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Nasce la Microchip Valley

5K views 13 replies 6 participants last post by  Cumino 
#1 ·
AZIENDE & FERSONE
La Microchip Valley nasce
a Chivasso sulle ceneri della Tav



Pierluigi Civera, professore di nanotecnologie al Politecnico


E’ la prima «central fabrication facility» d’Italia
Un campus per le medie imprese delle nanotecnologie

GIOVANNA FAVRO
I macchinari più cari arriveranno a gennaio: costano circa 2 milioni di euro, e consentono microlavorazioni super avveniristiche, grazie all’uso di laser tridimensionali e di altre diavolerie ipertecnologiche.

Si chiama «Techfab», è sarà la prima «Central fabrication facility» d’Italia. Il via nei primi mesi del 2007 a Chivasso, sulle ceneri del campo base dell’Alta Velocità, che si trasformerà in un villaggio - anzi un vero e proprio campus - dotato di una trentina di casette in legno, con mensa, ambulatorio, eliporto, campo da tennis e da calcetto, strade asfaltate e impianti. Sarà una specie di fabbrica per lavorazioni avveniristiche, con un cuore di ricerca tecnologica curata dal Politecnico, in cui i macchinari e le attrezzature saranno messe in comunione, a disposizione della rosa di aziende che abiteranno la «Techfab»: una quindicina, che avranno a Chivasso sede stabile, e altre che ruoteranno, occupando alcuni locali per il periodo necessario allo sviluppo di nuovi prodotti e al miglioramento della propria competitività. Tra le prime aziende destinate a usufruire dei servizi della «facility» (modello relativamente diffuso negli Usa, novità nel nostro Paese) una che produce sensori per ponti ed edifici: ne ha già piazzati parecchi sulla passerella olimpica del Lingotto, di cui testa ogni vibrazione. Un’altra società si dedicherà alle etichette elettroniche: l’uso di microchip consente mille applicazioni, dalla possibilità di verificare immediatamente il contenuto di un faldone allo scontrino ultrarapido, se un carrello carico di acquisti attraversa una barriera elettronica alla cassa del supermercato. E ancora, ci sarà chi produrrà una capsula dotata di microcamere, da inghiottire per la gastroscopia o la colonscopia senza più bisogno di infilare in corpo dei tubi, e chi fiches anti-falsari (la Abbiati). «Techfab» è stata fondata dal Distretto tecnologico del Canavese.

Si accinge ad entrarvi la Provincia, che ha promosso il progetto fin dalle prime battute, sostenendolo con un milione di euro su 5-6 di budget totale. Saranno soci anche il Politecnico, la Regione (che cofinanzia con fondi europei) l’Istituto Boella, Torino Wireless e il comune di Chivasso, a cui potrebbe aggiungersi quello di Ivrea. Cuore e motore scientifico-tecnologico del campus sarà il laboratorio «Chi-Lab» del Politecnico. Il responsabile è Pierluigi Civera, mago delle nanotecnologie al Politecnico e tra gli ideatori di «Techfab». «Si tratta di sostenere l’hi tech di aziende medio-piccole - spiega - che non hanno le risorse per la ricerca scientifica né per acquistare macchinari molto costosi. Aziende quasi artigianali, coraggiose nello sperimentare nuove prototipazioni, che s’appoggeranno al castello tecnologico comune utilizzando la facility centrale».

Per Giuseppina De Santis, assessore provinciale alle attività produttive, «si tratta di un progetto innovativo di cruciale importanza, per migliorare con l’utilizzo di tecnologie trasversali la competitività delle aziende in una molteplicità di settori: questa struttura rappresenta l’anello spesso mancante fra la ricerca compiuta nei laboratori universitari e l’industrializzazione. Contiamo di metterla a disposizione di tutto il Nord-Ovest, convinti che si debba fare sistema, operando per la crescita di un contesto il più ampio possibile».

http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200611articoli/32girata.asp
 
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1
#2 ·
ci manca solo una fabbrica di chip di una grossa multinazionale.

che so, trasferiamo qui le fab 30 e 36 della AMD che ora sono a dresda.
tra l'altro l'AMD aveva anche valutato l'ipotesi di costruire la fab nella "silicon valley" vicino a catania, ma ovviamente la burocrazia ha fatto tramontare rapidamente questa proposta, mentre in germania non ci si è persi in chiacchiere.
 
#3 ·
spiega spiega!

^^
Non so che capire, x te è un bene o un male.... o non serve a nulla?
 
#5 ·
Ahh...

^^
scusami, ma pensavo fosse detto in chiave ironica, specialmente la prima frase... tutto qui,
evidentemente ho sbagliato chiave! :lol:
 
#6 ·
Rivolto a tutti...

E voi, altri forumisti, che ne pensate?
Mi rivolgo soprattutto ai nostri conterranei, ma anche NON!

Guardiamo il tutto nell'ottica di un quadro che va via/via sempre più delineandosi, ovvero, Torino Wirless, Motorola, GM, Microsoft e adesso la Microchip Valley; sembra che l'impronta x il futuro di Torino e Piemonte sia segnata... e sulla buona strada ovviamente...
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a proposito di TW, non so se in passato è già stato postato:
http://www.torinowireless.it/comunicati_elenco.php?IDpage=39&ID_com=39&menu=
 
#13 ·
E voi, altri forumisti, che ne pensate?
Mi rivolgo soprattutto ai nostri conterranei, ma anche NON!

Guardiamo il tutto nell'ottica di un quadro che va via/via sempre più delineandosi, ovvero, Torino Wirless, Motorola, GM, Microsoft e adesso la Microchip Valley; sembra che l'impronta x il futuro di Torino e Piemonte sia segnata... e sulla buona strada ovviamente...
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a proposito di TW, non so se in passato è già stato postato:
http://www.torinowireless.it/comunicati_elenco.php?IDpage=39&ID_com=39&menu=
sicuramente è un ottima iniziativa , ma penso che sia molto meno importante di quanto non si possa pensare.. già il fatto che sarà dotato di "casette in legno" non mi fa ben sperare.. poi sarò ben felice di sbagliarmi.
 
#9 ·
Ecco la lista dei soci finanziatori




Soci finanziatori
Torino Wireless è la prima esperienza in Italia di distretto tecnologico che vede il coinvolgimento di istituzioni nazionali e locali,
università e centri di ricerca, imprese e istituti finanziari.

Sono soci della Fondazione e la sostengono finanziariamente:
il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR)

la Regione Piemonte

la Provincia di Torino

la Città di Torino

la Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Torino

il Politecnico di Torino

l'Università degli Studi di Torino

l'Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro

l'Istituto Superiore Mario Boella (ISMB)

l'Istituto di Elettronica e di Ingegneria dell’Informazione e delle Telecomunicazioni del CNR (IEIIT)

L'Istituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris (IEN)

l'Unione Industriale di Torino

Alenia

Fiat

Motorola

STMicroelectronics

Telecom Italia

San Paolo IMI

UniCredit

Hanno espresso il loro sostegno al Distretto, firmando il Memorandum of Understanding, la Compagnia di San Paolo e la Fondazione CRT.

Fonte: http://www.torinowireless.it/contenuti.php?IDpage=52&img=2&menu=dx&IDsupra1=4
 
#8 ·
A me non pare vero che si faccia una cosa del genere in Italia, questa iniziativa forse è il primo mattone per il Rinascimento tecnologico-scientifico del nostro Paese: un tempo eravamo apprezzati in tutto il mondo per la nostra tecnologia, negli anni '50 e '60 non avevamo niente da imparare, anzi venivano addirittura dagli USA a visitare gli stabilimenti di elettronica della Olivetti.

A parte Fiat, Pirelli (molto impoveritasi sul piano della ricerca tecnologica) e qualche piccola realtà, oggi siamo solo alimentari, moda e turismo. Che pena...
 
#14 ·
In breve....

SCHEDA SINTETICA DEL DISTRETTO TECNOLOGICO DI TORINO

Vocazione tecnologica:
ICT, nelle sue componenti software, multimediali, microelettroniche, ottiche, wireless e wireline

Provincia:
Torino

Regione:
Piemonte

Attori del distretto firmatari del patto Torino Wireless:

Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca; Regione Piemonte; Provincia di Torino; Comune di Torino; Camera di Commercio di Torino; Unione Industriale; Fiat; Telecom Italia; Alenia; Motorola; STMicroelectronics; Università degli Studi di Torino; Politecnico di Torino; Istituto Superiore Mario Boella; Compagnia di San Paolo; Fondazione CRT; San Paolo IMI; Unicredito. A questo nucleo originario di soci si sono aggiunti successivamente: Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro; Istituto di Elettronica e di Ingegneria dell’Informazione e delle Telecomunicazioni del CNR (IEIIT); Istituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris (IEN).

Fondazione Torino Wireless: www.torinowireless.it

Data riconoscimento ufficiale
:
Memorandum of Understanding: 11/12/2001
Accordo di Programmazione Negoziata: 31/5/2003

LA STORIA E GLI ATTORI PRINCIPALI DEL DISTRETTO

Grazie alla specifica volontà delle istituzioni locali di dare una valida alternativa al settore dell'auto, Torino, città simbolo dell’automobile, ha scelto di qualificarsi come leader nel settore hi-tech attraverso la costituzione del Distretto ICT “Torino Wireless” a partire da ciò che da sempre costituisce una vasta cultura del territorio: l'innovazione tecnologica. Numerose aziende manifatturiere ad alta tecnologia sono localizzate a Torino e nei suoi dintorni: imprese legate alle specializzazioni storiche della città (auto, meccanica strumentale e automazione, aeronautica e spazio, progettazione elettronica e microelettronica quali Fiat, Alenia, Motorola, STMicroelectronics), alcuni grandi gestori di servizi ICT (Telecom Italia, Colt, Fastweb), ma soprattutto imprese, spesso PMI, che operano nei nuovi settori delle ICT. Radici storiche di tale vocazione possono essere rintracciate rievocando la presenza originaria nella città delle sedi della RAI, della SIP, dello CSELT (ora Telecom Italia Lab).

I presupposti per operare in modo innovativo nel campo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione sono dati dalla presenza nel territorio di forti competenze nella ricerca e sviluppo sulle ICT. Il Piemonte, secondo Eurostat, è la prima regione italiana per numero di occupati nel settore hi-tech, che rappresenta quasi un terzo degli addetti nazionali impegnati in attività di R&S. Inoltre circa il 20% dei brevetti industriali è attribuibile ad imprese piemontesi (il 67% di quelli in ambito ICT depositati presso EPO da residenti in Italia[1]) e il 30% della spesa per R&S delle imprese italiane è riferibile a quelle piemontesi (in termini assoluti oltre 2.200 miliardi di lire l’anno ossia 1 miliardo e 136 milioni di euro)[2]. Secondo gli ultimi dati Eurostat, la Regione investe l’1,7% del proprio PIL in innovazione, percentuale pari a quella delle aree europee più sviluppate nel campo della R&S.

La città può inoltre contare sulla presenza di importanti centri di ricerca privati di eccellenza quali:
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il Telecom Italia Lab, con oltre 1.000 ricercatori che operano sui principali temi di ricerca nel campo delle telecomunicazioni;
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il Motorola Technology Center, specializzato nella ricerca su cellulari e software destinati alle telecomunicazioni;
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il Centro Ricerche Fiat, il più importante centro di ricerca privato nel campo dell’automotive con oltre 1.200 addetti;
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il Centro di ricerca Agilent Technologies, focalizzato sullo studio e realizzazione prototipale di componenti per le reti pubbliche e private in fibra ottica;
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il Centro Ricerche RAI, che supporta il Gruppo RAI nelle scelte di indirizzo tecnologico e nella fase di sperimentazione e introduzione di nuovi prodotti e sistemi (automazione di processi, riprese in movimento, digitale terrestre, diffusione digitale satellitare, reti digitali, tv interattiva, wireless e UMTS).

Tra i centri di ricerca pubblici si annoverano:
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il Politecnico di Torino, che, con i Dipartimenti di Elettronica, di Automatica e Informatica e centri specializzati come il CERCOM (Centro di Eccellenza nelle Radio Comunicazioni Multimediali), annovera oltre 400 ricercatori sull’ICT;
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l’Università degli Studi di Torino, il cui Dipartimento di Informatica è particolarmente attivo sulle interfacce uomo-macchina evolute, sulle piattaforme software basate su agenti, sulle applicazioni wireless per il turismo e i beni artistici;
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l’Istituto Superiore Mario Boella (ISMB), che conta circa 200 ricercatori e un cluster di laboratori che si occupa di tecnologie radiomobili per la multimedialità, antenne e compatibilità elettromagnetica, e-security, fotonica, networking, sistemi e applicazioni, materiali e microsistemi, navigazione satellitare.
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l’Istituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris INRIM (ex IEN), ente nazionale di punta riguardo a metrologia del tempo e della frequenza, elettricità e magnetismo, meccanica quantistica, fotometria, radiometria e illuminotecnica, acustica, nonché nelle ricerche su nuovi materiali, nanotecnologie e microsistemi, dispositivi elettromagnetici ed elettromeccanici, visione artificiale.
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l’Istituto di Elettronica e di Ingegneria dell'Informazione e delle Telecomunicazioni (I.E.I.I.T.), organo del CNR, svolge ricerca scientifica e tecnologica nel settore dell'ingegneria dell'Informazione e delle Telecomunicazioni. I laboratori di Torino operano in particolare su Elettromagnetismo applicato, informatica e sistemistica, telecomunicazioni e signal processing.
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il CSI-Piemonte, ente strumentale della Pubblica Amministrazione piemontese in campo informatico e telematico.
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il CSP, centro di eccellenza per la ricerca, sviluppo e sperimentazione di tecnologie avanzate informatiche e telematiche.

A Torino operano inoltre due incubatori di imprese innovative:
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l’Incubatore Imprese Innovative Politecnico – I3P, presso il Politecnico di Torino;
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I3T, presso l’Università degli Studi di Torino.
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Sul territorio del Distretto sono infine presenti i seguenti parchi scientifici e tecnologici:
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l’Environment Park (Torino);
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il Virtual Reality e Multimedia Park (Torino);
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il Bioindustry park del Canavese (Ivrea);
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il Parco Scientifico Tecnologico Valle Scrivia.

A partire da questi presupposti, nel dicembre 2001, è stato avviato il progetto per il Distretto Tecnologico “Torino Wireless”, con l’obiettivo di creare e incentivare i presupposti per il decollo di una vera e propria “ICT Valley” con centro a Torino. Un memorandum of understanding è stato firmato nello stesso anno dal Ministero dell’Università e della Ricerca e dagli attori coinvolti nel progetto sia privati (aziende quali Fiat, ST, Telecom, Alenia, Motorola; banche quali San Paolo IMI, Unicredito; fondazioni quali Fondazione CRT, Compagnia San Paolo) che pubblici: Regione Piemonte, Provincia di Torino, Comune di Torino, Camera di Commercio di Torino, Unione Industriali, Università di Torino, Politecnico, Istituto Superiore Mario Boella, vari centri di ricerca.

Nel dicembre 2002 è stato creato l’organo di transizione e di governance del Distretto Tecnologico: la Fondazione Torino Wireless. La missione della Fondazone è sostenere lo sviluppo del Distretto tecnologico piemontese, aumentando il peso dell’ICT sull’economia regionale e posizionando il Piemonte come uno dei distretti più innovativi a livello internazionale.

L’avvio ufficiale del distretto si è avuto nel maggio del 2003 quando è stato firmato l’Accordo di Programma Quadro tra gli attori coinvolti che si sono impegnati in modo concreto nel sostegno dell’iniziativa. La Fondazione Torino Wireless sarà supportata dai partner firmatari sia privati che pubblici per i primi cinque anni di attività e per un totale di 130 milioni di euro. Quasi la metà di tali fondi dovrà derivare dall’attività di venture capital in carico a società specificamente istituite a tale scopo quali Piemontech e Innogest.

Torino Wireless è il primo distretto tecnologico italiano di questo tipo, un modello considerato benchmark a livello nazionale e internazionale.

VOCAZIONE TECNOLOGICA E OBIETTIVI DELLA FONDAZIONE

Il Distretto intende focalizzarsi verso quei settori ICT che impattano sull’insieme delle tecnologie e degli ambiti economici del tessuto imprenditoriale della Regione, quali:
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la tecnologia wireless, ossia le soluzioni e i sistemi per la trasmissione di servizi multimediali a utenti in movimento;
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i dispositivi elettronici e ottici, vale a dire i componenti di base per lo sviluppo di sistemi di telecomunicazioni e il trattamento dell’informazione;
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le tecnologie wireline, ovvero i sistemi di telecomunicazione su cavo;
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le tecnologie multimediali, vale a dire i sistemi e le applicazioni orientate al trattamento di dati, immagini e suoni;
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le tecnologie software, come sistemi operativi, linguaggi e applicativi che abilitano le funzioni di elaborazione e trasporto dell’informazione

La Fondazione si propone come soggetto primario per coordinare e costituire una fitta rete di collaborazioni al fine di innescare un meccanismo di crescita e di autosostentamento dell’economia delle imprese tecnologiche, grazie alla conoscenza dei bisogni e delle caratteristiche del settore ICT e operando attraverso canali privilegiati con altri enti territoriali (incubatori, associazioni di categoria ecc.), che possono completare il quadro delle competenze necessarie al raggiungimento di reali vantaggi economici e tecnologici per le imprese piemontesi.

Gli obiettivi numerici fissati da parte del progetto Torino Wireless e del Patto firmato sono molto ambiziosi: in dieci anni il numero dei ricercatori nel settore dovrà raddoppiare o triplicare, passando da 2.000 a 4.000 o persino a 6.000 unità; l'incidenza delle attività ICT sul PIL dell'area dovrà duplicare dal 5% al 10 %, generando la nascita di almeno 50 nuove imprese di dimensione internazionale in grado di entrare nei mercati globali. Inoltre il distretto dovrà essere in grado di attrarre aziende innovative italiane e straniere nell’area. Infine dovrà essere in grado di auto-sostenersi dal punto di vista economico-finanziario.

LA FONDAZIONE TORINO WIRELESS E LE ATTIVITÀ DEL DISTRETTO

La Fondazione Torino Wireless presidia tre linee di attività: la promozione delle attività di ricerca, l’accelerazione di impresa, l’accesso al venture capital.

1. La promozione delle attività di ricerca

Uno degli obiettivi primari della Fondazione Torino Wireless è la crescita delle attività di ricerca sul territorio, per aumentare le opportunità di trasferimento tecnologico e determinare una crescita dell’innovazione di prodotto, servizio, processo, nei confronti del tessuto industriale piemontese.

L’attività della Fondazione si concretizza in azioni volte a favorire:

il trasferimento tecnologico da Università e centri di ricerca verso il tessuto industriale piemontese,

la ricerca nelle imprese, in particolare nella PMI, anche attraverso bandi dedicati,

collaborazioni su progetti di R&S innovativi e capaci di costituire una leva efficace per la crescita economica e imprenditoriale del Distretto.

Il supporto alla ricerca nelle imprese è attuato prevalentemente mediante lo strumento dei bandi tematici:

Bandi FAR (MIUR - Torino Wireless): grazie all’accordo di Programmazione Negoziata, il MIUR nel triennio 2004-2006 si è impegnato a erogare un finanziamento di 26 milioni di euro (D.L. 297/99), per sostenere, con appositi bandi tematici redatti con la consulenza della Fondazione, progetti di ricerca svolti sul territorio del Distretto. Tali bandi consentono di sostenere le PMI, sia fornendo l’opportunità di partecipare a progetti in collaborazione con grandi aziende, sia riservando loro una quota specifica di finanziamenti.

Bandi Torino Wireless: nel settembre 2005 la Fondazione ha emesso un primo bando per la presentazione di progetti di ricerca e sviluppo di tecnologie, servizi e applicazioni collegati al Sistema di Navigazione Satellitare Europeo Galileo, da realizzarsi nella Regione Piemonte. 65 PMI hanno risposto al bando con 25 progetti; cinque i progetti vincitori che vedono coinvolte 17 aziende in totale. L'ammontare complessivo del bando è 1,5 milioni euro, con un finanziamento del 70% da parte della Fondazione.

Le attività di ricerca vere e proprie vedono il diretto coinvolgimento degli attori accademici e delle imprese partner. In particolare, l’ISMB svolge la funzione di aggregare i diversi apporti su progetti di ricerca comuni e di facilitare l’efficacia del trasferimento tecnologico, grazie anche alle attività del cluster di laboratori (6 di nuova costituzione) condivisi ISMB-Politecnico. Parallelamente sono state avviate collaborazioni con enti di ricerca per la valorizzazione e gestione della proprietà intellettuale, per attività di osservatorio tecnologico e per lo sviluppo di grandi progetti; a questi si aggiungono partnership per le attività di formazione su temi manageriali e tecnologici.

Attraverso i bandi e le attività di ricerca la Fondazione sta aumentando l’impegno per lo sviluppo dei grandi progetti con Pubbliche Amministrazioni e Grandi Imprese. Da fine 2005 è stato formato un team dedicato ai grandi progetti che è una delle aree in crescita della Fondazione. Alcuni esempi riguardano, oltre la filiera Galileo, il telemonitoring di contatori elettrici, i progetti sanità e l’infomobilità.

2. L’accelerazione di impresa

La Fondazione Torino Wireless ha predisposto una serie di iniziative specifiche per la creazione di nuove realtà imprenditoriali (start-up), per lo sviluppo delle PMI, per il supporto al networking tra imprese e per l’internazionalizzazione del business, e infine per valorizzare e gestire la proprietà intellettuale. In 5 anni la Fondazione si pone l’obiettivo di contattare 1500 aziende e di accelerarne 300 per un totale di 10 milioni di euro di investimenti. I progetti attraverso cui l’accelerazione di impresa verrà realizzata sono i seguenti:

Progetto PMI: seleziona le PMI ad alto potenziale innovativo, facilitandone i processi di innovazione tecnologica e di processo mediante l’accesso a informazioni, conoscenze e competenze dalle quali sarebbero, per problemi dimensionali, escluse. Il progetto mette in contatto le aziende interessate all’innovazione nel settore ICT con i centri di ricerca e con aziende complementari del territorio, prevedendo un insieme di azioni mirate al rafforzamento e alla condivisione di competenze, alla realizzazione di partnership, all’introduzione di strategie di mercato e di proprietà di brevetto. Il progetto si rivolge a tutte le PMI sia esistenti che potenziali, operanti sul territorio piemontese e attive nel settore delle tecnologie ICT o che le utilizzino a fini innovativi. Alle aziende sono offerti vari tipi di supporto, da quelli di base (industry e market analysis, consulenza tecnica e manageriale, valutazione di mercato, assessment tecnologico, reperimento finanziamenti, assistenza brevettuale), a quelli avanzati (sviluppo di progetti di ricerca e di prototipi, business planning, apertura di canali commerciali, servizi di internazionalizzazione, attività di formazione e qualificazione professionale). L’attività di acquisizione di informazioni iniziale sulle PMI prevede la compilazione del questionario ICT Piemonte e successivi approfondimenti mediante interviste con i responsabili aziendali. Alle aziende viene assegnato un rating cui segue una fase di valutazione tecnologica che può portare, in caso di esito positivo, alla definizione di uno o più interventi di supporto. Questi sono gratuiti per valori inferiori ai 20.000 euro, mentre per cifre superiori sono sussidiati al 70% e comunque non possono eccedere i 100.000 euro in tre anni. L’attività di scouting/registrazione iniziale consente di monitorare la situazione del distretto ICT piemontese e di seguirne la dinamica evolutiva. Finora sono state 435 le aziende contattate, 236 quelle analizzate per un totale di 205 interventi di base e 14 interventi avanzati. Il progetto è svolto in collaborazione con ISMB, Politecnico di Torino e I3P. Inoltre esso si avvale della collaborazione di altri enti di ricerca in funzione delle necessità di specializzazione e di enti vicini al mondo delle PMI (Camera di Commercio di Torino e Unione Industriali).

Progetto Start-up: prevede di attivare 50 nuove società in cinque anni grazie alla collaborazione con gli incubatori I3P (Politecnico) e I3T (Università di Torino), e grazie al collegamento con la struttura di venture capital del Distretto, Piemontech e con un network di venture capitalist e angel investors.

Design Center: un centro di progettazione che rende accessibile anche alle PMI l’utilizzo delle tecnologie microelettroniche più innovative, rendendo possibile ottenere produzioni di bassissimo volume a costi di mercato. Realizzato in collaborazione con ISMB e la società Accent (gruppo ST) conta 11 progetti in fase di analisi al giugno 2006.

Global Access Program (GAP): Programma della Anderson School of Management (UCLA), che permette alle imprese di entrare in contatto con venture capitalist americani e ottenere un business plan per lo sviluppo all’estero, il lancio di un nuovo prodotto, la riorganizzazione dell’azienda, l’individuazione di partner o l’attrazione di nuovi capitali. Nel 2005 nove PMI (nel 2004 erano state 8) piemontesi hanno potuto partecipare al programma grazie al supporto della Fondazione e delle associazioni di categoria partner del Distretto. Fino al giugno 2006 il totale è di 17 interventi per un totale di circa 2 milioni di euro di investimenti.

Networking: la Fondazione organizza molteplici occasioni di incontro tra PMI e di dialogo tra grandi e piccole imprese. Inoltre intendendo estendere questa attività di networking anche a livello internazionale, essa ha creato, alla fine del 2004, Torino Wireless Network una struttura dedicata a promuovere la collaborazione e la visibilità tra le imprese del Distretto e altri distretti italiani e internazionali. Fino al 2005 sono stati organizzati una trentina circa di eventi.

Progetto IAM (Intellectual Asset Management): la Fondazione mette a disposizione delle imprese e dei centri di ricerca un team di intellectual asset manager per sviluppare azioni volte alla valorizzazione e gestione della proprietà intellettuale, presidiando e coordinando l’intera catena del valore: dalla progettazione delle attività di R&D fino all’attività di licensing. Inoltre l’utilizzo dei diritti di proprietà intellettuale viene finalizzato al raggiungimento di nuovi mercati, nuovi partner, nuove opportunità di ricerca. A giugno 2006 il team ha depositato circa 40 domande di brevetto in co-partecipazione con l’inventore, l’impresa o l’istituto di ricerca. Di questi, 35 provengono da enti di ricerca pubblica, i restanti sono di provenienza privata. Nel complesso le PMI assistite dal progetto sono state una sessantina circa. Torino Wireless risulta tuttora proprietaria di 26 dei brevetti depositati.

3. Il sostegno finanziario alle imprese

Lo sviluppo di distretti di eccellenza richiede la disponibilità da un lato di strumenti finanziari e dall’altro di capitali intelligenti, ovvero di una consulenza attiva nelle strategie e nella operatività dell’impresa.
Perciò la Fondazione Torino Wireless ha promosso la costituzione della finanziaria (ex. Art. 106) Piemontech che si propone come lead investor in Piemonte cercando di stimolare anche altri co-investitori, nazionali ed esteri, ad operare sulle imprese più promettenti della Regione. Piemontech è focalizzata su operazioni di start-up con investimenti di tipo Angel tipicamente compresi tra i 20 mila e i 200 mila euro verso aziende di nuova o recente costituzione con un piano di business basato su tecnologie, prodotti, applicazioni differenzianti e difendibili. Piemontech è attiva dal settembre 2004, è dotata di un capitale iniziale di 2 milioni di euro di cui 1,1 risultano investiti al giugno 2006 per un totale di nove investimenti. L’obiettivo di raccolta è di 5 milioni di euro da investire in oltre 40 imprese.
Inoltre, la Fondazione Torino Wireless, in collaborazione con Ersel Finanziaria, ha lanciato un secondo strumento di Distretto: Innogest sgr e il fondo da 60 milioni di euro ad essa collegato Innogest Capital, che effettuerà investimenti fra i 200 mila e i 2 milioni di euro nel corso di 5 anni in oltre venti imprese nel settore dell’alta tecnologia. L’operatività del fondo è partita ad aprile 2006 e a giugno 2006 sono stati investiti 6 milioni di euro.

Questi due strumenti finanziari permettono di gestire in modo diversificato gli investimenti con l’obiettivo comune di generare ritorni finanziari e attirare co-investitori anche di livello internazionale.

I NUMERI DEL DISTRETTO

Secondo i dati dell’Osservatorio ICT del Piemonte, le imprese del settore ICT sono circa il 3,6% delle imprese piemontesi. Esse concentrano importanti competenze in termini quantitativi e qualitativi. Si tratta di un gruppo di aziende assai eterogeneo in termini di dimensione e di capacità innovativa, anche se, con riferimento alla classificazione OCSE, la maggior parte appartiene al comparto dei servizi intangibili. La maggioranza delle imprese è localizzata nella provincia di Torino.

Secondo il rapporto sul settore ICT piemontese di Paolucci e Cantamessa edito nel 2005 dalla Fondazione Torino Wireless derivante dall’attività di monitoring della fondazione stessa, nel 2004 in Piemonte erano presenti circa 11.000 aziende ICT per un totale di circa 50.000 addetti, di cui 6.000 aziende nella sola Provincia di Torino. La Fondazione ha identificato un totale di 1.300 aziende ICT ad alto potenziale innovativo che rappresentano il bacino di riferimento per le operazioni del distretto piemontese. Tra queste la Fondazione è in contatto operativo con circa 230 aziende: il 45% di esse opera nel SW, 21% nei servizi (sviluppo applicazioni, consulenza, system integration), mentre il 34% produce HW (70% elettronica e microelettronica).

Le imprese presentano dimensioni piuttosto piccole (circa il 50% delle PMI conta meno di 10 addetti e il 40% ha un numero di addetti compreso tra 11 e 50, mentre il fatturato atteso per il 2004 per quasi la metà delle aziende è al di sotto degli 0,5 milioni di euro e solo per il 6% supera i 10 milioni di euro) e sono per lo più autonome nel senso che non fanno parte di grandi gruppi (84%). La maggior parte delle aziende sono piuttosto giovani essendo nate nel periodo 2000-2004 e il management spesso coincide con la proprietà (69%).

Dal punto di vista dei mercati e dei clienti, si nota una concentrazione prevalente sul mercato regionale (oltre l’80% si rivolge essenzialmente al Piemonte) anche se è da notare una crescente propensione all’internazionalizzazione (il 13% ha un mercato significativo in Europa). Si rileva inoltre un forte orientamento verso il B2B ovvero verso la fornitura di servizi alle imprese in particolare la Pubblica Amministrazione (30%) e le grandi aziende (43%).

Per quanto riguarda le strategie di innovazione esse sono raramente basate su approfondite analisi delle prospettive di mercato. L’innovazione è più di tipo tecnologico che commerciale ed è per lo più orientata alle esigenze del singolo cliente. La maggior parte delle tecnologie utilizzate sono state prodotte all’esterno (53%), mentre le attività di R&S condotte internamente (56%) non lo sono in modo strutturato e la gestione del portafoglio di progetti R&S è per lo più informale. Le collaborazioni con centri di ricerca e università non appaiono molto diffuse. Solo il 38% delle aziende fa uso dei diritti di proprietà intellettuale.

Infine, dal punto di vista finanziario, si riscontrano livelli elevati di indebitamento e problemi nel reperire fonti di finanziamento alternative per lo sviluppo di progetti di investimento.

More Info: http://www.distretti-tecnologici.it/distretti/Torino.htm
 
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