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TORINO. Doppi turni di lavoro e incremento di un terzo degli operai che passano da 280 a 370. A partire dalla fine di aprile sui cantieri dell’autostrada Torino-Milano si lavorerà ininterrottamente per 16 ore che potrebbero arrivare a 18, forse 20 ore, grazie ai turni allungati. Il risultato di questo sforzo sarà l’eliminazione di due dei sette restringimenti con scambio di carreggiata che rendono difficile la vita ai più di 80 mila automobilisti che ogni giorno si avventurano sui 126 chilometri che collegano le capitali del Piemonte e della Lombardia.
«Entro la fine di ottobre il traffico potrà articolarsi in entrambe le direzioni su due corsie per senso di marcia senza alcun scambio di carreggiata», annuncia Vincenzo Pozzi, il presidente dell’Anas, al termine del lungo sopralluogo sull’A4. Ieri i vertici dell’Anas, in accordo con la società concessionaria e le imprese di costruzione hanno definito «un preciso calendario dei lavori con l’impegno ad una accelerazione che permetterà di anticipare alla fine del 2007 la consegna di 70 chilometri ammodernati dell’A4 con un anticipo di circa un anno sulla data di consegna». Si tratta di un primo intervento concreto che arriva dopo la campagna condotta da La Stampa che ha denunciato il disagio sempre più crescente degli automobilisti.
Secondo Pozzi «in questo modo sarà aumentato il livello di sicurezza del percorso soprattutto in vista della nuova stagione invernale». Aggiunge: «Queste decisioni completano un programma di iniziative avviate a partire dal 2002 che nel loro complesso hanno consentito di ottenere una sensibile riduzione del tasso di incidenti di circa il 30 per cento». Il nuovo calendario arriva dopo il viaggio che Pozzi e il direttore centrale dell’Authority autostradale dell’Anas, Mauro Colletta, hanno fatto tra i cantieri e lungo le corsie di marcia dell’A4. Per un giorno i vertici dell’Anas si sono calati nei panni dei guidatori: «Abbiamo voluto verificare di persona l’andamento dei cantieri e valutare il grado di disagio sopportato dall’utenza».
Il risultato? «Pur in presenza dei cantieri di lavoro la velocità massima consentita è, normalmente, di 110 chilometri all’ora in tutta la tratta da Torino a Novara». Una velocità che si riduce a 80 chilometri nei «tratti in cui sono installati i cantieri» per scendere ulteriormente a «60 nei tratti che noi definiamo banalizzati», cioè quello con un sistema di sdoppiamento del flusso veicolare in due corsie separate e parallele, una delle quali sulla carreggiata opposta. Mentre si viaggia ai 40 all’ora negli scambi di carreggiata. Insomma, una situazione di disagio evidente che «con le decisioni adottate oggi abbiamo cercato di minimizzare».
Pozzi, comunque, riconosce la disponibilità a collaborare dimostrata dalla concessionaria e dalle imprese. Spiega: «Ho trovato cantieri organizzati e ben gestiti in grado di sopportare la realizzazione di un’opera di ammodernamento che deve fare i conti con le interferenze della Tav. Senza dimenticare la necessità di innalzare la livelletta. Forse le difficoltà di ricostruire la strada su tratti rialzati sono state sottovalutate. In ogni caso non c’erano alternative: o si chiudeva la strada oppure si lavorava con i veicoli in circolazione cercando di minimizzare i disagi e garantendo la sicurezza». Tutto bene, allora? Resta da capire che cosa risponderà l’Anas alla richiesta di aumento delle tariffe del 3,5 per cento richiesto dalla concessionaria. Pozzi, ieri, almeno con La Stampa, non ha sciolto il dilemma