In rivolta contro il Civis «Serve il referendum»
I comitati: «Bisogna declassarlo a filobus»
di LORENZO PRIVIATO - SAN LAZZARO -
UN REFERENDUM. Se non per cancellare il Civis, almeno per «declassarlo a filobus».
La proposta di Giorgio Giatti, presidente del comitato soci fondatori del 'Metrò che vorrei', viene accolta da un'ovazione.
La sala di città del municipio di San Lazzaro è gremita come non lo era mai stata. Trecento persone o forse più, accalcate persino fuori dal portone o costrette ad assistere attraverso le vetrate, al freddo e sotto la pioggia.
E' il popolo 'no Civis', che fa sentire la propria voce e si ribella.
Contesta duramente Atc, per i disagi e la partenza al rallentatore dei cantieri, e chiede al sindaco Marco Macciantelli di «ripensarci» e a tornare indietro.
«Se lo farà - assicura Giovanni Farina, commerciante di via Caselle - sarà ricordato come un grande sindaco. Altrimenti il Civis è destinato a diventare un cavallo di troia, anche per la sua immagine. Un'impresa fallimentare, che noi speriamo diventi un Titanic».
Fischi, invece, per l'ingegner Fabio Monzali, di Atc, responsabile dei cantieri, accusato di aver presentato i progetti a cose fatte, «mancando di rispetto ai cittadini».
Giatti, imprenditore e sanlazzarese, non le manda a dire: «Questo progetto è una follia. I mezzi, con cadenza ogni minuto e mezzo e quindi destinati a incrociarsi ogni 45 secondi, finiranno per paralizzare il traffico, che le preferenziali strozzeranno ulteriormente».
DA QUI LA PROPOSTA di estendere anche a San Lazzaro il 'referendum day' bolognese, autogestito e autofinanziato, da fare in febbraio.
Non per dire sì o no, ma per «declassare il Civis a filobus e abolire le prefenziali».
Bruno Giovannini, portavoce del comitato delle vie Fornace-Minarini-Gramsci che ha chiesto l'incontro, è preoccupato «soprattutto per quello che diventerà San Lazzaro a cantieri finiti».
Quindi dall'ipotesi di senso unico sulla via Emilia, già congelata dalla giunta, dai parcheggi che spariranno e dallee ricadute negative sul traffico che anche il nuovo polo scolastico nel Parco Europa è destinato a provocare.
«Stiamo diventando una periferia dormitorio» avverte Giovannini, che accusa pubblicamente la giunta «di amministrare con i palazzinari, dopo essersi riempita la bocca con le intenzioni di partecipazione dal basso».
Nel mirino finiscono l'informazione tardiva, la mancata realizzazione dei parcheggi compensativi e di un collegamento a nord alternativo alla via Emilia, «che andavano fatti prima e non dopo i lavori».
Di nuovo applausi scroscianti quando Giovannmi definisce il Civis «un rottame tecnologico».
E CHE, È CERTO Carlo De Maria, «oltre che dai cittadini non era condivisa neppure dal Comune, che l'ha subita per non perdere 182 milione di euro. Ma questo Civis ci è costato quattro volte il necessario: sono state comprate il doppio delle vetture che servivano, e al doppio del costo. Così San Lazzaro sperimenterà e farà da cavia a un progetto scartato da tutte le città del mondo».
I comitati: «Bisogna declassarlo a filobus»
di LORENZO PRIVIATO - SAN LAZZARO -
UN REFERENDUM. Se non per cancellare il Civis, almeno per «declassarlo a filobus».
La proposta di Giorgio Giatti, presidente del comitato soci fondatori del 'Metrò che vorrei', viene accolta da un'ovazione.
La sala di città del municipio di San Lazzaro è gremita come non lo era mai stata. Trecento persone o forse più, accalcate persino fuori dal portone o costrette ad assistere attraverso le vetrate, al freddo e sotto la pioggia.
E' il popolo 'no Civis', che fa sentire la propria voce e si ribella.
Contesta duramente Atc, per i disagi e la partenza al rallentatore dei cantieri, e chiede al sindaco Marco Macciantelli di «ripensarci» e a tornare indietro.
«Se lo farà - assicura Giovanni Farina, commerciante di via Caselle - sarà ricordato come un grande sindaco. Altrimenti il Civis è destinato a diventare un cavallo di troia, anche per la sua immagine. Un'impresa fallimentare, che noi speriamo diventi un Titanic».
Fischi, invece, per l'ingegner Fabio Monzali, di Atc, responsabile dei cantieri, accusato di aver presentato i progetti a cose fatte, «mancando di rispetto ai cittadini».
Giatti, imprenditore e sanlazzarese, non le manda a dire: «Questo progetto è una follia. I mezzi, con cadenza ogni minuto e mezzo e quindi destinati a incrociarsi ogni 45 secondi, finiranno per paralizzare il traffico, che le preferenziali strozzeranno ulteriormente».
DA QUI LA PROPOSTA di estendere anche a San Lazzaro il 'referendum day' bolognese, autogestito e autofinanziato, da fare in febbraio.
Non per dire sì o no, ma per «declassare il Civis a filobus e abolire le prefenziali».
Bruno Giovannini, portavoce del comitato delle vie Fornace-Minarini-Gramsci che ha chiesto l'incontro, è preoccupato «soprattutto per quello che diventerà San Lazzaro a cantieri finiti».
Quindi dall'ipotesi di senso unico sulla via Emilia, già congelata dalla giunta, dai parcheggi che spariranno e dallee ricadute negative sul traffico che anche il nuovo polo scolastico nel Parco Europa è destinato a provocare.
«Stiamo diventando una periferia dormitorio» avverte Giovannini, che accusa pubblicamente la giunta «di amministrare con i palazzinari, dopo essersi riempita la bocca con le intenzioni di partecipazione dal basso».
Nel mirino finiscono l'informazione tardiva, la mancata realizzazione dei parcheggi compensativi e di un collegamento a nord alternativo alla via Emilia, «che andavano fatti prima e non dopo i lavori».
Di nuovo applausi scroscianti quando Giovannmi definisce il Civis «un rottame tecnologico».
E CHE, È CERTO Carlo De Maria, «oltre che dai cittadini non era condivisa neppure dal Comune, che l'ha subita per non perdere 182 milione di euro. Ma questo Civis ci è costato quattro volte il necessario: sono state comprate il doppio delle vetture che servivano, e al doppio del costo. Così San Lazzaro sperimenterà e farà da cavia a un progetto scartato da tutte le città del mondo».