Concorso 5 piazze: i progetti ammessi alla seconda fase.
Ecco alcuni rendering e schizzi interessanti di alcuni dei progetti ammessi alla seconda fase del concorso "5 piazze per Catania" (nella commissione guidicatrice anche gli
architetti Carlo Aymonino e Luca Zevi)
PIAZZA MICHELANGELO:
Gruppo Cattafi: "Spazi in movimento":
L’idea dominante del progetto si identifica con la volontà di valorizzare l’immagine e la funzione della piazza come luogo di aggregazione in cui riconoscere la tradizione socio-culturale.
La proposta progettuale prevede la completa riprogettazione della piazza, secondo un disegno minimale e non si ferma ad un semplice intervento di ripavimentazione ed arredo urbano.
L’invaso della piazza si presenta come una forma fluida e dinamica tracciata su segni ben precisi che caratterizzano il progetto, sei grandi linee che sfruttano la lieve pendenza esistente della piazza ed eliminano il disegno regolare oggi presente.
Le linee, che affiorano dalla pavimentazione della piazza, diventano delle sedute libere in calcestruzzo colorato. La stessa pavimentazione a volte viene scavata lasciando posto a vasche d’acqua circolari, anche per la mitigazione dell’apporto solare estivo, o ad aiuole dove gli alberi garantiscono un po’ d’ombra per un breve momento di relax.
L’illuminazione è qui garantita da corpi illuminanti con lampade stagne “antivandalo” posti a livello di calpestio, che amplificano così il carattere del luogo e la sua visione notturna.
L’obiettivo principale è stato quello di privilegiare la fruibilità pedonale della piazza eliminando la sosta veicolare e il carattere di piazzetta- rotatoria che fino ad ora ha assunto Piazza Michelangelo, per il recupero di una dimensione più a misura d’uomo.
Proprio per questo motivo la strada viene innalzata fino alla quota del marciapiede e il tratto finale di via Vagliasindi viene adibito a parcheggio .
Al fine di eliminare la discontinuità, dovuta alla presenza dell’edificio sul lato ovest, tra il futuro parcheggio scambiatore e la piazza si è pensato di prolungare quest’ultima fino al portico dell’edificio, che costituisce uno spazio di relazione per la presenza di alcuni esercizi commerciali ma anche l’elemento di continuità o la “porta di accesso” al parcheggio scambiatore.
Oltre al fattore estetico si è tenuto conto anche di quello funzionale. Due chioschi a base circolare con struttura in acciaio e vetro diventano punti di vista privilegiati sulla piazza.
Relativamente alla progettazione del verde, al fine di ottenere un ambiente gradevole e allo stesso tempo fruibile, ed aumentare qualitativamente e quantitativamente la componente naturale nella città, ci si è preoccupati delle forme, dei colori e dello sviluppo futuro di ogni singola pianta. Il verde diventa materiale di costruzione dell’architettura, materiale fondamentale per processi di tipo ecologico, di disinquinamento fisico-chimico ed acustico, di consolidamento e difesa del suolo. Sono state usate diversi tipi di essenze vegetali, tra le piante ornamentali: aloe arborescens (arborea), agave americana marginata, Euforbia candelabrun erythraea, Cordyline australis (dracena australis); tra le palme: Chamaerops humilis (palma nana) e l’esistente Phoenix Canariensis (palma delle Canarie); alberi ornamentali: Magnolia grandiflora “Gallisoniensis”, Melia azedarach (Albero delle Indie, Albero dei rosari); tra gli arbusti ornamentali: Cytisus x paecox “Allgold” (Ginestra), Buddelja davidii, Pittosporum tobira “Nanum” (Pittosporo), Prunus laurocerasus. Inoltre sono stati mantenuti alcuni alberi di ficus microcarpa.
PIAZZA SPIRITO SANTO:
Gruppo Cortesi: "Giardino di pietra":
L’analisi storico urbana della piazza, in sede di progetto, permette di analizzare lo spazio ormai sgretolato nella sua stratificazione architettonica. La scelta progettuale è di ricreare questa suggestione attraverso i volumi del sagrato degradante, quasi a formare un “insulae”, che funge da elemento matrice al disegno della planimetria generale, ove la maglia (di pietra lavica e pietra bianca calcarea) che si dipana e incastra i fornici delle diverse cortine architettoniche frutto delle trasformazioni urbane (talvolta violente), restituisce quella dimensionalità spaziale, quel carattere suburbano dell’antica piazza Spirito Santo, ormai perduta, gerarchizzata infatti dalla giustificata presenza del volume ecclesiale.
La zona del sagrato “evocatrice di un giardino di pietra” o terrazzamento, viene coronato da un apparato verde scenografico dove la Vitis Vinifera trova la sua naturale collocazione, ed assieme al Citrus Limon (limoni a ceppaia) e la Punica Granatum (melograno a ceppaia), completano l’immagine del giardino produttivo di antica memoria.
Contestualmente si è cercato di organizzare lo spazio antistante che precede la piazza Spirito Santo, che è il risultato non felice di uno sventramento urbano adibito, ad oggi, ad un parcheggio e alla sosta di degli autobus urbani. L’organizzazione spaziale prende corpo seguendo la difformità e la spontaneità aggregativa degli spazi, espressione della vitalità commerciale e culturale del sito, tipica della realtà della contaminazione contemporanea.
La muratura perimetrale dell’isolato (prospiciente lo slargo), manifesta largamente la dialettica della spontaneità, che attraverso la trama delle aperture rispondenti a logiche funzionali, diventano motivo di una tessitura altilenante di sedute rivestite di ceramica colorata, che si congiunge e fa da supporto alle strutture libere a telaio (conclusi da leggeri velari). Essi giustificano e propongono possibili edificazioni provvisorie, ormai chiaro segno distintivo dell’estetica del contemporaneo. Le libere strutture danno luogo alla sosta degli autobus e delimitano la pista ciclabile rivestita di cotto siciliano, almeno in quella porzione che si lega alla planimetria della piazza.
Da questo unicum spaziale “difforme” la semplice orditura progettata rintraccia l’area dell’antica chiesa Spirito Santo, ricollocandone la tessitura perimetrale della pianta ad unica navata. All’interno della stessa viene ospitato un Prunus Amygdalus – Mandorlo - ed un gazebo, in memoria di un possibile antico ciborio; l’ impianto planimetrico viene segnalato da ciotoloni, di varia forma, grandezza e colore diventando con le sedute opportunamente disposte, (di pietra bianca calcarea), zona deputata al refrigerio dei catanesi, abitué dello storico chiosco di bevande. La zona antistante al chiosco viene integrata da una folta alberatura, di Pinus Pinea e Giacaranda Mimoseafolia, oltre ad una serie di alberi di Citrus limon.
L’intera area viene pedonalizzata con l’obiettivo di esaltare le caratteristiche attrattive della piazza, valutabili dallo straordinario mutamento che si registra nelle ore notturne, quando tutto sembra illuminato dalla vitalità delle attività di ristoro, oltre ad eccentuare la specificità di un tessuto architettonico all’interno di un centro storico fortemente connotato.
L’esigenza di parcheggio che attualmente rappresenta l’unica funzione diurna dell’intera area, sarà facilmente assorbita dal limitrofo parcheggio multipiano di piazza Carlo Alberto.
PIAZZA SAN LEONE:
Gruppo Vaccarini: "Slittamenti":
Il progetto tenta di mettere in crisi il concetto di piazza come luogo di sosta e di ribaltarlo in luogo delle percorrenze e delle connessioni reinterpretando la “strada”come ambito della socializzazione.
L’idea è quella di provare a reinterpretare il ruolo, anche se periferico, di infrastruttura (della mobilità) che attualmente questo spazio ha (piazza?);
l’intera piazza è stata pensata come la messa in scena della mobilità pedonale tra le principali polarità attualmente presenti ( chiesa San Leone, Istituto Industriale S. Cannizzaro, edifici residenziali a nord ) e quelle future (novo centro sociale, centro commerciale, area di parcheggio su via Pisacane).
La piazza è disegnata dallo slittamento di una serie di piani che raccordano le quote dell’attuale piazza con via Pisacane e l’istituto tecnico Cannizzaro.
La sequenza di piani trova dei punti notevoli nella presenza di due belvedere sovrapposti posti nell’angolo sud della piazza.
Purtroppo, al momento non ho trovato immagini di altri progetti selezionati.