Librino oggi
La fondazione
Fiumara d'Arte, capitanata da Antonio Presti, ha scelto
Librino, il grande quartiere sito alla periferia di Catania, sino ad oggi solo simbolo di degrado della città, come sede di un grande museo d'arte a cielo aperto che andrà ad arricchirsi, anno dopo anno, grazie al coinvolgimento degli abitanti del quartiere e alla collaborazione di grandi artisti nazionali e internazionali.
Terzocchio - Meridiani di Luce è un progetto ideato dalla Fondazione Antonio Presti - Fiumara d’Arte, nell’ambito delle iniziative culturali, etiche e sociali direttamente promosse per il quartiere catanese di Librino. Il progetto, già attivo dal 2002, con la collaborazione di tutte le scuole del quartiere e con i suoi abitanti, ha come tema la Bellezza intesa come mezzo per acquisire il diritto alla cittadinanza, per affermare la consapevolezza della propria identità.
Il quartiere catanese è stato scelto dalla Fondazione come spazio creativo per fare di Librino un Museo Internazionale a Cielo Aperto, dove, inizialmente,
un muro cementizio, che come una ferita deturpa e taglia in due il territorio, sarà trasformato in una Porta di Bellezza. Tutti i bambini e gli abitanti del quartiere, in collaborazione con artisti e poeti nazionali e internazionali, realizzeranno e assembleranno su una parte di quel muro migliaia di manufatti in terracotta, per riconoscere nel valore della condivisione il senso della “bellezza”. Anno dopo anno il muro sarà sempre più trasformato e rivestito di opere d’arte in terracotta e accoglierà anche la parola dei più noti poeti nazionali e internazionali.
Prima opera monumentale del Museo Terzocchio - Meridiani di Luce
Il progetto “Le Grandi Madri a Librino”, mira a ricostruire un’integrità spezzata, facendo ritrovare identità e specificità di luogo a un non luogo tra i tanti di Librino, e contribuendo quindi a promuovere il senso di appartenenza nei suoi abitanti.
Tale non luogo è stato individuato nell’Asse Attrezzato all’ingresso del quartiere catanese, un muro cementizio che come una ferita deturpa e taglia in due il territorio, snodandosi anonimamente per chilometri lungo i viali. La Fondazione Antonio Presti – Fiumara d’Arte, lavorando in collaborazione con le scuole del quartiere, vuole offrire agli studenti una visione altra: la trasformazione di quel muro, di quella ferita in valore di Bellezza. Bellezza che sarà restituita da quel gesto di condivisione che tutti i bambini del quartiere sigilleranno, assemblando su quel muro migliaia di pezzi di terracotta creati insieme con gli artisti coinvolti. Anno dopo anno, quel “muro”
si trasformerà in una Porta e tutti gli abitanti riconosceranno nel valore della condivisione, non solo un nuovo luogo d’identità, ma uno spazio poetico che affermerà con la sua parola, il senso della bellezza.
L’esecuzione dell’opera prevede il coinvolgimento creativo e operativo delle scuole di Librino (Circolo didattico San Giorgio; Istituto Comprensivo Brancati; Istituto comprensivo Campanella-Sturzo; Istituto comprensivo Angelo Musco; Istituto comprensivo Dusmet; Istituto comprensivo Pestalozzi; Scuola Media Statale G. Ungaretti; Scuola primaria paritaria Cirino La Rosa; Scuola primaria paritaria Mary Poppins, Oratorio Centro Giovanile Giovanni Paolo II), e degli oratori del quartiere, con la direzione artistica del critico d’arte Ornella Fazzina che coinvolgerà nove artisti nazionali e della poetessa Maria Attanasio che coinvolgerà nove poeti nazionali e internazionali. Per l’anno 2008, si è selezionata una porzione del muro (un centinaio di metri), quella in corrispondenza dell’accesso al quartiere.
Le migliaia di studenti delle scuole coinvolte realizzeranno un manufatto in terracotta, formato 35X35 cm, su cui potranno esprimere il proprio personale linguaggio artistico ispirandosi per l’anno 2008 al tema de La Grande Madre. Ad ogni istituto sarà abbinato un artista che, collaborando con gli studenti, plasmerà la sua opera creativa, assemblandola insieme ai manufatti di terracotta realizzati dai ragazzi. Gli studenti contemporaneamente lavoreranno insieme ai grandi poeti nazionali.
Ad ogni porzione del muro realizzato dall’artista, corrisponderà un medesimo tratto dedicato ad accogliere i versi poetici donati dai grandi poeti coinvolti, che li incideranno sull’opera in modo autografo. Sarà la parola della poesia, insieme alla forza espressiva dell’immagine, a rendere questo non luogo simbolo di unità e di rinnovata identità per tutti gli abitanti del quartiere.
PROGETTI 2009-2011:
MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA
TERZ’OCCHIO MERIDIANI DI LUCE
Installazioni fotografiche e video
La Fondazione successivamente selezionerà
100 palazzi del quartiere, individuando,
nelle facciate cieche,
il luogo espositivo per accogliere le opere visive realizzate dagli artisti coinvolti.
Gli artisti internazionali utilizzeranno diversi linguaggi espressivi (fotografi, video-artisti, pittori, scultori, scrittori, registi) e ognuno, nell’ambito del proprio linguaggio specifico, dovrà lavorare, insieme con gli abitanti di quei condomini, per realizzare la propria opera, esaltando e amplificando la bellezza spirituale delle persone. Le opere d’arte (gigantografie, proiezioni, installazioni video ecc.) realizzate saranno successivamente installate sulle facciate degli edifici.
Ogni abitante del quartiere riconoscerà nell’immagine proiettata la sua bellezza e affermerà “Io sono bello”. Quando le luci illumineranno le pareti, Librino si offrirà in tutta la sua Bellezza.
La Porta della Bellezza
Inaugurazione: 15 maggio 2009
Sito ufficiale:
www.librino.org
http://www.video.mediaset.it/mplayer.html?sito=tgcom&data=2009/05/14&id=30676&from=link Video di presentazione (tratto da TGCom)
L'Arte riscatta Librino (architetturacatania.blogspot)
Spiritualità contro il grigio cemento (TifeoWeb)
Festa Italiana, RaiUno, 1/4/2009
Buongiorno Regione, RaiTre, 30/4/2009
TG3, RaiTre, 30/4/2009
IL FUTURO
Il museo dell'immagine
Il museo all'aperto ha due aspetti diversi e complementari: il muro di Librino, che diventa "Porta della bellezza", saluto bene augurante fatto d'argilla, e "Terz'occhio-Meridiani di Luce", il museo dell'immagine. Presti ha voluto chiamarlo così perché il terzo occhio è quello del cuore, l'occhio visionario. "Apritelo - dice - e vedrete Librino trasfigurato. Vedrete le facciate dei palazzi farsi schermo per immagini proiettate dal mondo intero, vedrete le strade e le piazze farsi museo, vedrete la poesia farsi ricchezza". E ancora. "Terz'occhio perché nei luoghi di mancamento, dove si affermano le tenebre e il buio, bisogna partire dall'illuminazione delle coscienze. Gli abitanti del quartiere devono acquisire la consapevolezza di valere, di essere belli".
L'idea di Presti è quella di un museo mutante nel tempo, un museo che proponga nuove opere, e quindi nuovi volti, ogni due tre anni, un museo che usi i linguaggi della fotografia per fissare, in luoghi di fruizione collettiva, la spiritualità di ognuno degli abitanti di Librino. Tutto il progetto, in ogni suo stadio, è costruito sulla condivisione e il museo all'aperto sarà l'espressione, e il prodotto di una fitta rete di relazioni tra gli artisti e gli abitanti di Librino. Per raggiungere questo obiettivo la Fondazione Fiumara d'Arte si è mossa a partire dalle scuole dove, da dieci anni ormai, promuove iniziative sociali e culturali di grande respiro. E da lì, Presti ha coinvolto numerosi condomini del quartiere con ognuno dei quali, dopo un lungo confronto, ha stipulato una convenzione che autorizza l'utilizzo di una facciata cieca del palazzo come spazio espositivo.
Sono 100 i condomini che si sono detti disponibili a questa impresa. 100 palazzi tra cui, ogni anno, saranno individuate le 10 facciate su cui installare fotografie o da utilizzare come schermi dove, nella notte, proiettare le immagini colte dagli artisti, immagini che manifestano la bellezza spirituale delle persone di quel condominio, i loro volti, le loro espressioni, il loro sorriso.
"Ognuno degli abitanti del palazzo, ogni giorno, tornando a casa, la mattina, la sera, il pomeriggio, riconoscendo la propria bellezza, la bellezza dell'anima, dovrà affermare con se stesso 'Io sono bello'. Quando tutti gli abitanti di quella periferia, un giorno, nella loro coscienza, sapranno dire 'Io sono bello', allora Librino non sarà più un quartiere a rischio, un luogo dell'emarginazione, ma un territorio dove, attraverso la consapevolezza della bellezza, si riacquista il diritto alla cittadinanza".
Il museo dell'immagine, dunque, è anche un grande progetto di democrazia partecipata che nasce dal basso. Un processo di costruzione collettiva che ha dovuto fare i conti con un "ostacolo" tipico di tutti i luoghi che la politica ha lasciato ai margini: la delusione.
"Librino - racconta Antonio Presti - come tutte le periferie d'Italia, è un luogo dove gli abitanti sono stati educati a chiedere, come se questa fosse l'unica modalità di esistenza. E, nel chiedere, sono stati sempre illusi, tant'è che, pure abitate dalla terza generazione, le periferie non sono ancora riuscite a diventare parte della città contemporanea a pieno titolo. Nella logica del chiedere queste popolazione sono state illuse e disilluse. Per questo, quando siamo andati a proporre la nostra idea di museo e di cambiamento per Librino, la più grande difficoltà è stata superare l'indifferenza alla promessa. E, se alla fine, è stato possibile, è solo grazie al fatto che ci siamo presentati forti di una presenza e di un'esperienza decennale a Librino. Il museo, dunque, non è qualcosa che sorge nel vuoto, ma arriva dopo un lungo cammino al termine del quale la Fondazione Fiumara d'Arte si è data anche questa mission: realizzare il museo. Ed è una mission costruita sul valore del dono come condivisione".
E la condivisione, in questo progetto, ha un duplice aspetto: la gratuità e la consapevolezza. Gli artisti, gli intellettuali, le persone di cultura e quanti concorrono alla realizzazione del museo sono chiamati a comprenderne lo spirito che non si fonda sul denaro, ma sulla creazione di una rete di impegno sociale, civile, etico ed estetico. Gli abitanti del quartiere, da parte loro, sono chiamati ad essere protagonisti di quest'esperienza e di questa impresa volta alla crescita di un nuovo tipo di consapevolezza e di coscienza civica, un'esperienza che potrà aiutarli a fare uscire da sé i valori e le attitudini migliori.
Il museo crescerà gradualmente in base alle risorse disponibili di anno in anno. Crescerà per blocchi, blocchi di dieci facciate che ospiteranno gigantografie, poesie e brevi racconti, videoproiezioni, videoistallazioni e le sagome suggestive del museo delle ombre. Linguaggi artistici diversi, ma che concorrono tutti alla spiritualità e all'emozione. Linguaggi immediatamente comprensibili che non hanno bisogno di codici di lettura sofisticati. Linguaggi che, come quello della fotografia, ormai sono entrati nella tradizione ed altri più innovativi, come i video, che consentono di coinvolgere in pochi minuti centinaia di persone, di mostrarne i volti, la vita. Ogni facciata sarà affidata ad un artista che userà un proprio linguaggio. L'anno successivo altri artisti lavoreranno su altre dieci facciate realizzando nuove istallazioni.
"Con l'esperienza - dice Presti - potremo valutare se le opere precedenti si sono usurate, e se sono da confermare o da cambiare. Nulla può essere dato per scontato, infatti, in un progetto sperimentale quale è questo del museo dell'immagine".
In prospettiva il museo prevede il coinvolgimento del mondo di
Internet. "Faremo appello alla rete per scaricare arte e bellezza - anticipa Antonio Presti -. Con lo slogan “Internet pro-motore di bellezza” potremo chiedere ai fruitori della rete di condividere l'impegno sociale e civile che sta alla base di questo progetto offrendo, allo stesso tempo, un nuovo modo di vivere l'arte".
Il museo virtuale, infatti, esisterà anche in un sito creato ad hoc. Gli artisti metteranno in rete le proprie opere create per il museo dell'immagine Librino e, chi si collegherà al sito, potrà scegliere fotografie, parole, video, colori e segni grafici e assemblarli in modo da fare una propria pagina, su gabbie chiuse, utilizzando creativamente materiali altrui, anche se non potrà introdurne di nuovi.
Quando ogni navigatore - avendo scelto e combinato poesie, foto, video, immagini - avrà creato la propria pagina potrà inviarla e scaricarla su una facciata di Librino. Così il virtuale, diventando reale, manifesterà con segni concreti un impegno civile e di bellezza. La pagina così elaborata, cioè la personale creazione di un singolo internauta, rimarrà sulla facciata per qualche tempo, verrà fotografata con la web e rimandata al mittente attraverso la sua posta elettronica, autenticata come opera del museo della fotografia di Librino. Chi l'ha creata e inviata, allora, potrà stamparla ed esporla come una propria opera d'arte.
"Ma quell'opera - dice il fondatore di Fiumara d'Arte - sei tu, tu che hai inviato e scaricato bellezza su Librino e, di ritorno, su te stesso. Sono convinto che questo pensiero e queste pratiche potranno coinvolgere un vasto pubblico internazionale di internauti che, così, potranno conoscere Librino e condividere con i suoi abitanti e con noi questo cammino d'impegno civile".
Il sole di mezzanotte
l museo sarà aperto al pubblico martedì, giovedì, sabato e domenica e, per visitarlo, non è previsto il pagamento di alcun biglietto.
Sarà fruibile dall'imbrunire fino a tarda sera quando, svanita la luce naturale, sarà possibile vedere le immagini e i video proiettati sulle grandi facciate dei palazzi.
La Fondazione Fiumara d'Arte si riserva di valutarne l'impatto ambientale, di capire quali sono i limiti e i modi che evitino un rapporto invasivo con gli abitanti dei condomini e con la gente del luogo, a partire dalla scelta di fare a meno, anche nei video, della musica e dell'audio. A questa logica di evitare al massimo forme di invadenza è ispirata la decisione di rendere fruibile il museo soltanto a giorni alterni e per una parte della giornata.
L'energia elettrica necessaria ad "accendere" il museo sarà prodotta sul posto attraverso l'utilizzo di pannelli solari. Anche l'illuminazione, dunque, sarà basata su processi alternativi, su fonti di energia pulite e rinnovabili. Una scelta che non è improntata soltanto al rispetto dell'ambiente.
"I pannelli fotovoltaici - spiega Antonio Presti - restituiranno nella notte la luce universale del sole incamerata durante il giorno. Una luce che ha un alto valore simbolico, quello di illuminare le coscienze degli abitanti e di ridare a Librino, a questo luogo lasciato al buio, la luce del sole di mezzanotte. Accogliere lo spirito della bellezza, infatti, significa dare spazio all'universale, significa aprirsi all'infinito, alla luce che si perpetua di cui il sole è massima espressione ed emblema. Ogni abitante di Librino, ogni visitatore del museo all'aperto, saprà che deve al sole, e alla sua luce universale, la possibilità di vedere le immagini sulle facciate. Un pensiero di grande impatto spirituale ed etico, tanto più che useremo attrezzature che utilizzano, e rilasciano, esattamente la stessa quantità di energia che hanno incamerato. Non prevediamo, dunque, alcun accumulo, tanto meno per usi commerciali. I pannelli solari, al calare delle tenebre, rilasceranno la luce che hanno incamerato durante il giorno e da questo, solo da questo, cioè da fattori "naturali", dipenderà il tempo d'illuminazione del museo e, di conseguenza, quello della fruizione. L'apertura al pubblico del museo, dunque, non avrà orari prefissati e sicuri, perché questi non dipendono da noi. Le immagini, i video, le foto s'accenderanno lentamente al calare della sera e lentamente svaniranno, immergendosi nel buio, quando l'energia sarà esaurita. Anche il tempo, dunque, avrà un ritmo che non è quello dell'uomo, ma quello del sole, della natura. C'è un forte senso poetico in questo appuntamento con la bellezza, con il suo respiro universale e con la luce che ne segue il ritmo: s'accende, s'affievolisce, si spegne. Sarà come essere partecipi del respiro della natura, un modo per riscoprirne la meraviglia e la grandiosità".