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VENEZIA

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#1 · (Edited by Moderator)
Venezia: Archivio 1


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Altino, un nuovo ponte
sul canale S.Maria

L’opera, finanziata dalla Provincia, costerà 1.032.913 €
Un altro punto nero della viabilità provinciale si avvia verso la soluzione. Nei prossimi giorni, infatti, prenderanno il via i lavori di ricostruzione del ponte sul canale S. Maria ad Altino lungo la S.P. n. 41. Si tratta di un’opera importante finanziata dalla Provincia di Venezia.

Il progetto prevede la realizzazione di un nuovo ponte, molto più ampio di quello oggi esistente, di un percorso pedonale e di un impianto di illuminazione pubblica. L’importo complessivo dell’opera è pari a 1.032.913 € (due miliardi di vecchie lire). Il vecchio ponte, a senso unico alternato, rimarrà in funzione fino al completamento della nuova opera; poi verrà demolito.

“E’ un intervento significativo quello che stiamo realizzando – spiega Davide Zoggia, assessore provinciale alla Viabilità -.
Con il nuovo ponte si risolve uno dei principali punti neri del nostro sistema viario, collegando in modo più veloce il comune di Quarto d’Altino con Mestre e Venezia. Al tempo stesso realizziamo un intervento di valorizzazione dell’intera area, con un progetto di forte valenza architettonica”.

Il ponte sorgerà infatti in prossimità dell’area dove si sta costruendo il nuovo museo archeologico di Altino. Per questo la Provincia ha collaborato con la Sovrintendenza archeologica e quella dei Beni ambientali e con il Comune di Quarto d’Altino per trovare la soluzione che meglio si adatta al territorio.
Le rampe di accesso al vecchio ponte, ad esempio, verranno recuperate e trasformate in aree verdi.
I lavori dovrebbero concludersi entro il mese di febbraio del prossimo anno.

Fonte: Provincia di Venezia, Ufficio Stampa

 
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#77 ·
Seicento volontari per assistere i partecipanti Per la prima volta nel Comitato d'onore il presule veneziano Monsignor Angelo Scola

Un arco stilizzato all'interno del logo presente su depliant, manifesti e magliette, e poi la chiara indicazione sulla mappa del percorso. Ma la posa del ponte di Calatrava è slittata ulteriormente a fine maggio, e così domenica 3 aprile la "Su e Zo per i ponti" dovrà fare a meno del quarto ponte sul Canal Grande.

Questa la principale curiosità della 27^ edizione della tradizionale marcia non competitiva come sempre organizzata da Tgs Eurogroup e promossa dalle associazioni Venetiadi, Agesc, Ctg, Ex Allievi Don Bosco, Fism, Noi associazione, Movimento per la Vita, con il patrocinio di Regione, Provincia e Comune e in collaborazione con gli assessorati allo sport e alla cultura di Venezia.

"Si tratta di una manifestazione profondamente veneziana, dalla grande forza di attrazione anche al di fuori della laguna, e davvero importantissima, come dimostrano gli oltre 600 volontari e il nutrito comitato d'onore guidato per la prima volta dal patriarca Scola - ha dichiarato ieri mattina l'assessore comunale al turismo e alla cultura, Armando Peres, durante la presentazione a Ca' Farsetti -. L'evento, dai molteplici significati anche religiosi, intende riscoprire e invadere la città in maniera diversa, educata, civile e pacifica; inoltre vuole rapportarsi con i giovani in modo nuovo, riprendendo l'intuizione iniziale di Don Berti".

Ma l'attenzione sarà rivolta anche alla famiglie, come ha sottolineato il presidente del comitato organizzatore, l'on. Gianfranco Rocelli: "Siamo stati costretti ad organizzare la marcia nel giorno delle elezioni: speriamo che stavolta partecipino più veneziani, visto che nelle ultime edizioni purtroppo sono sempre stati meno dei foresti - ha aggiunto -. Non abbiamo ancora i numeri definitivi, ma prevediamo 10mila iscritti da 67 province di tutta Italia e pure da 14 Paesi stranieri. Come al solito l'eventuale utile sarà devoluto in opere di beneficenza: in particolare le offerte raccolte dalla vendita delle medaglie degli anni passati saranno donate all'associazione Vis a diretto sostegno dell'impegno dei 600 salesiani che assistono i rifugiati in India, Sri Landa, Indonesia e Thailandia".

Quanto al percorso, di 10 km e di 5 per le scuole materne, "anche quest'anno i partecipanti potranno entrare nell'area dell'Arsenale grazie al permesso speciale della Marina militare - ha illustrato l'infaticabile coordinatore della "Su e zo per i ponti", Gianfranco Mandruzzato -. Noi speravamo di passare per il nuovo ponte di Calatrava, ma dovremo accontentarci del ponte degli Scalzi. Saranno tre i punti di ristoro distribuiti in città: in campo dei Gesuiti, in campo San Pantalon e in campo Manin, e ci sarà pure il parallelo percorso letterario con dodici tappe di ristoro mentale tra cultura e curiosità a cura del prof. Giovanni Andrea Martini. L'iniziativa, che si affianca alla marcia per il terzo anno consecutivo, nell'edizione 2005 è dedicata alle scrittrici e poetesse che hanno avuto un rapporto speciale con Venezia".
 
#78 ·
IL SINDACO
«Felice può bloccarlo Massimo invece no»

Venezia

«Casson puó forse immaginare di fermare i cantieri del Mose. Cacciari no, a meno che non abbia deciso di sconfessare le radici storiche del programma della Margherita». Lo dice il sindaco Paolo Costa, che aggiunge: «Capisco che tra le tante anime della coalizione di centrosinistra ce ne siano alcune che esprimono perplessitá e opposizioni rispetto alla realizzazione del Mose. Mi stupisce che la Margherita, e il suo leader ritrovato, Massimo Cacciari, oggi rinneghino un progetto che difende Venezia e che è stato parte integrante del nostro programma di governo».

«Matteoli non puó dire - prosegue Costa - che nemmeno un sindaco di centrosinistra fermerà i cantieri del Mose. O meglio, sa che perchè non succeda occorre che il Governo onori gli impegni assunti: il progetto va mantenuto entro i paletti posti fin qui dal Comune di Venezia nel solco degli indirizzi che sono stati dati a suo tempo dai governi Prodi, D'Alema e Amato. A questa strategia non si puó opporre oggi un partito come la Margherita, a meno che non si stia svendendo il suo patrimonio programmatico. Non mi stupisce che di fronte a queste ambigue prese di posizione siano sempre di pi gli elettori e gli esponenti della Margherita che non si ritrovano pi e guardano ai candidati del centrodestra ai quali si sta regalando il merito di salvare Venezia dall'acqua alta».
 
#79 ·
Il Comune compra via della Montagnola

La Giunta comunale, su proposta dell'assessore al Patrimonio, ha deciso per la prima volta l'acquisizione di una strada privata a Mestre, via della Montagnola, essendo intervenuta la sua irreversibile trasformazione a viabilità pubblica nel giugno 2002, quando, con l'approvazione del progetto definitivo del parcheggio scambiatore Gazzera A, via della Montagnola, lunga 350 metri e larga 10, ha messo in comunicazione due spazi pubblici, il parcheggio e via Miranese.

Sorta ai primi anni Cinquanta, via della Montagnola è sempre stata individuata come viabilità sia nelle licenze e concessioni edilizie per l'edificazione su terreni prospicienti, sia sulle mappe catastali, mentre negli atti privati di compravendita è sempre stata indicata come servitù di passaggio a favore dei vari lotti edificati. Nel corso degli anni è stato comunque il Comune a provvedere all'adeguamento delle reti infrastrutturali (fognature, acqua, illuminazione pubblica, etc), nonché all'asfaltatura e alla manutenzione della strada. Il risarcimento per i proprietari è stato quantificato in 10mila euro.
 
#80 ·
MIRA Collega i marciapiedi lungo la riva del Naviglio e rende più sicuro l’ingresso in città
Aperta ieri la passerella sul Taglio ora il marciapiede fino a Mira Porte

Mira

Da ieri è attiva la passerella pedonale sul Canale Taglio. Alla cerimonia d'inaugurazione erano presenti il sindaco di Mira Roberto Marcato, il vicesindaco Renato Martin, gli assessori Eduardo Picardi e Silvana Zanon e l'ingegner Danilo Battista, progettista e direttore dei lavori.La passerella è stata realizzata parallela all'esistente ponte della Sr 11, in corrispondenza della confluenza del canale Taglio con il Naviglio Brenta. La struttura collega i marciapiedi lungo la riva del Naviglio e rende più sicuro l'ingresso a Mira, soprattutto per chi arriva a piedi o in bicicletta. Gli elementi in ferro battuto riprendono quelli del centro di Mira Taglio, dalla pensilina per gli autobus ai due ponti (uno automobilistico e l'altro pedonale), fino a tutti i manufatti idraulici attorno alla pescheria."L'apertura di questa passerella - ha spiegato Marcato a margine dell'inaugurazione - si inserisce in un progetto più ampio di riqualificazione del centro di Mira, che prevede la realizzazione di un marciapiede che collegherà Mira Taglio a Mira Porte: è stato già siglato un accordo di programma con Veneto Strade. Il Comune ha già affidato l'incarico di progettazione, e Veneto Strade ha assicurato il finanziamento. Nel 2005 potrebbe già vedere la luce un primo stralcio tra Mira Taglio e Mira Vecchia".
 
#81 ·
Costa: «Un grande progettista per Jesolo Kenzo Tange lo era»

JESOLO - Quella volta che Costa incontrò il grande maestro Tange. C'è una persona che forse più di ogni altro, nel Sandonatese, è rimasto scosso della scomparsa del noto architetto giapponese Kenzo Tange, morto martedì a Tokio, all'età di 91 anni. È Giancarlo Costa, assessore al turismo tra il 1991 e il 1992 (allora sindaco era Davide Zoggia); di fatto Jesolo deve a lui se poi il progettista si innamorò della località, accettando di ripensarla per un rilancio a carattere internazionale, cosa che poi avvenne con la realizzazione del Master Plan (il piano guida del piano regolatore generale), realizzato successivamente con l'attuale amministrazione comunale. Costa, residente a San Donà, inventore della coltivazione aeroponica (le radici sospese nell'aria) e oggi per buona parte del suo tempo nei Paesi Arabi per lavoro, ebbe la felice intuizione. "Sapevo che Jesolo aveva bisogno di un grande progettista, per ripensare al suo futuro. E Tange lo era. Lui era la persona giusta per noi per due motivi fondamentali: era il più grande progettista al mondo; averlo significava avere anche un ottimo veicolo promozionale per Jesolo. Questo era il mio intendimento e queste linee guida rientravano nel mio di Master Plan. Purtroppo gli attuali amministratori non sono stati capaci di gestire le enormi potenzialità pubblicitarie di una firma come la sua". I primi contatti nel 1991, poi concretizzatisi all'inizio del 1992, quando portò a Jesolo il vicepresidente della Kenzo Tange Associated, Omar Take. "Lo andai a prendere all'aeroporto e poi lo portai in giro per Jesolo. Ricordo come Take rimase affascinato dalla bellezza del nostro territorio e di come questo contribuì a convincerlo a investire la loro professionalità su Jesolo". Il sandonatese ha appreso subito della scomparsa di Tange. "È scomparso - conclude - il padre del minimalismo giapponese. Un professionista che ha saputo portare il perfezionismo zen nella maestosità dei grattacieli".
 
#82 ·
Il campo trincerato verrà trasformato in una struttura per la difesa del biologico e del territorio della gronda lagunare
Forte Mezzacapo diventa city farm
Un intervento che godrà di 600mila euro messi a disposizione dalla Regione

Da baluardo del campo trincerato di Mestre Forte Mezzacapo diventerà una city farm per la difesa del biologico e del territorio della gronda lagunare. A consentire la trasformazione del decadente fortilizio di Zelarino in una fattoria di città dove tra didattica, sperimentazione ed informazione sul biologico di fatto si creerà il punto di riferimento per chi produce bio nel nostro territorio i 600 mila euro assegnati dalla Regione al comune nell'ambito del programma di interventi per il disinquinamento della laguna.

Cosa centra disinquinamento con le coltivazioni biologiche, si chiederà qualcuno. E' presto detto; la maggior parte degli inquinanti azotati che arrivano in laguna provengono dalle agricolture cosidette tradizionali, quelle che utilizzano il chimico, cercare di convertire queste produzioni in biologiche di fatto diminuirebbe l'impatto di queste sostanze. Da qui l'ok della Regione al finanziameto per questo progetto triennale che fino al 2007 vedrà concretizzarsi anche in iniziative destinate agli adulti e alle scuole. Dei 600 mila euro, infatti solo 300 mila saranno girati per la sistemazione di alcuni locali del forte da adibire a city farm, i restanti verranno utilizzati per la promozione del bio sul territorio, per l'informazione e la diffusione della cultura ambientale e la creazione dentro Mazzacapo di un mercato del biologico. "Con quei soldi si sistemerà solo una parte del Forte che però diventerà il centro, il volano di tutta l'attività biologica che si fa sul territorio - spiega il consigliere Pietrangelo Pettenò -. Lì ci sono già parecchi insediamenti di questo tipo ed offrire a queste realtà un centro dove oltre alla formazione si farà anche commercio dei prodotti biologici sicuramente darà ulteriori imput al settore."

Una decisione, quella di convertire la struttura fortilizia costruita nel 1911 e declassata a polveriera nel 1915, in una sorta di baluardo del bio che non arriva a caso. "Il comune di Venezia, aderendo ad una iniziativa della Coldiretti, ha deliberato che il suo territorio deve restare libero da coltivazioni Ogm - ha detto l'assessore all'Ambiente Paolo Cacciari -. Finanziando questa iniziativa si darà la possibilità di nuovi spazi alle produzioni naturali difendendo non solo la tipicità dei nostri prodotti ma anche la salute dei cittadini. Gli Ogm oltre ad essere una forzatura innaturale sulla natura rappresentano un pericolo diretto per la salute di tutti i cittadini che, ad esempio, respirano i pollini di queste piante nate in laboratorio".

A confermare che attorno al cosiddetto "cibo di Frankenstein" anche i padri della manipolazione genetica cominciano ad essere scettici il professor Gianni Tamino, dell'Università di Padova, ospite al convegno di presentazione delle iniziative di promozione dell'agricoltura biologioca nel veneziano al Candiani.

"Lo stesso nobel Dulbecco, un pioniere in questo campo, ha detto che non si possono prevedere le conseguenze di una manipolazione perchè oltre al gene interessato poi subiscono variazioni pure geni che non dovrebbero essere modificati, rendendo così incontrollabili le mutazioni".

"Agricoltura tradizionale vuol dire crescita armoniosa del territorio e quindi ben vengano iniziative come questa della City Farm - ha detto Gianluca Lelli, direttore della Coldiretti Venezia -. Difendere la diversità, la tipicità dei nostri prodotti vuol dire turtelare anche la nostra economia. Omologare le produzioni con gli Ogm oltre ai possibili rschi per la salute vorrebbe dire minare le possibilità di sviluppo che ci sono".

Andrea Ciccarelli
 
#83 ·
CHIOGGIA Sul Lungolusenzio nascerà un sentiero naturalistico e sportivo
Venti milioni di euro per un percorso verde

Chioggia

Un progetto per attrezzare sul Lungolusenzio, un'opera costata più di 20 milioni di euro, un percorso sportivo e naturalistico. La proposta al Comune viene formulata dall'Azienda di promozione turistica che, per concretizzarla, si sta avvalendo della collaborazione degli alunni e di alcuni docenti della scuola elementare Caccin di Sottomarina.

Il percorso ciclistico sul Lungolusenzo, questo il dato preliminare, è ormai frequentato assiduamente da giovani sportivi, ma anche da ragazzi, da famiglie e da anziani e potrebbe, inoltre, costituire anche una forte attrattiva turistica.

Per renderlo più interessante e per incrementare la presenza turistica si è pensato di creare un percorso guidato utilizzando una serie di pannelli esplicativi per illustrare l'ambiente del Lusenzo, in modo particolare le specificità della flora e della fauna. Questo per l'immediato. In prospettiva si potrebbero prevedere vere e proprie "insule" di un museo diffuso da arricchire con altri arredi: con targhe o statue per celebrare momenti o personaggi della storia locale.

Quanto al progetto in parola gli scolari della Caccin hanno già elaborato la grafica di un buon numero di pannelli, che l'Apt si farà carico di realizzare insieme anche a degli opuscoli promozionali del percorso da distribuire all'utenza turistica attraverso i propri sportelli o nelle fiere del turismo.

Al Comune l'Apt chiede collaborazione per l'installazione della cartellonistica, di predisporre la segnaletica per la conoscenza delle vie d'accesso al percorso sportivo naturalistico e di completare la vocazione sportiva dell'itinerario integrandolo con le attrezzature di un "percorso salute". Per sé l'Apt riserva questi interventi: la progettazione e la realizzazione dei pannelli e la realizzazione dell'opuscolo promozionale.

G.B.
 
#84 ·
La fonte energetica ''del futuro'' entrerà in funzione nel 2007
Energia, nasce a Venezia la più grande centrale a idrogeno del mondo
L'AD dell'Enel, Paolo Scaroni: ''L'Italia diventerà un centro d'eccellenza mondiale per la produzione di energia pulita''


Venezia, 25 mar. - (Adnkronos) - Nasce in Veneto, nel polo industriale di Fusina, la più grande centrale al mondo per la generazione di energia elettrica pulita, alimentata a idrogeno. La struttura, ad altissima efficienza e ''zero emissioni'', entrera' in funzione a Marghera entro il 2007. E' il progetto piu' importante di Enel nel campo della ricerca e dell'innovazione per lo sviluppo delle tecnologie applicative dell'idrogeno, considerato il ''vettore energetico'' del futuro. L'impianto, che prevede un investimento di circa 33 milioni di euro, sara' parzialmente finanziato dall'accordo di programma firmato oggi da Regione Veneto e Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio.
''Sono convinto - ha commentato Paolo Scaroni, Amministratore Delegato dell'Enel - che l'accordo sottoscritto oggi ed il nostro innovativo e ambizioso progetto di Fusina, abbiano creato i presupposti perche' Venezia e l'Italia diventino un vero centro d'eccellenza mondiale per le tecnologie di utilizzo dell'idrogeno e la produzione di energia pulita''. In una fase iniziale, la turbina a gas della centrale sara' alimentata con l'idrogeno disponibile come sottoprodotto delle lavorazioni del polo industriale di Marghera; in seguito l'idrogeno sara' estratto dal carbone con un processo di gassificazione. Uno dei punti di forza del progetto e' l'integrazione con l'area industriale e con la centrale elettrica gia' esistente. Questa integrazione permettera' anche di ridurre i costi di produzione, grazie alla possibilita' di sfruttare le infrastrutture necessarie all'installazione di un impianto per la produzione e l'utilizzo di idrogeno.
Partner del progetto saranno Ge-Nuovo Pignone, Irc-Cnr, Cesi e Consorzio Pisa Ricerche. L'impianto servira' per ricercare tecnologie di accumulo dell'idrogeno che consentano un'adeguata capacita' specifica di immagazzinamento, in partnership con Sgs, Cesi, Universita' di Genova), sviluppare e sperimentare tecniche per il riutilizzo della Co2 nell'ambito di processi industriali, in partnership con Inca-Universita' di Venezia, Universita' di Bologna, Dow Chemical, Cesi.
 
#85 ·
Lunedì 11.04.2005, CET 13:18


Da Locarno a Venezia attraverso i navigli
Un vecchio sogno, divenuto in oltre un secolo quasi inafferrabile mito, potrebbe diventare realtà.

È infatti stata fissata al 2015 la scadenza per l’apertura completa dell’idrovia Locarno-Milano-Venezia.

I lavori e i programmi di finanziamento sono in fase avanzata, non da ultimo poiché il capoluogo lombardo vuole giocarsi la carta di porto turistico internazionale per la candidatura alle Olimpiadi del 2016.

La conferma è venuta dal recente incontro organizzato a Milano dal Consolato generale di Svizzera in collaborazione con l’Istituto per i Navigli/Associazione amici dei Navigli, la Fondazione Cariplo, la Città di Locarno e l’Associazione Locarno-Venezia.

La storia di un’antica via commerciale

L’antica linea d’acqua commerciale tra Svizzera e Mare Adriatico sin dalla fine dell’Ottocento è stata oggetto di discussioni e di studi, appassionando ingegneri e politici dei due Paesi nella convinzione che il miglioramento del collegamento fluviale fosse un tassello indispensabile per lo sviluppo economico dell’area lombardo-ticinese.

Sfumato a seguito della prima guerra mondiale, il progetto ritornò d’attualità nel 1940, quando il presidente della provincia di Milano e un ingegnere milanese rilanciarono la questione.

A Locarno non si perse tempo e su iniziativa dell’avvocato Camillo Beretta venne fondata l’Associazione Locarno-Venezia con lo scopo di proseguire gli studi per l’idrovia.

La causa venne perorata sia dal consigliere di Stato Emilio Forni sia dal consigliere federale Enrico Celio il quale, durante un dibattito in Parlamento a Berna, indicò come prioritaria, nell’ambito dei collegamenti fluviali tra la Svizzera ed Europa, l’idrovia Locarno-Venezia.

La discussione proseguì nel secondo dopoguerra, tuttavia la speciale commissione incaricata dal Consiglio federale di valutare il progetto sollevò forti perplessità sulla reale utilità dell’opera (rispetto ai collegamenti stradali e ferroviari), sulle implicazioni finanziarie e sull’impatto ambientale delle infrastrutture portuali nel Locarnese. Il sogno tornò nuovamente nel cassetto.


Dalle sponde del Lago Maggiore alla laguna di Venezia

Un vecchio sogno che diventa realtà

Cinquant’anni dopo il progetto si sta finalmente concretizzando e, abbandonate le motivazioni prettamente commerciali, rientra in un discorso di recupero ambientale-urbanistico e di turismo sostenibile.

Un discorso che riguarda soprattutto il recupero dei Navigli milanesi, lunghi circa 150 chilometri, e la valorizzazione paesaggistica di intere aree, dai parchi del fiume Ticino al Lago Maggiore. Con l’aggiunta, lungo i corsi d’acqua, di un esteso sistema di piste ciclabili.

Dell’intero tragitto, attualmente sono navigabili solo i percorsi da Locarno ad Arona sul Verbano e da Cremona a Venezia sul Po. Nei prossimi dieci anni saranno dunque da rendere navigabli i tratti da Arona a Milano, il Naviglio Pavese (la cui parte milanese dovrebbe essere aperta già quest’anno) e da Pavia a Cremona.

Il lavoro è dunque imponente, poiché comprende la creazione di canali e conche con relativi impianti idraulici, di luoghi d’attracco e di porti, nonché la pulizia e il ripristino di corsi d’acqua già esistenti. Inoltre sarà attuato anche un programma di recupero energetico, con la costruzione di microcentrali elettriche.

Milano punta in alto, ma anche Locarno…

D’altra parte il capoluogo lombardo non nasconde le sue ambizioni: con il collegamento Locarno-Milano-Venezia punta a diventare cuore dell’idrovia e porto turistico internazionale in vista della candidatura per le Olimpiadi del 2016.

Ma anche per Locarno l’operazione avrà ricadute positive. Secondo uno studio Interreg – in cui la Città ha avuto un ruolo di primo piano, come tiene a precisare la sindaca Carla Speziali – l’indotto economico generato dall’idrovia sarà notevole.

Una potenzialità da sfruttare appieno, anche perché, osserva sempre Speziali, il progetto si inserisce in quel concetto di turismo sostenibile e di qualità cui mira Locarno.

Ciliegina sulla torta, l’idrovia collega anche due capitali del cinema, il Festival locarnese e la Mostra veneziana. Come dire: agosto in Piazza Grande e settembre in laguna con spostamento rigorosamente in barca. Potrebbe essere trendy.

swissinfo, Françoise Gehring, Locarno

http://www.swissinfo.org/sit/swissinfo.html?siteSect=108&sid=5519390&cKey=1113206168000
 
#87 ·
Il progetto, un tunnel di 8 km, inizierà l'iter tra pochi giorni
Il sindaco lo caldeggia, i due candidati alla successione frenano
Via al metrò sotto la laguna
il sogno che divide Venezia
dal nostro inviato ROBERTO BIANCHIN


Il sindaco Paolo Costa
VENEZIA - Attesa come la manna e temuta come la peste, amata e odiata come tutte le grandi opere progettate nella fragile città dei Dogi, la metropolitana sublagunare, "sognata sin dalla fine dell'800", come sostiene la giunta comunale uscente, finisce di essere un miraggio, una chiacchiera da bar. Il progetto, sette fermate da Tessera all'Arsenale in un tunnel di otto chilometri che corre venti metri sott'acqua, esce a sorpresa dai cassetti polverosi del Comune e comincia ufficialmente il suo viaggio burocratico per diventare realtà.

Giovedì 21 aprile, tre giorni dopo il ballottaggio che darà a Venezia un nuovo sindaco, ma dodici giorni prima del suo insediamento, il progetto del metrò, sostenuto dalla maggioranza di centrosinistra in scadenza pur tra contrasti e polemiche, verrà esposto nell'aula magna dell'università di architettura. E sarà tutt'altro che una passerella. Perché la "pubblicizzazione dell'intervento" è il primo atto ufficiale della valutazione di impatto ambientale dell'opera, che va a così a incominciare. I cittadini avranno cinquanta giorni di tempo per presentare le loro osservazioni.

Il progetto, approvato dal Comune, e caldeggiato dal sindaco uscente Paolo Costa, è sostenuto da una "associazione temporanea di imprese" capitanata dalla Actv, l'azienda di trasporto pubblico locale, e realizzato, dice l'amministrazione, con una "procedura innovativa", quella del "project financing". Il Comune, in sostanza, "non spenderà un euro". Il costo dell'opera, stimato in 340 milioni di euro, verrà sostenuto per metà da un finanziamento del governo, e per l'altra metà da fondi anticipati dalle imprese costruttrici.

Il Comune ha inviato il progetto al ministero delle infrastrutture per l'inoltro al Cipe con la richiesta del "finanziamento aggiuntivo" a integrazione degli investimenti programmati dai promotori. Questi ultimi (Actv, Bnl, Mantovani, Sacaim, Arsenale Venezia, Net Engineering, Studio Altieri, Save Engineering, Metropolitana Milanese) contano di rientrare dall'investimento con l'incasso dei biglietti.

Il metrò, per la cui costruzione sono previsti cinque anni e mezzo di lavori, dovrebbe partire da Tessera, nella terraferma veneziana, accanto al nuovo stadio e al nuovo casinò, progettati anch'essi ma entrambi ancora da costruire. Correrà fino a Venezia per 8 chilometri e 300 metri in un tunnel sottomarino a binario unico di 5,8 metri di diametro, venti metri sott'acqua. La seconda fermata dovrebbe essere all'aeroporto "Marco Polo", la terza ai bordi della terraferma, al terminal di Tessera, dove dovrebbe incontrarsi con le nuove linee della ferrovia e dei tram urbani di Mestre. Quindi attraverserà la laguna fino all'isola di Murano, quella famosa per i suoi vetri (quarta fermata) e approderà in centro storico alle Fondamente Nuove, all'altezza della Misericordia. Le ultime due fermate, sempre a Venezia, saranno all'ospedale civile (dieci minuti a piedi da piazza San marco), e quindi all'Arsenale, semiabbandonato da decenni, che si conta in questo modo di rivitalizzare.

Per collegare le stazioni alla superficie, vi saranno delle "zone di risalita" con passaggi pedonali, scale mobili, fisse e ascensori, e attività commerciali, servizi e biglietterie. Il tempo totale di percorrenza, da Tessera all'Arsenale, sarà di 14 minuti, la metà di quello impiegato oggi con i normali mezzi acquei. Si prevedono otto corse all'ora, capaci di trasportare ciascuna 300 passeggeri, con convogli lunghi trenta metri di vetture su gomma, per una capacità totale di 30-40 mila passeggeri al giorno, e di 6 milioni di passeggeri l'anno: la metà dei turisti che annualmente intasano Venezia.

Ma non mancano le polemiche, sia sull'utilità che sui costi dell'opera, come sui rischi statici e ambientali per un'opera che potrebbe mettere a repentaglio la stabilità del sottosuolo della laguna.
 
#88 ·
Venezia, Cacciari: ''Rilanciare la biennale con grande progetto architettonico''

Coinvolti l'Archivio storico, la Mostra del Cinema e le sedi espositive

Venezia, 14 apr. (Adnkronos) -''Per rilanciare La Biennale e Venezia, ci vuole un grande progetto architettonico che coinvolga l'Archivio Storico, la Mostra del Cinema e le Sedi espositive della Biennale Arte''. Lo ha sostenuto il candidato a sindaco di Venezia, Massimo Cacciari(Margherita), questa mattina ad un incontro con i dipendenti della Biennale di Venezia a Palazzo Querini Dubois. ''L'Asac- dichiara Cacciari - non e' soltanto un archivio, non deve essere una sorta di ''astronave'' parcheggiata in citta', ma un progetto di produzione culturale che investa il tessuto piu' vivo di Venezia e ne funga da volano per iniziative di grande spessore''. Tra gli altri temi affrontati il problema degli spazi all'Arsenale, che '' devono necessariamente essere sdemanializzati per permettere un programma continuo di eventi artistici, e non una tantum, e il cinema che richiede nuovi spazi al Lido ma non tendoni o strutture temporanee''. ''Non si puo' andare avanti cosi', - conclude Cacciari- bisogna creare un grande masterplan culturale per tutta la citta', da proporre a grandi investitori. Venezia deve rappresentare la porta d'ingresso privilegiata in Europa per realta' culturali quali Cina ed India''.

Una domanda
Ma chi è il sindaco di Venezia?
 
#89 ·
Il nuovo ponte sarà pronto per ...

Il nuovo ponte sarà pronto per il 1998... No, sarà pronto per il 2003, anzi sarà pronto per la primavera del 2005. Le sue fondamenta sono solide. No, il ponte senza interventi di rinforzo rischiano di non poter sostenere la spinta. Il ponte è stato progettato a norma, anzi no. Il ponte sarà a costo zero per il Comune, anzi costerà dai 6,5 ai 9 milioni di euro.

Con tutto questo parlare il nome di Santiago Calatrava, famosissimo e apprezzato architetto, dovrebbe risultare a Venezia tra i primi dieci nella lista dei più conosciuti o dei più citati. Sul ponte dal lui progettato, però, a parte il grande ritardo nell'esecuzione rispetto agli annunci, le idee non sembrano molto chiare. Per capire cosa sta succedendo abbiamo girato dubbi e perplessità al direttore dei lavori, l'ingegner Roberto Scibilia.

- Allora ingegnere, quando vedremo questo ponte?

«Una data ce l'avrei, ma ormai dati i precedenti non me la sento di fare annunci. Posso dire però che i problemi sono stati tutti risolti e che non dovrebbe mancare poi molto alla messa a dimora».

- Per "messa a dimora" s'intende il posizionamento del ponte o la possibilità di attraversarlo?

«Dopo che la struttura in acciaio sarà fissata alle spalle in calcestruzzo, occorreranno altri tre-quattro mesi per sistemare i gradini e i parapetti».

- I gradini saranno in vetro, non ci sarà pericolo di scivoloni?

«Ovviamente sarà vetro trattato in modo particolare. Non bisogna immaginarsi un ponte trasparente: di giorno i gradini non saranno molto diversi da quelli in marmo, ma di notte saranno illuminati dal basso, mentre il parapetto (quello sì trasparente) sarà "riempito" da una lama di luce che partirà dal corrimano».

- Che sia bello non ci sono dubbi. Sarà anche sicuro? Abbiamo letto di alcune polemiche relative alle fondazioni...

«L'ho detto e lo ribadisco: il ponte non ha alcun problema di cedimenti. Posso spiegarlo, ma ci dovremo addentrare in qualche spiegazione tecnica. Le fondazioni ipotizzate da Calatrava avevano una forma a "C" allungata, con pareti in calcestruzzo spesse un metro e profonde venti metri. Sono stati previsti persino gli alloggiamenti per dei tiranti d'acciaio nel caso si dovessero verificare in futuro spostamenti non previsti dai calcoli. Poi, per rendere ancora più sicura l'opera, abbiamo chiuso quella "C" trasformando le fondazioni in una grande scatola il cui fine è scaricare verticalmente la notevole spinta laterale dell'arco ribassato».

- E allora, la polemica dell'esposto della vedova del professor Creazza? Lui, da consulente di Calatrava, aveva proposto un'altra soluzione che poi non fu adottata.

«La sua proposta era di fare delle fondazioni normali, non sovradimensionate come quelle attuali, ma collegandole assieme da una "catena" in calcestruzzo sotto il canale che sarebbe potuta diventare un tunnel. Una soluzione geniale ed elegante, che arrivava con un progetto definitivo già approvato».

- A quanto pare la soluzione Creazza sarebbe costata un miliardo e mezzo in più e quindi politicamente la giunta non se la sentì di portare un altro aumento ad un budget già stanziato e in un consiglio comunale già diviso sul ponte. Senta, ma il fatto che le fondazioni siano quasi tangenti la riva della stazione non conta ai fini della sicurezza statica?

«La spinta del ponte si scarica sulle fondazioni e non avrà alcun effetto sulla riva».

- Perché tanti ritardi?

«Guardi, qui occorre premettere che questo ponte non è ciò che potrebbe sembrare a prima vista. La struttura progettata da Calatrava è altamente complessa non perché fare un ponte così sia difficile, ma perché nessun elemento che lo costituisce si trova sul mercato. Tutto va quindi progettato e realizzato ad hoc. L'arco, come in quasi tutte le opere di Calatrava, ricorda una colonna vertebrale umana e ciascuna delle 74 "vertebre" è diversa dall'altra. I suoi componenti hanno una sezione ovoidale che si interseca con una sezione tonda. Purtroppo certi problemi sono impossibili da gestire su due dimensioni e così sono emersi una volta che il lavoro era passato all'officina. Problemi che sono stati via via risolti senza stravolgere il progetto iniziale».

- L'ultimo di questi ritardi a cosa è dovuto?

«Ad un problema sugli ultimi due dei sei conci (i "pezzi" di cui è formato il ponte, ndr). In parole povere, il piede delle "vertebre" non si intersecava perfettamente con il corrente (l'arco sul quale le "vertebre" poggiano). A quel punto si sono cercate varie soluzioni, sempre tenendo presente i calcoli già effettuati. Alla fine con Calatrava si è convenuto di allargare un tratto del corrente inferiore di un centimetro e mezzo per tecuperare la tangenza. Questo ha richiesto nuovi calcoli, nuove fusioni e, una volta pronto il nuovo pezzo, sfortunatamente questo è risultato inidoneo ai test di sforzo».

- Questi, però, sono affari delle imprese esecutrici.

«Il Comune ha tenuto conto dei problemi di progettazione e dei relativi aggiustamenti concedendo le proroghe, ma per alcuni sforamenti non riferibili al progetto l'assessore ha dato il via alle contestazioni».

- Il ponte era stato previsto accessibile anche all'inizio della progettazione?

«Il servoscala era previsto fin dall'inizio, anche nel primo progetto passato in Salvaguardia. Poi le associazioni di disabili protestarono perché questo è un ripiego che si applica a strutture esistenti. Secondo loro, Calatrava avrebbe dovuto ideare qualcosa di diverso. Così si arrivò a concepire l'ovovia».

Michele Fullin
 
#90 ·
Il secondo aeroporto d'Europa
Subito dopo il nuovo scalo di Atene per soddisfazione dei passeggeri e qualità dei servizi

Un altro punto a favore di Save, la società di gestione dell'aeroporto Marco Polo di Tessera, che in questi giorni ha visto lo scalo veneziano inserito al secondo posto nella classifica europea per grado di soddisfazione dei passeggeri e qualità dei servizi aeroportuali.

Il risultato esce da un'indagine indipendente di SkyTrax che ha realizzato un sondaggio tra i passeggeri che frequentano gli aeroporti europei. Al primo posto si è classificato il nuovissimo scalo di Atene, subito dietro quello di Venezia che è anche l'unico aeroporto italiano presente nei primi posti di questa lista; terzo l'aeroporto di Barcellona per quel che riguarda tutta l'area del Sud Europa.

Dopo il consiglio d'amministrazione che ha approvato il bilancio, passo propedeutico - secondo il presidente di Save, Enrico Marchi - per lo sbarco in Borsa che, dopo vari rinvii, dovrebbe avvenire entro fine giugno, arriva dunque una nuova soddisfazione per il Marco Polo: «Il riconoscimento rappresenta un nuovo elemento d'orgoglio non solo per Save, ma per la città di Venezia e, più in generale, per l'intero Nord Est - afferma la società di gestione dell'aeroporto che risponde, così, alle critiche avanzate da più parti nelle scorse settimane, e anche in questi ultimi giorni dal deputato Ds Andrea Martella, sulla sicurezza dell'aerostazione, sulle attrezzature per gli handicappati, sui problemi del grande parcheggio coperto. - Contributo principale al raggiungimento di questo risultato è dato, oltre che dal lavoro di tutti gli operatori, dalla nuova aerostazione, inaugurata a luglio 2002. Le caratteristiche architettoniche e funzionali della nuova infrastruttura, unitamente all'impegno di Save per il continuo miglioramento della qualità (al proprio interno, tra l'altro, ha uno specifico ufficio che si occupa di miglioramento della qualità), permettono ai passeggeri di fruire di servizi aeroportuali di grande qualità in un contesto particolarmente gradevole che rende il transito in aeroporto un elemento determinante nella complessiva esperienza del viaggio».

SkyTrax è una società che conduce periodici sondaggi ai passeggeri di oltre 150 aeroporti in tutto il mondo. L'indagine in questione si riferisce al periodo giugno 2004-marzo 2005, e tiene conto del livello di soddisfazione dei passeggeri in merito ai più diversi aspetti dei servizi offerti dai singoli scali.

:bowtie: :bowtie: :bowtie: :bowtie: :bowtie:
 
#91 ·
FUSINA
Quasi 200 milioni di € per il nuovo impianto di trattamento delle acque

Si farà con il sistema del project financing - lo stesso usato per l'ospedale nuovo di Mestre - la trasformazione dell'impianto di depurazione di Fusina in un centro di trattamento di tutti gli scarichi civili e industriali. La Giunta regionale del Veneto ha rilevato infatti le condizioni di pubblico interesse in relazione alla proposta di «project financing» (finanza di progetto) presentata per la progettazione, realizzazione e gestione del Progetto Integrato Fusina. Con lo stesso provvedimento sono state quindi avviate le procedure per l'indizione della gara di concessione. Il soggetto promotore dell'intervento, che sarà realizzato con il concorso di capitali privati, è una Associazione Temporanea di Imprese costituita da Delta Po Spa (ora Veneto Acque Spa, in qualità di capogruppo mandataria), Vesta Spa e Impresa Costruzioni Ing. E. Mantovani Spa. Il Progetto Integrato Fusina prevede la trasformazione dell'impianto di depurazione in un centro di trattamento polifunzionale per tutti gli scarichi civili e le acque di prima pioggia di Mestre, Marghera, Porto Marghera e del Mirese, nonché gli scarichi industriali di Porto Marghera. L'ammontare dell'investimento è stato fissato in oltre 196 milioni di euro di cui la quota di capitale pubblico è di quasi 93 milioni a valere sui fondi della Legge Speciale per Venezia.
 
#92 ·
Bocciata la nuova porta del Marco Polo
La Commissione di Salvaguardia, all’unanimità, ha rispedito alla Save il progetto per albergo, darsena, centro congressi

I 15 componenti della Commissione di Salvaguardia hanno sbattuto la porta in faccia alla Save, la società di gestione dell'aeroporto di Venezia, e al progetto del canadese Frank O. Gehry per la grande nuova porta di Venezia: progetto voluto fortemente dall'ex presidente del Marco Polo, Gianni Pellicani, e portato avanti con determinazione dall'attuale vertice di Save, Enrico Marchi che due anni fa, in occasione della presentazione ufficiale, ebbe a dire: «È un occasione per scongiurare il pericolo di trasformare Venezia in un grande museo a cielo aperto».

Che cosa succederà ora? Ricorsi, controricorsi, nuove procedure, appelli alla "extraterritorialità" dell'aeroporto rispetto al resto del Comune di Venezia... ma sicuramente accadrà che, come disse nel 2002 proprio Gehry, «i tempi di realizzazione saranno "italiani". Cinque anni fa venni a Venezia per festeggiare il nuovo ponte di Calatrava e oggi non l'hanno ancora iniziato». Il cantiere di Calatrava, in questi due anni, è stato in effetti aperto, ma chissà quando sarà chiuso.

Ottanta milioni d'euro di investimento (anche se fino ad oggi Save ha stanziato solo poco più di 1 milione d'euro), un albergo da 350 stanze, un centro congressi per 3 mila persone solo nella sala grande, e 30 mila visitatori al giorno complessivi, un bar galleggiante, negozi, tutto sotto a due gigantesche chele di granchio con 30 mila metri quadri di edifici e una sorta di cupola di acciaio inossidabile, bucata per far passare la luce del giorno, che coprirà la darsena per taxi e vaporetti. La darsena, in proposito, dovrebbe essere raddoppiata rispetto alle attuali dimensioni. E il progetto di Save va anche oltre l'idea di Gehry, nel senso che la società di gestione del Marco Polo prevede di realizzare altri due alberghi, accanto a quello disegnato dal canadese autore del museo Guggenheim di Bilbao, per un totale di 900 posti letto.

Ebbene, di fronte a tutto questo "ben di Dio" la Commissione di Salvaguardia ha detto che la cosa è addirittura inesaminabile per 3 motivi di fondo: mancano il piano complessivo dell'area aeroportuale (che si sta aspettando da oltre 3 anni), la verifica di impatto ambientale complessiva (Via), e il piano dell'accessibilità e mobilità complessivo (per mettere assieme le esigenze di aeroporto, porta di Gehry, progetto dell'Aeroterminal, sviluppo del Casinò, nuovo stadio, cittadella del gioco e del divertimento e, non ultimi, i cittadini di Tessera).

Nell'occasione, infine, la Commissione ha segnalato che non le risulta nessun atto che autorizzi il raddoppio della darsena.

Nelle more della riunione - che a quanto pare ha scoperchiato un vulcano solo intravisto qualche mese fa quando scoppiò la lite furibonda tra l'assessore alla Pianificazione strategica del Comune di Venezia, Roberto D'Agostino, e il presidente di Save Enrico Marchi - i commissari hanno dunque appurato che la procedura per la Verifica di impatto ambientale (Via) delle nuove strutture dell'aeroporto (e quindi anche della nuova aerostazione) non è mai iniziata.

Save, da quanto si sa, ha chiesto a Maria Giovanna Piva, la presidente del Magistrato alle Acque, quale Provveditore regionale alle opere pubbliche, di convocare una nuova Conferenza dei servizi. Che cosa dovrebbe fare? In difformità degli strumenti urbanistici vigenti (come evidenzia l'istruttoria regionale, il Piano particolareggiato per le nuove opere non è mai stato fatto), dovrebbe autorizzare tutte le nuove strutture perché considerate opere di interesse pubblico. La Save, dunque - che anche poco tempo fa ha dichiarato di essere una società privata e quindi di non essere obbligata a pagare 1 milione d'euro per un'opera d'arte prevista invece dalla convenzione con lo Stato che ha permesso i finanziamenti per la nuova aerostazione, - in questo caso sostiene che deve intervenire lo Stato perché deve realizzare opere di interesse pubblico tra le quali alberghi, negozi, centro congressi e via di seguito. Il parlamentare veneziano dei Ds, Michele Vianello, a proposito di questi argomenti l'anno scorso disse: «Non so, sinceramente, quale legge di mercato stabilisca che per sviluppare l'aeroporto, realizzare l'aerostazione nuova, le piste e tutto il resto, compreso il grande progetto della porta di Tessera, si spendano soldi pubblici, e invece i proventi finiscano in tasca a pochi privati».

La disputa tra Marchi e D'Agostino - sfociata anche in querele - è scoppiata proprio sullo sviluppo dei terreni attorno all'aeroporto: una gigantesca operazione che dovrebbe riversare in gronda lagunare milioni di metri cubi di cemento, parte per realizzare il progetto Gehry (quindi per la Save), parte per il progetto di Aeroterminal la società presieduta da un imprenditore trentino che ha acquistato una ventina di ettari per costruirvi un altro albergo, un parcheggio, una piccola darsena (poi scomparsa) e via di seguito. Tra veti incrociati, per impedirsi rispettivamente di arrivare per primi alla meta e poter sfruttare al meglio l'enorme potenziale economico di queste strutture, i due contendenti non sono giunti ad un accomodamento. E per questo è strano che l'anno scorso una Conferenza dei servizi "fantasma" - nel senso che la Salvaguardia non ne ha trovato alcuna traccia (nonostante il presidente della Commissione sia anche responsabile del settore Territorio della Regione) - abbia approvato il raddoppio della darsena.

Scendendo nei particolari della bocciatura della Salvaguardia c'è da sottolineare che quanto alla Verifica di impatto ambientale, i commissari la ritengono necessaria (lo è per legge) perché un albergo da 350 stanze e alto 38 metri sarebbe visibile non tanto dalla laguna ma addirittura dal mare aperto; e questo non si può realizzare in gronda lagunare, oltretutto mezzo sulla terra e mezzo sull'acqua. Avrebbe, insomma, un impatto ambientale notevolissimo, al di là di tutte le considerazioni sulla necessità di svecchiare Venezia. Quanto alla richiesta di un piano di accessibilità e mobilità, occorre ricordare che l'istruttoria regionale ha evidenziato come già nelle condizioni operative attuali la rete viaria esistente è congestionata; la nuova porta di Venezia può condurre all'azzeramento del servizio e alla paralisi del sistema di accesso all'aeroporto
 
#93 ·
LIDO
L'aerostazione del Nicelli sarà inaugurata il 16 luglio con un raduno di ultraleggeri

(L.M.) Sarà un grande raduno interregionale di ultraleggeri ad inaugurare, il prossimo 16 luglio, l'aerostazione dell'aeroporto "Nicelli" di San Nicolò al Lido. La notizia è arrivata ieri dopo una riunione che si è tenuta al Lido, anche con i rappresentanti della Regione, per pianificare la manifestazione. A dare l'annuncio è stato ieri il direttore della circoscrizione aeroportuale ing. Valerio Bonato. "Per metà luglio - ha spiegato Bonato - dovremmo aver ultimato i lavori all'aerostazione del Lido e quindi vorremmo sottolineare questo traguardo con manifestazione dedicata al volo degli ultraleggeri". L'evento non resterebbe una manifestazione isolata, ma risponderebbe all'intenzione di rendere l'aeroporto del Lido specializzato in questo settore e punto di riferimento per i voli turistici. Durante il raduno ci sarà anche la presentazione di un libro dedicato agli ultraleggeri.Intanto, ieri c'è stato un altro passaggio importante verso la riapertura dei lavori che dovrebbero ripartire martedì prossimo. Con la ditta incaricata di compiere i lavori la "Nicelli spa" ha sottoscritto l'accordo che prevede anche alcune migliorie rispetto al capitolato iniziale. Il cantiere, dalla prossima settimana, dovrebbe nuovamente animarsi. Nei giorni scorsi era filtrata un po' di preoccupazione per una perdita di circa 300 mila euro nel bilancio della società. Dalla "Nicelli spa", però, sono tranquilli. "Si tratta di un disavanzo che i soci che formano l'assetto azionario si sono impegnati a coprire. Un disavanzo prodotto dai costi di esercizio della società. Ma questo non comporta un rallentamento dei lavori. Questi sono già finanziati tutti, a parte la pista per la quale attendiamo 1,5 milioni di euro. Per i costi di gestione della società, infatti, devono intervenire i soci. La "Nicelli spa" ha dei fondi in casa ma non si possono utilizzare i finanziamenti per ripianare i costi di gestione ordinari".
 
#94 ·
Entro la metà di maggio partiranno ...

Entro la metà di maggio partiranno due nuovi esami a domicilio al Lido. Il servizio della diagnostica a domicilio sarà incrementato con la possibilità, per i pazienti con difficoltà di deambulazione, di effettuare, su prescrizione del medico di base, nella propria abitazione gli esami di elettrocardiogramma e pulsimmetria. Intanto negli ambulatori dell'ex Ospedale Al Mare sono arrivati due nuovi specialisti: un medico pneumologo e un medico urologo. Così da poter leggere, in maniera ancor più veloce, i referti. Attualmente gli esami a domicilio vengono effettuati con una lista d'attesa di circa una settimana.

In caso di urgenza, però, su determinata richiesta del medico di base gli accertamenti medici si possono programmare anche nel breve arco di due-tre giorni al massimo. Il Lido, così, si prepara all'avvio della stagione balneare ancor più tutelato dal punto di vista sanitario. È stato avviato il servizio per il trasporto dei malati non urgenti da parte del nuovo nucleo della Croce Verde. E per le emergenze da metà maggio ci sarà anche il decollo dell'elicottero.

Tra le richieste che il distretto ha avanzato alla Regione, anche quella di poter dotare l'isola, come già avviene per il litorale nord, di una guardia medica turistica, in grado di dare assistenza a bagnanti e alla popolazione che risiederà al Lido per il periodo estivo.

La Regione Veneto, deve ancora sciogliere le riserve e dare una risposta e, dunque, è ancora incerto se questo ulteriore presidio possa partire già dal giugno del 2005.

Per il resto i servizi all'interno del distretto sono tutti confermati: compreso il punto di primo intervento all'ex Ospedale Al Mare, con due letti di terapia sub-intensiva, e l'unità diagnostica di radiologia. Dopo l'insediamento del nuovo sindaco di Cavallino-Treporti e del presidente della municipalità di Lido e Pellestrina, per il mese di maggio, il direttore del Distretto Maurizio Fontanella convocherà un apposito ufficio di coordinamento per fare il punto sul funzionamento della struttura e i prossimi obiettivi per tutto il corso del 2005.

Infine è stato raggiunto un accordo e dagli spazi dell'ex ospedale Al Mare sono stati trasferiti all'interno della casa "Madonna Nicopeya", degli Alberoni gli utenti con difficoltà mentali. Così si è liberato uno spazio all'interno dell'ex ospedale Al Mare che potrebbe essere destinato, attraverso una particolare convenzione, agli ospiti della comunità terapeutica "Villa Renata".
 
#96 ·
sonic from padova said:
Bocciata la nuova porta del Marco Polo
La Commissione di Salvaguardia, all’unanimità, ha rispedito alla Save il progetto per albergo, darsena, centro congressi

I 15 componenti della Commissione di Salvaguardia hanno sbattuto la porta in faccia alla Save, la società di gestione dell'aeroporto di Venezia, e al progetto del canadese Frank O. Gehry per la grande nuova porta di Venezia
Commissione di salvaguardia di che? :bash:
Salvaguardia di quello schifo che è oggi l'aeroporto di Venezia che da direttamente sulla laguna?

Ma da dove arrivano questi dotti signori?
 
#98 ·
GENIUS LOCI said:
Commissione di salvaguardia di che? :bash:
Salvaguardia di quello schifo che è oggi l'aeroporto di Venezia che da direttamente sulla laguna?

Ma da dove arrivano questi dotti signori?
SAVE ma questo nome non mi è nuovo.....
non è per caso l' azienda che aveva costruito e che gestiva la diga del Vajont????
:bash: :bash: :bash:
 
#99 ·
SALVAGUARDIA Ecoistituto, Venezia Ambiente, Italia Nostra, Lipu denunciano che i lavori restano assoggettati alle procedure della Legge speciale, e dunque non hanno autorizzazioni
Il Comune diffidato a fermare i cantieri del Mose
«O siamo nel castello di Kafka o siamo in uno Stato di diritto: gli interventi sono illegittimi e al di fuori della legge»

(S.T.) Ecoistituto Veneto, Associazione Venezia Ambiente, Italia Nostra, Lipu, hanno diffidato il direttore dello Sportello Unico del Comune, Ufficio controllo del Territorio, Renato Andreazza, a mandare i vigili nei cantieri del Mose, a controllare le autorizzazioni. «Quei lavori - ha sostenuto Michele Boato per l'Ecoistituto - sono illegittimi, sono fuorilegge. O siamo nel Castello di Kafka o siamo in uno Stato di diritto - ha aggiunto - ma io credo ancora che siamo in uno Stato di diritto, e quei lavori vanno fermati».

La diffida è stata inviata per conoscenza anche al difensore civico del Comune, nonché al sindaco, Massimo Cacciari, e al comandante dei vigili urbani, Francesco Vergine. «Ma il nostro interlocutore - ha spiegato Boato - è la direzione Sportello Unico». Quella che, secondo i firmatari della diffida, ha la competenza per intervenire. Certo, hanno aggiunto, anche Cacciari deve essere informato. «Perché qui - ha sottolineato Boato - siamo altrimenti davanti a una omissione di atti d'ufficio, e anche il sindaco, nonché il difensore civico, dovranno prendere i loro provvedimenti».

Attorno alla legittimità dei lavori è girato in Comune un fitto carteggio, innescato dall'assessore alla Legge speciale, Giampaolo Sprocati. A Sprocati hanno risposto sia l'assessore all'Urbanistica, Guido Zordan, confermando che tutte le opere del Mose risultano estranee a ogni strumentazione urbanistica comunale (Prg) e regionale (Palav), sia Andreazza, sostenendo «che la realizzazione di opere di competenza dello Stato non è soggetta ad atti abilitativi o autorizzativi rilasciabili da questo ufficio».

Secondo Andreazza, infatti, il Mose risponde alle procedure della Legge obiettivo, e non a quelle della Legge speciale, ma Ecoistituto, Italia Nostra, Lipu, Venezia Ambiente contestano proprio questa interpretazione. «Che la legge obiettivo abbia cancellato la legge speciale è falso», hanno sostenuto. E dunque pretendono che Andreazza mandi i vigili a controllare le autorizzazioni e che, in loro assenza, informi di ciò il ministero delle Infrastrutture e la Regione ai quali spetta intervenire.

«In questa vicenda troviamo illegalità ad ogni piè sospinto», ha sostenuto per la Lipu Federico Antinori, sostenendo che il Magistrato alle Acque non ha mai risposto alle richieste di accesso agli atti amministrativi ex lege 241 e che i lavori hanno violato le direttive europee habitat. «La battaglia non è finita, e più avanti vanno più facile sarà fermarli perché continuano a fare forzature», ha concluso per Italia Nostra Alvise Benedetti, puntando il dito contro il peccato originale della concessione unica al Consorzio Venezia Nuova.
 
#100 ·
ZATTERE
Rosan: «Ancora troppi ritardi per il nuovo pontile dell'Actv»

Torna d'attualità lo spostamento del pontile delle Zattere. Un tema più volte dibattuto e sul quale, almeno dal punto di vista formale, una decisione definitiva era stata più volte annunciata dagli stessi vertici dell'Actv. Ora, però, lo spostamento dell'imbarcadero e il conseguemente miglioramento del servizio di navigazione è al centro di una lettera inviata dal consigleire di municipalità Danilo Rosa (Italia dei valori) al direttore dell'Actv.

«Nonostante le assicurazioni avute relative allo spostamento del pontile dell'Actv alle Zattere - afferma Rosan nella lettera indirizzata al direttore dell'Actv Maurizio Castagna - nulla di nuovo si è poi saputo sullo stato di fatto dell'iter che è concluso, come è stato detto in più occasioni. Al momento, però, non si vede l'inizio dei lavori». Rosan polemizza poi sul fatto che l'Actv continua a parlare a istituire linee nuove come quella tra gli Alberoni e le Zattere. «È tempo di dire ai cittadini a che punto stanno le cose prima di iniziare una nuova mobilitazione della gente. Non c'è nessuna scusa visto che anche l'Autorità portuale ha dato l'assenso sull'uso della riva. La decisione è stata presa e non si torna indietro. Ma alla gente questo non basta conclude il rappresentante dell'Italia dei valori - perchè è ora che si veda l'inizio dei lavori».
 
#101 ·
URBANPROMO 2005

URBANPROMO 2005

URBIT, Urbanistica Italiana, società dell’INU, Istituto Nazionale di Urbanistica, organizza per il secondo anno consecutivo UrbanPromo 2005, Evento di Marketing Urbano, che avrà luogo a Venezia dal 16 al 19 Novembre 2005, negli spazi di Palazzo Franchetti, sede dell’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti.

Il successo dell’edizione 2004 ha spinto il comitato scientifico di URBIT a proporre la manifestazione con cadenza annuale, constatando il numero crescente di interventi di modificazione e trasformazione urbana, che si stanno avviando in molte parti d'Italia, dopo anni di assoluto immobilismo.

UrbanPromo 2005 vuole essere un luogo di incontro per tutti gli attori che prendono parte a tali processi, ciascuno per le proprie competenze e professionalità: Enti locali, Proprietari, Promotori, Investitori e Gestori di patrimoni immobiliari, Società di progettazione, Imprese di costruzioni, Istituti di credito ed Enti di ricerca.

UrbanPromo 2005 si propone come un “salotto”, considerando la cornice dell’evento, in cui si possa discutere e dialogare sui temi pertinenti la pianificazione, la progettazione e la gestione dei complessi fenomeni di riuso del suolo, che vanno dal recupero ambientale di vuoti urbani alla riqualificazione di interi brani di città, dalla valorizzazione di patrimoni immobiliari in aree dismesse alla ricucitura di tessuti sociali sfrangiati, dal potenziamento dei sistemi infrastrutturali all’applicazione di metodologie adeguate alla mitigazione degli impatti connessi.

L’invito è pertanto rivolto a tutti coloro che hanno a cuore il futuro delle città, perché gli interventi di riqualificazione urbana diventino occasione di disseminazione del germe della riterritorializzazione, attraverso la ricerca di un giusto equilibrio tra sostenibilità economica, ambientale e sociale degli interventi,
ben lungi dalla semplicistica riduzione dei processi di trasformazione urbana ad operazioni

di svuotamento e di riempimento di aree, bisognose di campagne pubblicitarie.

Nell’ambito di tale fecondo terreno di riflessione, Urbanpromo 2005 vuole offrire un’occasione di confronto, di integrazione e di scambio fra le varie culture ed i multiformi saperi che partecipano al ridisegno delle città e del loro territorio, attraverso l’allestimento della mostra a tema “Progetti per i nodi urbani dell’intermodalità”, l’esposizione dei progetti e l’organizzazione di convegni, dibattiti, tavoli ed incontri, a cura dell’INU, delle Associazioni e degli Istituti di ricerca coinvolti e di quanti, Enti o Società presenti alla manifestazione, ne faranno richiesta.

I profili e le schede di progetto degli Enti e delle Società, partecipanti ad UrbanPromo 2005, saranno pubblicate dalla rivista specializzata Edilizia e Territorio (gruppo Il Sole 24 Ore), che diffonderà a livello nazionale un dossier dedicato alla manifestazione.

Informazioni
INU, Istituto Nazionale di Urbanistica
Piazza Farnese 44, 00186 Roma
tel. 06 68 80 11 90 - 06 68 80 96 71
fax 06 68 21 47 73 - www.inu.it

URBIT, Urbanistica Italiana Srl
Piazza Farnese 44, 00186 Roma
tel. 06 68 19 29 47 - fax 06 68 21 47 73
info@urbit.it - www.urbanpromo.it

Organizzazione di Convegni e Incontri:
Stefano Stanghellini - stanghellini@urbit.it

Partecipazione alla Mostra:
Simone Ombuen - ombuen@urbit.it

Schede del Dossier:
Manuela Ricci - ricci@urbit.it

Sito web:
Monica Minervino - info@urbit.it

Ufficio stampa:
Mila Sichera – info@urbit.it
 
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