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CATANIA | I grandi progetti dell'arte a Librino

15649 Views 16 Replies 4 Participants Last post by  Euplio
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Librino oggi



La fondazione Fiumara d'Arte, capitanata da Antonio Presti, ha scelto Librino, il grande quartiere sito alla periferia di Catania, sino ad oggi solo simbolo di degrado della città, come sede di un grande museo d'arte a cielo aperto che andrà ad arricchirsi, anno dopo anno, grazie al coinvolgimento degli abitanti del quartiere e alla collaborazione di grandi artisti nazionali e internazionali.

Terzocchio - Meridiani di Luce è un progetto ideato dalla Fondazione Antonio Presti - Fiumara d’Arte, nell’ambito delle iniziative culturali, etiche e sociali direttamente promosse per il quartiere catanese di Librino. Il progetto, già attivo dal 2002, con la collaborazione di tutte le scuole del quartiere e con i suoi abitanti, ha come tema la Bellezza intesa come mezzo per acquisire il diritto alla cittadinanza, per affermare la consapevolezza della propria identità.
Il quartiere catanese è stato scelto dalla Fondazione come spazio creativo per fare di Librino un Museo Internazionale a Cielo Aperto, dove, inizialmente, un muro cementizio, che come una ferita deturpa e taglia in due il territorio, sarà trasformato in una Porta di Bellezza. Tutti i bambini e gli abitanti del quartiere, in collaborazione con artisti e poeti nazionali e internazionali, realizzeranno e assembleranno su una parte di quel muro migliaia di manufatti in terracotta, per riconoscere nel valore della condivisione il senso della “bellezza”. Anno dopo anno il muro sarà sempre più trasformato e rivestito di opere d’arte in terracotta e accoglierà anche la parola dei più noti poeti nazionali e internazionali.

Prima opera monumentale del Museo Terzocchio - Meridiani di Luce

Il progetto “Le Grandi Madri a Librino”, mira a ricostruire un’integrità spezzata, facendo ritrovare identità e specificità di luogo a un non luogo tra i tanti di Librino, e contribuendo quindi a promuovere il senso di appartenenza nei suoi abitanti.
Tale non luogo è stato individuato nell’Asse Attrezzato all’ingresso del quartiere catanese, un muro cementizio che come una ferita deturpa e taglia in due il territorio, snodandosi anonimamente per chilometri lungo i viali. La Fondazione Antonio Presti – Fiumara d’Arte, lavorando in collaborazione con le scuole del quartiere, vuole offrire agli studenti una visione altra: la trasformazione di quel muro, di quella ferita in valore di Bellezza. Bellezza che sarà restituita da quel gesto di condivisione che tutti i bambini del quartiere sigilleranno, assemblando su quel muro migliaia di pezzi di terracotta creati insieme con gli artisti coinvolti. Anno dopo anno, quel “muro”
si trasformerà in una Porta e tutti gli abitanti riconosceranno nel valore della condivisione, non solo un nuovo luogo d’identità, ma uno spazio poetico che affermerà con la sua parola, il senso della bellezza.
L’esecuzione dell’opera prevede il coinvolgimento creativo e operativo delle scuole di Librino (Circolo didattico San Giorgio; Istituto Comprensivo Brancati; Istituto comprensivo Campanella-Sturzo; Istituto comprensivo Angelo Musco; Istituto comprensivo Dusmet; Istituto comprensivo Pestalozzi; Scuola Media Statale G. Ungaretti; Scuola primaria paritaria Cirino La Rosa; Scuola primaria paritaria Mary Poppins, Oratorio Centro Giovanile Giovanni Paolo II), e degli oratori del quartiere, con la direzione artistica del critico d’arte Ornella Fazzina che coinvolgerà nove artisti nazionali e della poetessa Maria Attanasio che coinvolgerà nove poeti nazionali e internazionali. Per l’anno 2008, si è selezionata una porzione del muro (un centinaio di metri), quella in corrispondenza dell’accesso al quartiere.
Le migliaia di studenti delle scuole coinvolte realizzeranno un manufatto in terracotta, formato 35X35 cm, su cui potranno esprimere il proprio personale linguaggio artistico ispirandosi per l’anno 2008 al tema de La Grande Madre. Ad ogni istituto sarà abbinato un artista che, collaborando con gli studenti, plasmerà la sua opera creativa, assemblandola insieme ai manufatti di terracotta realizzati dai ragazzi. Gli studenti contemporaneamente lavoreranno insieme ai grandi poeti nazionali. Ad ogni porzione del muro realizzato dall’artista, corrisponderà un medesimo tratto dedicato ad accogliere i versi poetici donati dai grandi poeti coinvolti, che li incideranno sull’opera in modo autografo. Sarà la parola della poesia, insieme alla forza espressiva dell’immagine, a rendere questo non luogo simbolo di unità e di rinnovata identità per tutti gli abitanti del quartiere.


PROGETTI 2009-2011:

MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA
TERZ’OCCHIO MERIDIANI DI LUCE

Installazioni fotografiche e video
La Fondazione successivamente selezionerà 100 palazzi del quartiere, individuando, nelle facciate cieche, il luogo espositivo per accogliere le opere visive realizzate dagli artisti coinvolti.





Gli artisti internazionali utilizzeranno diversi linguaggi espressivi (fotografi, video-artisti, pittori, scultori, scrittori, registi) e ognuno, nell’ambito del proprio linguaggio specifico, dovrà lavorare, insieme con gli abitanti di quei condomini, per realizzare la propria opera, esaltando e amplificando la bellezza spirituale delle persone. Le opere d’arte (gigantografie, proiezioni, installazioni video ecc.) realizzate saranno successivamente installate sulle facciate degli edifici.
Ogni abitante del quartiere riconoscerà nell’immagine proiettata la sua bellezza e affermerà “Io sono bello”. Quando le luci illumineranno le pareti, Librino si offrirà in tutta la sua Bellezza.




La Porta della Bellezza

Inaugurazione: 15 maggio 2009



Sito ufficiale: www.librino.org

http://www.video.mediaset.it/mplayer.html?sito=tgcom&data=2009/05/14&id=30676&from=link Video di presentazione (tratto da TGCom)

L'Arte riscatta Librino (architetturacatania.blogspot)

Spiritualità contro il grigio cemento (TifeoWeb)


Festa Italiana, RaiUno, 1/4/2009



Buongiorno Regione, RaiTre, 30/4/2009



TG3, RaiTre, 30/4/2009


IL FUTURO

Il museo dell'immagine


Il museo all'aperto ha due aspetti diversi e complementari: il muro di Librino, che diventa "Porta della bellezza", saluto bene augurante fatto d'argilla, e "Terz'occhio-Meridiani di Luce", il museo dell'immagine. Presti ha voluto chiamarlo così perché il terzo occhio è quello del cuore, l'occhio visionario. "Apritelo - dice - e vedrete Librino trasfigurato. Vedrete le facciate dei palazzi farsi schermo per immagini proiettate dal mondo intero, vedrete le strade e le piazze farsi museo, vedrete la poesia farsi ricchezza". E ancora. "Terz'occhio perché nei luoghi di mancamento, dove si affermano le tenebre e il buio, bisogna partire dall'illuminazione delle coscienze. Gli abitanti del quartiere devono acquisire la consapevolezza di valere, di essere belli".

L'idea di Presti è quella di un museo mutante nel tempo, un museo che proponga nuove opere, e quindi nuovi volti, ogni due tre anni, un museo che usi i linguaggi della fotografia per fissare, in luoghi di fruizione collettiva, la spiritualità di ognuno degli abitanti di Librino. Tutto il progetto, in ogni suo stadio, è costruito sulla condivisione e il museo all'aperto sarà l'espressione, e il prodotto di una fitta rete di relazioni tra gli artisti e gli abitanti di Librino. Per raggiungere questo obiettivo la Fondazione Fiumara d'Arte si è mossa a partire dalle scuole dove, da dieci anni ormai, promuove iniziative sociali e culturali di grande respiro. E da lì, Presti ha coinvolto numerosi condomini del quartiere con ognuno dei quali, dopo un lungo confronto, ha stipulato una convenzione che autorizza l'utilizzo di una facciata cieca del palazzo come spazio espositivo.
Sono 100 i condomini che si sono detti disponibili a questa impresa. 100 palazzi tra cui, ogni anno, saranno individuate le 10 facciate su cui installare fotografie o da utilizzare come schermi dove, nella notte, proiettare le immagini colte dagli artisti, immagini che manifestano la bellezza spirituale delle persone di quel condominio, i loro volti, le loro espressioni, il loro sorriso.
"Ognuno degli abitanti del palazzo, ogni giorno, tornando a casa, la mattina, la sera, il pomeriggio, riconoscendo la propria bellezza, la bellezza dell'anima, dovrà affermare con se stesso 'Io sono bello'. Quando tutti gli abitanti di quella periferia, un giorno, nella loro coscienza, sapranno dire 'Io sono bello', allora Librino non sarà più un quartiere a rischio, un luogo dell'emarginazione, ma un territorio dove, attraverso la consapevolezza della bellezza, si riacquista il diritto alla cittadinanza".

Il museo dell'immagine, dunque, è anche un grande progetto di democrazia partecipata che nasce dal basso. Un processo di costruzione collettiva che ha dovuto fare i conti con un "ostacolo" tipico di tutti i luoghi che la politica ha lasciato ai margini: la delusione.

"Librino - racconta Antonio Presti - come tutte le periferie d'Italia, è un luogo dove gli abitanti sono stati educati a chiedere, come se questa fosse l'unica modalità di esistenza. E, nel chiedere, sono stati sempre illusi, tant'è che, pure abitate dalla terza generazione, le periferie non sono ancora riuscite a diventare parte della città contemporanea a pieno titolo. Nella logica del chiedere queste popolazione sono state illuse e disilluse. Per questo, quando siamo andati a proporre la nostra idea di museo e di cambiamento per Librino, la più grande difficoltà è stata superare l'indifferenza alla promessa. E, se alla fine, è stato possibile, è solo grazie al fatto che ci siamo presentati forti di una presenza e di un'esperienza decennale a Librino. Il museo, dunque, non è qualcosa che sorge nel vuoto, ma arriva dopo un lungo cammino al termine del quale la Fondazione Fiumara d'Arte si è data anche questa mission: realizzare il museo. Ed è una mission costruita sul valore del dono come condivisione".

E la condivisione, in questo progetto, ha un duplice aspetto: la gratuità e la consapevolezza. Gli artisti, gli intellettuali, le persone di cultura e quanti concorrono alla realizzazione del museo sono chiamati a comprenderne lo spirito che non si fonda sul denaro, ma sulla creazione di una rete di impegno sociale, civile, etico ed estetico. Gli abitanti del quartiere, da parte loro, sono chiamati ad essere protagonisti di quest'esperienza e di questa impresa volta alla crescita di un nuovo tipo di consapevolezza e di coscienza civica, un'esperienza che potrà aiutarli a fare uscire da sé i valori e le attitudini migliori.

Il museo crescerà gradualmente in base alle risorse disponibili di anno in anno. Crescerà per blocchi, blocchi di dieci facciate che ospiteranno gigantografie, poesie e brevi racconti, videoproiezioni, videoistallazioni e le sagome suggestive del museo delle ombre. Linguaggi artistici diversi, ma che concorrono tutti alla spiritualità e all'emozione. Linguaggi immediatamente comprensibili che non hanno bisogno di codici di lettura sofisticati. Linguaggi che, come quello della fotografia, ormai sono entrati nella tradizione ed altri più innovativi, come i video, che consentono di coinvolgere in pochi minuti centinaia di persone, di mostrarne i volti, la vita. Ogni facciata sarà affidata ad un artista che userà un proprio linguaggio. L'anno successivo altri artisti lavoreranno su altre dieci facciate realizzando nuove istallazioni.
"Con l'esperienza - dice Presti - potremo valutare se le opere precedenti si sono usurate, e se sono da confermare o da cambiare. Nulla può essere dato per scontato, infatti, in un progetto sperimentale quale è questo del museo dell'immagine".

In prospettiva il museo prevede il coinvolgimento del mondo di Internet. "Faremo appello alla rete per scaricare arte e bellezza - anticipa Antonio Presti -. Con lo slogan “Internet pro-motore di bellezza” potremo chiedere ai fruitori della rete di condividere l'impegno sociale e civile che sta alla base di questo progetto offrendo, allo stesso tempo, un nuovo modo di vivere l'arte".

Il museo virtuale, infatti, esisterà anche in un sito creato ad hoc. Gli artisti metteranno in rete le proprie opere create per il museo dell'immagine Librino e, chi si collegherà al sito, potrà scegliere fotografie, parole, video, colori e segni grafici e assemblarli in modo da fare una propria pagina, su gabbie chiuse, utilizzando creativamente materiali altrui, anche se non potrà introdurne di nuovi. Quando ogni navigatore - avendo scelto e combinato poesie, foto, video, immagini - avrà creato la propria pagina potrà inviarla e scaricarla su una facciata di Librino. Così il virtuale, diventando reale, manifesterà con segni concreti un impegno civile e di bellezza. La pagina così elaborata, cioè la personale creazione di un singolo internauta, rimarrà sulla facciata per qualche tempo, verrà fotografata con la web e rimandata al mittente attraverso la sua posta elettronica, autenticata come opera del museo della fotografia di Librino. Chi l'ha creata e inviata, allora, potrà stamparla ed esporla come una propria opera d'arte.

"Ma quell'opera - dice il fondatore di Fiumara d'Arte - sei tu, tu che hai inviato e scaricato bellezza su Librino e, di ritorno, su te stesso. Sono convinto che questo pensiero e queste pratiche potranno coinvolgere un vasto pubblico internazionale di internauti che, così, potranno conoscere Librino e condividere con i suoi abitanti e con noi questo cammino d'impegno civile".

Il sole di mezzanotte

l museo sarà aperto al pubblico martedì, giovedì, sabato e domenica e, per visitarlo, non è previsto il pagamento di alcun biglietto. Sarà fruibile dall'imbrunire fino a tarda sera quando, svanita la luce naturale, sarà possibile vedere le immagini e i video proiettati sulle grandi facciate dei palazzi.

La Fondazione Fiumara d'Arte si riserva di valutarne l'impatto ambientale, di capire quali sono i limiti e i modi che evitino un rapporto invasivo con gli abitanti dei condomini e con la gente del luogo, a partire dalla scelta di fare a meno, anche nei video, della musica e dell'audio. A questa logica di evitare al massimo forme di invadenza è ispirata la decisione di rendere fruibile il museo soltanto a giorni alterni e per una parte della giornata.

L'energia elettrica necessaria ad "accendere" il museo sarà prodotta sul posto attraverso l'utilizzo di pannelli solari. Anche l'illuminazione, dunque, sarà basata su processi alternativi, su fonti di energia pulite e rinnovabili. Una scelta che non è improntata soltanto al rispetto dell'ambiente.

"I pannelli fotovoltaici - spiega Antonio Presti - restituiranno nella notte la luce universale del sole incamerata durante il giorno. Una luce che ha un alto valore simbolico, quello di illuminare le coscienze degli abitanti e di ridare a Librino, a questo luogo lasciato al buio, la luce del sole di mezzanotte. Accogliere lo spirito della bellezza, infatti, significa dare spazio all'universale, significa aprirsi all'infinito, alla luce che si perpetua di cui il sole è massima espressione ed emblema. Ogni abitante di Librino, ogni visitatore del museo all'aperto, saprà che deve al sole, e alla sua luce universale, la possibilità di vedere le immagini sulle facciate. Un pensiero di grande impatto spirituale ed etico, tanto più che useremo attrezzature che utilizzano, e rilasciano, esattamente la stessa quantità di energia che hanno incamerato. Non prevediamo, dunque, alcun accumulo, tanto meno per usi commerciali. I pannelli solari, al calare delle tenebre, rilasceranno la luce che hanno incamerato durante il giorno e da questo, solo da questo, cioè da fattori "naturali", dipenderà il tempo d'illuminazione del museo e, di conseguenza, quello della fruizione. L'apertura al pubblico del museo, dunque, non avrà orari prefissati e sicuri, perché questi non dipendono da noi. Le immagini, i video, le foto s'accenderanno lentamente al calare della sera e lentamente svaniranno, immergendosi nel buio, quando l'energia sarà esaurita. Anche il tempo, dunque, avrà un ritmo che non è quello dell'uomo, ma quello del sole, della natura. C'è un forte senso poetico in questo appuntamento con la bellezza, con il suo respiro universale e con la luce che ne segue il ritmo: s'accende, s'affievolisce, si spegne. Sarà come essere partecipi del respiro della natura, un modo per riscoprirne la meraviglia e la grandiosità".
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^^

Bravo! Fai tante belle foto, mi raccomando! Così poi ci porti qui la tua testimonianza. :)
Interessante iniziativa e progetto, solo l'arte può salvare dal degrado e l'ignoranza certi quartieri, diciamo che l'arte potrebbe fare molto anche per zone meno degradate..
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Devo dire che è stata davvero un'esperienza straordinaria e intensa!
Prima dello "svelamento" della Porta c'è stata una performance con i ragazzini delle scuole che suonavano i bongo e delle ragazzine che giravano con i pattini spargendo incenso.
Rita Botto ha cantato una canzone scritta apposta per Librino e la rappresentazione della "Grande Madre" (che è il tema della Porta della Bellezza) è stato affidato ad una mamma del Senegal!
Finale con uno spettacolo pirotecnico che dire...nient'altro parleranno le immagini.



















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La Porta della Bellezza


TG2 Costume e Società, RaiDue



UnoMattina, RaiUno



MattinoCinque, Canale 5


Servizi sull'inaugurazione:


7 Gold



PrimaLinea TG, Telecolor



PrimoTG, SestaRete



News, TirrenoSat


Più volte si sente dire, ed è importante, che il lavoro di abbellimento dell'asse attrezzato proseguirà, anno dopo anno, ben oltre i 500 metri sin qui realizzati.
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Le foto per creare identità
Le macchine a 500 ragazzi

Laboratorio del grande fotografo Reza Deghati. Obiettivo: creare un «museo diffuso», immagini sulle facciate dei palazzi e nei negozi


A Librino come a Kabul. Nella nostra
enorme periferia cittadina come nei
territorio afgani martoriati dalla guerra:
la cultura e l’educazione come strumenti
da opporre alle armi e alle devastazioni,
anche quelle sociali; l’arte come
medicina per curare i traumi dell’umanità,
per ricostruire le identità
ferire, nei luoghi di dolore e di abbandono
dei campi profughi come nei
ghetti urbani privi di servizi e di strutture.
Reza Deghati, uno dei più importanti
fotografi al mondo - il reporter
che ha raccontato gli orrori della guerra
con gli occhi delle vittime, in particolare
quelli delle donne e dei bambini
- ha accettato l’invito di Antonio
Presti ad essere il primo protagonista
ed artefice di “TerzOcchio-Meridiani di
Luce”, il futuro museo di Librino, il primo
museo virtuale all’aperto. Due progetti
di vita che s’incrociano e si riconoscono
simili.
Reza è iraniano. Già da ragazzo, con
le sue foto, raccontava la sua gente e le
verità che il regime dello scià di Persia
voleva tenere nascoste. Per questo è
stato imprigionato e torturato per lunghi
mesi, per questo ha dovuto abbandonare
il proprio Paese una prima volta
e poi, di nuovo, con la dittatura degli
ayatollah. Lui, che ha sperimentato
su di sé il dolore e la sopraffazione, è
diventato un testimone degli orrori e
delle guerre nel mondo e le ha fermate
in immagini che obbligano a indignarsi,
a riflettere, a reagire. Ma non si
è limitato a questo. Da tanto dolore si è
sentito interpellato. Che cosa poteva
fare per evitarlo? Cosa per mitigarne
gli effetti? Ed ha risposto con i suoi
strumenti, quelli dell’arte e della cultura.
In vari Paesi in cui ha lavorato, e soprattutto
in Afganistan, ha costruito
scuole di fotografia e di giornalismo.
Ha insegnato ai bambini a fotografare
il proprio mondo, a raccontarlo con i
propri occhi, a ricoprire l’orgoglio della
propria identità e, nel fare questo, ha
contribuito al difficile cammino di cura
e di ricostruzione psicologica e sociale
di un popolo devastato dalla violenza.
Ed è lo stesso metodo che userà
a Librino.
Anche qui Reza, insieme alla moglie
Rachel che ne condivide l’impegno sociale
e artistico, ha deciso di formare
dei fotografi, una ventina, che, a loro
volta, insegneranno quest’arte a circa
500 ragazzi di Librino. L’incontro e la
“selezione” dei fotografi è già avvenuta
nei giorni scorsi nel quartiere e a Casa
Stesicorea, l’abitazione catanese di
Antonio Presti, il presidente di Fiumara
d’Arte. Reza ha osservato e valutato
con il suo “terzo occhio” le foto dei
giovani provenienti da tutta la Sicilia,
ha domandato ad ognuno il progetto
etico che muove e ispira la sua ricerca
e ha deciso, sorpreso per l’alta qualità
del lavoro dei fotografi della nostra
terra. Saranno loro ad insegnare ad
usare la macchina fotografica ai giovani
di Librino, ragazzi di età compresa
tra i 7 e i 20 anni, loro a guidarli nell’impresa
di raccontare la propria famiglia,
il proprio contesto di gioco e di
studio, il proprio quartiere. Ámbiti e
ambienti raccontati con un doppio occhio:
quello dei ragazzi e quello dei
giovani fotografi. Un lavoro immenso
che porterà alla realizzazione di oltre
30.000 foto. Un patrimonio prezioso
per il quartiere e per il museo. Queste
immagini, scattate tra le persone del
quartiere, ritorneranno a loro arricchite
di valore e di storia.
Una prima selezione delle foto sarà
esposta all’aperto, a piazza dell’Elefante,
poi, mentre alcune foto di Reza
campeggeranno dalle enormi facciate
cieche dei palazzi, altre, opera dei ragazzi
e dei loro insegnanti, saranno
proiettate sulle pareti dei condomini,
per mesi. E ancora immagini saranno
ospitate nelle 250 attività commerciali
di Librino e San Giorgio, spazi di lavoro
che diventeranno luoghi d’identità.
Un fiorire di fotografie che darà
corpo ad un “museo diffuso”. “Un museo
– sottolinea Antonio Presti – cui si
accederà senza biglietto con l’unico
impegno etico di acquistare o consumare
qualcosa nelle varie, ancora piccole,
realtà economiche del quartiere”.
Le foto, infine, torneranno nei luoghi
da cui sono nate, nelle famiglie dei
ragazzi. “Così la bellezza delle persone,
raccolta e proiettata fuori, sulle facciate
dei palazzi, ritornerà nelle loro
case”.
Un lavoro artistico e di grande impegno
civile che avrà anche un importante
valore di documentazione,
un’immensa archiviazione sociale di
identità, l’archivio storico del quartiere
consultabile anche in rete. Un progetto
cui Antonio Presti vuole legare la
nascita di un laboratorio e di un master
internazionale di fotografia a Librino
con il duplice compito didattico e creativo
di essere al tempo stesso un contributo
alla crescita culturale dei giovani
coinvolti e a quella del museo. Perché
“l’educazione – come dice Reza – è
la chiave del cambiamento e non solo
per i bambini, ma anche per gli adulti
e per l’intera comunità”.

Fonte: http://giornale.lasicilia.it/giornale/0711/CT0711/CR/CR05/navipdf.html
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Librino, museo a cielo aperto

L’utopia di Antonio Presti prende forma. Al quartiere più popoloso e più giovane di Catania, il presidente della Fondazione Fiumara d’Arte donerà un museo fotografico a cielo aperto, un luogo di identità capace di legare centro e periferia, uno spazio d’arte e di creatività dove ognuno può trovare il proprio senso di cittadinanza.
Il suo percorso a Librino è iniziato dieci anni fa. Dopo una lunga storia a Castel
di Tusa, Presti ha scelto Catania sentendosi legato al quartiere più popoloso
della città. E lì, in un "non luogo" lasciatoall’incuria e all’indifferenza, ha lavorato per dieci anni, partendo dalle scuole. Un percorso che gli è stato riconosciuto anche dalle istituzioni: l’attuale amministrazione comunale gli ha conferito di recente la cittadinanza onoraria. Ieri il presidente di Fiumara d’Arte ha reso ufficiale la realizzazione del museo fotografico all’aperto che sarà realizzato in collaborazione con l’associazione francese «Les pèriphèriques vous parlent», le Facoltà di Lettere e Filosofia e
con Lingue e Letteratura Straniere, e numerose associazioni del quartiere. La
mostra si terrà in piazza Dell’Elefante e gigantografie saranno esposte nelle facciate dei palazzi in cui i proprietari hanno dato l’assenso. La mostra sarà composta da oltre 30 mila fotografie. I bambini coinvolti potranno effettuare oltre 300 foto ciascuno di persone vicine al loro ambito familiare. Presti ha illustrato il progetto nella sede del Consiglio di quartiere, alla presenza del presidente Loredana Gioia, dei cittadini, degli artisti che lo affiancheranno
in questo percorso già intrapreso e dei presidi e docenti delle Facoltà
universitarie di Lettere e Filosofia e di Lingue e Letterature Straniere,
del presidente della galleria fotografica "Luigi Ghirri" di Caltagirone, Sebastiano
Favitta, del docente universitario di Storia e tecniche della fotografia,
Francesco Ruggeri, e della coordinatrice artistica Cristina Bertelli.
«Terz’occhio Meridiani di luce» si arricchisce di un altro tassello: dopo la
realizzazione della «Porta della Bellezza», la più grande opera in terracotta
del mondo, creata dai bambini del quartiere, arriva il museo delle immagini.
Presti ha voluto chiamarlo così perché il terzo occhio è quello del cuore, l’occhio visionario. Per sviluppare il museo Antonio Presti ha voluto la collaborazione artistica di uno dei più grandi nomi della fotografia
internazionale: Reza che con il suo obiettivo ha raccontato la guerra come
nessun altro. Il fotoreporter di origini iraniane, residente a Parigi, opera nel
campo del fotogiornalismo, ma è anche uno dei più grandi difensori della fotografia come mezzo di evoluzione sociale.
Reza interverrà a Librino dirigendo artisticamente il progetto fotografico
del museo per farne un grande progetto pilota mondialmente riconosciuto. La
finalità dell’iniziativa è di valorizzare il quartiere e di creare dei legami sociali
attraverso la sensibilizzazione all’arte degli abitanti e in particolare alla fotografia.
Vuole inoltre creare un grande museo internazionale che si basa su una
nuova concezione dell’arte visiva, e un centro di formazione internazionale ai
nuovi mestieri dell’immagine dando vita così a un progetto pilota che possa essere preso a modello da altri attori sociali delle collettività territoriali europee perché possano adattarlo sul loro territorio.
È previsto il coinvolgimento di settanta fotografi siciliani, di cui 40 artisti
visuali, 20 studenti universitari e 10 collaboratori ed esperti, e di un centinaio di ragazzi, residenti a Librino o in altri quartieri della città: workshop, formazione, creazione di un grande laboratorio sperimentale di fotografia unico al mondo. Dei 40 artisti visuali 20 saranno formatori di 5 bambini ciascuno, i restanti venti lavoreranno su progetti liberi.
Ogni bambino potrà effettuare oltre 300 foto di persone nel loro ambito familiare, culturale, sportivo all’interno delle loro case, nelle chiese, nei luoghi di lavoro. A queste produzioni fotografiche si aggiungeranno quelle dei fotografi siciliani coinvolti nel progetto museo e quelle realizzate de Reza stesso.
Il percorso che ha portato alla realizzazione del museo all’aperto non è stato
facile. Ma dopo dieci anni "Terz’occhio Meridiani di Luce" diventa realtà.

«Ognuno degli abitanti del palazzo, ogni giorno, tornando a casa, la mattina, il pomeriggio, la sera, riconoscendo la propria bellezza, la bellezza dell'anima, dovrà affermare con se stesso «Io sono bello». - spiega Antonio Presti - Quando tutti gli abitanti di quella periferia, un giorno, nella loro coscienza, sapranno dire 'Io sono bello', allora Librino non sarà più un quartiere a rischio, un luogo dell'emarginazione, ma un territorio dove, attraverso la consapevolezza della bellezza, si riacquista il diritto alla cittadinanza».
«La realizzazione del nostro progetto - ha aggiunto Presti - sarà possibile solo grazie ad un'esperienza decennale e ad un rapporto di fiducia con gli abitanti di Librino. Il nostro lavoro è sempre stato costruito sul valore del dono come condivisione e questo Librino lo ha compreso».
Antonio Presti, da dieci anni, coltiva a Librino un'utopia. In questa "città-satellite" di circa 70.000 abitanti, in un territorio lasciato ai margini, privo di infrastrutture e di servizi, l'ideatore di Fiumara d'Arte, «il sognatore che realizza i propri sogni»- come lo ha definito lo scrittore israeliano Meir Shalev - coltiva l'utopia della bellezza e dell'arte come forza etica.
"Una scelta etica - l'ha definita la poetessa Maria Luisa Spaziani, più volte a Librino per le iniziative di "Fiumara d'Arte" -. In un mondo in cui la maggioranza degli uomini muore senza sapere che cosa avrebbe potuto essere, il primo compito di ognuno di noi è dare quello che si ha agli altri, è impegnarsi in progetti concreti».
Ed è quello che sta facendo Antonio Presti, qui, a Librino.«Fare manifestare la bellezza interiore a persone che si trovano in una situazione di disagio, di malessere, di rischio - sottolinea il creatore di Fiumara d'Arte - è un modo che può vivificare le emozioni implose in luoghi dove la depressione non è soltanto deprivazione di cose, mancanza di strade, piazze, servizi e strutture, ma che non possiamo essere noi artisti a dare. L'artista deve ricontattare l'anima degli uomini attraverso la bellezza. Ed è dalla consapevolezza di essere belli che può nascere una nuova coscienza degli abitanti».

Fonte
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^^

Il servizio de La Stampa: Museo Digitale a cielo aperto



La facciata cieca e rovinata di un palazzo non attira lo sguardo di nessuno, specie se quel palazzo è solo uno degli ombrosi edifici che affollano uno dei quartieri più periferici e degradati di una città. Ma se su quella facciata, grazie alla tecnologia, alla buona volontà e al lavoro di migliaia di persone, si pensa a fare arte allora la bellezza potrebbe trasformarla.



Siamo a Catania, a Librino, più che di un quartiere si tratta di una città satellite con oltre cinquantamila abitanti, che verranno tutti coinvolti nel più grande museo fotografico a cielo aperto, mai visto al mondo, "Terz'occhio Meridiani di Luce". Un progetto che si realizza grazie alla collaborazione artistica di uno dei più grandi nomi della fotografia internazionale: Reza, il fotografo di origini iraniane che, con i suoi scatti, ha raccontato la guerra in Afghanistan e che non si è fermato nemmeno dopo quattro mesi di torture quotidiane.



L'idea è del mecenate di Fiumara d'Arte Antonio Presti che a Librino, lo scorso anno, aveva inaugurato la Porta della Bellezza, l'opera in terracotta più grande al mondo, creata da diecimila bambini del quartiere e che adesso spiega: "Con l'affermazione della bellezza individuale si riacquista il diritto alla cittadinanza e quello che oggi succede a Librino potrà essere esportato nelle periferie di ogni città".



A sviluppare il museo fotografico saranno settanta fotografi siciliani che si muoveranno sotto la supervisione di Reza. Alle loro foto si aggiungeranno quelle di cento bambini del quartiere che, avranno il compito di immortalare ognuno trecento persone tra parenti e vicini di casa. Ne verrà fuori un archivio sociale di almeno 30mila immagini che nascerà dalle relazioni tra gli artisti e gli abitanti di Librino.



Tutto avverrà grazie alla tecnologia più avanzata. Le immagini infatti verranno proiettate sulle facciate grazie a delle installazioni permanenti, ma se in un primo periodo a scegliere il loro turn over saranno quelli di Fiumara d'arte, in una seconda fase saranno direttamente gli utenti del web, dal proprio pc. Il sistema sarà semplice. Seduti alla propria postazione, registrandosi al portale, online a breve, sarà possibile scegliere l'immagine da vedere, o inserire la propria, e grazie ad una webcam piazzata di fronte alla facciata si potrà vedere il risultato e godere della bellezza creata a migliaia di chilometri di distanza.

Fonte
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Il Rito della Luce
Solstizio d’inverno 20 - 22 dicembre 2012


Istituto Comprensivo Campanella Sturzo, Librino – Catania
30 scuole, 3000 studenti, 120 artisti, 90 poeti, 30 associazioni, 40 fotografi,
150 musicisti, 5 gruppi etnici differenti

La luce è vita, è futuro, è conoscenza… La luce sarà al centro dell’evento che la Fondazione Fiumara d’Arte ha ideato per il solstizio d’inverno, giorno in cui il sole raggiunge lo Zenit ai Tropici e nel nostro emisfero, quello boreale, si registra la giornata più corta dell’anno. Nel 2012 questo giorno coincide con la profezia dei Maya, secondo la quale il 21 dicembre sarebbe prevista la “fine del mondo”. In un momento in cui l’umanità sembra attendere la fine senza speranza, la Fondazione Fiumara d’Arte vuole invece affermare l’eventualità della fine di “un” mondo, la fine di un approccio consumistico e spersonalizzante alla vita; la fine di quel mondo in cui prevalgono i beni materiali e in cui si mortificano i sentimenti in nome di una presunta supremazia della ragione. Dalla fine al principio: la luce come elemento spirituale di energia nuova e pura, linfa vitale che rischiara gli animi.
Questo è il senso del Rito della luce: una risposta spirituale volta a un futuro di condivisione e conoscenza che, partendo proprio dai più giovani abitanti di Librino, quartiere difficile di Catania, ma anche da tutta la città, possa assumere un valore universale per i bambini di tutto il mondo.


PERCHÉ LIBRINO?

Attraverso il lavoro svolto negli ultimi dodici anni a Librino, la Fondazione Fiumara d’Arte ha vissuto e condiviso le problematiche del quartiere catanese. Una periferia come tante altre in Italia e nel mondo; un “non luogo” dominato da grandi complessi condominiali e fiumi di cemento, lontano dal centro vitale della città.
Librino è esempio e simbolo di una cultura che non dà voce e volto a quelli che considera “ultimi”, dimenticati e abbandonati al loro destino.
Consapevole della distanza tra periferia e centralità, tra emarginazione e coinvolgimento, la Fondazione Fiumara d’Arte vuole dialogare e tentare di riallacciare un legame, forse mai nato, tra mondi distanti, donando valori spirituali anche e soprattutto attraverso la realizzazione di opere d’arte. Un esempio? “La Porta della Bellezza”, inaugurata nel 2009: un impegno culturale che ha trovato il suo senso e il suo valore nella condivisione tra duemila mamme, duemila bambini e i più grandi poeti, scrittori e scultori che hanno donato il loro talento e il loro genio alla realizzazione di un’opera monumentale in terracotta, oggi simbolo della rinascita civile e spirituale del quartiere.

Con il Rito della Luce la Fondazione Fiumara d’Arte si rivolge ancora una volta ai più giovani, probabilmente sfiduciati, scoraggiati dal clima creatosi a seguito della crisi economica, dalla mancanza di lavoro, dallo spread e, non per ultima, dalla fine del mondo. Per loro si organizza Il Rito della Luce, perché per tutte le persone coinvolte nell’evento il 21 dicembre non è la fine ma l’inizio di una nuova epoca in cui il valore spirituale, quello della conoscenza e della cultura, vinceranno sul buio del consumismo, sulla caduta dei valori etici e morali. In fondo la bellezza è una forza spirituale che ci spinge a una continua interrogazione sulla funzione delle cose. La bellezza è una categoria morale oltre che filosofica, che si occupa di progettare il futuro; anzi è futuro allo stato nascente.

Il 21 dicembre sarà dunque un’occasione unica per ribadire che bisogna guardare oltre e andare verso una nuova vita. Il Rito della Luce sarà un viaggio di suggestioni e immagini organizzato all’interno di una scuola del quartiere di Librino, l’Istituto comprensivo Campanella Sturzo, luogo etico innalzato a “tempio della conoscenza”.


LA SCUOLA “TEMPIO DELLA CONOSCENZA”

La crisi attuale coinvolge inevitabilmente la scuola pubblica, svilita eticamente, privata dei fondi necessari, snaturata dal precariato che demotiva i lavoratori del settore. Quello a cui assistiamo oggi è un processo che ha un’origine lontana, almeno di qualche decennio, quando i luoghi della cultura sono stati consegnati al consumismo, all’egemonia delle multinazionali e della globalizzazione. Siamo ormai alla conclusione di un processo di demolizione culturale che ha colpito gravemente la scuola pubblica, consegnata alla dittatura di una educazione di massa che produce solo mediocrità, incapace di progettare futuro.

La Fondazione Fiumara d’Arte crede sia arrivato il momento di innalzare la scuola a “Tempio della conoscenza”. Non più – o quantomeno non solo - luogo istituzionale di formazione collettiva e culturale, ma luogo etico in cui i cittadini si possano nutrire dei fondamentali valori di conoscenza. Gli uomini, infatti, attraverso la conoscenza si elevano verso l’universale e solo così possono affrontare senza paura ogni difficoltà.
Il Rito della Luce si propone di riformulare un nuovo atto di devozione alla sacralità della scuola, innalzandola a luogo centrale della società.

La scuola ritorna ad essere il luogo in cui si sviluppa la coscienza critica, un luogo sacro e inviolabile in cui si formano, anche spiritualmente, i cittadini di domani: coraggiosi, liberi, politicamente onesti e responsabili, perché è qui che i giovani devono imparare ad affrontare la grande avventura della vita. Nel “tempio della conoscenza” si impara anzitutto a confrontarsi, ad emozionarsi, quindi a vivere: scambiando pensieri, sentimenti, desideri e progetti. E’ per questo motivo che tutto il mondo della scuola di ogni ordine e grado, a partire da quella primaria in cui le giovani coscienze sono al massimo della loro ricettività, è “al centro” del Rito della Luce, un evento che vuole rappresentare, per dirla con le parole di Antonio Presti, una centrifuga spirituale ed emozionale. E’ qui che per tre giorni gli studenti, ambasciatori di questa importante missione, insieme agli artisti, ai musicisti, ai poeti, alle associazioni, agli abitanti di Librino e a gruppi di diverse etnie, si riuniranno per proteggere e consegnare la “luce della conoscenza”.

POESIA

La Poesia è la grande protagonista del Rito della Luce donata dai più importanti poeti contemporanei, nazionali e siciliani. Per dare maggior valore e forza all’esperienza ciclica che sta alla base della ritualità, la Fondazione Fiumara d’Arte ha deciso di investire ancora una volta in progetti culturali di eccellenza, incentrati sullo studio della poesia; progetti che coinvolgono tutti gli studenti delle scuole in una lunga semina di bellezza, preludio e preparazione al Rito della Luce. Durante le notti del Rito gli studenti leggeranno i loro versi più belli, insieme a quelli dei grandi poeti, intermediari di questa universale Offerta della parola. L’obiettivo del progetto è quello di manifestare il valore etico della parola poetica, capace di rinominare il mondo in tutte le sue sfumature.
Mai come adesso il mondo ha bisogno di un percorso di rinascita interiore che si nutra di bellezza e conoscenza da consegnare al futuro, ovvero ai giovani che rappresentano il domani.

MANDALA

Non esiste disegno simbolico così universale come il mandala, catalizzatore energetico e spirituale che lega l’uomo all’universale. Dall’Africa all’Europa, tra gli Induisti e tra i Buddisti, il mandala compare in tempi diversi e in ogni cultura. Figure mandaliche si trovano nei rosoni delle chiese cattoliche, nei labirinti, nelle forme di alcuni templi ma anche nei siti etruschi e romani. Il mandala è un disegno, realizzato spesso con la sabbia, che riveste un significato spirituale e rituale. Il mandala è un medium tra l’umano e il divino, tra la condizione finita e quella infinita: è uno strumento sacro che ci aiuta a riconoscere la scintilla divina presente in ognuno di noi. E’ una finestra aperta sull’orizzonte di Dio. Non a caso la parola deriva dal sanscrito e significa letteralmente contenitore dell’essenza, cioè un contenitore circolare che ci proietta nell’essere universale. Per ricordare la caducità delle cose e la rinascita, il mandala viene “distrutto” dopo un certo periodo di tempo, spazzando via i materiali di cui è composto.

All’interno dell’Istituto Campanella Sturzo di Librino, in occasione del Rito della Luce, saranno realizzati numerosi mandala dagli artisti, dalle associazioni di volontariato e da migliaia di studenti delle scuole di Catania. Attraverso la costanza del bianco su bianco, colore di luce e purezza interiore, i mandala saranno emblema di una forza rinnovatrice.


IL PERCORSO FORMATIVO

I mandala realizzati dagli studenti sono il frutto di un percorso formativo sviluppato dalla Fondazione Fiumara d’Arte in sinergia con gli insegnanti delle scuole del territorio. Nella prima fase del progetto è stato richiesto agli studenti di reperire materiali utili alla creazione dei mandala: farine, riso, sale, polistirolo, pigne, tappi di sughero, rami secchi, tessuti e pezzi di specchio, che gli stessi ragazzi hanno provveduto, dove necessario, a dipingere di bianco.
Nella seconda fase del progetto gli studenti sono stati coinvolti nella creazione dei bozzetti, linee guida per la realizzazione pratica dei mandala. Disegnare un mandala non richiede talenti artistici o preparazioni tecniche particolari, ma coinvolge i ragazzi in un affascinante percorso di condivisione e autoconsapevolezza in cui il tracciato delle forme e la combinazione dei colori diventano rivelatori dei contenuti emotivi e spirituali che si manifestano nell’atto stesso della creazione.
Il mandala è anche uno spazio meditativo a supporto di una rinnovata disponibilità all’ascolto, per un approccio più diretto alla vita interiore. Nella creazione dei mandala gli studenti catanesi saranno protagonisti di momenti unici di condivisione spirituale, che daranno la possibilità di esplorare l’emozione e l’Universale attraverso l’arte e il lavoro di gruppo. Un viaggio iniziatico di trasformazione, capace di riportare ognuno nel proprio centro spirituale.


MUSICHE E PERFORMANCE

Sono numerosi i musicisti e i performer che, accogliendo l’invito della Fiumara d’Arte, ne hanno condiviso il pensiero e hanno deciso di prendere parte al Rito della Luce con danze, canti celebrativi e sonorità universali, prestando la loro opera a titolo gratuito. All’evento aderiscono alcune tra le più importati realtà artistiche siciliane, che hanno sentito forte l’esigenza di preservare e consegnare alle nuove generazioni la “conoscenza”.
I suoni e i movimenti ispirati all’energia della luce accompagneranno il visitatore e lo renderanno partecipe del Rito, guidandolo in una ricerca sonora e percettiva di bellezza con spirito volto “all’ascolto”.


L’ASCOLTO

In una società contemporanea in cui si perseguono gli imperativi del potere e del denaro, in cui non si ha più il tempo di ascoltare, tanto noi stessi quanto gli altri, il Rito della luce è un invito all’ascolto attivo, civile e spirituale. E’ questo che si richiede al pubblico del Rito: di condividere l’ascolto e di farlo con il cuore. Ascoltare arricchisce l’anima, la conoscenza, migliora e consolida il rapporto con l’altro. Quando l’anima è in ascolto si crea un’energia circolare, fonte di arricchimento spirituale; nasce emozione e quindi bellezza, una pienezza dell’essere che porta alla gioia. Con il Rito della Luce la condivisione dell’“ascolto” manifesta la sua anima, il “silenzio”.
Nel momento in cui il pubblico si calerà nell’ascolto diventerà esso stesso opera, e quindi protagonista del Rito.


L’ARCHIVIO SOCIO-ANTROPOLOGICO
DELLA CITTÀ DI CATANIA – IL MUSEO DELLA LUCE

In occasione del Rito della Luce sarà presentato l’Archivio socio-antropologico della città di Catania, frutto del lavoro svolto negli ultimi due anni dalla Fondazione Fiumara d’Arte di Antonio Presti nel quartiere Librino, a Catania.
L’Archivio scaturisce da un progetto che ha coinvolto trenta giovani fotografi siciliani e alcuni grandi maestri della fotografia internazionale nella creazione di laboratori didattici nelle scuole, oltre 50 tra quelle di Librino e quelle di Catania città, alle quali è stato affidato il tema della Costituzione. Gli studenti, insieme ai fotografi e al personale docente, hanno dovuto interpretare e tradurre in immagini un articolo della Costituzione scelto da loro stessi. Nel progetto sono state coinvolte le famiglie di 100 bambini di Librino che hanno raccontato la storia della loro vita per immagini, e anche 20 associazioni di volontariato della città, che sono state descritte attraverso il linguaggio fotografico dai bambini delle scuole, i quali ne hanno catturato lo spirito, la vita e l’anima. La Fondazione ha scelto di coinvolgere il mondo dell’associazionismo e del volontariato, riconoscendo in queste realtà un anelito alla vita intesa come dono, come volontà di operare nel presente a favore di tutti; come superamento dell’individuo e del tornaconto personale. La Fondazione ha voluto rivolgersi proprio a quegli uomini impegnati nella costruzione di una vita libera dagli imperativi del potere e del denaro, ma ricca di valori universali che rendono l’uomo partecipe della bellezza del creato.
Alle scuole la Fondazione ha offerto delle esperienze che, partendo dal valore emozionale, ha portato i ragazzi a intraprendere un percorso formativo che ha come fine quello dell’autoaffermazione e della partecipazione sociale. Il coinvolgimento delle famiglie di 100 bambini di Librino invece è stata una scelta di identità rispetto all’origine e al racconto della storia e della vita dei bambini. La sommatoria di tutti questi scatti concorre alla realizzazione dell’Archivio socio antropologico che comprende i volti di oltre trentamila persone. Si tratta degli abitanti di Librino e di Catania in generale, che hanno condiviso questo percorso per un’idea comune di bellezza, intesa come concezione e conoscenza che pervade la vita di ogni essere vivente.
È nelle intenzioni dalla Fondazione Fiumara d’Arte donare l’Archivio socio antropologico alla Sovrintendenza ai Beni culturali di Catania, con l’intento e la speranza che possa essere sottoposto a vincolo e tutela quale bene immateriale, affinché possa essere protetto e condiviso dalla città.
Le immagini dell’archivio saranno al centro di un progetto multimediale che interesserà Librino, luogo prescelto per la nascita del primo Museo della Luce e della poesia open air, che prevede l’installazione di opere fotografiche e gigantografie nonché la proiezione, attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie, degli scatti dell’Archivio, affinché tutti ne possano usufruire .
Quello della Fiumara d’Arte è un progetto pilota replicabile su larga scala che ha inevitabilmente carattere universale: perché la luce della conoscenza è universale e inarrestabile, è l’acqua con la quale si bagna il flusso della vita.


I PROTAGONISTI


Le scuole: Istituto professionale Alberghiero Karol Woitjla, Liceo scientifico e linguistico Boggio Lera, Istituto comprensivo Campanella Sturzo, Istituto tecnico industriale Stanislao Cannizzaro, Istituto comprensivo Caronda, Istituto paritario assistenziale Cirino La Rosa, Istituto comprensivo Coppola, Istituto comprensivo F. De Roberto, Istituto comprensivo D’Annunzio Don Milani; Istituto comprensivo Deledda, Istituto comprensivo Dusmet, Liceo artistico Emilio Greco, Istituto professionale industria e artigianato Enrico Fermi, Istituto comprensivo Martoglio Biscari, Istituto comprensivo Mascagni, Istituto comprensivo Parini, Istituto comprensivo San Giovanni Bosco, Istituto comprensivo San Giorgio, Istituto comprensivo Sante Giuffrida, Liceo Turrisi Colonna, Istituto comprensivo Verga.

I Poeti: Cinzia Accetta; Sebastiano Adernò; Antonella Anedda; Saragei Antonini; Franco Arminio; Maria Attanasio; Francesco Balsamo; Angela Bonanno; Sebastiano Burgaretta; Giuseppe Calcagno; Maria Gabriella Canfarelli; Luigi Carotenuto; Giuseppe Carracchia; Giuseppe Condorelli; Sergio Costa; Giampaolo De Pietro; Claudia Distefano; Giovanni Fontana; Vincenzo Galvagno; Mariangela Gualtieri; Biagio Guerrera; Paolo Gulfi; Antonio Lanza; Stefania Licciardello; Paolo Lisi; Luciano Mazziotta; Josy Pace; Giovanni Parentignoti; Alessandro Puglisi; Margherita Rimi; Piero Ristagno; Pietro Russo; Ignazio Sauro; Luigi Taibbi; Emiliano Zappalà.

Gli Artisti: Abadir Accademia di Belle Arti; Accademia di Belle Arti Catania; Karim Alishahi; Claudio Arezzo di Trifiletti; Chiara Arrigo; Asd Tersicore; Gaspare Balsamo; Palmina Barbagallo; Salvo Barbagallo; Paolo Capizzi; Centro Internazionale di Danza Dietro le Quinte; Gabriele Cutispoto; I danzatori Alice Billò, Silvia Bologna, Giulia Carroccio, Giuseppe Caruso, Maura Celeste, Dafne Ciccola, Serena D’Agati, Filippo Domini, Jessica Eirardo Enes, Carmen Fugallo, Verdiana Grosso, Firat Kurum, Alessia Lianzi, Silvia Oteri, Irene Panzera, Giovanna Perdichizzi, Rossella Pilo, Adriano Popolo Rubbio, Anna Resta, Cristina Romano, Eva Schifano, Luigi Vilotta sulle coreografie di Enrico Musmeci; Coro Doulce Mémoire diretto da Bruna D’Amico; Coro Freedom diretto da Nino Faro; Coro Imago Vocis diretto da Padre Salvatore Resca; Coro Istituto Sant’Orsola diretto da Alessandra Toscano; Coro Milleregretz diretto da Salvo Pappalardo Davide Corrao; Patrizia D’Antona; Ottavio D’Urso; Jalì Diabate; Aldo Di Lorenzo; Giulia Di Natale; Elena Guarino; Ensamble Calamus diretto da Carmelo Dell’Acqua; Ensamble di Arpe Scuola media Biscari Martoglio e Martina Cucinotta; Federazione Mediterranea Yoga; Alice Ferlito; Gesti di Guglielmo Ferro con gli attori Francesco Maria Attardi, Anna Maria Raccuglia e Aldo Toscano; Gruppo DanzaAteliers di Acireale, coreografie Carmen Russo ed Enrico Musmeci; Laboratorio di Arte drammatica del Teatro del Molo2 diretto da Gioacchino Palumbo; Savì Manna; Claudio Montaudo; Morgana Ensamble diretto da Angela Minuta; Neon Teatro con Giuseppe Calcagno, Monica Felloni, Patrizia Fichera , Afina Fresta, Stefania Licciardello, Andrea Nucifora, Manuela Partanni, Giuseppe Ristagno e la Compagnia "Bagnati di Luna" dell'Aipd Catania, Antonio Bruno del gruppo vocale Ach-tura, con la partecipazione del poeta e critico letterario Alessandro Di Prima; Daniela Orlando; Melania Panarello; Claudio Patané; Stefania Perna; Emanuela Pistone e Khar Seck – Associazione Isola Qùassud; Marco Selvaggio; Sicula Butoh di Valeria Geremia; Enrico Sorbello; Riccardo Angelo Strano; Teatro Manomagia; Teatro Massimo Bellini di Catania; Teatro Stabile di Catania; Stefano Zorzanello.
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Il Rammendo Urbano di Piano a Librino






La pioggia e il gelo hanno fermato i laboratori all'aperto, ma non la festa. Al campo San Teodoro liberato, a Librino, sono accorsi in tanti, da tutta la città, per la consegna dei «giochi di strada» ideati e realizzati a conclusione del progetto di «rammendo urbano» delle periferie promosso dal senatore Renzo Piano.
Il nero di centinaia di metri d'asfalto steso di recente si è illuminato di colori e di segni, di «giochi» dipinti sulla strada, beni che non si possono rubare o distruggere e che, per vivere, richiedono solo fantasia e partecipazione. Giochi che si fanno in gruppo, pensati per educare a fare squadra e a rispettare le regole divertendosi e imparando allo stesso tempo. Questo il senso delle «parole in libertà»: chi gioca sceglie un personaggio e un luogo per costruire la sua storia. E si possono costruire anche animali fantastici completando, con i gessetti, il disegno di esseri a metà. «Gira vota e furria» è un incrocio di colori e forme geometriche in cui sperimentare la propria concentrazione e senso dell'equilibrio. C'è poi la sfida del grande labirinto e dei percorsi che indicano il ritmo del passo: corri, salta, cambia corsia. E la grande meridiana dove a segnare il tempo è l'ombra di una lancetta umana, di chi prende posizione sulle tacche che indicano i vari mesi dell'anno. E ancora la coloratissima rivisitazione del gioco della campana tutto salti su un piede e su due. E poi il gioco della formazione dei colori e quello degli orti didattici che insegnano quali sono i frutti e le verdure di stagione. Una corsa che finisce su un tappeto, per riposarsi, infine, e per apprendere che non è necessario fare sempre qualcosa.
Giochi tanto più belli perché si fanno largo tra terreni incolti e il campo di rugby che la pioggia ha trasformato in fango e acquitrino. Un campo, sterrato e ripulito dai Briganti, ma che necessita di un intervento strutturale. Un intervento che spetta alle istituzioni fare, così come l'illuminazione di questo enorme spazio all'aperto, la risistemazione delle palestre e di tutta la struttura del San Teodoro, costruita nel 1997 per le Universiadi, mai usata e abbandonata al degrado. Una struttura devastata dai vandali e restituita alla funzione per cui era stata pensata dai Briganti Rugby di Librino che l'hanno occupata, cioè liberata, il 25 aprile 2013, e che la gestiscono da volontari, senza mezzi, ma con tanta generosità. Il campo, la struttura, gli orti, e ora la «librineria», la prima biblioteca del quartiere che oggi conta oltre 800 volumi che chiunque può leggere e prendere in prestito perché, come dice Piero Mancuso, «i ragazzi capiscano che il libro è un amico». Uno spazio allegro e pieno di vita, ma dove, d'inverno, si gela. E sarebbe bello che qualcuno lo attrezzasse con grandi stufe in regalo.
Ieri è stato il giorno dei giovani architetti Roberta Pastore e Roberto Corbìa, gli allievi del senatore Renzo Piano, che - proprio per l'esperienza dei Briganti - hanno scelto il Campo San Teodoro per la loro proposta di modello di «ricucitura urbana». Sono commossi, felici per quanto realizzato e un po' tristi perché, dopo un anno, vanno via e lasciano ad altri, al quartiere che ha imparato ad apprezzarli, la propria creatura. «Se abbiamo potuto fare qualcosa di utile per Librino - dicono - è perché abbiamo creato una rete trasversale, perché in tanti hanno partecipato a questo progetto che ha dimostrato che le cose si possono cambiare a partire da piccoli spazi riqualificati e che è possibile educare al bello e al bene comune». Di qui l'appello a non fermarsi, ad andare avanti insieme «perché Librino diventi effettivamente Catania».
E il sociologo prof. Carlo Colloca sottolinea come in questo progetto «la cultura delle istituzioni si è incontrata con quella dei movimenti», anche grazie alle critiche costruttive, e annuncia la disponibilità dell'ateneo a mettere le proprie competenze - in agraria, medicina, ingegneria, architettura e sociologia - a servizio di questa esperienza.
Il sindaco Enzo Bianco condivide: è convinto che se questo progetto è andato in porto è perché le istituzioni, le associazioni, gli ordini professionali e i privati sono stati capaci di fare squadra dimostrando che «le cose possono essere fatte rispettando le regole che le leggi c'impongono». E il riferimento è all'assegnazione, per 10 anni, con bando pubblico, ai Briganti Rugby di Librino di questo spazio che hanno conquistato e salvato e che adesso è diventato luogo d'incontro e di vanto per Librino e per la Catania tutta. Il sindaco si augura che «adesso la Federazione italiana rugby faccia nella struttura gli investimenti sollecitati» e annuncia che affiderà ben 50 ettari di terreno a condomini, scuole, parrocchie e associazioni per farne orti sociali. E se la preside della Brancati Lucia Abramo chiede attenzione per i suoi ragazzi e una palestra dove possano fare educazione fisica, Giorgio Laboratore, designer e ideatore e coordinatore del workshop per realizzare i «giochi di strada», ricorda che il significato più profondo di questa iniziativa è «sensibilizzare i cittadini al fatto che la città è nostra e ce ne dobbiamo prendere cura». Ma l'ultima parola, quella che commuove tutti, è di Salvatore Castoro, l'anziano ortolano che ha fatto scuola agli altri e che non si è fatto fermare dai furti e dai danneggiamenti. «Abbiamo una terra bellissima che dobbiamo curare e portare avanti. Bisogna lasciare del bene ai giovani». E i piccoli musici della Musco e i ragazzi della Brancati applaudono felici.









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Non voglio fare il pessimista sin da subito, ma una mano di vernice sull'asfalto quanto pensi che dura?
Da questo progetto pensavo ad opere più durature. Ho apprezzato invece questo, certamente più d'impatto e più durevole:




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La tettoia variopinta chiude una tensostruttura preesistente e dona un po' di colore che con il passare del tempo cambia sensibilmente (a seconda dell'ora e della quantità di luce). Le corde appese permettono una interazione ludica con l'ambiente.
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Giochi di strada



















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Sospese tutte le attività del mecenate Antonio Presti

La notizia è esplosa lì dove tutto è iniziato, a Librino. In occasione di uno dei periodici incontri dei protagonisti della «Piattaforma per Librino» - abitualmente ospitati dalla sede di quartiere della Cgil - qualcuno, avendo notato l'assenza di Antonio Presti, ne ha chiesto il motivo. E la risposta è stata spiazzante: «Per il momento ha sospeso le sue attività a Catania». Un colpo per gli abitanti del quartiere che hanno apprezzato e goduto delle sue innumerevoli iniziative.
Che succede? Dall'«Atelier sul mare» di Tusa, dove si trova in questo periodo, Antonio Presti conferma la notizia. «Le mie iniziative a Catania sono sospese», dice con tono accorato e risentito. E ne spiega i motivi ritornando indietro nel tempo, al dicembre scorso, quando il «Rito della Luce» alla scuola Vespucci di viale Martiri della Libertà fu sospeso in modo drastico e inatteso. «Allora dichiarai, e i mass media lo riportarono, che la Fondazione sospendeva momentaneamente gli atti di donazione. Mi sarei aspettato che l'amministrazione si facesse sentire, che intervenisse, invece non si è mosso nessuno, né gli assessori né il sindaco. Cosa dedurne se non che all'amministrazione dei doni della Fondazione Fiumara d'Arte non interessa nulla? Se nella vicenda del "Rito della Luce" fossi stato protetto istituzionalmente non saremmo arrivati alla chiusura dell'iniziativa. Sui giornali Bianco, pur dichiarandosi mio amico, ha sostenuto che in quella vicenda l'amministrazione non c'entrava nulla e, dunque, che la responsabilità era solo mia. Ma non è così perché la responsabilità era anche della preside della scuola e del sindaco in quanto responsabile della sicurezza cittadina. Non solo. Enzo Bianco e l'assessore Valentina Scialfa erano presenti alla conferenza stampa in cui ho presentato il «Rito», incontro nel corso del quale ho annunciato di avere costituito di fronte al notaio l'associazione onlus "Rito della Luce Catania" proprio per dare continuità all'iniziativa, per affidarne il futuro alla rete delle scuole e, dunque, anche al Comune che ne sarebbero stati i promotori anche a prescindere da me. Invece, quando è arrivata la diffida dei vigili del fuoco, tutti sono scomparsi. Io non sono stato protetto né rispettato. Per questo dico che non sono disponibile a riprendere rapporti pubblici fino a quando non ci sarà un rapporto di rispetto per una Fondazione che per 15 anni ha donato tanto alla città. Per il momento non faccio più niente».
Antonio Presti è un fiume in piena. Vuole togliersi qualche sassolino dalle scarpe e raccontare anche di altre occasioni in cui l'amministrazione comunale si è mostrata disattenta.
«Colgo l'occasione - aggiunge - per dire all'amministrazione che non si rende conto che la "Porta della Bellezza" è l'opera contemporanea più importante che c'è in città, oltre al valore simbolico ed etico che ha. Eppure è lasciata in uno stato di abbandono. Ci vogliono i fari della luce, la segnaletica, le aiuole, che ora solo sterpaglia, andrebbero curate, e bisognerebbe pensare al restauro dell'opera dal momento che la pittura e gli intonaci sono già scrostati. Lo chiede il rispetto della cultura e dell'agire educativo nelle periferie. Invece questa amministrazione non ha fatto nulla ed è un'offesa a Librino i cui abitanti hanno avuto nei confronti della "Porta della Bellezza" adesione e rispetto. E non è un problema economico, perché gli sponsor si trovano. E poi l'opera potrebbe continuare con progetti didattici spinti dall'amministrazione. Invece, se non continuo io, finisce lì. ».
E le critiche, e le rimostranze, non si fermano qui. «Il "Museo della fotografia" è pronto. Potrei donarlo subito, ma per me non è più sufficiente donare le opere, c'è un problema di continuità. Chi lo gestirà domani? Anche in questo caso ci vuole l'aiuto dell'amministrazione. Questo non è solo un discorso privato, ma politico».
Presti ricorda pure che aveva avviato, con il grande paesaggista spagnolo Jordi Bellmunt, il progetto «Tu sei bello come un fiore» per trasformare in giardini ed orti gli spazi abbandonati a ridosso dei palazzi e dei condomini. Ha sospeso anche questo. Infine ricorda di avere proposto di realizzare a Librino un'Accademia di Belle Arti proprio per formare artisti e specialisti nel campo dell'arte contemporanea e del suo restauro e che, anche in questo caso, non ha avuto risposta, così come per l'offerta delle sue collezioni che avrebbe voluto donare al Comune se questo avesse messo a disposizione uno spazio. «Anche in questo caso silenzio».
Da ultimo Antonio Presti invita tutti gli studenti, gli artisti, i genitori, i docenti e quanti hanno lavorato al «Rito della Luce» a Motta d'Affermo, alla grande Piramide, per il rito del solstizio d'estate, il 21 giugno prossimo. Infine la stoccata finale. «Io amo Catania e continuerò ad amarla. I sindaci vanno e vengono».
Sulla vicenda è intervenuto l'on. Giuseppe Berretta secondo cui Catania «non può perdere una risorsa così importante». Di qui l'appello sia a Bianco, «perché si riallaccino i rapporti con i mecenate», sia a Presti perché «ci ripensi».

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La giunta Bianco risponde a Presti
«Spero che ci ripensi, Catania lo rispetta»


REDAZIONE 9 MAGGIO 2015
CRONACA – Attraverso un comunicato stampa, Enzo Bianco replica alle dichiarazioni rilasciate a MeridioNews dal creatore di Fiumara d'arte. «A livello istituzionale non mi sono sentito protetto e rispettato», ha detto Antonio Presti. «Non ho alcuna intenzione di rispondere alle sue provocazioni - ribatte il sindaco - gli voglio troppo bene per entrare in polemica con lui»


«Non ho alcuna intenzione di rispondere alle provocazioni di Antonio Presti: gli voglio troppo bene per entrare in polemica con lui». Enzo Bianco risponde attraverso un comunicato stampa alle dichiarazioni del fondatore di Fiumara d'arte rilasciate a MeridioNews. «Ho sempre donato gratuitamente, ma non lo farò più a Catania, almeno fin quando c'è questa amministrazione da cui non mi sono sentito rispettato e protetto», ha detto Presti. «Spero davvero che ci ripensi tornando sulla propria decisione», replica il primo cittadino.

Il legame tra il mecenate e l'amministrazione Bianco si è rotto a dicembre, quando il rito della luce nella scuola Vespucci è stato interrotto a seguito di una diffida da parte dei vigili del fuoco per il rischio legato all'accensione di numerose candele. Dopo cinque mesi dall'evento, nessun nuovo contatto. «A livello istituzionale non mi sono sentito protetto e rispettato», ha spiegato Antonio Presti. Una presa di posizione alla quale il primo cittadino risponde: «Catania non solo lo rispetta, ma soprattutto prova un grande affetto nei suoi confronti. Anche quando è difficile seguirlo nelle sue... infiammate prese di posizione. Quindi al caro Antonio non dico addio né arrivederci, ma solo a presto. La battaglia per la cultura che va combattuta a Librino ha bisogno di tutte le forze migliori»

Il fondatore di Fiumara d'arte ha deciso di bloccare le donazioni artistiche previste: la galleria di opere d'arte a Librino, i musei della Contemporaneità, il museo dell’Immagine e quello della fotografia , in collaborazione col maestro iraniano Reza Deghati. E poi il progetto Tu sei bello come un fiore per la riqualificazione, attraverso l'arte, delle spine verdi di Librino. «Se questi doni gratuiti non ricevono rispetto, allora andrò altrove, almeno fino a quando il rapporto con l'amministrazione comunale non cambierà».

Anche l'assessore alla Cultura Orazio Licandro ha espresso parere sulla vicenda. «Antonio Presti con l'arte e l'amministrazione con le altre iniziative si battono per le nuove generazioni. Questo avviene in particolare grazie al fortissimo impegno che ci accomuna nei confronti delle scuole e degli studenti. Dobbiamo riconoscere ad Antonio di avere tracciato il primo solco - sottolinea Licandro - Noi stiamo proseguendo nel sostenere azioni che partono dal basso e servono a cambiare la cultura di fondo di quartieri disagiati. Auspichiamo quindi che Antonio Presti ritorni sulla sua decisione e lo rassicuriamo che da parte nostra troverà sempre le porte aperte e tutto il sostegno possibile alle sue eccezionali e importantissime azioni».

«L'Amministrazione e Antonio Presti hanno condiviso un'importante azione che punta anche alla lotta alla dispersione scolastica», aggiunge l'assessora alle Politiche scolastiche Valentina Scialfa. «Librino, per esempio, è lo scenario di un'importantissima azione comune: scuole superiori, Zfu, progetti sociali, oratorio. Sarebbe bellissimo se Antonio fosse al nostro fianco quando, all'inizio del prossimo anno scolastico, inaugureremo la nuova, la prima, scuola superiore di Librino per la quale abbiamo lottato tanto. E per la sua realizzazione Antonio Presti ha certamente dato un contributo culturale importante».
http://catania.meridionews.it/artic...sti-spero-che-ci-ripensi-catania-lo-rispetta/
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Fallimento prevedibile...

Campo S. Teodoro dopo la fine dei fondi G124
«Servono 200mila euro per rifare il manto erboso»

SIMONE CAMURRI 11 LUGLIO 2015
COSTUME E SOCIETÀ – A quasi sei mesi dalla fine del progetto di riqualificazione dell'architetto Renzo Piano, si tirano le somme nella struttura di Librino. «L'attenzione sta calando. I giochi sono rovinati e le coperture saltate. Servono interventi non a singhiozzo», spiega Piero Mancuso, tra i fondatori dei Briganti Rugby. Guarda le foto
http://catania.meridionews.it/artic...vono-200mila-euro-per-rifare-il-manto-erboso/

Non vorrei dirlo, ma l'avevo detto!

Non mi aspettavo durassero così poco, però.







I due geni mandati da Renzo Piano se ne sono bellamente fregati del fatto che l'asfalto su cui hanno fatto i loro disegnini sia una strada carrabile. I pannelli volati col vento? Li avevano attaccati con la sputazza?
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