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“Non essere più niente”

1496 Views 60 Replies 19 Participants Last post by  SimoTO
Le due sinistre incompatibili
Scritto da Angelo Panebianco
martedì 13 maggio 2008


L'attacco televisivo di Marco Travaglio al presidente del Senato, Renato Schifani, va probabilmente interpretato come l'inizio di un conflitto interno alla sinistra, un episodio che si spiega facendo riferimento alle sue due contrapposte anime e alla lotta che oggi, inevitabilmente, fra esse si apre. La presenza in Parlamento, fino alle ultime elezioni, della sinistra massimalista, aveva per un po' oscurato ogni altra diversità, aveva spinto molti a pensare che quella fra riformisti e massimalisti fosse l'unica divisione rilevante a sinistra. Non era così.

Scomparsa la sinistra massimalista, torna alla luce un'altra divisione, forse molto più importante: quella fra riformisti e antiberlusconiani. Non nel senso, ovviamente, che i riformisti del centrosinistra non siano avversari di Silvio Berlusconi (lo sono per forza, essendo egli il leader della maggioranza a cui essi si oppongono) ma nel senso che, a differenza degli antiberlusconiani puri, essi non fanno, o non fanno più, dell'antiberlusconismo il fondamento della loro identità politica. Il conflitto fra le due sinistre è reso inevitabile dal fatto che l'antiberlusconismo, nella versione pura e dura, ha permeato per tanto tempo la sinistra: sbarazzarsene di colpo non è possibile. Reduci da mille battaglie, carichi di gloria e cicatrici, gli antiberlusconiani puri e duri non sono disposti a farsi mettere da parte. Un po' come quei veterani di guerra che rifiutano di consegnare le armi ad armistizio ormai siglato e si danno alla macchia, si dedicano alla guerriglia. Per capire bisogna interrogarsi su che cosa sia stato l'antiberlusconismo per la sinistra italiana, dal 1994 (anno dell'ingresso in politica di Silvio Berlusconi) fino al momento della affermazione di Walter Veltroni come leader del Partito democratico. Nonostante egli l'abbia sconfitta per tre volte, se Berlusconi non fosse esistito, la sinistra avrebbe dovuto inventarlo. Perché? Perché la fine del comunismo ne aveva distrutto l'identità. Prima di allora, la sinistra aveva per lungo tempo creduto di essere «tutto». Scoprì, dolorosamente, di non essere più «niente». Avendo escluso la via della trasformazione del Pci in un normale partito socialdemocratico (la richiesta in tal senso dell'allora sinistra migliorista, degli Emanuele Macaluso e dei Gerardo Chiaromonte, venne rigettata) rimaneva solo un instabile composto, fatto di continuità sotterranee con un passato con cui non si sapeva fare i conti, di radicalismo, di laburismo (fiancheggiamento dei sindacati), di giustizialismo (fiancheggiamento delle procure), il tutto condito con velleità «liberal ».
Il mastice per tenere insieme questo composto e per celare il vuoto culturale lasciato dalla fine del comunismo fu appunto l'antiberlusconismo.
Berlusconi fu, per un lungo periodo, molto di più che un avversario da battere. Fu l'uomo grazie alla cui esistenza la sinistra si potè dare, in una fase di transizione per lei difficilissima, una provvisoria identità.

Tutti i fantasmi evocati per quasi un quindicennio (il mito dell'uomo nero, del nemico assoluto, il mito della superiorità antropologica della sinistra rispetto a una destra moralmente corrotta che si era scelta Berlusconi), fantasmi che ricorrevano continuamente nelle conversazioni quotidiane, che altro erano se non la spia del fatto che tanta parte della sinistra, in quegli anni, preferiva parlare di Berlusconi (del quale, peraltro, sperava di potersi sbarazzare per via giudiziaria) piuttosto che guardarsi allo specchio, spaventata dalla possibilità di non scorgervi nulla? Dopo essersi dispiegato con la massima forza all'epoca del secondo governo Berlusconi (2001-2006), l'antiberlusconismo è stato anche il solo collante della coalizione che ha portato Prodi al governo nel 2006. Si è visto come è finita. Cercando di disfarsene, di costruire su altre basi l'identità del Partito democratico Veltroni ha dato davvero l'avvio a un grande cambiamento. Lo ha fatto peraltro, in modo non del tutto coerente: ad esempio, non sono mai state spiegate fino in fondo le ragioni dello strappo alla regola dello «andare da soli», le ragioni dell'alleanza con Di Pietro (il simbolo più illustre dell'antiberlusconismo militante).
C'è un'incompatibilità evidente fra i raziocinanti e i viscerali: da una parte, una sinistra tesa a costruire una piattaforma riformista sperabilmente capace, prima o poi, di intercettare le domande di modernizzazione che salgono dai settori più dinamici del Paese (oggi, quasi compattamente, votanti per il centrodestra), la sinistra del governo-ombra, dell'opposizione responsabile e, quando occorre, dialogante; dall'altra parte, una sinistra infuriata della quale non si capisce mai se interpreta il centrodestra come una riedizione del fascismo oppure se lo liquida come un fenomeno di criminalità comune. Gli antiberlusconiani si rivolgono alla pancia degli elettori e dei militanti di sinistra. I riformisti si rivolgono alle menti. Il conflitto fra pancia e mente deciderà il destino futuro della sinistra, la sua possibilità o meno di tornare ad essere politicamente competitiva.

Da corriere.it
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1 - 20 of 61 Posts
Panebianco è il più bravo commentatore politico che abbiamo in Italia. Analisi acuta e lacerante.
In genere la pancia grida di più, ma alla fine la mente vince. Per questo sono ottimista, anche per la sinistra.
Rimarranno pochi cani arrabbiati da una parte ed una sinistra seria, moderna dall'altra. A questa sinistra si potrà dare il voto, nel caso. Un giorno.
Panebianco è il più bravo commentatore politico che abbiamo in Italia. Analisi acuta e lacerante.
Straquoto.
Mai lette analisi sulla superiorità antropologica in effetti. Ogni tanto ci vuole una ventata di aria fresca.

La verità è che l'Italia, oltre ad essere un paese dalle soglie di indignazione morale molto lasche, è anche un paese poco aduso al pragmatismo, al pensiero diretto e conciso anglosassone, alla morale luterana in cui il vero è vero e il falso è falso. Qui il principale problema è il giustizialismo più che la mancanza di giustizia, e se Filo Sganga si candida a primo ministro e qualcuno riporta la sua odissea giudiziaria, viene tacciato di essere 'antifilosganga'.

Solo in un paese così si potrebbe costruire tutta questa prosopopea sul cosiddetto 'antiberlusconismo'. L'unica cosa totalmente irrazionale è questa, caro Panebigio.

Veltroni ha provato a far finta che Berlusconi fosse semplicemente lo sfidante dell'altra coalizione, e non una anomalia democratica cui sarebbe impedito di candidarsi in un qualsiasi altro paese occidentale. Per legge o per sollevazione popolare.

Si è rifugiato, consigliato non si sa da chi, in un inspiegabile irenismo, ha rinunciato in sostanza a fare campagna elettorale. Financo di nominare il suo avversario.
Tutto ciò mentre il principale esponente della coalizione avversaria dava fuoco a tutte le artiglierie, con le solite scariche di populismo e scorrettezze.

Risultato: Veltroni non ce le ha prese, ce le ha stra-prese.
Di Pietro, che è l'unico, sfascisti a parte, che non ha rinunciato a fare opposizione attaccando come si deve il Grande Puffo... è decollato.

Sartori ripeteva da mesi prima delle elezioni che tutto ciò era suicida, vox clamantis in deserto.
http://www.corriere.it/editoriali/0...ni_e7c6f9c0-0071-11dd-aec1-00144f486ba6.shtml

Ma no, ma che, ma gli italiani sono stufi della contrapposizione ideologica. Si è visto.

Vediamo se dopo la batosta capiranno, anche se tutto suggerirebbe che no, non hanno capito.
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Mai lette analisi sulla superiorità antropologica in effetti. Ogni tanto ci vuole una ventata di aria fresca.

La verità è che l'Italia, oltre ad essere un paese dalle soglie di indignazione morale molto lasche, è anche un paese poco aduso al pragmatismo, al pensiero diretto e conciso anglosassone, alla morale luterana in cui il vero è vero e il falso è falso. Qui il principale problema è il giustizialismo più che la mancanza di giustizia, e se Filo Sganga si candida a primo ministro e qualcuno riporta la sua odissea giudiziaria, viene tacciato di essere 'antifilosganga'.

Solo in un paese così si potrebbe costruire tutta questa prosopopea sul cosiddetto 'antiberlusconismo'. L'unica cosa totalmente irrazionale è questa, caro Panebigio.

Veltroni ha provato a far finta che Berlusconi fosse semplicemente lo sfidante dell'altra coalizione, e non una anomalia democratica cui sarebbe impedito di candidarsi in un qualsiasi altro paese occidentale. Per legge o per sollevazione popolare.

Si è rifugiato, consigliato non si sa da chi, in un inspiegabile irenismo, ha rinunciato in sostanza a fare campagna elettorale. Financo di nominare il suo avversario.
Tutto ciò mentre il principale esponente della coalizione avversaria dava fuoco a tutte le artiglierie, con le solite scariche di populismo e scorrettezze.

Risultato: Veltroni non ce le ha prese, ce le ha stra-prese.
Di Pietro, che è l'unico, sfascisti a parte, che non ha rinunciato a fare opposizione attaccando come si deve il Grande Puffo... è decollato.

Sartori ripeteva da mesi prima delle elezioni che tutto ciò era suicida, vox clamantis in deserto.
http://www.corriere.it/editoriali/0...ni_e7c6f9c0-0071-11dd-aec1-00144f486ba6.shtml

Ma no, ma che, ma gli italiani sono stufi della contrapposizione ideologica. Si è visto.

Vediamo se dopo la batosta capiranno, anche se tutto suggerirebbe che no, non hanno capito.
Quote and Superquote.
straquoto l' articolo di Panebianco ed il suo pensiero più incisivo: nella sinistra odierna esiste un riformismo ed un antiberlusconismo, è la realtà
Mai lette analisi sulla superiorità antropologica in effetti. Ogni tanto ci vuole una ventata di aria fresca.

La verità è che l'Italia, oltre ad essere un paese dalle soglie di indignazione morale molto lasche, è anche un paese poco aduso al pragmatismo, al pensiero diretto e conciso anglosassone, alla morale luterana in cui il vero è vero e il falso è falso. Qui il principale problema è il giustizialismo più che la mancanza di giustizia, e se Filo Sganga si candida a primo ministro e qualcuno riporta la sua odissea giudiziaria, viene tacciato di essere 'antifilosganga'.

Solo in un paese così si potrebbe costruire tutta questa prosopopea sul cosiddetto 'antiberlusconismo'. L'unica cosa totalmente irrazionale è questa, caro Panebigio.

Veltroni ha provato a far finta che Berlusconi fosse semplicemente lo sfidante dell'altra coalizione, e non una anomalia democratica cui sarebbe impedito di candidarsi in un qualsiasi altro paese occidentale. Per legge o per sollevazione popolare.

Si è rifugiato, consigliato non si sa da chi, in un inspiegabile irenismo, ha rinunciato in sostanza a fare campagna elettorale. Financo di nominare il suo avversario.
Tutto ciò mentre il principale esponente della coalizione avversaria dava fuoco a tutte le artiglierie, con le solite scariche di populismo e scorrettezze.

Risultato: Veltroni non ce le ha prese, ce le ha stra-prese.
Di Pietro, che è l'unico, sfascisti a parte, che non ha rinunciato a fare opposizione attaccando come si deve il Grande Puffo... è decollato.

Sartori ripeteva da mesi prima delle elezioni che tutto ciò era suicida, vox clamantis in deserto.
http://www.corriere.it/editoriali/0...ni_e7c6f9c0-0071-11dd-aec1-00144f486ba6.shtml

Ma no, ma che, ma gli italiani sono stufi della contrapposizione ideologica. Si è visto.

Vediamo se dopo la batosta capiranno, anche se tutto suggerirebbe che no, non hanno capito.
Straquoto ma di questo ne abbiamo già parlato altrove. Storicamente però questo atteggiamento la sinistra l'ha sempre avuto. Veltroni mi ha ricordato il parlamento all'indomani del delitto Matteotti. Ma che, ma no, certo è che, ma dobbiamo tenerci dentro certi binari, che sdegno, l'Aventino etc etc. Nel frattempo il Duce , incredulo davanti alla mollezza degli oppositori, lo mise in quel posto a loro ed all'Italia tutta.
Passano 70 anni, arriva un altro nano che se ne fotte delle istituzioni, ci caca sopra senza nemmeno far finta di rispettarle (come almeno Craxi e la DC avevano il buon gusto di fare), e la sinistra, invece di reagire come ha reagito? Ma si, ma no, non demonizziamolo più, si può fare etc etc. Dove l'ha preso? Nello stesso posto di allora.
E vedrai che continuerà così. Silvio mette lì il piattino con due ossi da succhiare (il dialogo, le riforme), e la sinistra arriverà cheta cheta a lasciare che lui si faccia gli affari suoi.

È scritto nelle trippe.
Mai lette analisi sulla superiorità antropologica in effetti. Ogni tanto ci vuole una ventata di aria fresca.

La verità è che l'Italia, oltre ad essere un paese dalle soglie di indignazione morale molto lasche, è anche un paese poco aduso al pragmatismo, al pensiero diretto e conciso anglosassone, alla morale luterana in cui il vero è vero e il falso è falso. Qui il principale problema è il giustizialismo più che la mancanza di giustizia, e se Filo Sganga si candida a primo ministro e qualcuno riporta la sua odissea giudiziaria, viene tacciato di essere 'antifilosganga'.

Solo in un paese così si potrebbe costruire tutta questa prosopopea sul cosiddetto 'antiberlusconismo'. L'unica cosa totalmente irrazionale è questa, caro Panebigio.

Veltroni ha provato a far finta che Berlusconi fosse semplicemente lo sfidante dell'altra coalizione, e non una anomalia democratica cui sarebbe impedito di candidarsi in un qualsiasi altro paese occidentale. Per legge o per sollevazione popolare.

Si è rifugiato, consigliato non si sa da chi, in un inspiegabile irenismo, ha rinunciato in sostanza a fare campagna elettorale. Financo di nominare il suo avversario.
Tutto ciò mentre il principale esponente della coalizione avversaria dava fuoco a tutte le artiglierie, con le solite scariche di populismo e scorrettezze.

Risultato: Veltroni non ce le ha prese, ce le ha stra-prese.
Di Pietro, che è l'unico, sfascisti a parte, che non ha rinunciato a fare opposizione attaccando come si deve il Grande Puffo... è decollato.

Sartori ripeteva da mesi prima delle elezioni che tutto ciò era suicida, vox clamantis in deserto.
http://www.corriere.it/editoriali/0...ni_e7c6f9c0-0071-11dd-aec1-00144f486ba6.shtml

Ma no, ma che, ma gli italiani sono stufi della contrapposizione ideologica. Si è visto.

Vediamo se dopo la batosta capiranno, anche se tutto suggerirebbe che no, non hanno capito.

Bello scritto.
Mai lette analisi sulla superiorità antropologica in effetti. Ogni tanto ci vuole una ventata di aria fresca.

La verità è che l'Italia, oltre ad essere un paese dalle soglie di indignazione morale molto lasche, è anche un paese poco aduso al pragmatismo, al pensiero diretto e conciso anglosassone, alla morale luterana in cui il vero è vero e il falso è falso. Qui il principale problema è il giustizialismo più che la mancanza di giustizia, e se Filo Sganga si candida a primo ministro e qualcuno riporta la sua odissea giudiziaria, viene tacciato di essere 'antifilosganga'.

Solo in un paese così si potrebbe costruire tutta questa prosopopea sul cosiddetto 'antiberlusconismo'. L'unica cosa totalmente irrazionale è questa, caro Panebigio.

Veltroni ha provato a far finta che Berlusconi fosse semplicemente lo sfidante dell'altra coalizione, e non una anomalia democratica cui sarebbe impedito di candidarsi in un qualsiasi altro paese occidentale. Per legge o per sollevazione popolare.

Si è rifugiato, consigliato non si sa da chi, in un inspiegabile irenismo, ha rinunciato in sostanza a fare campagna elettorale. Financo di nominare il suo avversario.
Tutto ciò mentre il principale esponente della coalizione avversaria dava fuoco a tutte le artiglierie, con le solite scariche di populismo e scorrettezze.

Risultato: Veltroni non ce le ha prese, ce le ha stra-prese.
Di Pietro, che è l'unico, sfascisti a parte, che non ha rinunciato a fare opposizione attaccando come si deve il Grande Puffo... è decollato.

Sartori ripeteva da mesi prima delle elezioni che tutto ciò era suicida, vox clamantis in deserto.
http://www.corriere.it/editoriali/0...ni_e7c6f9c0-0071-11dd-aec1-00144f486ba6.shtml

Ma no, ma che, ma gli italiani sono stufi della contrapposizione ideologica. Si è visto.

Vediamo se dopo la batosta capiranno, anche se tutto suggerirebbe che no, non hanno capito.
STRAQUOTO
Straquoto ma di questo ne abbiamo già parlato altrove. Storicamente però questo atteggiamento la sinistra l'ha sempre avuto. Veltroni mi ha ricordato il parlamento all'indomani del delitto Matteotti. Ma che, ma no, certo è che, ma dobbiamo tenerci dentro certi binari, che sdegno, l'Aventino etc etc. Nel frattempo il Duce , incredulo davanti alla mollezza degli oppositori, lo mise in quel posto a loro ed all'Italia tutta.
Passano 70 anni, arriva un altro nano che se ne fotte delle istituzioni, ci caca sopra senza nemmeno far finta di rispettarle (come almeno Craxi e la DC avevano il buon gusto di fare), e la sinistra, invece di reagire come ha reagito? Ma si, ma no, non demonizziamolo più, si può fare etc etc. Dove l'ha preso? Nello stesso posto di allora.
E vedrai che continuerà così. Silvio mette lì il piattino con due ossi da succhiare (il dialogo, le riforme), e la sinistra arriverà cheta cheta a lasciare che lui si faccia gli affari suoi.

È scritto nelle trippe.
non ti è passata per la testa l'ipotesi che magari Veltroni abbia deciso di abbandonare l'antiberlusconismo come unico fondamento, unico comandamento della sinistra, per il solo semplice motivo che non pagava più in termini elettorali (come in effetti non ha mai pagato)? Ha voluto, tanto perdere per perdere, provare ad intraprendere una strada nuova.. abbandonare i vecchi compagni massimalisti e cercare di traghettare la sinistra moderata ad essere una sinistra socialdemocratica vera dove il collante sia il riformismo e non l'antiberlusconismo. Questo forse perchè ha capito che il vero antiberlusconismo potrebbe essere il tentare di batterlo sul campo e non a parole. A parole è da 15 anni che la sinistra tenta di abbatterlo con il solo semplice risultato di avere oggi Berlusconi più forte che mai.
non ti è passata per la testa l'ipotesi che magari Veltroni abbia deciso di abbandonare l'antiberlusconismo come unico fondamento, unico comandamento della sinistra, per il solo semplice motivo che non pagava più in termini elettorali (come in effetti non ha mai pagato)? Ha voluto, tanto perdere per perdere, provare ad intraprendere una strada nuova.. abbandonare i vecchi compagni massimalisti e cercare di traghettare la sinistra moderata ad essere una sinistra socialdemocratica vera dove il collante sia il riformismo e non l'antiberlusconismo. Questo forse perchè ha capito che il vero antiberlusconismo potrebbe essere il tentare di batterlo sul campo e non a parole. A parole è da 15 anni che la sinistra tenta di abbatterlo con il solo semplice risultato di avere oggi Berlusconi più forte che mai.
Ma che dici? Una sinistra moderata presume una controparte a destra moderata in un paese che capisce ed accetta un dialogo moderato. La cazzata madornale di Veltroni è proprio aver pensato questo, di avere a che fare con una avversario democratico in un paese normale. Questo mentre Berlusconi stracciava il programma della controparte, urlava a destra ed a manca, prometteva mari e fiumi, Napoli come la Svizzera, zingari e rumeni a mare ( in un gesto di suprema ironia, visto che fu proprio il governo Berlusconi a volere fortissimamente l'entrata della Romania nell'EU) e continuava a dare dell'antidemocratico comunista, mangiatore di bambini all'avversario.

Risultato? Disfatta di Veltroni, trionfo degli estremismi populisti di destra (Lega e Silvio).
Mai lette analisi sulla superiorità antropologica in effetti. Ogni tanto ci vuole una ventata di aria fresca.

La verità è che l'Italia, oltre ad essere un paese dalle soglie di indignazione morale molto lasche, è anche un paese poco aduso al pragmatismo, al pensiero diretto e conciso anglosassone, alla morale luterana in cui il vero è vero e il falso è falso. Qui il principale problema è il giustizialismo più che la mancanza di giustizia, e se Filo Sganga si candida a primo ministro e qualcuno riporta la sua odissea giudiziaria, viene tacciato di essere 'antifilosganga'.

Solo in un paese così si potrebbe costruire tutta questa prosopopea sul cosiddetto 'antiberlusconismo'. L'unica cosa totalmente irrazionale è questa, caro Panebigio.

Veltroni ha provato a far finta che Berlusconi fosse semplicemente lo sfidante dell'altra coalizione, e non una anomalia democratica cui sarebbe impedito di candidarsi in un qualsiasi altro paese occidentale. Per legge o per sollevazione popolare.

Si è rifugiato, consigliato non si sa da chi, in un inspiegabile irenismo, ha rinunciato in sostanza a fare campagna elettorale. Financo di nominare il suo avversario.
Tutto ciò mentre il principale esponente della coalizione avversaria dava fuoco a tutte le artiglierie, con le solite scariche di populismo e scorrettezze.

Risultato: Veltroni non ce le ha prese, ce le ha stra-prese.
Di Pietro, che è l'unico, sfascisti a parte, che non ha rinunciato a fare opposizione attaccando come si deve il Grande Puffo... è decollato.

Sartori ripeteva da mesi prima delle elezioni che tutto ciò era suicida, vox clamantis in deserto.
http://www.corriere.it/editoriali/0...ni_e7c6f9c0-0071-11dd-aec1-00144f486ba6.shtml

Ma no, ma che, ma gli italiani sono stufi della contrapposizione ideologica. Si è visto.

Vediamo se dopo la batosta capiranno, anche se tutto suggerirebbe che no, non hanno capito.
Direi un po semplicistico pensare che veltroni abbia perso solamente perchè non abbia voluto gridare quanto fosse cattivo il lupo.

Federicoft said:
è anche un paese poco aduso al pragmatismo, al pensiero diretto e conciso anglosassone, alla morale luterana in cui il vero è vero e il falso è falso.
nella politica italiana questo si potrebbe tradurre nell' "anglosassone" berlusconi cattivo, palesemente alla guida di un sistema d'interessi e di illegalità e nell' "italica" sinistra in cui il vero non è vero e il falso non è falso, che dietro una facciata benevola nasconde interessi anche maggiori.

Forse veltroni ha capito che in un paese dove il più pulito c'ha la rogna, lui compreso, fare a gare a chi c'è l'ha più lungo non ha senso ( e magari ha pure stufato ), le elezioni, tanto per tornare al pragmatismo, le ha perse per i due anni di governo prodi non non per altro, cambiare strategia svelenire i toni l'ho trovata una piacevole novità, in fondo la demonizzazione non aveva impedito a berlusconi di vincere già due volte e poi alla storia dei buoni contri i cattivi non ci credeva più nessuno.
Ma che dici? Una sinistra moderata presume una controparte a destra moderata in un paese che capisce ed accetta un dialogo moderato. La cazzata madornale di Veltroni è proprio aver pensato questo, di avere a che fare con una avversario democratico in un paese normale. Questo mentre Berlusconi stracciava il programma della controparte, urlava a destra ed a manca, prometteva mari e fiumi, Napoli come la Svizzera, zingari e rumeni a mare ( in un gesto di suprema ironia, visto che fu proprio il governo Berlusconi a volere fortissimamente l'entrata della Romania nell'EU) e continuava a dare dell'antidemocratico comunista, mangiatore di bambini all'avversario.

Risultato? Disfatta di Veltroni, trionfo degli estremismi populisti di destra (Lega e Silvio).

quindi secondo te solo con una destra moderata può esistere una sinistra moderata? ..secondo me così non porti niente alla causa della normalizzazione politica del paese. Io da elettore di centrodestra speravo che la mia parte politica arrivasse al superamento del berlusconismo prima della fine dell'antiberlusconismo della sinistra. Il passo l'ha fatto per primo Veltroni e di questo devo dagliene atto. Speriamo ora che anche il centro destra faccia il passo
Direi un po semplicistico pensare che veltroni abbia perso solamente perchè non abbia voluto gridare quanto fosse cattivo il lupo.



nella politica italiana questo si potrebbe tradurre nell' "anglosassone" berlusconi cattivo, palesemente alla guida di un sistema d'interessi e di illegalità e nell' "italica" sinistra in cui il vero non è vero e il falso non è falso, che dietro una facciata benevola nasconde interessi anche maggiori.

Forse veltroni ha capito che in un paese dove il più pulito c'ha la rogna, lui compreso, fare a gare a chi c'è l'ha più lungo non ha senso ( e magari ha pure stufato ), le elezioni, tanto per tornare al pragmatismo, le ha perse per i due anni di governo prodi non non per altro, cambiare strategia svelenire i toni l'ho trovata una piacevole novità, in fondo la demonizzazione non aveva impedito a berlusconi di vincere già due volte e poi alla storia dei buoni contri i cattivi non ci credeva più nessuno.
concordo perfettamente! a differenza di quanto sostiene federicoft io credo che perlomeno tra berlusconismo e antiberlusconismo, alla fine gli italiani siano sempre stati pragmatici non rivotando mai nelle ultime elezioni chi era al governo e così è stato anche alle ultime. Il governo Prodi è stato disastroso e loro hanno punito la sinistra.
Gli italiani hanno una soglia di indignazione molto alta ma alla fine sono pragmatici e puniscono sempre chi governa male. Anche se l'alternativa purtroppo è sempra la stessa.
Heheh, a leggere alcuni commenti si capisce che batosta dopo batosta non si va oltre al "Berlusconi anomalia democratica".
E l'errore sarebbe di Vetroni che ha provato a cambiare il disco... :D

Qualcuno cercando il demonio di turno continuerà a perdere per i prossimi 20 anni gridando al lupo, al lupo tutta la vita, anche quando Berlusconi sarà morto, non riuscendo a fare una campagna politica con proposte normali e agitando fantasmi golpisti. Indovinate chi?

Come è possibile che chi si può vantare di aver avuto Gramsci nelle proprie file sia caduto così in basso?

Panebianco ha proprio ragione.
quindi secondo te solo con una destra moderata può esistere una sinistra moderata? ..secondo me così non porti niente alla causa della normalizzazione politica del paese. Io da elettore di centrodestra speravo che la mia parte politica arrivasse al superamento del berlusconismo prima della fine dell'antiberlusconismo della sinistra. Il passo l'ha fatto per primo Veltroni e di questo devo dagliene atto. Speriamo ora che anche il centro destra faccia il passo
Il prezzo da pagare (i.e. la maggioranza schiacciante di questo governo, gli Schifani, i Bondi, i Calderoli, etc) mi sembra un attimo alto. Alla normalizzazione politica del paese ho smesso di credere da quando fecero secco Moro; il paese ha una deriva populista dai tempi dei Cesari, illudersi di stare in un'altra reltà vuol dire far la fine del veltroniano agnello sacrificale.
Quello che questi non hanno capito è che senza Veltroni che provava a cambiare il disco rotto e cercava di fondare un partito presentabile di persone normali, non è che perdevano con 10 punti di stacco ma rischiavano proprio di fare la fine degli arcobaleni.
Ringraziate santo Veltroni, non ve lo meritate.

E' la sinistra italiana che è impresentabile, fuori dagli standard di qualsiasi democrazia europea e occidentale. In nessun paese normale tali cessi troverebbero credito.
Infatti basta il venditore di tappeti televisivo insieme a Braveheart con la cravatta verde per metterli nel sacco.
Vince anche se si presenta Topolino.
Mai lette analisi sulla superiorità antropologica in effetti. Ogni tanto ci vuole una ventata di aria fresca.

La verità è che l'Italia, oltre ad essere un paese dalle soglie di indignazione morale molto lasche, è anche un paese poco aduso al pragmatismo, al pensiero diretto e conciso anglosassone, alla morale luterana in cui il vero è vero e il falso è falso. Qui il principale problema è il giustizialismo più che la mancanza di giustizia, e se Filo Sganga si candida a primo ministro e qualcuno riporta la sua odissea giudiziaria, viene tacciato di essere 'antifilosganga'.

Solo in un paese così si potrebbe costruire tutta questa prosopopea sul cosiddetto 'antiberlusconismo'. L'unica cosa totalmente irrazionale è questa, caro Panebigio.

Veltroni ha provato a far finta che Berlusconi fosse semplicemente lo sfidante dell'altra coalizione, e non una anomalia democratica cui sarebbe impedito di candidarsi in un qualsiasi altro paese occidentale. Per legge o per sollevazione popolare.

Si è rifugiato, consigliato non si sa da chi, in un inspiegabile irenismo, ha rinunciato in sostanza a fare campagna elettorale. Financo di nominare il suo avversario.
Tutto ciò mentre il principale esponente della coalizione avversaria dava fuoco a tutte le artiglierie, con le solite scariche di populismo e scorrettezze.

Risultato: Veltroni non ce le ha prese, ce le ha stra-prese.
Di Pietro, che è l'unico, sfascisti a parte, che non ha rinunciato a fare opposizione attaccando come si deve il Grande Puffo... è decollato.

Sartori ripeteva da mesi prima delle elezioni che tutto ciò era suicida, vox clamantis in deserto.
http://www.corriere.it/editoriali/0...ni_e7c6f9c0-0071-11dd-aec1-00144f486ba6.shtml

Ma no, ma che, ma gli italiani sono stufi della contrapposizione ideologica. Si è visto.

Vediamo se dopo la batosta capiranno, anche se tutto suggerirebbe che no, non hanno capito.
Con che faccia Veltroni poteva fare l'ennesima campagna elettorale della sinistra (la5°) gridando al conflitto d'interessi berlusconiano quando in 7 anni di gorverno(5+2) non hanno fatto una mezza legge per risorvelo, io li avrei mandati a cagare........
Heheh, a leggere alcuni commenti si capisce che batosta dopo batosta non si va oltre al "Berlusconi anomalia democratica".
E l'errore sarebbe di Vetroni che ha provato a cambiare il disco... :D

Qualcuno cercando il demonio di turno continuerà a perdere per i prossimi 20 anni gridando al lupo, al lupo tutta la vita, anche quando Berlusconi sarà morto, non riuscendo a fare una campagna politica con proposte normali e agitando fantasmi golpisti. Indovinate chi?

Come è possibile che chi si può vantare di aver avuto Gramsci nelle proprie file sia caduto così in basso?

Panebianco ha proprio ragione.
Quello che da tifoso ti sfugge totalmente è che il resto del mondo non è fatto solo di biechi comunisti massimalisti che vorrebbero portare in Italia il sacro verbo di Carlo Marx, ma più banalmente di persone che si ritengono moderate e liberali, persino conservatrici o di destra, che hanno studiato o vissuto in altri paesi, che hanno una qualche dimestichezza di come funziona la democrazia altrove, il cui pensiero non è in vendita e che semplicemente vorrebbero che la politica italiana fosse leggermente più simile a quella di non dico Gran Bretagna, paesi scandinavi o Stati Uniti, ma almeno Francia o Spagna.

Tutto ciò è semplicemente incompatibile con il tuo adoratissimo Silvio, il suo pensiero, gli ideali che propala, il suo controllo dei mezzi di informazione - che i liberali veri sanno essere lo strumento più importante nella vita democratica di un paese.

In detti paesi, tutti, senza il benché minimo dubbio, quel signore sarebbe un industriale molto rispettato, verrebbe probabilmente invitato spesso a cena alla Casa Bianca o all'Eliseo.
Ma mai, mai e poi mai gli sarebbe concesso di fare il padrone di casa.

Ora, so perfettamente che questa è una cosa molto démodé da ripetere, che susciterà sbadigli e il rischio di passare per persone noiose. Ma altre soluzioni per uscire dal baratro di schifo in cui l'Italia si è infognata da venti anni io non le vedo, e il fatto che la maggioranza degli italiani abbia deciso di regolarsi in modo diverso non vuol dire che gli altri si debbano adeguare.

Questo a prescindere da quanta voglia si abbia di cavillare.
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