Data l'importanza del progetto... thread apposito... concordate?
Partiamo da qui:
Accordo con Bresso: le Molinette scoppiano, ma Italia 61 non ci perderà
EMANUELA MINUCCI e MAURIZIO TROPEANO
TORINO
Prima di rispondere a qualsiasi domanda su Molinette II il sindaco Chiamparino ci tiene a fare quattro premesse: «Primo, per la Città della Salute vogliamo tutti arrivare ad una decisione condivisa. Secondo: non chiamiamole più Molinette II, per favore, quello che si vuole andare a creare non è solo un polo di eccellenza sanitaria, ma anche e soprattutto un polo di ricerca all’avanguardia e un incubatore di imprese di altissimo livello nel campo scientifico-sanitario.
Terzo: per un progetto di queste dimensioni, l’area più consona è certamente quella di Campo Volo a Collegno, e mi spiace dirlo, ma il primo in assoluto a proporlo sono stato io qualche anno fa. Quarto: il fatto di andare a costruire la Città della Salute a Collegno non deve per nessuna ragione al mondo costituire un’occasione di impoverimento dell’area di Italia 61. Qui deve rimanere un ospedale da 300-400 posti e anche qualche clinica di punta, poi, magari, ma questa è solo una mia suggestione, si potrebbero spostare le sedi di Medicina oggi esistenti in corso Massimo d’Azeglio in corso Unità d’Italia, magari al Palazzo del Lavoro».
Ecco il Chiamparino-pensiero sul futuro della Città della Salute all’indomani delle polemiche sollevate dal suo assessore Viano e dal vicesindaco Dealessandri all’indirizzo della Regione due giorni fa («È già stato deciso di andare a Collegno, il tavolo tecnico sembra inutile». Appena rientrato da Bogotá, il primo cittadino ha fatto una lunga telefonata chiarificatrice con la Bresso. Alla fine tra le suggestioni di Chiamparino e il suo riconoscimento che «l’Università non ha potere di veto» è possibile ricostruire un’ipotesi di mediazione che, se accettata, potrebbe permettere di tenere insieme tutte le parti: lo spezzatino. In pratica si sta lavorando ad una possibile suddivisione dell’offerta sanitaria degli ospedali (reparti e posti letto) e degli insegnamenti universitari e di una loro redistribuzione tra Collegno e Italia 61.
Spiega Bresso: «Il progetto della Regione non vuole certo impoverire la zona Sud della città ma garantire in modo uniforme la qualità. Il punto di partenza è che non è più possibile mantenere concentrato in quel pezzo di Torino 2800 posti letto e tutti i livelli di insegnamento universitario, comprese le specializzazioni». Dunque questo concentrato «va suddiviso» anche perché concentrato in spazi angusti». Poi, aggiunge: «Come dice il sindaco, per realizzare il progetto che tutti abbiamo in mente il sito più adatto è Campo Volo».
Bresso e Chiamparino, dunque, sono d’accordo per una soluzione politica che «coinvolga l’intera area metropolitana», del resto nella delibera di acquisto del sito di Campo Volo approvata dagli enti locali si parlava esplicitamente di progetti tesi a valorizzare gli spazi della grande metropoli. Sindaco e presidente sono d’accordo anche sul fatto che tocca all’Università decidere quale deve essere la linea di divisione delle sue competenze. Due le ipotesi sul tavolo. La prima: realizzare a Collegno il grande campus universitario con le specializzazioni e gli incubatori per le imprese mantenendo una parte degli insegnamenti universitari a Italia 61 dove rimarranno anche molti posti letto, «su modello di quanto accade negli altri Paesi europei», precisa Bresso. La seconda: concentrare a Campo Volo solo le alte specializzazioni. Il modello? Harvard.
Da La Stampa
Partiamo da qui:
Accordo con Bresso: le Molinette scoppiano, ma Italia 61 non ci perderà
EMANUELA MINUCCI e MAURIZIO TROPEANO
TORINO
Prima di rispondere a qualsiasi domanda su Molinette II il sindaco Chiamparino ci tiene a fare quattro premesse: «Primo, per la Città della Salute vogliamo tutti arrivare ad una decisione condivisa. Secondo: non chiamiamole più Molinette II, per favore, quello che si vuole andare a creare non è solo un polo di eccellenza sanitaria, ma anche e soprattutto un polo di ricerca all’avanguardia e un incubatore di imprese di altissimo livello nel campo scientifico-sanitario.
Terzo: per un progetto di queste dimensioni, l’area più consona è certamente quella di Campo Volo a Collegno, e mi spiace dirlo, ma il primo in assoluto a proporlo sono stato io qualche anno fa. Quarto: il fatto di andare a costruire la Città della Salute a Collegno non deve per nessuna ragione al mondo costituire un’occasione di impoverimento dell’area di Italia 61. Qui deve rimanere un ospedale da 300-400 posti e anche qualche clinica di punta, poi, magari, ma questa è solo una mia suggestione, si potrebbero spostare le sedi di Medicina oggi esistenti in corso Massimo d’Azeglio in corso Unità d’Italia, magari al Palazzo del Lavoro».
Ecco il Chiamparino-pensiero sul futuro della Città della Salute all’indomani delle polemiche sollevate dal suo assessore Viano e dal vicesindaco Dealessandri all’indirizzo della Regione due giorni fa («È già stato deciso di andare a Collegno, il tavolo tecnico sembra inutile». Appena rientrato da Bogotá, il primo cittadino ha fatto una lunga telefonata chiarificatrice con la Bresso. Alla fine tra le suggestioni di Chiamparino e il suo riconoscimento che «l’Università non ha potere di veto» è possibile ricostruire un’ipotesi di mediazione che, se accettata, potrebbe permettere di tenere insieme tutte le parti: lo spezzatino. In pratica si sta lavorando ad una possibile suddivisione dell’offerta sanitaria degli ospedali (reparti e posti letto) e degli insegnamenti universitari e di una loro redistribuzione tra Collegno e Italia 61.
Spiega Bresso: «Il progetto della Regione non vuole certo impoverire la zona Sud della città ma garantire in modo uniforme la qualità. Il punto di partenza è che non è più possibile mantenere concentrato in quel pezzo di Torino 2800 posti letto e tutti i livelli di insegnamento universitario, comprese le specializzazioni». Dunque questo concentrato «va suddiviso» anche perché concentrato in spazi angusti». Poi, aggiunge: «Come dice il sindaco, per realizzare il progetto che tutti abbiamo in mente il sito più adatto è Campo Volo».
Bresso e Chiamparino, dunque, sono d’accordo per una soluzione politica che «coinvolga l’intera area metropolitana», del resto nella delibera di acquisto del sito di Campo Volo approvata dagli enti locali si parlava esplicitamente di progetti tesi a valorizzare gli spazi della grande metropoli. Sindaco e presidente sono d’accordo anche sul fatto che tocca all’Università decidere quale deve essere la linea di divisione delle sue competenze. Due le ipotesi sul tavolo. La prima: realizzare a Collegno il grande campus universitario con le specializzazioni e gli incubatori per le imprese mantenendo una parte degli insegnamenti universitari a Italia 61 dove rimarranno anche molti posti letto, «su modello di quanto accade negli altri Paesi europei», precisa Bresso. La seconda: concentrare a Campo Volo solo le alte specializzazioni. Il modello? Harvard.
Da La Stampa