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CATANIA

4450630 Views 30247 Replies 349 Participants Last post by  brick84
CATANIA
Area Metropolitana

Discussione sull'Area Metropolitana di CATANIA






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Il people mover ( e non sistema people come detto nell'articolo) è un sistema di trasporto a guida vincolata con capacità di carico limitata e che copre solitamente brevi distanze.

A Milano è in funzione un people mover (su un percorso di circa 700/800 metri) che collega la fermata metropolitana di Cascina Gobba M2 con l'Ospedale San Raffaele
Il sistema è a fune: le cabine sono trainate da un cavo a cui sono "agganciate"





I peolpe mover sono solitamente utilizzati nel mondo nei grandi scali aeroportuali, per consentire il rapido collegamenteo tra terminal distanti tra di loro

Ecco quello attivo nell'aeroporto di Fiumicino

Nuovo fronte mare, pervenute tre proposte.

Da "La Sicilia"



Scatta la «fase due» dell'ambiziosa operazione che ha come obiettivo la «restituzione» del mare alla città con la realizzazione compiuta del famoso waterfront sul modello di Barcellona. Sono tre, infatti, le proposte relative all'avviso di gara per la cosiddetta «viabilità di scorrimento da via del Rotolo a piazza Europa», da realizzarsi in project financing, che sono giunte nei giorni scorsi sul tavolo del responsabile unico del procedimento, l'ing. Tuccio D'Urso, direttore dell'Ufficio speciale emergenza traffico e sicurezza sismica nonché direttore generale del Comune. L'area di intervento è compresa tra la piazza Europa e i confini settentrionali del quartiere di Ognina.
Le proposte sono state inviate dall'Ati (Associazione temporale di imprese) impresa Scuto Michele Spa-Costruzioni Italiane Srl, dall'Ati Immobiliare Alcalà Srl-Gate Società Consortile Arl-Keynesia Srl e da Uniter Consorzio Stabile Arl. Nei prossimi giorni i plichi, al momento custoditi in cassaforte, verranno aperti per essere esaminati.
«Il punteggio da assegnare sarà globalmente pari a cento - spiega l'ing. D'Urso - da suddividere sulla base di tre elementi di valutazione in forza dei quali opereremo la scelta finale sul promotore: innanzitutto il miglior rapporto tra superfici in concessione e superfici in proprietà (45 punti), poi la minore durata dei tempi di concessione (45 punti), infine il minore tempo di realizzazione dell'opera (10 punti). Si tratta di parametri esclusivamente quantitativi, numerici e, quindi, oggettivi. Nessuna valutazione soggettiva, quindi, proprio per evitare la benché minima contestazione. Dopo l'individuazione del promotore, bisognerà effettuare la gara ad evidenza pubblica per la scelta dei concessionari».
Si possono prevedere dei tempi?
«Considerato quanto è avvenuto per i parcheggi interrati - osserva il direttore generale - credo che, scelto il promotore, entro un paio di mesi potremo andare alla gara pubblica. Per l'inizio dei lavori ci vorrà almeno un anno».
Un'operazione grandiosa oltre che stimolante.
«Un'operazione che ridarà a Catania - continua D'Urso - l'impronta di città affacciata sul mare e che del mare deve sfruttare tutte le risorse in termini di sviluppo turistico. Una volta conclusa l'opera, Catania nei nostri obiettivi deve diventare sede del benessere, del divertimento e del commercio, una meta capace di ospitare quattro-cinque milioni di turisti all'anno, quanti ne fa l'intera Sicilia. La riconquista del mare dev'essere la nostra vera ricchezza, dalla Plaia a Ognina».
«L'amministrazione comunale - conferma il sindaco Umberto Scapagnini - si scommette su questa grande operazione. Voglio sottolineare il grande contributo dei catanesi: le tre offerte pervenute da altrettante imprese locali è un segnale preciso del fatto che la nostra imprenditoria sta risorgendo dalle ceneri. Significa che c'è una gran voglia di lavorare per il bene della città».


L'area di intervento

L'obiettivo dell'intervento, come si legge nella relazione illustrativa redatta dal direttore dell'Ufficio speciale emergenza traffico e sicurezza sismica, ing. Tuccio D'Urso, consiste nel completamento del viale Alcide De Gasperi al fine di assicurare il congiungimento di via del Rotolo con piazza Europa, nella riqualificazione del viale Ruggero di Lauria, nel tratto compreso tra piazza Europa e piazza del Tricolore, con la previsione di una carreggiata a due corsie e ampie isole pedonali, nella realizzazione di immobili su più livelli da adibire a centri commerciali e/o culturali e parcheggi ai margini delle carreggiate pedonali e sottostanti le carreggiate stradali costituenti viale Alcide De Gasperi.
Tali interventi dovranno essere realizzati previa revisione, completamento e integrazione, a carico del concessionario, degli strumenti progettuali attualmente disponibili e, più specificatamente, del progetto definitivo del viale Alcide De Gasperi e della progettazione preliminare del viale Ruggero di Lauria.
Importo presunto dell'opera: 25 milioni di euro.
A titolo di prezzo e quale contributo al fine di garantire il conseguimento dell'equilibrio economico-finanziario dell'investimento e della connessa gestione in relazione alla qualità del servizio da prestare, il Comune di Catania si riserva la facoltà di cedere all'aggiudicatario il diritto di superficie per l'intera durata della concessione (massimo 80 anni), ovvero la proprietà di parte o di tutti gli immobili, da adibire a centro commerciale, culturale e parcheggio, la cui realizzazione è prevista nel progetto e la cui utilizzazione è connessa all'opera da affidare in concessione.


Il porto di Ognina


Particolare del nuovo viale Artale Alagona
Passante ferroviario urbano ad uso metropolitano, consegna dei lavori in vista



L'obiettivo «riconquista del mare» muove da una premessa fondamentale: il recupero di aree attualmente impegnate da impianti dalle Ferrovie. Da qui l'idea di creare una seconda linea metropolitana tra Ognina e piazza Europa, i cui lavori saranno consegnati prossimamente a Roma, nella sede di Italferr, al raggruppamento di imprese che si è aggiudicato l'appalto per un importo di poco superiore ai 40 milioni di euro: si tratta della Cariboni strade e gallerie Spa, della Demoter Spa e della Capraro Spa.
«Dopo la consegna delle progettazioni - spiega il geom. Roberto Sacchi - avvenuta ad agosto dello scorso anno, nei giorni scorsi Italferr ha approvato il progetto esecutivo dell'opera per cui adesso sarà fatta la consegna effettiva dei lavori. La prima fase prevede la bonifica dell'area per la cantierizzazione e la realizzazione degli imbocchi lato Europa e lato Ognina. Tra i primi interventi in programma c'è anche l'abbattimento del cavalcavia ferroviario inattivo sul viale Ulisse».
Un intervento che permetterà all'impresa che sta eseguendo i lavori sul viale Alcide De Gasperi di andare avanti con la realizzazione dell'innesto per le auto che dalla parte bassa della circonvallazione dovranno percorrere la nuova arteria in via di ultimazione.
La metropolitana costiera è inserita nel più ampio progetto denominato «Nodo Catania», vale a dire in quel sistema integrato di interventi per liberare la città dagli impianti ferroviari ferroviari e dotarla di due importanti linee di metropolitana. Il progetto prevede, tra l'altro, l'interramento dell'intera linea ferroviaria che transita da Catania con il raddoppio del binario, liberando importanti aree, circa 60 ettari, e restituendo alla città il fronte mare (waterfront) oggi occupato dai binari.
Per realizzare la metropolitana cittadina sono stati sottoscritti con Rfi e con la Ferrovia Circumetnea (Fce) due distinti protocolli d'intesa, finalizzati alla progettazione e alla realizzazione di due fondamentali opere ferroviarie sotterranee.
Il tratto da Catania Centrale a Catania Ognina, attualmente a binario unico, si svolge dapprima in galleria e in rettifilo, nella parte compresa tra piazza Europa e via G. Prati, quindi si sviluppa in trincea e successivamente in rilevato fino al passaggio a livello corrispondente all'inizio dell'ex fermata di Ognina. In alcuni punti le opere d'arte a corredo dell'infrastruttura risultano già conformate al futuro raddoppio. Così, ad esempio, la galleria artificiale in corrispondenza di piazza Europa è stata realizzata a doppia canna (quella lato ovest ospita l'attuale binario di corsia). Lo sviluppo della doppia canna interessa l'intera piazza Europa fino all'inizio di viale Alcide De Gasperi. Da lì avrà inizio il previsto raddoppio, che si svilupperà in parte in galleria e in parte allo scoperto. Il tratto iniziale, pari a 347 metri, sarà in galleria artificiale e si svilupperà sotto l'attuale viale Alcide De Gasperi, nel tratto compreso tra piazza Europa e via S. Giovanni li Cuti. Il tratto intermedio, pari a 856 metri, sarà in galleria naturale e si svilupperà sotto il quartiere Picanello. Il tratto finale, pari a 102 metri, sarà in galleria artificiale e si svilupperà in un tratto libero da insediamenti urbani. Il progetto prevede la realizzazione di tre stazioni: Ognina, Picanello ed Europa.

Parcheggio interrato in p.zza Europa al via

Parte la «rivoluzione» dei parcheggi che sta alla base di tutti gli interventi pianificati dall'amministrazione comunale, attraverso l'Ufficio speciale emergenza traffico e sicurezza sismica, per tentare di risolvere il problema della mancanza di posti auto nel centro della città. Una rivoluzione che è anche una sfida alle cattive abitudini di molti automobilisti catanesi, che del parcheggio hanno una concezione molto personale.
Il 25 marzo cominceranno i lavori del primo dei nove parcheggi interrati che saranno realizzati con il sistema del project financing, vale a dire con investimenti di privati che li gestiranno per un certo numero di anni prima di riconsegnarli al Comune.
La struttura sarà ubicata tra il viale Alcide De Gasperi e il viale Ruggero di Lauria, in prossimità della piazza Sciascia. Si svilupperà su due livelli interrati sotto piazza Europa per circa 8500 metri quadrati. La funzionalità e l'accessibilità della piazza resterà immutata rispetto alla veste attuale e sarà, anzi, arricchita da soluzioni di design architettonico. Saranno fruibili maggiori spazi pubblici e di verde attrezzato e, per quanto riguarda l'arredo, verrà inserito un canale di acqua intervallato da vasche di raccolta.
Nella zona centrale la piazza sarà attraversata da un'asola a cielo aperto per l'affaccio alla zona commerciale (per complessivi 1600 metri quadrati), la cui copertura prevede l'alloggiamento di giardini pensili. Tutti i corpi sulla piazza saranno rifiniti con ampie vetrate.
L'accesso e l'uscita del parcheggio saranno interni alla piazza e saranno posti in prossimità di tratti di strada dove i flussi di traffico veicolare non s'intersecano e, soprattutto, non interferiscono con il transito pedonale. Particolare attenzione è stata posta, in fase di progettazione, all'eliminazione delle barriere architettoniche. Tutti i posti auto sono previsti per consentire il parcheggio a rotazione, ovvero con forme di abbonamento o convenzionamento.
La costruzione e la gestione della struttura è stata affidata alla società «Parcheggio Europa Spa», il cui presidente è il cavaliere del lavoro Ennio Virlinzi, che realizzerà l'opera in 21 mesi. Spesa prevista: 8 milioni di euro. Responsabile unico del procedimento è l'ing Salvatore D'Urso, direttore dell'Ufficio speciale, progettista e direttore dei lavori l'ing. Renato Grecuzzo, direttore tecnico l'ing. Luca Venora, designer dell'area commerciale l'arch. Salvo Puleo.
«Siamo lieti - dice Ennio Virlinzi - di dare un contributo per realizzare il primo di una serie di progetti che porranno Catania a livello delle grandi città europee. Un'opera che contribuirà a migliorare la circolazione e quindi la vivibilità».

Nuova questura a Librino

La nuova Questura di Catania si farà nel quartiere di Librino, in un'area dalla collocazione strategica, vicina com'è agli assi viari che collegano al centro città, dando così occasione, allo stesso tempo, di portare nuove funzioni nella zona. Il progetto è stato presentato in anteprima ai consiglieri comunali invitati in questura dove il progettista, architetto Maurice Kanah, ne ha presentato i disegni e le principali caratteristiche. Un incontro voluto e ospitato dalla signora prefetto Anna Maria Cancellieri in vista dei prossimi passaggi istituzionali in commissione consiliare e in assemblea. L'obiettivo dell'incontro è dare una prima idea di massima ai rappresentanti dell'assemblea cittadina per rendere più snelle le successive tappe. In questo contesto il presidente del Consiglio comunale Roberto Commercio si è impegnato a portare la discussione del progetto in commissione e in aula in tempi brevissimi.
Nella futura sede di Librino saranno ospitati tutti gli uffici della questura, ora decentrati in varie sedi. È probabile che l'attuale edificio in centro storico rimanga come sede di rappresentanza. Tutti gli altri, invece - il reparto mobile, la stradale, l'ufficio del personale e quello amministrativo - saranno concentrati in un unico luogo con importanti ricadute in termini di efficienza e di efficacia nell'attività di pubblica sicurezza. Particolare cura sarà data all'applicazione di nuove e moderne tecnologie informatiche. L'edificio si estenderà per un volume di 117.000 metri cubici, 26.872 metri quadrati saranno dedicati agli uffici, 10.000 alle residenze (dei quali 3.000 di servizio e 7.000 collettive). Sono previsti anche palestre, un poligono, un auditorium, una mensa-cucina, archivi e depositi. E poi un parcheggio coperto per 700 posti auto e per 120 moto ed uno a raso per 160 auto. Questo per agevolare gli utenti che saranno invogliati a recarsi a Librino dove potranno trovare facilmente posteggio e dove la concentrazione degli uffici renderà più snello e rapido il servizio.
L'edificio ha una forma semicircolare, quasi due braccia pronte ad accogliere i cittadini. Il progetto è di Maurice Kanah, architetto di origine egiziana che lavora a Milano, e dell'ingegnere Nicolò Saraca. L'arch. Kanah ha trascorso un periodo a Catania per cogliere lo spirito e le caratteristiche dell'architettura barocca del centro storico alla quale si è richiamato pur in una versione assolutamente moderna. Nella progettazione è stata data grande attenzione al risparmio energetico anche nell'ottica di ridurre i costi di gestione.
La scelta dell'area individuata a Librino è stata fatta lo scorso 15 novembre. Dopo numerosi sopralluoghi e verifiche incrociati fatti insieme dal Comune e dal Ministero dell'Interno, sono state messe a confronto le soluzioni migliori in vista dell'ubicazione dei nuovi uffici di Polizia di Stato.
La scelta è caduta su un'area di oltre 4 ettari, di proprietà comunale, limitrofa alla parte più meridionale di Librino nonché all'istituto polivalente che la provincia sta per appaltare. La scelta dell'area coincide con quanto l'amministrazione ha indicato nell'ambito del piano regolatore generale ancora in esame.
"Una scelta scaturita da una forte convergenza di idee tra ministero e amministrazione che vede così realizzarsi un ulteriore strumento per lo sviluppo delle periferie cittadine. Allo stesso tempo, questa scelta si coniuga con la volontà di valorizzare il patrimonio comunale, come già indicato dalla delibera 335/2005", ha sottolineato il sindaco che ha anche ricordato che "da tantissimo tempo si parlava della nuova sede della nuova Questura senza che si riuscisse a realizzare questo obiettivo". Per questo ha rivolto un sentito ringraziamento al prefetto Anna Maria Cancellieri per la "determinazione e, allo stesso tempo, per la dedizione che hanno caratterizzato la sua attività per raggiungere l'obiettivo di avere oggi un progetto pronto per la realizzazione".
All'incontro in prefettura erano presenti il sindaco Scapagnini, il direttore generale ing. Salvatore D'Urso, il presidente del Consiglio Comunale Roberto Commercio, tutti i capigruppo consiliari, il presidente della commissione consiliare Urbanistica Giuseppe Arcidiacono, il capo dell'avvocatura Comunale Mario Arena e il responsabile dell'Ufficio Piano Angelo Greco.
La questione sarà affrontata prossimamente in Commissione consiliare "Urbanistica" e in Consiglio Comunale.



Un Forum per il quartiere San Berillo

Una bella iniziativa, sperando che valga a qualcosa di veramente utile: il comune di Catania ha predisposto questo Forum per idee e suggerimenti sul quartiere di San Berillo, compreso tra il Corso Sicilia e la Via A. di Sangiuliano.

Forum San Berillo

San Berillo è un antico quartiere di Catania, parzialmente demolito negli anni '50 per realizzare la nuova "city" finanziaria della città. Tuttavia, alle spalle di quest'ultima, ancora sopravvive, ma in agonia, il vecchio quartiere, un dedalo di vie strette ed intricate, dall'indubbio fascino, per anni in preda del degrado e della prostituzione come unica attività di riferimento, oggetto negli ultimi anni di interventi di riqualificazione tuttora in corso e di tante belle idee che si spera possano diventare realtà.

«Il progetto di riqualificazione del salotto della città, il corso Italia, potrà fregiarsi di due ulteriori, grandi opere di ristrutturazione: le storiche Villa Manganelli e Villa Bonajuto, considerate per decenni delle incompiute». Lo ha annunciato, nei giorni scorsi, l'assessore ai Lavori pubblici, Filippo Drago, nel corso di un tavolo tecnico itinerante, alla presenza degli architetti progettisti, dei dirigenti dell'Ufficio Lavori pubblici, del Genio civile e della Sovrintendenza.


Villa Manganelli, situata al numero 37 del corso Italia, era un'abitazione altoborghese dall'aspetto di castello regale, ornato da mattonelle arabescate e coronato da due torrette angolari neo-normanne. Il palazzo in stile liberty, progettato dal palermitano Ernesto Basile, in cui furono girate alcune scene del «Gattopardo» di Luchino Visconti, è da decenni disabitato e murato. Negli anni Cinquanta, i nuovi proprietari, che l’acquistarono dai principi di Manganelli, volevano demolirla per costruirvi un palazzo di cui affidare la progettazione all’arch. Frank Lloyd Wright. L’ing. Michelangelo Mancini, allora direttore dell’ufficio tecnico comunale, riuscì a salvarlo ponendolo sotto la tutela della Sovrintendenza ai monumenti retta all’epoca dall’arch. Chiurazzi. Un disastroso incendio ha deturpato quel luogo che fu sede del teatro dialettale, intorno agli anni '80, e ancor prima punto di ritrovo della «Catania-bene».
Sarà indetto, a breve, un incontro tra i rappresentanti dell'amministrazione e le forze sociali coinvolte, oltre naturalmente ai proprietari della villa, per studiare le modalità di intervento su questo bene storico. Il tentativo è di mantenere lo status dei luoghi e di integrare il progetto con le ipotesi di rinnovamento del corso Italia.


La Villa Bonajuto, invece, ha vissuto una storia ancora più travagliata. Edificata intorno agli anni '30, su 1000 metri quadrati di terreno, l'abitazione è stata abbandonata da circa vent'anni. Diversi tentativi di demolizione da parte della proprietà, per erigere un palazzo, sono stati vanificati in seguito ad alcuni provvedimenti giudiziari che hanno decretato la sospensione dei lavori, in virtù dell'interesse storico del monumento. La villa, che oggi per un terzo è diroccata, sarà completamente ristrutturata, preservandone le particolarità architettoniche. «Con la concessione della Sovrintendenza e degli enti comunali preposti, la struttura originaria verrà ricontestualizzata», ha spiegato l'architetto progettista, Toti Contrafatto.
L'interno, attualmente suddiviso in tre elementi familiari e undici spazi per la servitù, sarà ridisegnato. Saranno conservati i due piani, mentre nel cortiletto interno verranno ricavate sei botteghe a uso commerciale. Entrambe le opere di ristrutturazione saranno finanziate con i fondi privati.
Nel progetto di rifacimento del corso Italia rientra anche la riqualificazione del largo Aquileia. La configurazione della piazza, a triangolo, resterà immutata.
«Di concerto con tutte le parti sociali, sarà deciso se allargare uno dei tre lati, creando un'unica carreggiata a doppio senso di marcia, o se mantenere la conformazione e apportare solo miglioramenti di arredo: il verde, la pavimentazione e l'illuminazione». Per il largo Aquileia esistono quattro ipotesi preliminari che, una volta approvate, saranno inserite nel piano triennale di finanziamento delle opere pubbliche.


Però caspita... poteva esserci un'opera di Wright a Catania... se penso a tutte le ville che sono state demolite per fare delle oscenità... :mad2: e adesso scopro che quando non l'hanno demolite sarebbero state sostituite da un'opera di uno dei più grandi architetti del mondo del novecento! :shocked:
Un progetto che è sulla carta ma anche nei fatti. Sette chilometri e mezzo di scogliera, un lungomare che diventerà il fiore all'occhiello della città per la capacità di attrarre sviluppo e investimenti, turismo e lavoro. Chi avesse ancora dei dubbi sulla validità del progetto waterfront fortissimamente voluto dall'amministrazione comunale, dopo la conferenza dei giorni scorsi si è chiarito le idee. L'occasione è stata data dal forum di Scenari Immobiliari, organizzato con il patrocinio di Comune e Provincia. Qualificato l'uditorio, costituito da architetti, ingegneri e tecnici esperti della trasformazione urbana legata alla valorizzazione dei «fronte mare».
È stato il presidente di Scenari Immobiliari, Mario Breglia, a introdurre i lavori con un parallelismo tra Venezia («il waterfront più antico del mondo») e Shangai.
Quindi, ha preso la parola il sindaco: «Catania - ha esordito il primo cittadino - è la metafora perfetta della città che, a partire dai primi decenni del '900, ha perso progressivamente il rapporto con il mare per scelte illogiche e innaturali. Noi, con il progetto del waterfront, abbiamo voluto riportare le cose al loro posto e per questo abbiamo scelto di guardare a Barcellona, esempio eccezionale per qualità degli interventi e tempi di realizzazione. L'obiettivo è ovvio: questa città è nata perché i suoi abitanti volevano vivere sul mare, il nostro scopo è che Catania ritorni alla sua destinazione primitiva».
Si è poi passati alla presentazione della ricerca svolta da Scenari Immobiliari in collaborazione con il Censis: 101 i progetti analizzati per un bacino di 150 milioni di fruitori, investimenti per 190 miliardi di euro.
Il capitolo Catania è stato aperto dall'intervento di Dario Lo Bosco, presidente della Società trasporti siciliani e consigliere di amministrazione di Reti ferroviarie italiane, il quale ha ricordato le infrastrutture previste nell'ambito del «Corridoio 1» Berlino-Sicilia dell'Unione Europea.
Seguitissimo l'intervento del prof. Josep Martorell, della MbM Arquitectes, che con l'arch. Oriol Bohigas ha «disegnato» il waterfront catanese. «Quando nel 2003 venimmo per la prima volta a Catania - ha raccontato Martorell - l'impressione fu quella di un grande disordine. Il progetto di riqualificazione dell'area costiera non poteva non partire dall'interramento della linea ferroviaria e dalla realizzazione di una strada alternativa che permettesse di creare un lungomare senza alcuna interruzione, dal porto vecchio a Ognina, attraverso l'abbassamento del viale Ruggero di Lauria a livello del borgo di S. Giovanni li Cuti, la razionalizzazione della zona del Rotolo, la valorizzazione del borgo marinaro di Ognina, con l'abbattimento del cavalcavia, e una gradinata sulla piazza Mancini Battaglia, una sorta di palco da cui godere il mare. Devo complimentermi con Catania perché molte opere che nel 2004 erano solo sulla carta sono già state realizzate. È quasi un miracolo».
In chiusura, l'ing. Angelo Greco, direttore del settore Urbanistica del Comune, ha fornito qualche dettaglio in più.
«Siamo già avanti con il lavoro - ha confermato Greco - Venerdì scorso abbiamo affidato il progetto di finanza per il proseguimento del viale Alcide De Gasperi dal Rotolo a piazza Europa, la cui prima parte è in fase di completamento; è stato avviato il cantiere per il raddoppio ferroviario Ognina-stazione centrale; prestissimo cominceranno i lavori del parcheggio sotterraneo di piazza Europa, mentre la riqualificazione del borgo di Ognina è stata ultimata. Tutti segnali inequivocabili del fatto che il nostro progetto ha sostanza e che gli imprenditori locali credono nel suo successo. Ma è sull'altro tratto del waterfront, da Faro Biscari a piazza Europa, che Catania scommette il suo futuro».

^^

Ero presente all'appuntamento, che è stato molto interessante (c'erano anche l'Ing.Cervellati e l'Arch. Antonio De La Peña).
Ho visto i plastici del progetto (mannaggia, non avevo la macchina fotografica) e ho scoperto che sono previsti anche quattro grattacieli, di cui due sul lungomare tra Ognina e piazza Europa, più precisamente in p.zza Nettuno. Mi sembra evidente l'analogia con il lungomare di Barcellona. :)
Intervista a Enzo Bianco sul futuro di Catania



On. Bianco, il quotidiano "La Sicilia" ha sollecitato più volte le forze di maggioranza e di opposizione a cooperare sulle questioni importanti per il bene della città. È possibile e a quali condizioni?
«Al mio partito e alle altre forze della coalizione di cui fa parte non appartiene l'idea di fare un'opposizione pregiudiziale - risponde deciso l'ex sindaco -. Anche in campo locale abbiamo un'idea diversa della democrazia. Un accordo con questa maggioranza non è possibile perché ha troppe responsabilità nel preoccupante declino della città e nel grave degrado della vita civile. Viceversa voteremo singole iniziative, se corrispondono all'interesse della città, come abbiamo fatto votando in Consiglio comunale una delibera importante per l'aeroporto e la decisione di realizzare a Librino la nuova questura il cui atto deliberativo avevo varato da ministro dell'Interno. In alcuni di questi casi la nostra presenza in aula è stata determinante perché questa maggioranza sbrindellata e distratta non aveva il numero legale. Quando viceversa, come sul bilancio, Scapagnini e la sua Giunta si ostinano a tenere nascosta qual è la dimensione esatta del dissesto finanziario, la nostra opposizione sarà dura e intransigente».
Una delle questioni più importanti è l'approvazione del nuovo piano regolatore. Lei ha chiesto al sindaco, che ha mantenuto la delega all'Urbanistica, di discuterne in commissione. Che cosa si aspetta?
«Aspettiamo una parola chiara. Da sei anni, da quando Scapagnini è sindaco, assistiamo a mirabolanti annunci e a rulli di tamburo. La scelta di mantenere la delega all'urbanistica è sbagliata, se veramente si vuole arrivare al Prg, e sinceramente a questo punto ne dubito. È desolante discutere in commissione con una sedia vuota, dunque o Scapagnini segue i lavori oppure attribuisca la delega a qualcun altro. Abbiamo chiesto, inoltre, di sciogliere un nodo delicato, La bozza di Prg che hanno presentato alcune settimane fa non è coerente con lo schema di massima approvato dal Consiglio nel 1997. Pertanto - continua Bianco - se vogliono presentare questo piano devono cambiare lo schema di massima precedente altrimenti l'atto è illegittimo e un qualunque cittadino domani può presentare ricorso e vincerlo. Nel merito siamo contrari alla cementificazione selvaggia della città. Il loro piano prevede centomila catanesi in più, mentre il censimento dice che sono 20.000 in meno. Di un po' di crescita c'è bisogno al Rotolo, alle Sciare Curia e a Corso Martiri della Libertà la cui ferita va suturata e dove pensiamo ad un po' di edilizia privata e un po' pubblica, il teatro Stabile, spazi a verde, servizi. E questa scelta deve avvenire in modo trasparente e nell'ambito del Prg, e magari coinvolgendo un progettista di fama internazionale, come Renzo Piano».
Che ne pensa delle più recenti ipotesi di waterfront?
«Finora è stato eliminato solo il cavalcavia di piazza Mancini Battaglia. L'idea che la città debba ritrovare il rapporto con il mare è sacrosanta, ed era già prevista dal piano Cervellati. Questo significa che il porto cambia la sua strutturazione attuale, ma questo deve avvenire con armonia. Per esempio, siamo preoccupati per il raddoppio della linea ferroviaria nella parte settecentesca della città e condividiamo i rilievi della sovrintendenza. E non consentiremo opere di speculazione immobiliare quale quella del Mulino Santa Lucia».
Il nodo del bilancio..
«È il primo problema della città. Pensiamo che il debito sia cresciuto ad una cifra che sfiora complessivamente i 150 milioni di euro, compresi i debiti fuori bilancio, i debiti sommersi, il deficit Amt. Vorremmo sapere chi negli anni passati ha fatto dell'allegra finanza che ora pagano i catanesi, nelle scuole, nei servizi sociali, nella vita culturale. Siamo disposti a contribuire ad una soluzione, con un piano straordinario serio, non quello di chi dice vendiamo gli immobili. Se non si fa questo il Comune va verso il dissesto finanziario».
Azienda Municipale Trasporti, bilancio e programma



La direzione dell’Amt ha depositato nei giorni scorsi in Comune il Bilancio preventivo del 2006. Si tratta di un voluminoso e dettagliato dossier sui programmi, sulle entrate e sulle uscite, che elenca una serie minuziosa di dati e traccia le linee di intervento che l’azienda trasporti intende attuare per il corrente anno. Il prossimo passaggio del documento di programmazione economica avverrà in sede di Giunta che emetterà una delibera (con eventuali modifiche, se ritenute necessarie). Prima di giungere in Consiglio comunale per la definitiva approvazione il bilancio Amt passerà sotto la lente delle commissioni consiliari competenti.
Nella fase introduttiva del fascicolo la direzione dell’ente trasporti si sofferma su alcuni temi di fondamentale importanza, radiografando al primo punto i tagli della Finanziaria, a causa dei quali «le aziende del trasporto pubblico rischiano di pagare pesanti conseguenze». Per questo e altri motivi, primo fra tutti l’importanza della mobilità urbana, la direzione Amt formula nel documento un elenco di «proposte atte a migliorare il servizio della nostra città». Oltre al piano tariffario 2006, che non prevede (secondo l’Amt) alcuna variazione rispetto all’anno precedente, l’azienda trasporti fa una serie di considerazioni sulla regolarità del servizio «che è evidentemente influenzata da diversi fattori. Il problema - si legge nella relazione della direzione Amt - che tuttavia rende maggiormente difficoltoso il rispetto del programma di esercizio è quello legato al traffico cittadino. La conferma - si legge ancora - viene dalla constatazione che la velocità commerciale negli ultimi anni è passata da circa 14 a circa 12 km/h». L’Amt addebita parte della riduzione dell’orario di percorrenza alla chiusura di una buona fetta del centro storico. E per questo sollecita il varo di un piano del traffico. «È necessario un piano - si legge - che privilegi realmente il mezzo pubblico e che riduca in conseguenza della chiusura di strade e piazze, il numero delle autovetture circolanti».
L’azienda trasporti nella relazione fa inoltre presente che «una diminuzione della velocità commerciale ha pesanti conseguenze sul bilancio dell’azienda», aggiungendo che «il problema sta purtroppo comportando la disaffezione dell’utenza, dimostrata dalla netta diminuzione del numero dei viaggiatori registrato proprio negli ultimi due anni». L’Amt richiede quindi all’amministrazione una serie di provvedimenti: 1) L’istituzione del divieto di fermata sulle vie principali onde creare alcune strade di scorrimento (come dovrebbe essere previsto dal Put che non è mai stato adottato); 2) una diversa tariffazione della sosta nella città (costo maggiore al centro); 3) una maggiore vigilanza sulle strade principali; 4) migliore regolamentazione della consegna delle merci; 5) divieto per gli autobus extraurbani di attraversare le zone centrali».
Nella relazione trovano ampio spazio anche i parcheggi scambiatori: «È a tutti noto - si legge - che l’amministrazione ritiene che la situazione possa migliorare soprattutto con l’attivazione dei parcheggi scambiatori. Non si conoscono ancora né le modalità per le quali saranno gestiti i nuovi parcheggi, né soprattutto il piano complessivo della mobilità nel quale essi verranno inseriti. Una cosa sembra però scontata. Nel parcheggio dovrà avvenire lo scambio tra il mezzo privato e quello pubblico. Ne deriva che l’azienda avrà un ruolo determinante nella realizzazione del nuovo modello della mobilità catanese. Ma per assolvere a questo compito - continua il documento - essa deve essere messa nelle condizioni di operare con la dovuta efficacia. È fin troppo evidente che se non sarà disincentivata la sosta nel centro storico e se quest’ultimo non sarà collegato mediante servizi rapidi e frequenti, i parcheggi scambiatori potrebbero non rivestire l’importanza che ad essi oggi si attribuisce. Con queste considerazioni - prosegue l’Amt – si intende sottolineare che non è più rinviabile una programmazione strategica che recepisca tutte le iniziative avviate...».
Quanto alle tariffe il Bilancio Amt prevede «il mantenimento dell’attuale costo. La differenza tra il prezzo del biglietto ordinario con validità 90 minuti, pari a 80 centesimi e quello determinato dal decreto regionale del 28 luglio 2004 in 1,05 euro deve essere corrisposta, ai sensi dell’art. 31 l. r. 68/83 dall’ente proprietario all’azienda sulla base dei numero dei biglietti venduti. Inoltre - continua la relazione - per fronteggiare l’ormai annoso fenomeno dell’evasione si prevede di continuare, a seguito dei positivi risultati ottenuti nel corso del 2005, nella vendita in vettura (da parte dei conducenti di linea) dei titoli di viaggio nelle ore in cui le rivendite sono chiuse, nonché collocare in altri punti strategici della città altre emettitrici automatiche».
In merito ai mezzi pubblici, oltre ai nuovi bus, il documento di programmazione prevede un «aggiornamento» del parco con l’installazione degli impianti di radiolocalizzazione (controllo bus via satellite); indicatori di percorso a lead (già installati nei nuovi mezzi), obliteratrici contact-less (da montare nei 170 vecchi bus).
Al capitolo «Locali aziendali» si ipotizza invece di esercitare il diritto di opzione per procedere all’acquisto degli uffici di presidenza di via S. Euplio per una spesa prevista di 4 milioni 850 mila euro (a carico del Comune). «I vantaggi che ne conseguono - si legge - sono ben noti in quanto si eviterà il pagamento di canoni di locazione, oltre ovviamente a garantire per il futuro una sede definitiva e dignitosa».
Ampio spazio è infine riservato anche alle attività diversificate: dai parcheggi «strisce blu» a quelli all’interno dell’ospedale Cannizzaro, ipotizzando, nell’ambito dell’estensione del servizio nell’hinterland catanese, «possibili nuovi collegamenti con i comuni di Tremestieri Etneo e Mascalucia».
Il documento, alla voce «ricavi» prevede anche un aumento degli introiti dalle vendite di biglietti e abbonamenti, e una crescita dei rimborsi dai Comuni limitrofi serviti. Il Bilancio traccia infine un minuzioso quadro delle spese e delle entrate prevedendo un pareggio tra costi e ricavi pari a 70 milioni 982 mila 663 euro. «È chiaro – si legge nel documento - che il risultato di pareggio resta condizionato alla realizzazione dei provvedimenti e degli interventi che si intendono attuare, con specifico riferimento a quelli a carico della Regione e del Comune.
Dal CIPE pioggia di milioni per Catania



Il Cipe ha finanziato tre importanti aspetti della vita economica e sociale della città di Catania: una tratta della metropolitana, l'interporto e la ricerca per la multinazionale ST.

Il parere dell'on. Gianni Villari (DS) - “Prendo atto positivamente della deliberazione del Cipe con la quale l’organismo di Programmazione economica, oltre a finanziare alcune opere (interporto e metropolitana di Catania) interviene anche a favore della ST utilizzando la misura per il sostegno alle imprese e agli investimenti nel settore della ricerca. In attesa che la ST riceva comunicazioni ufficiali desidero intervenire richiamando 3 aspetti:

1) si utilizza il fondo di rotazione per il sostegno alle imprese nel settore della ricerca (Legge 311/2004). Speriamo che questa misura possa presto ricevere il nulla osta da parte dell’Unione Europea così da permettere l’agognato completamento del modulo 6 e la creazione di nuova occupazione a Catania;

2) questa misura sostanzialmente tenta di compensare, senza dare una adeguata risposta, le gravi e reiterate carenze da parte del Governo nazionale nel settore della ricerca;

3) l’investimento nel settore della ricerca previsto dal Cipe in favore della ST non può e non deve essere ritenuto alternativo al credito d’imposta il quale dovrà essere confermato e programmato ugualmente come misura di sostegno alle imprese che proporranno nuovi investimenti e per la creazione di nuova occupazione.

Il Governo nazionale finora ha fatto male a non aver pensato al ri-finanziamento del credito d’imposta previsto dall’articolo 8 Legge 23/12/2000 n. 388. E non credo voglia farlo a ridosso delle elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento. Sicuramente sarà il Governo Prodi, di centrosinistra, così come indicato nel suo programma elettorale per i primi 100 giorni, a riproporre il credito d’imposta.

Per quanto mi riguarda continuerò nel mio impegno a livello regionale promuovendo ogni possibile iniziativa affinché a livello nazionale si dia uno sbocco definitivo e positivo a questa vicenda. A livello regionale, su questo argomento, si tenta di portare avanti una legge, come quella presentata dal Governo Cuffaro, dalla insignificante copertura finanziaria (appena 9 milioni di euro) con un meccanismo procedurale non agevole per le imprese.

Vorrei ricordare, a questo proposito, che solo nell’anno successivo alla legge, le aziende siciliane hanno usufruito di credito d’imposta per un valore di circa 200 milioni di euro. E nel biennio tale cifra è più che raddoppiata a dimostrazione del buon funzionamento di questo strumento che la ST rivendica da anni e che il ministro Tremonti ha cancellato”.
altri 12 milioni di Euro per l'Interporto



"L'Italia è un Paese straordinario. Di fronte agli innumerevoli tentativi di ostacolare un'opera di importanza prioritaria per lo sviluppo dell'intera Sicilia, c'è poi questa capacità di ritrovare unità e forza e di ribadire nei fatti - ove ci fossero dubbi - che esiste la piena volontà di realizzare l'Interporto di Catania".
Una battuta a caldo quella di Rodolfo De Dominicis, presidente della Società degli Interporti Siciliani che ieri ha portato a "casa" altri dodici milioni di euro deliberati dal Comitato interministeriale programmazione economica per l'infrastruttura etnea. "Risorse fresche" che si aggiungono ai finanziamenti pubblici già assegnati: i quasi 22 milioni sempre del Cipe, i quasi 16 della Regione Siciliana, il milione e mezzo comunitario del Pon Trasporti, il milione del Comitato centrale albo autotrasportatori direttamente dedicato all'"Area di sosta" del Polo logistico dell'infrastruttura. L'"Area", avendo fondi e tempistica propri, ha seguito un iter a parte ed è già in fase di collaudo.
Di più. È stato approvato nella recente Assemblea dei soci anche il contratto che porta dagli attuali 16 milioni a complessivi 34 milioni l'apporto di capitali da parte di un pool di istituti di credito. La stipula di appositi patti parasociali richiesta agli Azionisti da parte delle banche è all'ordine del giorno dell'incontro fissato per il 3 aprile e - se effettuata - renderà attivo il finanziamento. A tutto ciò si aggiunge il capitale sociale di quasi cinque milioni di euro per il quale verrà portato in Assemblea la proposta di ulteriore aumento (fino a sette milioni e mezzo nel totale) che, prevista nel business plan e approvato in linea di principio fin dal 2003. L'aumento di capitale sociale serve a mantenere entro il valore accettabile per il sistema del credito il rapporto tra indebitamento e mezzi propri.
Dalla capitale, però, ancora altro si attende, e precisamente l'APQ Logistica / Interporti che - oltre a un finanziamento aggiuntivo di 12 milioni e mezzo per l'opera etnea - inquadra le infrastrutture siciliane in uno scenario programmatico ben delineato. La firma dell'Accordo si è incagliata in problemi da "massimi sistemi". Uno, forse il più difficile, è stato appena risolto dagli Azionisti della SIS (per il 20% ciascuno Comune di Catania, Camera di Commercio di Catania, Ast, Comune di Termini Imerese per il 2.5%, Consorzio Asi di Palermo per il 5%, sempre per il 5% ognuno Confindustria Catania, Associazione edili, Cna, Cns, per l'1% la Camera di Commercio di Siracusa) che hanno dimostrato ancora una volta di credere nella strategia societaria.
Nell'Assemblea straordinaria del 13 marzo, infatti, è stato deliberata la modifica di statuto che garantisce il possesso della maggioranza delle azioni a Enti pubblici per trent'anni dalla costituzione (quindi fino al 2025) e sposta la durata della Società fino al 2050. È inoltre già allo studio la richiesta di un'ulteriore modifica statutaria, da realizzarsi in ottemperanza alle indicazioni dell'Unione Europea: si tratterebbe di garantire che, allo scioglimento della SIS, la proprietà delle infrastrutture realizzate torni, in quota parte, agli enti pubblici che le hanno finanziate.
"La Regione Siciliana - commenta De Dominicis - non ci può tradire e non può non confermare la propria volontà, peraltro espressa dal Presidente Cuffaro in una comunicazione ufficiale del settembre 2005, di realizzare i due interporti siciliani e quindi firmare l'APQ Interporti superando i problemi che si sono registrati e che sono legati a fatti di sistema, i quali, pur se di rilievo, non devono essere fatti scontare né a Catania né a Termini Imerese". Anzi, "insieme, SIS e Regione - conclude il Presidente - dobbiamo operare per fare in modo che Ministero delle infrastrutture e Ministero dell'economia mettano d'accordo la mano destra, che ci finanzia, con la mano sinistra, che ci nega la firma di una convenzione ai sensi della legge 240, istitutiva degli interporti, perché non ci sarebbero fondi disponibili, nonostante esistano progetti di interporti a cui sono stati concessi finanziamenti della 240 e che risultano fermi da più di cinque anni".
L'interporto di Catania costa oggi, a livello di progetto esecutivo, 113 milioni di euro di cui circa 15 di Iva. Ancora, dunque, ne mancano all'appello sette e rotti. Le soluzioni sono allo studio. Per un verso si sta verificando l'opportunità di costituire una venture con Ferrovie dello Stato per il Polo intermodale, per altro verso si sta verificando l'opportunità dell'entrata in capitale societario di un socio finanziatore pubblico che garantisca con la sua partecipazione all'azionariato il versamento della cifra restante.
Etna Valley: ST, nuovi fondi in arrivo



Sì dal Cipe anche alla St, sempre in attesa di risposte - leggi agevolazioni, incentivi - per portare a compimento il Modulo 6, per il quale sono stati spesi 325 milioni di euro sui circa 2,5 miliardi previsti, il sito industriale tecnologicamente più avanzato d'Europa, polizza assicurativa per l'espansione dell'Etna Valley.
Bisognava sciogliere il nodo della concessione alla St del credito d'imposta per 2 miliardi di euro - spalmato sino al 2008, come da "aggioramento" del cronoprogramma dell'azienda - e finalmente qualcosa s'è mosso. In alternativa al credito d'imposta alla St andrebbe una sostanziosa fetta del Fondo di rotazione per il sostegno alle imprese e agli investimenti in ricerca, una misura ex legge 311/2004 che dovrà poi ricevere il via libera dall'Ue, come d'altronde il credito d'imposta.
Ancora nessuna comunicazione ufficiale sulla deliberazione del Cipe e quindi ferreo no comment dei vertici della St. Mentre subito esulta, circostanziando la situazione, l'on. Enzo Bianco: «Nella riunione del Cipe è stata finalmente trovata una soluzione tecnica che consente alla St di completare e fare entrare in funzione il nuovo M6», sottolineando che nelle scorse settimane aveva chiesto un apposito intervento al Governo. «I lavori erano stati avviati nel 2001 - ricorda Bianco - e il completamento dell'M6 consentirà all'azienda italo francese di assumere oltre 1500 nuovi dipendenti, oltre a un indotto di pari dimensioni. Ma soprattutto, col nuovo Modulo lo stabilimento di Catania diventerà l'insediamento più moderno e competitivo della St in Europa e rilancerà il mio progetto di Etna Valley. Questa decisione è importante per Catania, per la Sicilia e per il Sud. Per questo, ancora nella scorsa settimana, avevo chiesto al Governo di varare, sia pure all'ultimo momento utile, un accordo di programma - conclude Bianco - e anche il presidente Prodi nel corso della sua visita a Catania, aveva auspicato questa decisione. Essa arriva alla vigilia delle elezioni e gli oneri relativi saranno a carico al Bilancio 2007, ma sono ugualmente felice per la mia terra nel vedere riprendere un progetto al quale ho creduto con tutte le mie forze». Anche il sindaco Scapagnini e il presidente della Provincia Lombardo, nel commentare le decisioni del Cipe su metrò e interporto hanno messo l'accento sul nodo St, «operazione grazie al quale il cuore e il cervello dell'azienda potranno rimanere a Catania».



Per consentire lo svolgimento dei lavori che porteranno al raddoppio della linea ferroviaria "Catania Ognina-Catania centrale" e, quindi, alla realizzazione del passante ferroviario urbano ad uso metropolitano, un’ordinanza emessa dal dirigente della Direzione traffico urbano del Comune di Catania modificherà parzialmente la circolazione stradale, a partire da Aprile e fino al 20 dicembre 2007, nelle zone di viale De Gasperi, vie Zoccolanti, Del Ponte, Parramuto, Capace, Leopardi e viale Ruggero di Lauria.
Ecco nel dettaglio cosa prevede l’ordinanza. È istituito il divieto di circolazione nella carreggiata est del viale Alcide De Gasperi, nel tratto fra piazza Europa e via Zoccolanti, incrocio compreso. È istituito il divieto di circolazione nel viale Alcide De Gasperi, tratto antistante l’edificio ad angolo con via Zoccolanti, a eccezione di una corsia posta al margine ovest che viene riservata esclusivamente ai residenti e mezzi di soccorso. È consentito il transito esclusivamente pedonale lungo il margine ovest della carreggiata ovest di viale De Gasperi, da via delle Acacie e fine viale, verso nord; è istituito il divieto di circolazione, eccetto residenti e mezzi di soccorso, in via Zoccolanti; è consentito l’uso della corsia riservata ad Amt e Taxi in via Giacomo Leopardi nel tratto e nel senso da piazza Ariosto (lato ovest) a piazza della Guardia, per tutti i veicoli escluso automezzi di peso superiore a 3,5 tonnellate. E ancora, è istituito il divieto di fermata in piazza Ariosto, carreggiata ovest, lato est, da via Asiago a via Leopardi. Dal momento dell’installazione della segnaletica, non si potrà circolare, escluso residenti e soccorso, nelle vie Capace, Parramuto, del Ponte e in via S. G. Li Cuti da via del Ponte per 40 metri verso est. È istituito il divieto di circolazione per tutti i veicoli, escluso i mezzi di cantiere, in via S. G. Li Cuti dal viale Di Lauria per 50 metri circa verso ovest, e nel controviale nord di viale Di Lauria da via S. G. Li Cuti per 50 metri circa verso est.
L’ordinanza farà istituire inoltre un nuovo semaforo al viale Ruggero di Lauria, a circa 120 metri dall’incrocio con via San Giovanni Li Cuti, per consentire ai flussi di traffico in direzione Ognina la svolta a sinistra per accedere al controviale nord e alla rampa di accesso su viale Alcide De Gasperi.
La nuova stazione sotterranea di p.zza Europa (una delle tre nuove previste in questo tratto) sarà connessa alla vicina stazione "Galatea" della metropolitana attraverso un collegamento ipogeo per favorire l'intermodalità del trasporto pubblico di tipo metropolitano: si tratta del primo passo concreto verso la chiusura dell'anello ferroviario della Ferrovia Circumetnea attorno all'Etna attraverso la rete RFI.
Porto, lavori bloccati

Sono bloccati da tempo, a causa della crisi che attanaglia il gruppo imprenditoriale Ferrari-Ira che li esegue, i lavori per l'allungamento e l'allargamento del molo foraneo, assolutamente propedeutici all'allestimento di un'area dedicata alla crocieristica all'interno dello scalo catanese.
Da mesi i cantieri, che almeno per l'allungamento del molo erano in fase avanzata, sono bloccati ed è saltata ogni previsione per la consegna dell'opera.
I lavori di allargamento del molo foraneo di circa 30 metri verso l'interno appaltati dal ministero delle Infrastrutture e trasporti con una spesa di quasi 12 milioni di euro prevedevano l'allargamento di circa 20 metri delle banchine e si sarebbero dovuti concludere (ma sono ancora allo stadio iniziale) entro la primavera del 2005; i lavori di prolungamento di 300 metri del molo - importo 22 milioni di euro - appaltati dall'Autorità portuale, si sarebbero dovuti concludere entro il marzo 2006.
Una situazione insostenibile che preoccupa il presidente dell'Autorità portuale Santo Castiglione. «L'allargamento del molo - spiega - ci avrebbe permesso e ci permetterà di allestire tre attacchi destinati stabilmente alla crocieristica, che ora non trova spazi se non ridotti. Oltre tutto, avremmo liberato il molo centrale, da utilizzare esclusivamente come zona per il traffico commerciale. Ecco, quello che è successo, da questo punto di vista è un disastro che ha bloccato la crescita del porto sia in termini commerciali che in termini di crocieristica. Così stando le cose è evidente che non possiamo promuovere né "vendere" come vorremmo il nostro porto».
I lavori per l'allargamento e l'allungamento del molo foraneo presero il via l'11 febbraio del 2003. La consegna dei lavori aveva già subito un ritardo di due anni a causa di un ricorso giurisdizionale amministrativo della seconda impresa classificata nella gara d'appalto espletata dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; l'appalto era comunque andato infine alla «Ira Costruzioni» che lo aveva vinto.
Nelle more, l'impresa era fallita e acquistata dalla Ferrari, una grossa impresa edile di La Spezia che qualche anno dopo ha rilevato anche un'altra azienda in crisi, la Fratelli Costanzo.
Una impresa, la Ferrari-Ira che da qualche mese subisce però una profondissima crisi economica che ha portato via via all'impoverimento dei cantieri che non sono stati più riforniti e al blocco sostanziale di ogni attività. Dopo mesi di trattative e di promesse proprio qualche giorno fa è stata annunciata la vendita del ramo d'azienda alla Intrapresa srl, un'impresa appositamente costituita che rileverà dunque i cantieri fra i quali questo del porto. Prossimamente a Roma l'impresa verrà «presentata» ufficialmente al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per valutare la situazione nel suo complesso. Per quel che riguarda Catania, l'attuale situazione della Ferrari ha bloccato non soltanto i cantieri del porto, ma anche quelli dell'Asse attrezzato (committente il Comune) e della tratta di Biancavilla della Metropolitana.
In questa occasione si parlerà anche del destino dei 350 lavoratori attualmente in cassa integrazione. «Finora - sbotta il presidente Castiglione - i lavoratori in crisi sono stati pagati direttamente da noi. In base a un accordo con i sindacati a loro è stato infatti versato, invece che all'azienda il pagamento dei Sal. Oltretutto una parte dei lavoratori, tecnicamente inquadrati come lavoratori portuali e dunque non inseriti nel benefici della cassa integrazione vengono al porto ogni mattina e prendono possesso del cantiere ormai fermo da tempo. Una situazione, ripeto, insostenibile. Per questo, dopo l'incontro con il ministro di giovedì chiederò di rescindere il contratto con la Ferrari-Ira e di procedere a una nuova aggiudicazione. Non si può fermare lo sviluppo del porto».

Raddoppio ferroviario Ognina-Stazione centrale, parcheggio interrato di piazza Europa, completamento del progetto relativo alla viabilità di scorrimento da Ognina al Rotolo, arredo a verde del tratto finale della circonvallazione e realizzazione della fontana artistica all'interno della rotatoria di Ognina: la trasformazione della zona est della città non conosce soste e, tassello dopo tassello, dà concretezza alla scommessa del fronte mare su cui Catania punta molto in prospettiva futura in termini di rilancio economico e turistico.
Chiuso un cantiere, quello della cosiddetta circonvallazione parallela (l'arteria che dalla statale 114, passando davanti all'ospedale Cannizzaro, si innesta nel viale Lainò, consentendo alle auto dirette nei quartieri a nord o nei Comuni dell'hinterland di circumnavigare il nodo di Ognina), se ne aprono altri due (raddoppio ferroviario e parcheggio), mentre la realizzazione del nuovo viale Alcide De Gasperi (il lungomare parallelo che dovrà assorbire il traffico che attualmente si sviluppa su viale Artale Alagona) entra nella fase decisiva.
Ancora pochi mesi, infatti, e anche questa opera gestita dall'Ufficio speciale emergenza traffico e sicurezza sismica sarà ultimata.
A distanza di quasi un anno dall'inaugurazione del tratto intermedio della nuova arteria e della rotatoria del Rotolo (a proposito, l'arredo a verde meriterebbe una manutenzione più attenta), ecco il punto degli interventi nel tratto iniziale. Cominciando dall'innesto con la parte finale della circonvallazione.
«Stiamo procedendo - spiega l'ing. Ezio Marino, che collabora con il padre Carmelo alla direzione dei lavori - con la realizzazione del viadotto, che sarà costituito da due "spalle" (le strutture che "reggono" il manufatto alle estremità) e cinque pile: due pile e una "spalla", già visibili, con fondazione diretta su roccia, le rimanenti tre pile e la seconda "spalla" con fondazioni indirette su micropali. Nel frattempo, al posto del viadotto ferroviario su viale Ulisse, che verrà demolito nell'ambito degli interventi per il raddoppio ferroviario, creeremo su un rilevato in terra rinforzato con materiali geostatici la corsia che dalla circonvallazione si innesterà nel nuovo viale De Gasperi.
«Più a nord - continua Marino - il cavalcavia su via Acireale è già a buon punto: le due "spalle" sono già state ultimate, mentre la pila centrale, ad arco, è in fase di completamento. In questa fase andremo avanti abbastanza spediti, poi dovremo attendere i tempi imposti dalla stagionatura del calcestruzzo. Dopo la gettata del cemento armato, infatti, dovremo aspettare un mese prima di mettere in opera l'impalcato prefabbricato. A quel punto mancheranno soltanto l'asfalto finale e le rifiniture».
Quindi, l'arteria sarà pronta non prima dell'autunno.
«Considerato che la consegna dei lavori è fissata per il prossimo mese di novembre - osserva l'ing. Marino - contiamo di anticipare i tempi e di finire tutto entro settembre-ottobre».
«L'accelerazione decisiva per il completamento dell'opera - sottolinea il direttore dell'Ufficio speciale, ing. D'Urso - verrà dato dalla demolizione del cavalcavia ferroviario su via Ulisse. L'impresa che ha appena aperto il cantiere per il raddoppio ferroviario Ognina-Stazione centrale, infatti, entro un mese procederà con le operazioni di smantellamento del ponte: si procederà dapprima con il taglio e la rimozione delle travi, quindi con la demolizione delle "spalle" e della pila centrale. Si lavorerà di notte e sino alle 6 del mattino in modo da non creare problemi alla circolazione: nessuno si accorgerà di niente».
Per quanto riguarda il secondo segmento di viale De Gasperi (da Rotolo a piazza Europa), che verrà realizzato in project financing, dopo l'attribuzione dei punteggi ai tre raggruppamenti di imprese che avevano presentato le proposte e la valutazione delle osservazioni, martedì prossimo, 11 aprile, l'ing. D'Urso convocherà le ditte in seduta pubblica per ufficializzare il nome del promotore.

Sampei said:
Sono bloccati da tempo, a causa della crisi che attanaglia il gruppo imprenditoriale Ferrari-Ira che li esegue, i lavori per l'allungamento e l'allargamento del molo foraneo, assolutamente propedeutici all'allestimento di un'area dedicata alla crocieristica all'interno dello scalo catanese...
Per quel che riguarda Catania, l'attuale situazione della Ferrari ha bloccato non soltanto i cantieri del porto, ma anche quelli dell'Asse attrezzato (committente il Comune) e della tratta di Biancavilla della Metropolitana.
È in continuo itinere la vicenda della Ferrari-Ira, l’impresa edile la cui situazione di crisi tiene in scacco, di fatto, non soltanto il futuro di 350 lavoratori etnei ma anche la sorte di alcune importanti opere pubbliche come l’Asse attrezzato, i lavori al porto di Catania, al porto di Riposto, il completamento di alcune palazzine a Librino e di una tratta della metropolitana a Biancavilla. Nei giorni scorsi a Roma, nella sede della task force per l’occupazione alla presenza dell’on. Borghini, si è consumato un altro «passaggio»: l’ing. Raiola, amministratore delegato di Intrapresa srl che rileverà la Ferrari ha voluto incontrare, per rassicurarli, i committenti delle opere appaltate. Presente un rappresentante della Ferrovia Circumetnea e per il Comune il direttore generale ing. Tuccio D’urso, oltre che rappresentanti dell’Anas, della Rfi, Italferr e Autostrade, l’ing. Raiola, così come i rappresentanti della Ferrari hanno annunciato che già il 29 marzo scorso è stata formalizzata la cessione del ramo d’azienda. Se non si è ancora passati alla fase operativa è perché si aspetta il sì del tribunale fallimentare di Roma sul «concordato di rilancio» che, grazie a una sostanziosa somma messa in campo (si parla di 50 milioni di euro) permetterà di far fronte ai crediti privilegiati (cioè i crediti di lavoro e verso il fisco e la previdenza). Il parere del tribunale è comunque atteso per mercoledì 12 e per il giorno successivo, giovedì 13 è stata già fissata una nuova riunione romana.
A testimonianza dell’impegno di Intrapresa nell’acquisto della Ferrari, da qualche giorno si registra un certo movimento nei cantieri etnei: tecnici della nuova società sono venuti a verificare lo stato dell’opera, i materiali in giacenza, etc.
Notizie rassicuranti anche per i lavoratori, attualmente in cassa integrazione speciale per crisi. L’iter amministrativo per la concessione della provvidenza è finalmente giunto al suo epilogo e si aspetta solo la firma del ministro. Quando la vendita sarà formalizzata i lavoratori accederanno poi alla cassa integrazione straordinaria per procedura concorsuale che li guiderà fino al riavvio dei cantieri. Che potrebbe avvenire comunque, a cura della stessa Ferrari, prima ancora del passaggio alla nuova società che troverebbe così i lavori già riavviati.
«Anche se l’ing. Raiola - afferma il sindaco di Catania Scapagnini - ci ha già assicurato che prenderà contatto diretto con le
varie amministrazioni, abbiamo già ribadito che riteniamo fondamentali per lo sviluppo della città il completamento delle opere pubbliche appaltate. Ma esigiamo anche il mantenimento degli attuali livelli occupazionali. Non consentiremo incertezze in tal senso».
Giovedì 27 Aprile alle ore 18.00 sarà riaperta al pubblico la biblioteca comunale "Vincenzo Bellini" di via Antonio di Sangiuliano 307, oggi completamente ristrutturata e dotata delle più moderne tecnologie per la consultazione di opere multimediali, film e navigazione su internet. La struttura viene finalmente restituita alla città con l'obiettivo di farne un luogo di aggregazione, di formazione ma anche di elaborazione e produzione di prodotti culturali e informativi innovativi.
Ciao Sampei, sono un utente appena registrato tuo conterroneo...
Dopo aver letto praticamente tutti i tuoi articoli, mi e' venuto spontaneo pensare:

'Chissa' se questo ragazzo e' a conoscenza di che fine abbia fatto il famoso progetto della Playa di Catania che inizialmente doveva riguardare circa 5Km di costa ma che alla fine sembra essersi fermato a circa 800m'? Tuuto sembra stia andando in una situazione di degrado...Peccato pero', il progetto sembrava essere davvero interessante.

Hai qualche informazione in merito? Come mai tutto sembra essere fermo?
^^ Caro "conterroneo", Benvenuto!

Il bel progetto che prevede la riqualificazione totale del litorale sabbioso della Playa è all'interno del Patto Territoriale Catania Sud, che ha come area d'intervento parte del centro storico, i quartieri meridionali e tutta la costa dal Porto di Catania sino all'Oasi del Simeto.

Per quanto riguarda la situazione di degrado di quanto già realizzato, attribuisco le colpe congiuntamente alla Provincia che è proprietaria del Viale Kennedy, se non erro, e al Comune che non esercita alcuna funzione di pressione in tal senso.

Analogamente è all'inerzia delle istituzioni (amministrazioni locali) che imputo la mancata prosecuzione delle opere, forti del fatto che la cittadinanza sembra dormire e non rivendica ciò che sarebbe lecito attendersi, purtroppo.

Io la vedo così. Non sono a conoscenza di altre possibili ragioni oggettive.
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