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BARI | Rinasce il Teatro Petruzzelli

89476 Views 390 Replies 47 Participants Last post by  AlexB7
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In questo thread invito tutti i miei concittadini, e non, a scrivere ogni aggiornamento riguardo la prossima riapertura dell'importante teatro di Bari.

Ieri 27 ottobre 2007 era il 16 anniversario del rogo e solo ora é nota una data per l'inaugurazione: 8 Dicembre 2008.





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Dalla Gazzetta del Mezzogiorno di oggi:

Petruzzelli, via le impalcature, riecco il teatro dei pugliesi

BARI - Giorno dopo giorno viene liberato dalle impalcature che lo avvolgono, e da oggi anche la parte superiore della facciata, con il gruppo scultoreo bianco che sovrasta il fastigio, è tornata visibile. Raffigura Apollo che incorona Musica, ai lati estremi ci sono due grifoni, un pò il simbolo del teatro, quella parte che ha resistito mentre le fiamme divoravano tutto alle sue spalle.

A pochi giorni dal 17/o anniversario dell’incendio che nella notte del 27 ottobre 1991 trasformò il teatro in un cratere vuoto, e a poco più di un mese dal giorno fissato per la riapertura, il Petruzzelli torna a mostrarsi a piccole dosi alla città ripresentandosi esattamente come i baresi lo ricordano, mura rosso mattone all’esterno, stucchi bianchi e decori d’oro all’interno. Quello che riappare è il teatro di una volta, gli stucchi e gli ori ricostituiti esattamente come erano sulla base del progetto originale e dei pochi frammenti che sopravvissero al rogo.

L'effetto è di un involucro che rispetta la tradizione del teatro inaugurato nel 1903, ma con un cuore moderno e un apparato tecnologico che ne governerà la vita a cominciare dai sistemi antincendio.

Attraversando il foyer che è stata la prima parte ricostruita e restaurata, e già da tempo usata anche per mostre e incontri, si entra nella platea che solo fino a qualche mese fa era ancora un buco contornato dallo scheletro dei palchi. Ora il parquet è montato, i decori sulle pareti e su tutti gli ordini di palchi, fino al loggione, sono completi, le luci in ottone e cristalli sono già montate. All’interno dei palchi le pareti vengono rivestite dai tessuti realizzati a Venezia da Rubelli, che su un fondo rosso riproducono con ricami un decoro che fu scoperto dopo l’incendio, svelato dalla carta da parati bruciata. A giorni saranno montati i cuscini poggia-gomiti e le mantovane in velluto, e in platea le poltroncine, 420 circa, anche queste in velluto rosso, realizzate da Frau.

Particolare attenzione è stata posta all’acustica. Il parquet in iroko della platea è sospeso: farà da cassa armonica e consentirà il passaggio dell’impianto di aerazione che sarà sotto ogni poltrona, e di quello antincendio. La cupola (rivestita in zinco all’esterno) è in legno lamellare ed è stata ricoperta da uno speciale intonaco fonoassorbente. Non vi saranno riprodotti gli originari affreschi del pittore Armenise, proprio per evitare che la pittura riduca l’effetto dell’intonaco.

In tutto, il teatro avrà 1.482 posti, otto per disabili. Il golfo mistico, che si alza a livello della platea in modo modulare a seconda delle necessità, ha altri 40 posti. Dietro il sipario tagliafuoco che gli operai stanno finendo di montare, si apre il mondo degli artisti: 12 camerini in cui si stanno già montando gli specchi, due cameroni per le comparse e una sartoria. Il cantiere è ancora in fermento, ma ormai alle battute conclusive: ad inaugurare il 6 dicembre sarà Zubin Mehta.
Foto di oggi del teatro quasi ultimato:

















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Vi giuro che al rivedere queste immagini mi emoziono in una maniera incredibile.

Spero solo che assieme al teatro avremo una fondazione che lo sappia gestire e regalarci le stesse emozioni che ci ha dato per decenni
Che belle le statue sulla facciata! Erano anni che non le rivedevo.:cheers: Davvero emozionanti queste immagini!
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Altre foto fresche fresche di giornata... ormai le impalcature sono quasi state tutte smontate, scoprendo nuovi prospetti esterni del teatro... mozzafiato! Dalle foto si evince anche che stanno ripavimentando l'intera area circostante...


























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^^ Carino questo simil-gargoyle. :lol:
Certo, non aver differenziato il colore delle modanature è una diminutio.
Hanno proprio voluto riproporre il vecchio look....rosso scalcinato....che peccato. Eppure l'occasione per cambiare era strepitosa.
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Oggi Repubblica ha pubblicato in esclusiva nuove foto sugli interni del teatro... che dire, definirlo spettacolare è poco... ho i brividi
































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Da Repubblica edizione Bari di oggi:

Viaggio nel nuovo Petruzzelli

Tutto pronto, si lavora ai ritocchi

Da una settimana si è alzato l´ultimo sipario all´interno del Petruzzelli

di Giuliano Foschini

Bello è bello. E poi chiaramente è anche maestoso, elegante, regale. Soprattutto è emozionante. Per tutti: per la generazione Petruzzelli e per la generazione "no Petruzzelli", per chi qui dentro ha lasciato ricordi e per chi invece ha memoria soltanto di macerie e pareti di cartone.

Da una settimana si è alzato l´ultimo sipario all´interno del Petruzzelli. Spariti i ponteggi: la cupola è libera, attorno ai palchi sono appesi soltanto pezzi di plastica, che assomigliano a lenzuola cadenti e quindi può sembrare quasi una scenografia.

Oggi arriveranno gli operai a bucare il parquet per posizionare le poltrone della platea. Mancano le porte, c´è tanta polvere. Ma assicurano i tecnici che tra il 15 e il 20 novembre da questi saloni uscirà anche l´ultimo dei restauratori, spariranno i pennelli e gli stucchi. Il Petruzzelli smetterà così di essere un cantiere. E tornerà semplicemente un teatro.

Lo si riconosce già oggi, a un mese dalla conclusione dei lavori. I palchi sono praticamente terminati: ieri pomeriggio una trentina di persone lavoravano ai dettagli, pennelli alla mano uniformavano la brillantezza dell´oro, ritoccavano il fregio, abbellivano il bello. Quello del Petruzzelli non è stato un lavoro di restauro ma di ricostruzione.

Quando sono entrati, settembre dello scorso anno, non c´era niente se non polvere e burocrazia. Hanno rifatto tutto. Con libri e centinaia di fotografie alla mano hanno riprodotto fedelmente pezzo per pezzo quella che era stata la storia di Bari.

Sulla base delle testimonianze storiche, infatti, i ragazzi dell´Accademia delle belle Arti di Bari hanno modellato pezzi in argilla. Sono serviti poi per la realizzazione dei calchi, realizzati con materiali particolari che poi sono stati trasferiti all´interno del teatro.

Ogni pezzo era uguale a se stesso, ogni pezzo era uguale a centocinque anni fa. E´ a questo punto che è entrato nel vivo il lavoro dei restauratori, una trentina in tutto, coordinati da Maria Macchitella: pennello alla mano hanno riproposto - con la supervisione dei tecnici della Soprintendenza - colori ed emozioni, tinte e decorazioni. «Ci hanno detto che ieri hanno scoperto le statue fuori. Sono belle, vero?» chiedevano ieri pomeriggio.

Si, sono belle. Anche dodici ore al giorno di lavoro da settembre a oggi, «prima di così non si poteva fare», loro giurano che tra un mese sarà finito tutto, anche l´ultimo sacco di calce verrà tolto, spariranno ponteggi e incubi, rimarrà soltanto lo spazio agli incantesimi.

Certo, spaventa la burocrazia, «ma se succede qualcosa dopo tutto questo lavoro, con questo splendore, davvero è la fine di tutto» dice uno dei ragazzi senza cedere al disincanto. Duecento in tutto tra muratori e architetti, geometri e restauratori, ingegneri e piastrellisti. Continuano a lavorare come matti, da un punto di vista decorativo siamo agli sgoccioli, c´è soltanto da sostituire il grande fregio sopra il palcoscenico: porta la data del 2008 ma si è deciso di rimettere il vecchio "1903", anno della inaugurazione del teatro.

Il pezzo è pronto, bisogna giusto montarlo. Sarà al suo posto il sei dicembre, data dell´inaugurazione. Quel giorno sarà l´Italia a guardare. E un poco sperano di esserci anche loro, giusto per sedersi in un palco senza il gesso attaccato ai vestiti. Perché la maggior parte di questi ragazzi non avevano mai messo piede nel teatro prima che bruciasse: è la generazione "No Petruzzelli" che ha ricostruito il teatro. Forse significa poco. Forse no.
Da La Repubblica.it

Emiliano: "La scadenza resta quella"
"Perché dovrebbe rimanere chiuso, se ormai è tutto pronto?"
di Raffaele Lorusso

«La data della riapertura non cambia: il Teatro Petruzzelli sarà inaugurato il 6 dicembre». Il sindaco Michele Emiliano non sente aria di rinvio. Anzi, va controcorrente. «Non ho partecipato all´incontro, ma mi pare che il risultato sia positivo perché sono state gettate le basi per la soluzione di tutte le questioni ancora aperte», dice.

Signor sindaco, non teme che il tavolo tecnico sul Teatro Petruzzelli, l´ennesimo in 17 anni, possa far slittare l´inaugurazione?
«Non vedo alcun nesso fra la definizione di aspetti di natura giuridica e la riapertura del teatro. Perché dovrebbe rimanere chiuso, se ormai è tutto pronto? Proprio stamattina (ieri, ndr) sono stato in quello che ormai è un ex cantiere e mi sono seduto sulla prima poltrona della platea. Il Teatro Petruzzelli è più bello di prima. Io conservo un ricordo di qualcosa di vecchio e trascurato. Adesso è davvero un´altra cosa. Perché dovrebbe rimanere chiuso?».

Nel comunicato diffuso dal ministero dei Beni culturali è scritto chiaramente che «La ricerca di soluzioni non può essere vincolata da date prefissate».È davvero convinto che il Teatro possa riaprire il 6 dicembre?
«Siamo pronti a rispettare quella scadenza. Credo che la data cui fa riferimento il ministero sia quella del provvedimento di legge, che si renderà necessario per definire tutte le questioni irrisolte. Il governo, in questo caso sì, non può impegnarsi su una data. Se poi si chiede il rinvio della riapertura, significa che non si ha fiducia nel governo. Come possono i proprietari non fidarsi del governo? Io credo che ognuno debba fare il proprio dovere e andare avanti».

È ancora convinto che intorno al Teatro Petruzzelli si stia giocando anche una partita politica e pre-elettorale?
«La questione non mi interessa, anche se qualche turbativa si coglie facilmente».


Da parte di chi?

«È una sensazione, così, in generale. Però, non mi interessa. Quello che mi importa davvero è che si inauguri il teatro. Se ci dovessero essere persone che frappongono ostacoli o creano turbativa, ci penserà san Nicola».

Nei giorni scorsi lei ha affermato che i contratti con l´orchestra del Maggio Musicale Fiorentino sono già pronti. Li ha già firmati?

«La macchina organizzativa si è già messa in moto e indietro non si può tornare. Ci sono impegni presi e sottoscritti con artisti internazionali. Certi contratti non possono essere firmati con un giorno d´anticipo».

Crede che sia stato azzardato dare appuntamento al 6 dicembre?
«Guardi che quella data l´ha indicata il ministero dei Beni culturali».

Quando?
«Sempre. In nessun atto è stato mai dichiarato che il cantiere non avrebbe chiuso nel termine previsto. Non ci sono ostacoli. Quindi, si va avanti».

Anche la famiglia Messeni Nemagna, però, la invita a smarcarsi dall´assillo di una data.
«Per me l´incontro fra i proprietari e il ministro è stato assolutamente positivo. Non mi pare, infatti, che i Messeni Nemagna abbiano rifiutato di seguire il percorso indicato dal ministero. Il tavolo tecnico servirà proprio a mettere le cose a posto».

Forse, però, richiederà un po´ di tempo.
«Se i proprietari si opponessero alla consegna del teatro alla fondazione vorrebbe dire che non hanno fiducia nel governo. Lo escludo. Si può trattare per tutto il tempo che si riterrà necessario, ma questo non può impedire la riapertura del teatro. Del resto, mi pare che ci sia l´impegno del governo a non chiedere soldi ai proprietari. Se posso, vorrei rassicurarli anch´io».

In che modo?
«Per quanto le compete, la fondazione lirico-sinfonica, che presiedo, adempierà in modo puntuale a tutte le obbligazioni nei confronti della proprietà. Capisco le preoccupazioni dei Messeni Nemagna, ma credo che in alcun modo possano essere collegate alla consegna del teatro. Il governo ha preso un impegno e sono certo che lo manterrà».

E l´invito a non parlare di date?
«Se la famiglia vuole condizionare la riapertura del Teatro Petruzzelli all´approvazione di una legge, vuol dire che dobbiamo aspettare due anni. Si può tenere chiuso per così tanto tempo un teatro già pronto e funzionante? Non credo. Quando dico che sono soddisfatto per come è andata la riunione a Roma è perché colgo nell´atteggiamento dei proprietari e del ministero un atteggiamento di reciproca fiducia».

Un altro aspetto non di poco conto è la presenza a pieno titolo della fondazione lirico-sinfonica al tavolo che sarà istituito dal governo.
«Non poteva essere diversamente. La fondazione lirico-sinfonica è l´unico soggetto titolato a gestire il teatro. C´è un cartellone già pronto e la riapertura serve a far partire la stagione 2009, la prima nel Teatro Petruzzelli».

Insomma, secondo lei, il peggio è passato.
«Ho avuto un´impressione positiva dell´incontro di ieri. Naturalmente potrò fare un commento più preciso, dopo aver partecipato alla prima riunione del tavolo ministeriale. Ci sarò sicuramente per contribuire a sciogliere i nodi una volta per tutte».
Direi che dalle parole del Sindaco si scorga una visione positiva degli ultimi eventi che anticiperanno la riapertura del teatro.
^^Direi che i Messeni Nemagna vogliono farla pagare a Emiliano fregandosene della enorme importanza che ha il teatro per i baresi.
^^ Beh Wasca, direi anche che i Messeni Nemagna sono proprietari (proprietari) di un bene pubblico che un bel giorno gli è stato espropriato; per di più, quando finalmente era stato siglato un accordo tra pubblico e privato che sarebbe stato vantaggioso per entrambi.
Anche io un pochetto mi sarei arrabbiato...

Non che quella famiglia mi stia simpatica, ma il diritto va tutelato, in ogni caso.
Vantaggioso? Paghiamo loro la ristrutturazione del teatro e paghiamo loro pure l'affitto vincolato per quaranta anni....vantaggioso? Sarà pure scontato l'ammontare dell'affitto, ma regaliamo non solo la ristrutturazione, ma anche una rendita fissa e vincolata nel tempo. Se non ci fosse stato l'esproprio saremmo ancora ad aspettare la ristrutturazione.
^^ Se l'accordo era stato trovato, firmato e i lavori erano partiti (perchè erano partiti, altrochè) mi aspetto che fosse risultato vantaggioso per entrambe le parti. Bisognerebbe conoscerne i termini esatti: ovvio che se il pubblico si accollava la ristrutturazione, a naso direi che la valutazione sull'affitto dell'immobile fosse stata effettuata di conseguenza.
Insisto col dire che il diritto non si può calpestare, che quell'esproprio fu intempestivo (l'avessero fatto quindici anni prima, non sarebbe stato più giusto ma un senso l'avrebbe avuto); un atto emergenziale per richiamare l'attenzione su un governo impopolare, e col quale si doveva garantire la riapertura in tempo per le elezioni comunali del 2009, ad ogni costo.
Il resto son chiacchiere: oggi l'esproprio è nullo, eppure i lavori vanno avanti.
Sono un elettore di sinistra - tanto per chiarire - ma ben conscio che nessuno è vergine, men che meno il nostro Sindaco.
Ma se ho capito bene, il teatro è pronto, o quasi, ma i proprietari voglion fare i cazzi loro?
Ma se ho capito bene, il teatro è pronto, o quasi, ma i proprietari voglion fare i cazzi loro?
Il teatro petruzzelli è figlio di una storia strana.
Bari è una città rifondata dalla borghesia tra l'800 e il '900: la camera di commercio, i teatri e diversi altri edifici pubblici furono costruiti da privati che investivano nella città nuova.
Nel caso del Petruzzelli, il Comune era (ed è) proprietario del suolo, la famiglia Messeni-Nemagna (oggi una decina di eredi) è invece del suolo concessionaria e proprietaria dell'immobile del teatro, secondo una convenzione stipulata all'epoca della costruzione.
La stessa convenzione prevedeva che in caso di distruzione del teatro la famiglia avrebbe dovuto accollarsi i costi di ricostruzione, inziando i lavori entro cento giorni.
L'incendio del 1991 fu di proporzioni troppo vaste, erano necessarie decine di milioni di euro per riavere il teatro funzionante; nei primi sei anni si riuscirono appena a raccimolare i fondi per la ricostruzione del tetto e della cupola.
Si cercò un accordo con la famiglia che, per vari ed intricati motivi (beghe giudiziarie, disaccordi fra pubblico e privato e fra gli eredi stessi, scarsità di finanziamenti), fu raggiunto solo nel novembre del 2002.
Dopo il protocollo d'intesa fu stilato un progetto, e vennero finanziati i primi lavori di ricostruzione del foyer (2003). In cambio, il teatro sarebbe stato gestito dal pubblico per 40 anni, durante i quali la famiglia avrebbe percepito un canone di locazione.
Nel 2006, a lavori in corso (il foyer era da poco stato inaugurato), il governo Prodi tentò di accelerare i tempi di ricostruzione (i finanziamenti arrivavano col contagocce), stanziando diversi milioni di euro. Fece anche di più: in finanziaria decretò l'esproprio del teatro a favore del Comune.
La famiglia, infuriata, fece ricorso e pochi mesi fa l'ha vinto: l'esproprio è illegittimo, e ritorna valido l'accordo del 2002.
Nel frattempo i lavori sono andati avanti, e il progetto è stato modificato rispetto a quello concordato: ad esempio sono stati ridotti gli spazi delle pertinenze (locabili per scopi commerciali). Pare che le modifiche siano state necessarie per questioni di sicurezza, ma è tutto da dimostrare, e la famiglia proprietaria intende chiarire la situazione prima che il teatro sia riaperto. Nell'intento di procastinare l'inaugurazione, mancando la data simbolica del 6 dicembre, è ovviamente spalleggiata da Bondi e da quanti a destra vogliono evitare che la riapertura del teatro entri a far parte della campagna elettorale barese, da poco iniziata.

Questa è più o meno la storiaccia, se ci si capisce qualcosa :nuts:
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I pannelli che dividevano il cantiere dalle strade oramai sono in fase di smontaggio.
Si può osservare la pavimentazione dei marciapiedi esterni che sono davvero all'altezza dell'importanza del teatro. Si diceva che avrebbero rimesso le vecchie chianche che circondavano il teatro ma alla fine hanno deciso per qualcosa di nuovo.

RESTA L'EFFETTO TACHICARDIA QUANDO CI PASSO VICINO
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