Il passaggio sotto la volta in oro e bianco contiene il passato e il futuro del teatro Petruzzelli. La cupola, con i suoi quattro medaglioni dorati, con gli stucchi e i decori a motivi floreali che li connettono in un ordinato intreccio, sarà la vera rivelazione per quanti il 6 aprile, dalle 10 alle 18, volgendo lo sguardo all´insù, assisteranno al prologo della restituzione del politeama alla città.
L´occasione unica sarà offerta dalla tradizionale Giornata di primavera del Fai, il Fondo ambiente per la natura, esattamente otto mesi prima della riapertura ufficiale prevista per il 6 dicembre di quest´anno. Un particolare percorso accompagnerà i visitatori all´interno del teatro in questa nuova tangibile tappa. Si entrerà da via Cognetti dal retropalcoscenico e ci si dirigerà verso il sottopalcoscenico. Esattamente all´altezza del golfo mistico sarà montata una pedana che porterà al centro del palcoscenico, completamente sbotolabile. Sarà possibile così rendere nel futuro prossimo questa parte del palco un meccanismo da scena perfetto, così come lo era nel suo glorioso passato, ideale per l´opera e, al contempo per un gioioso paradosso, alla sperimentazione.
Da qui si ammirerà la cupola che è ancora affidata alle mani sapienti dei restauratori che coccolano ciascun profilo amorevolmente e che fino a ieri risultava completata al 90 per cento. Con i 25 metri di diametro non riproporrà più, com´è noto, gli affreschi di Raffaele Armenise ma una riproduzione degli stessi (che raccontavano dello sbarco dei veneziani per liberare Bari dall´assedio dei Saraceni) saranno con ogni probabilità videoproiettati in occasione della riapertura del teatro a dicembre. Una volta conquistata la posizione semicentrale del palco, i visitatori potranno al contempo assistere a un´altra rivelazione, il completamento degli otto palchi cosiddetti "alla lettera", contrassegnati da lettere appunto, per differenziarli dai palchi numerati. Sono otto in tutto, monumentali e affacciati sul proscenio nell´intersezione tra platea e palcoscenico. Sono gli unici che, dopo il rogo, hanno conservato frammenti di decoro e che è stato possibile restaurare in loco con una malta a base di calce.
Se si fa capolino dall´intrico di ponteggi e impalcature già è possibile ammirarli. Si vedono due imponenti mascheroni di donna che fungono da cariatidi e, all´affaccio, i fregi floreali che incorniciano nei suoi caratteri cubitali la parola ars, arte. Mancano ancora le dorature e le velature ma già si gusta l´imminente completamento che parla ampiamente di una struttura dall´indubitabile eleganza. La passeggiata del 6 aprile continuerà verso un´altra parte importante solo recentemente conquistata, il cosiddetto "vomitorio" già nella sua versione definitiva. In oro e bianco come il foyer, riproduce esattamente i decori originali, realizzati allora da maestranze locali su progetto di Francesco Messeni Nemagna. Depositati in questa zona di passaggio, di diaframma che separa il foyer dalla platea è possibile fare esperienza del work in progress con pezzi di fregio che stanno per essere messi a dimora come accade con un portalampada destinato alla platea e a dividere un palchetto dall´altro.
La passeggiata della domenica del Fai culminerà proprio nel foyer, prima sontuosa parte del teatro a essere stata ufficialmente restituita alla città, dove sarà allestita una mostra fotografica che testimonia le fasi del lavoro di restauro e, soprattutto, le tecniche di realizzazione dei decori che stanno impegnando giovani maestranze in continua formazione sul campo. Passeggiando all´interno del teatro, intanto, è possibile rilevare il progressivo completamento al 99 per cento dei lavori murari di inframezzatura, completamento strutturale e di opere di carpenteria della struttura. Gli impianti sono stati completati al 50 per cento. Si vedono ordini impianti e palchi. «Si lavora febbrilmente per l´appuntamento del 6 aprile - spiega l´architetto Giovanni Simone che per l´occasione fa da guida all´interno di un cantiere che è tutto un fermento di operosità ed entusiasmo - La consideriamo una grande impresa».