo alle Porte Contarine è veramente qualcosa di artisticamente interessante e veramente innovativo. Il fatto che l'esimio Prof. Elio Franzin si scagli contro il monumento in questione e contro quelli l'hanno voluto erigere, è ormai classico nel DNA della succitata persona: in tutti i suoi interventi, quasi quotidiani, sulle pagine patavine del Gazzettino non ha mai espresso, una sola volta che sia una, un parere positivo o un apprezzamento per qualcosa che si sta facendo. E' giusto essere, in certi casi, il fustigatore della pubblica amministrazione, ma c'è anche un limite oggettivo: quello di avercela sempre e comunque con tutti, sia di destra, centro o sinistra, è troppo comodo quando si è al di fuori dell'apparato amministrativo cittadino. Consiglio vivamente al Prof. Franzin di presentarsi alle prossime elezioni amministrative con un partito tutto suo (suggerirei il nome Padova che vogliamo) con un corposo programma di risanamento globale delle nefandezze architettoniche esistenti e totale eliminazione delle brutture presunte artistiche: io sarò il primo a dargli il mio voto di fiduciari tutto cuore. Per il momento attendiamo il prossimo 11 Settembre con serenità per essere presenti, soprattutto con lo spirito, all'inaugurazione di questo monumento alla memoria di oltre 3000 persone, che quattro anni fa sono state cancellate ed annientate per mano di fanatici senza Dio (più appropriato senza Allah).

Silvio Stocco

Non sono critico

ma dico basta

a polemiche inutili

La polemica che si è scatenata sul monumento in ricordo dell'11 settembre alle Porte Contarine mi sembra francamente esagerata. Non sono un critico d'arte e mi astengo da giudizi estetici. Mi permetto però di dire che sono altri i problemi importanti della città: l'inquinamento, il traffico, le infrastrutture e la crisi economica preoccupano i padovani molto di più della collocazione di un monumento. Per fortuna, per ora, nessuno contesta il fatto che Padova abbia scelto di ricordare le vittime dell'11 settembre: il monumento di Libeskind ha infatti questo merito indiscusso: non dimenticare chi è morto per opera del terrorismo internazionale e ribadire come la pace e la convivenza tra popoli e culture siano gli unici strumenti che abbiamo a disposizione per porre fine alla barbarie di questi anni. Le polemiche di questi giorni rischiano però di oscurare il messaggio straordinario che Libeskind lancia, attraverso la nostra città, a tutto il mondo. Con questa scelta, Padova - che ha subito direttamente il dolore della violenza terrorista - dimostra, a prescindere dalle appartenenze politiche, la sua sensibilità civile e democratica. E' sorprendente l'atteggiamento conservatore di alcuni settori dell'opinione pubblica su qualsiasi novità nel campo della cultura e dell'arte. Le innovazioni artistiche interessano tutte le principali città europee; Libeskind è un artista di assoluto valore, che ha lavorato benissimo, ad esempio a Berlino, realizzando delle opere straordinarie, ma - secondo alcuni - in Italia e a Padova non ci sarebbe posto per un artista riconosciuto a livello mondiale. La discussione di questi giorni ha un sapore schiettamente "provinciale", che nega alla radice l'essenza stessa della cultura e dell'arte, viste spesso più come un retaggio del passato, da custodire gelosamente, piuttosto che attività dell'ingegno e della fantasia umana che vivono di continui aggiornamenti e di nuove scoperte. E' altrettanto sconcertante il tentativo "ridicolo" di Passi e Franzin di politicizzare la polemica contro l'attuale Amministrazione, facendo finta di dimenticare che si tratta di una scelta promossa dal Consiglio regionale veneto e dalla Giunta Destro, nel più assoluto silenzio di chi oggi critica tanto duramente. Sarebbe importante, in questo campo, un dibattito tra esperti, piuttosto che le solite chiacchiere tra personaggi che, da almeno trent'anni, si occupano di tutto e del contrario di tutto, senza mai avanzare proposte concrete. Forse così nella nostra città potrebbe avviarsi quella tanta sospirata innovazione culturale di cui abbiamo assoluto bisogno.

Alessandro Naccarato

Capogruppo DS

in Consiglio comunale

A porte Contarine

si va compiendo

una nefandezza

In qualità di cittadino padovano, mi vedo obbligato moralmente a scriverle in merito allo scempio in via di ultimazione presso le Porte Contarine. Premesso che io non appartengo a quella grande schiera di esperti in materia di conservazione di beni architettonici, nemmeno a quella degli storici, per non parlare dei dotti in materie idrauliche, non mi posso nemmeno definire un artista, tuttavia ritengo che anche un cittadino "non qualificato" in tali materie si accorgerebbe della nefandezza che si sta perpetrando presso quella parte così importante per la storia di Padova. Se pensiamo infatti ai soldi che sono stati sborsati per riportare alla luce tale peculiare elemento architettonico - idraulico congiungendolo alla conca di navigazione di tale valenza storica da essere indicata come la quarta al mondo, se pensiamo alle riviere interrate negli anni del boom economico andando a snaturare il volto della città, trasformandola da "città d'acque" a città di cemento e traffico, al quale si aggiunge l'eliminazione del tram per dar spazio al trasporto su gomma, se pensiamo a tutto ciò e ad altro ci si deve chiedere due cose: perché dagli errori i padovani non riescono ad imparare, e sopratutto se i nostri patrimoni, storico e fluviale, debbano essere ancora una volta sacrificati alla stupidità umana e alla becera indifferenza di quei cittadini che pur vedendo sorgere questo enorme manufatto (non lo ritengo un monumento), di acciaio e vetro accompagnato dall'immancabile colata di cemento, girano la testa e fanno finta di non vedere. Tale totale non curanza e a questo punto disprezzo, della ricchezza storica rappresentata dalle nostre vecchie mura, è sintomo di ignoranza e superficialità, ma talmente evidente che come si direbbe nel nostro dialetto "se ne incorsaria anca el can del strasaro". Inoltre il fatto che a livello di amministrazione non si consideri a tutt'oggi il Piovego come un possibile polmone verde della città valorizzando e implementando il verde già esistente lungo le rive, e nel frattempo ci si riempia la bocca di frasi come"targhe alterne" o "blocco totale del traffico" e quant'altro, è la dimostrazione che l'unico filo conduttore, caratterizzante le decisioni volte a risolvere il problema dell'inquinamento in città, è l'improvvisazione e non un contrasto concreto e durevole. Infine una piccola polemica con il nostro primo cittadino: il sindaco Zanonato sbaglia a dire che tutte queste polemiche sul manufatto Libeskind sono sorte tardive, infatti sin dall'inizio dell'anno ho cominciato a leggere di questo problema sollevato dal sig. Elio Franzin più volte nei giornali, e aggiungerei: mentre nelle città di quasi tutta Italia si va verso una riscoperta e sitemazione delle mura sia dal punto di vista architettonico che aggregativo, noi a Padova ci stendiamo una bella colata di cemento, sopra la quale ancoriamo quattro putrelle di acciaio completando il tutto con plexiglass. Con tutto il rispetto per i morti che tale "opera" vuole commemorare, e per chi ha deciso di porla in essere, questo manufatto è nel posto sbagliato, sia per il contesto storico in cui è stato inserito, sia per il pugno nell'occhio che prendo ogni volta che passo sul ponte di Corso del Popolo.

Marco Ceolato

Ma lì vicino

c'è anche l'erba

alta da tagliare

Sulla riva opposta al tanto e giustamente discusso monumento all'11 Settembre, dove c'è anche l'approdo per le barche, anche di turisti stranieri, chi si interessa del verde pubblico e della sua cura si è dimenticato di tagliare l'erba, ormai alta tanto da rendere pericoloso e comunque non agevole il raggiungimento della banchina e l'entrata nella sala per riunioni dell'Università popolare. Non sarebbe decoroso vista ormai la pubblicità che si sta facendo di questa parte di Padova provvedere alla falciatura e alla relativa pulizia?

Giovanni Aliprandi

Non c'è luogo

per testimoniare

sufficientemente

Passo ogni giorno davanti al Monumento che è in fase d'opera nella Golena delle porte Contarine e non manco mai di ricordare le povere vittime innocenti dell'immane tragedia delle Torri gemelle e la mutazione epocale che ha rappresentato: gli Stati Uniti colpiti al cuore per la prima volta nella storia dai metodi senza regole di questo nuovo modo di combattere le guerre. Offrire la propria vita in sacrificio pur di uccidere senza discernere tra militari i civili. Le misure e le proporzioni dell'opera, pur considerevoli, forse non bastano a testimoniare degnamente tutti questi fatti messi insieme, oltre al dolore ed ai danni causati. Nemmeno la spesa che si andrà a sostenere. Forse nessun monumento potrà essere testimonianza sufficiente di quanto avvenuto e delle sue implicazioni in guerre che ci coinvolgono e delle quali non si prevede ancora la fine. Ed allora il luogo scelto è il più infelice per tutte le ragioni che sono state scritte e pubblicate in questi giorni, poiché forse nemmeno in piazza, se disponibile a Padova, avrebbe potuto ospitare degnamente il monumento. Ed allora mi vengono alla mente certi piccoli cimiteri di guerra o dei piccoli cippi o dei modesti monumenti che ricordano tragedie più grandi, dove ci si può raccogliere in silenzio per trovare un po' di pace, anche con se stessi.

Rosario Patanè

Nessuno parla

del significato

dell'opera

Perché nessuno ha rivolto l'attenzione sul significato dell'intervento dell'Arch. Libeskind? Solo un segno forte poteva rendere efficace il senso di tale memoria, la memoria di un atto tanto eccezionale quanto cruento. Tale segno non poteva che essere contemporaneo, certo invadente, ma per questo maggiormente espressione del sentimento unanime di condanna del terrorismo, forse anche sacrificando in modo discutibile il rispetto del contesto. Contesto con cui il dialogo solo il tempo renderà altrettanto efficace, infondo la città è frutto di successive stratificazioni, e Padova non è certo stata esente da trasformazioni o distruzioni nella sua storia e tuttora nel suo presente.
 
#10 ·
Rhoy said:
non ho capito che bisogno c'era di fare un memoriale per l'11 settembre a Padova.. qlc di inutile, brutto e costoso..

ma chi è che propone stè cagate.. ma che hanno per la testa quelli della giunta?
mah...
Il fatto di realizzare un memorial era necessario, dato che il frammento del World Trade Center era stato donato nel 2002 alla regione Veneto. E' stato realizzato a Padova per il fatto che era la prima ad essere disponibile a costruire il monumento, ma poteva essere realizzato benissimo anche in altre città venete.

Non è una cosa inutile, ma a mio parere un gesto di solidarietà per chi è morto nel WTC. L'unica cosa che vorrei criticare del monumento è la sua collocazione, ma ti posso assicurare che il monumento in sè è veramente bello, ho avuto occasione di andare a fare un giro in centro ieri e l'ho visto, c'era moltissima gente che si fermava è i giudizi erano tutti positivi!

Il posto in cui si trova magari non è il massimo, neanchè a me inizialmente non mi andava giù l'idea di vedere una colata di cemento a ridosso del Piovego, ma ormai le cose sono andate così. Il progetto era stato approvato ben 2 anni fà, e i comitati, che erano sicuramente al corrente del progetto da un bel pò di tempo, si dovevano svegliare prima, invece di "tentare" di bloccare i lavori appena aperti i cantieri!
Adesso l'unica cosa da fare è evitare di costruire a ridosso del Piovego, ormai strozzato da ogni genere di cosa.
 
#11 ·
Sonic from Padova said:
Non è una cosa inutile, ma a mio parere un gesto di solidarietà per chi è morto nel WTC. L'unica cosa che vorrei criticare del monumento è la sua collocazione, ma ti posso assicurare che il monumento in sè è veramente bello, ho avuto occasione di andare a fare un giro in centro ieri e l'ho visto, c'era moltissima gente che si fermava è i giudizi erano tutti positivi!
i gesti di solidarietà si sprecano ormai.. sopratutto per l'11 settembre..
se poi portano a spendere soldi preziosi per opere brutte e strampalate allora siamo a posto!
 
#18 ·
IL MEMORIAL 11 SETTEMBRE
Domenica l'inaugurazione Scrive Libeskind: «Ecco il mio Libro»


Ho lavorato intensamente e attentamente nel corso dell'ultimo anno a quest'opera, adattandola alle varie circostanze che si presentavano durante la costruzione. Nessun progetto di architettura rimane statico di fronte alla sua realizzazione, e anche a Padova il processo costruttivo ha richiesto continui piccoli adattamenti del progetto iniziale, per sempre nuove e imprevedibili circostanze. Lavorando con Studioterragni, siamo stati costantemente presenti durante l'intera costruzione del Memorial, verificando di volta in volta i campioni in scala reale, i materiali e tutti i dettagli. In particolare, è stato posta grande attenzione agli accorgimenti resisi necessari per conservare le antiche mura presso le Porte Contarine, in modo da separarle dalla rampa di ingresso e renderle ancora più accessibili e visibili ai visitatori. La luce della Libertà risplende attraverso il Libro della Storia, un Libro aperto alla memoria degli eroi dell'11 di settembre 2001. L'eterna espressione della Libertà è inscritta nella Statua della Libertà, impressa negli occhi di milioni di emigranti approdati in America. La drammatica trave salvata dall'attacco al World Trade Center è riposta nella pagina sinistra. La latitudine di New York è connessa al centro di Padova sotto forma di un taglio verticale, su cui si impernia l'intero Libro: questo Libro è rilucente, così come il muro sottostante, più basso e intenso, creando un luogo intimo di meditazione. La luminosità di questo "segnale" è modulata da sottili ritmi e il Libro instaura un delicato equilibrio tra gli edifici storici di Padova, il ponte e il corso d'acqua sottostante. Il progetto prevede infine la riscoperta dell'antica muratura, nel desiderio di creare un luogo che sia al contempo memorabile ed evocativo, un luogo speciale, che emanerà luce di giorno e di notte, attraverso tutte le stagioni dell'anno.


Probabile che ci sarò anch'io all'inaugurazione del memorial, ci sarà anche la moglie di Clinton e altre persone, se ci andrò vi scatterò delle foto! Sperando non mi mettano una bomba sotto il culo! :)
 
#20 ·
Non entro nel merito delle polemiche cittadine perchè non conosco la città,ma ho appena visto l'inaugurazione del monumento...A me piace.
Non ho capito bene cosa c'entrassero le cornamuse(mica stiamo in Scozia),anche se creavano atmosfera,ma un bel "silenzio" suonato da una banda militare sarebbe stato più d'effetto.
Rigurardo l'utilità del monumento..La coscienza,come la memoria, tende all'oblìo,tra qualche anno,chi non ha visto coi propri occhi quelle torri accartocciarsi come un castello fatto con gli stuzzicadenti sotto l'effetto domino degli aerei sapientemente guidati da quegli impavidi uomini votati al martirio il cui scopo prioritario era quello di raggiungere uno stuolo di vergini che li attendevano ansimanti in paradiso,potrà forse interrogarsi e trovare risposte concrete all'utilità di quell'inutile monumento.
 
#22 ·
Hermione Granger said:
Non ho capito bene cosa c'entrassero le cornamuse(mica stiamo in Scozia),anche se creavano atmosfera,ma un bel "silenzio" suonato da una banda militare sarebbe stato più d'effetto.
Non so come si sia svolta la commemorazione/inaugurazione, ma posso ipotizzare che magari fosse stata invitata una banda dei Pompieri di New York, che tradizionalmente (come avviene in molte altre città d'America) usano le cornamuse per le commemorazioni funebri, ad esmpio, come la morte di un collega, o, appunto, una tragedia che abbia coinvolto i pompieri stessi...




^^
Sembrano Inglesi, invece è la banda dei Pompieri di New York (NYFD)
 
#23 ·
che vergogna!!!! Chiedo scusa per la mia ignoranza,spesso sono prorpio una capra!!! :bash:
svelato il mistero delle cornamuse( ed è andata bneen che non le abbia chiamate zampogne :D )
Sonic,l'han fatto vedere al TG5,non tutta la cerimonia,ma solo la parte in cui il monumento viene svelato,han fatto dei brevi cenni sull'autore e una breve descrizione dell'opera..
 
This is an older thread, you may not receive a response, and could be reviving an old thread. Please consider creating a new thread.
Top