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CATANIA

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CATANIA
Area Metropolitana

Discussione sull'Area Metropolitana di CATANIA






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Totu82 said:
Ciao Sampei, leggo sempre i tuoi articoli, faccio sempre un check ogni giorno per vedere se arriva qualche news sulla nostra amata citta'...Sei un grande!

Una domanda:

Hai qualche news in merito al centro fieristico EtnaFiere che dovrebbe nascere proprio vicino al centro commerciale Etnapolis?
Sono gia' iniziati i lavori?

In un articolo avevo letto vhe l'apertura del centro fosse prevista per il 2007...
Grazie, Totu! ;)

Su EtnaFiere non ho notizie recenti. Sul sito della Provincia l'ultimo articolo pertinente risale a un anno fa, quando ne fu annunciata la prossima realizzazione.

Qualche dato lo trovi in questo articolo, però risale addirittura a Ottobre:
http://www.ceur.it/System/10353/2510cr05.pdf (pdf), forse è lo stesso articolo a cui accenni tu.
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Un altro pezzo di Catania reso più vivibile

Ultimati i lavori in via Rapisardi! La strada, che da via Sangiuliano si collega al teatro Massimo, è stata resa pedonale! Bellisimo l'utilizzo del basolato lavico frammisto a cubetti di porfido e lastre in calcare. S'attende il completamento dei lavori in piazza Bellini e via Teatro Massimo, previsto per Gennaio 2007.
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^^
Gli inserti bianchi sono di marmo di Carrara.
Cmq l'aspetto più importante è la pedonalizzazione, purché sia concreta: pare che verrà messo un paletto metallico mobile all'imbocco da via Sangiuliano per permettere l'accesso solo a carico e scarico merci e ai residenti. È fondamentale quest'aspetto; anzi, bisognerebbe procedere analogamente in gran parte del centro storico. Mi piange il cuore vedere la splendida via Crociferi, patrimonio dell'umanità e teoricamente "isola pedonale", adibita a parcheggio.


Via Rapisardi
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sono perfettamente d'accordo con te! Purtroppo però non è solo Via Crociferi ad essere dilaniata dall'illegalità "veicolare"! Inspiegabilmente è possibile avvistare automobili o motocicli in sosta nelle centralissime via Etnea, piazza Università e Piazza Duomo! è possibile mi domando?
Il Parco, finanziata la realizzazione del 1° stralcio, 9 ettari di verde


Con decreto dell'assessorato regionale ai Lavori Pubblici (DDG n° 141 del 9.2.2004- P.O.R.5.2.1. ) sono stati erogati i finanziamenti per realizzare il primo stralcio del progetto complessivo riguardante il parco di Librino. L'ammontare del finanziamento è di Euro 5.681.025,89.

Il progetto iniziale elaborato dall'architetto giapponese, consegnato nel 1972 e reso esecutivo come Piano di Zona nel 1976, prevedeva anche la realizzazione di un vasto parco centrale e di alcune "lingue" di verde ,chiamate "spine" . Un grande polmone verde per il quartiere con particolari caratteristiche: 31 ettari di verde , una serie di impianti sportivi e di attrezzature per il tempo libero . Questo finanziamento permetterà la realizzazione di una prima parte del parco 9 ettari di verde nel quartiere San Teodoro.

Il parco viene dunque progettato in considerazione che diventi un elemento di particolare importanza per l'intera città e quindi non solo per i soli abitanti della zona. La sua sistemazione è stata pensata con piccole zone a bosco, che interrompono ampi spazi aperti, il tutto organizzato in uno spazio il più possibile naturale. Viene pensato e progettato per esaltare quelle caratteristiche che lo rendono particolarmente adatto ad essere frequentato da un pubblico dalle esigenze varie e composite qual è quello di una città moderna.

Non si tratta quindi di una villa comunale, piccola e circondata da strade cittadine, luogo adatto a piccole passeggiate che permette solo soste limitate senza la possibilità di estraniarsi dal contesto cittadino, ma di un'area di dimensioni tali da diventare meta di gite fuoriporta. Un luogo dove "staccarsi" dalla città e recuperare spazi più naturali che la vita frenetica ha fatto perdere in un agglomerato urbano.

L'area è caratterizzata da attrezzature per il gioco, lo sport, il tempo libero, che invogliano e aiutano gli abitanti del quartiere e i visitatori occasionali a percorrerlo e a trarre godimento.

Morfologicamente sorge in una zona collinosa in un'area centrale del quartiere dove convergono tramite percorsi pedonali e ciclabili le "spine verdi" di ogni nucleo residenziale.

Il lago immerso nel verde




Lungo una delle valli è prevista la realizzazione di un laghetto attrezzato per lo sport acquatico, necessario anche come bacino per la raccolta dell'acqua destinata all'annaffiamento e alla prevenzione degli incendi. Il progetto è stato elaborato dalla "STA progetti".

Il laghetto ( largo 120 metri , lungo 150 ha una profondità di 10 metri ) è circondato da un parco verde che si estende per 9 ettari e proprio questa prima parte di parco sarà realizzata grazie a questo primo finanziamento.

Proprio attorno saranno messi a dimora molti arbusti sfruttando la legge 113/92 ( Un albero per ogni bambino nato) che dà facoltà ai Comuni italiani di piantare un albero per ogni neonato residente. Inoltre questa prima parte di parco sarà completata con arredi :panchine, attrezzature, zone per pic - nic e barbecue, percorsi segnati e organizzati per attività sportive corsa, mezza corsa e passeggiata.

Uno spazio naturale , dove ciascuno possa esplicare, secondo la propria inclinazione, quelle tendenze ricreative che meglio l'appagano: un luogo dove l'ozio e la contemplazione non risultino continuamente castigati, ma vengono anzi incoraggiati quali momenti ricreativi e di relax.

Questo primo stralcio di parco che verrà realizzato certamente contribuirà a migliorare la qualità della vita degli abitanti del quartiere e ridare loro la speranza che la riqualificazione urbana per ridare dignità al vecchio quartiere rurale è già cominciata.

www.comunecatania.it
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salvo86 said:
sono perfettamente d'accordo con te! Purtroppo però non è solo Via Crociferi ad essere dilaniata dall'illegalità "veicolare"! Inspiegabilmente è possibile avvistare automobili o motocicli in sosta nelle centralissime via Etnea, piazza Università e Piazza Duomo! è possibile mi domando?
Non dovrebbe essere possibile! Ho più volte chiamato ai vigili urbani, ho pure mandato lettere di protesta a "La Sicilia" con tanto di foto che sono state pure pubblicate ma... zero risultati. :eek:hno:
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salvo86 said:
Parco a Librino, finanziata la realizzazione del 1° stralcio, 9 ettari di verde.
Questa notizia risale a un po' di tempo fa. Ricordo che successivamente sono sorte complicazioni, e pare che a farne le spese sarebbe proprio l'elemento più interessante del progetto, ovvero il laghetto.

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Questo che vuol dire che sicuramente chissa' quanto altro tempo si perdera' per la ralizzazione del Parco...
Qualcuno saprebbe darmi qulche notizia in più circa i lavori della pescheria e, nello specifico, di P.zza dell'Indirizzo (Chiesa di fronte ad ostello).
Grazie.
Nasce il Laboratorio di città (Misterbianco)

Il progetto e' gia stato appaltato...

Misura 3.2 / E’ l’infrastruttura di punta prevista da Urban 2. Sorgerà in zona Toscano. Entro l’estate il progetto esecutivo

Un centro polifunzionale da realizzare all'interno dell'abitato di Misterbianco nel quartiere "Zona Toscano", su un'area di circa 7200 mq, per una spesa complessiva di 3 milioni e 500 mila euro. Sarà questo il "Laboratorio di città", il futuro polo sociale e culturale della città che rientra all'interno degli obiettivi di priorità assoluta definiti dal Pic Urban 2 Misterbianco "Le città possibili", previsto dalla misura 3.2 nell'ambitro dell'Asse III "Infrastrutture per la coesione sociale e l'occupazione".

Lo stato dei lavori
Il concorso di progettazione, che prevedeva premi per i primi tre classificati, è stato bandito tra maggio e giugno dello scorso anno ed espletato a ottobre. A vincere è stata una cordata di architetti, capofila lo Studio Mimesi62 di Firenze, che ha acquisito anche il diritto per la progettazione definitiva ed esecutiva, così come previsto dal concorso. Entro l'estate sarà completata la progettazione esecutiva e l'amministrazxione conta di appaltare l'opera entro il 2004.

La scelta del luogo
La misura è diretta a consolidare le relazioni sociali fra i cittadini attraverso la promozione di attività culturali, che abbiano anche una ricaduta occupazionale, realizzando, un luogo privilegiato di incontro fra i residenti del nucleo originario e quelli delle periferie recenti della città di Mistebianco. Ecco il perché della scelta di costruire il "Laboratorio di città" in un'area nuova, di cerniera fra il vecchio centro abitato e i quartieri di più recente edificazione, nello spirito di una politica dell'aggregazione, punto fondamentale ed irrinunciabile del programma di sviluppo già da anni avviato dal comune di Mistebianco. Ma la scelta del sito offre anche un'occasione di richiamo per cittadini di altri centri vicini, affidando pertanto a Misterbianco un ruolo centrale all'interno di un vasto bacino territoriale con il richiamo che può esercitare una struttura di alto livello funzionale e sociale come quella che si realizzerà.

Gli obiettivi dell'azione
Al "Laboratorio di città" viene dunque attribuito un grande significato di "centralità a scala urbana" capace di innescare processi di riqualificazione ed aggregazione sociale nell'ambito del territorio e di offrire spazi per la produzione culturale e la comunicazione.
Questa è la strategia per formare e rafforzare l'identità di una collettività.
Il "Laboratorio di città" costruito in prossimità del nucleo urbano originario, con la funzione di coordinamento e di raccordo tra i "poli di aggregazione sociale" nei quartieri periferici, costituirà un unico "sistema" in rete, capace di collegare i cittadini originari di Misterbianco e quelli che si sono insediati di recente. L'opera sarà un segno urbano riconoscibile per una cittadinanza disabituata a identificarsi in edifici dotati di rappresentatività, di appartenenza nei confronti del territorio.
Il laboratorio di città sarà uno strumento necessario per lo sviluppo di una maggiore qualità ambientale complessiva e del miglioramento del rapporto tra le periferie.

Le opportunità e gli spazi
Un edificio polifunzionale da destinare a sala per spettacoli teatrali e attività culturali, che dovrà accogliere e rappresentare una serie di iniziative capaci di coinvolgere fasce di popolazione diverse, per età, per condizione sociale e per quartiere di residenza. La struttura offrirà spazi per l'esposizione, spettacoli ed eventi, laboratori ad hoc come sale prove per complessi musicali, ma anche spazi come sartorie teatrali per manifestazioni ed eventi, sale meeting una mediateca ed una sala di informatica.
Sotto il profilo architettonico il "Laboratorio di città" sarà concepito come un grande contenitore di spazi e funzioni al servizio della collettività, nel senso più ampio del termine, che dovrà costituire un punto di incontro della città, aperto alla fruizione dei diversi gruppi sociali e fasce d'età.
La flessibilità degli ambienti dell'edificio sarà infatti uno dei requisiti principali del "laboratorio di città" all'interno del quale si dovranno svolgere attività molteplici e di diverso segno, basti pensare alle zone principali che funzioneranno nella struttura: un auditorium per ospitare spettacoli teatrali, concerti e convegni, capace di contenere almeno 600 persone a sedere. Una serie di sale per attività culturali tra cui, sale prova per gruppi musicali o teatrali, sale attrezzate e laboratori multimediali. Una sala per una piccola biblioteca specialistica mediateca, un'emeroteca, etc.
Una galleria per mostre, allestimenti ed esposizioni e un grande spazio esterno per feste, incontri esposizioni. Una struttura aperta, dunque, al servizio di tutti i cittadini, come dimostra l'assenza di barriere architettoniche, una delle condizioni imprescindibili del progetto. Rampe, ascensori e altro, saranno le stesse per i cittadini abili e disabili. Da tutti egualmente fruibili.

Per maggiori info visitate http://www.europaconcorsi.com/db/rec/concorso.php?id=10530
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euro80ct said:
Qualcuno saprebbe darmi qulche notizia in più circa i lavori della pescheria e, nello specifico, di P.zza dell'Indirizzo (Chiesa di fronte ad ostello).
Grazie.
A dire la verità non sono bene informato su questo progetto. È possibile che sia l'ulteriore fase del progetto che ha riguardato le aree della pescheria? Se è così, si procede per zone: la prima è stata quella dal lato di via Dusmet, quindi si è passati al cuore della pescheria; la prossima tappa potrebbe essere piazza dell'Indirizzo. In tal caso gli interventi, coerentemente con i precedenti, dovrebbero riguardare la risistemazione dei sottoservizi e la ripavimentazione.
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Forse un concorso di idee nel futuro del Museo del Castello Ursino:

Notizia da "La Sicilia"


Una delle sale a piano terra dove attualmente è esposto il famoso «Torso di Giove» insieme con altri marmi di epoca romana. Qui è stato attrezzato una sorta di piccolo laboratorio dove il restauratore Salvo Burgio sta ripulendo pezzi delle collezioni di vasi e di statuette fittili di epoca greca, reperti che saranno esposti e visibili tra qualche giorno.

«Apriremo il castello e lo apriremo subito». L'assessore comunale alla Cultura Giuseppe Maimone assume un impegno preciso. Il museo civico è di là da venire, ma quel portone sbarrato, contro cui si fermano i tanti turisti che arrivano in piazza Federico di Svevia, è un colpo troppo duro da digerire. Che si apra, allora, e che si apra subito per lasciare alle persone interessate la possibilità di entrare nel maniero federiciano e di visitarne il piano terra. Si apre il castello, dunque, non il museo. Ma oltre il portone si potrà, comunque, ammirare la grande sala all'ingresso con la statua di Ignazio Biscari, la corte interna, il grande salone dove sono esposti, almeno temporaneamente, il «Torso di Giove» e altri marmi di epoca romana e la sala San Giorgio dove, in alcune vetrine, saranno esposti vasi attici e altri reperti delle collezioni archeologiche. L'assessore, inoltre, intende utilizzare gli spazi al primo piano per esporre, temporaneamente e a rotazione, alcuni dei pezzi delle collezioni archeologiche.
Una decisione che Maimone ha proposto alla Giunta che ha già deliberato in tal senso. Il giorno dell'apertura del castello sarà annunciato a breve. Nell'ultima seduta la Giunta ha anche deliberato il costo d'ingresso al castello fissandolo in 2 euro per il biglietto intero e in 1 euro per quello ridotto. Perché si possano staccare i biglietti è necessario un accordo con la Siae in attesa del quale l'ingresso sarà gratuito.
Intanto, nonostante il portone sia sbarrato, al castello lavorano 20 dipendenti di cui 5 sono «esecutori dei servizi culturali museali», cioè custodi, cui, quando occorre, 4 amministrativi danno una mano. Gli altri dipendenti sono impegnati nell'informatizzazione dell'inventario e nell'attività di riscontro dei pezzi elencati nell'inventario con quelli realmente esistenti al museo e si tratta di una vera e propria caccia al tesoro che riserva sorprese, anche positive, quando si trova qualche pezzo che si credeva perduto. Finora è stato fatto il riscontro delle tele, dei bronzetti, dei vasi attici e di parte della statuaria e delle stampe.



Il castello, voluto da Federico II di Svevia, fu costruito tra il 1239 e il 1250 su progetto di Riccardo da Lentini utilizzando manodopera locale, ebraica e araba. Collaborazione di cui restano tracce nella trama della costruzione. Emblema del castello è l'aquila sveva che artiglia un agnello, simbolo della feroce punizione con cui l'imperatore punì la città ribelle. Con gli aragonesi, succeduti agli svevi, il castello divenne anche corte della regina Bianca, moglie di re Martino I. Nel 1283 Pietro d'Aragona vi convocò il primo parlamento siciliano per resistere agli Angioini. Nel Quattrocento il castello fu sede dei vicerè spagnoli, poi, cominciò una lenta decadenza. Nel 1669 le mura imponenti del castello fecero argine alle lave. Altri danni si registrarono nel terremoto del 1693.

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La situazione al Porto

L’attività crocieristica veleggia con il vento in poppa. Dati elaborati dall’ufficio statistiche dell’Autorità portuale prevedono per il 2006 335.000 tra passeggeri e crocieristi, e un traffico di 90 navi. «Abbiamo potenziato i collegamenti con Malta, Genova e Civitavecchia -dice il presidente dell’Autorità Portuale- e raddoppiato le linee di collegamento con Livorno». Eppure non tutto procede come dovrebbe. «Il problema più serio è quello dell’interruzione dei lavori da parte dell’Ira, che ha limitato l’espansione prevista facendo mancare tre nuovi attracchi. Se l’allungamento del molo foraneo è stato eseguito al 95% -spiega- l’allargamento si è fermato al 15%, e per questo ho chiesto la rescissione del contratto e il subentro della nuova impresa». Il cantiere in questione è strategico per lo sviluppo del porto, in quanto il molo foraneo ospiterà tutta l’attività crocieristica, destinata ad essere del tutto separata da quella commerciale.
Altro «nodo » è quello del Prp, il piano regolatore del porto. «Serve in tempi brevi un giudizio di merito del Consiglio comunale perché la mancata adozione del Prp blocca la realizzazione del porto turistico,di parte della darsena traghetti e del nuovo varco all’ingresso del faro Biscari».



Si attende, intanto, la risposta del ministero dell’Ambiente per bandire la gara per la realizzazione della nuova darsena traghetti. All’inizio di settembre, inoltre, prenderanno il via i lavori in project financing per la ristrutturazione della vecchia dogana, destinata a divenire polo di attrazione culturale all’interno dello scalo.
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PORTO

Per trasformare il porto in un luogo vivibile, bisogna innanzitutto aprirlo alla città! Esiste gente a Catania che non ha mai varcato i cancelli e le ringhiere del nostro scalo! Questi non sono solo metaforicamente barriere architettoniche, ma tali nel vero senso della parola! Io penso all'esempio di Genova, dove città e porto sono un'unica cosa, e non esiste discontuità tra le due cose! Ecco, a Genova, non puoi dire: "qui inizia il porto", perchè non vi è segnale o barriera che obbrobriosamente lo specifichi! Catania non è Genova, non ha il suo porto, non si sviluppa solo lungo la costa, però è anche vero che riappropiarci di un luogo simbolo non è poi impossibile
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^^ Hai perfettamente ragione, e per fortuna il PRP (piano regolatore portuale) prevede che solo parte dello scalo rimanga ad uso esclusivamente commerciale (quella più orientale), per poter così abbattere le barriere in tutte le altre aree, ridare il mare alla città, creare nuovi servizi, nuove passeggiate attrezzate lungo i moli ed un nuovo porto turistico. Verrebbe realizzata anche una nuova stazione marittima per i crocieristi nel molo di mezzogiorno con lo spostamento sin lì del capolinea della metropolitana. Ho i file dwg del PRP, per chi fosse interessato. Tra l'altro prevede l'interramento del traffico veicolare di transito da piazza dei Martirti fino a Via Cristoforo Colombo, liberando così via Dusmet che verrebbe interamente alberata e p.zza Borsellino, da dove partirebbero delle passerelle per le nuove aree pedonali del porto. La Vecchia Dogana verrà riconvertita in edificio di interesse turistico.
Ma il comune sembra osteggiare il PRP.
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PRP bocciato

Fonte: Assia La Rosa, La Sicilia.

«L'Autorità portuale ha venduto alla città una bella immagine. Ma analizzando le carte, il riscontro con la realtà non ci consente di poter dire sì al nuovo Prp». A parlare è il presidente della VI commissione consiliare permanente - Ecologia e Risorse del mare - Giovanni D'Avola, che solo nei giorni scorsi ha deciso di rendere noto un verbale risalente al 27 aprile (durante la conferenza stampa che si è svolta al lido Belvedere), riguardante il Piano Regolatore Portuale. Proprio quel documento che ormai da più di due anni giace nei cassetti degli uffici tecnici, nell'attesa di diventare operativo. Un iter burocratico, quello previsto dalla legge 84/94, che ha trovato intoppi a ogni passo e che attende solo l'intesa («Non l'approvazione») contemplata dalla stessa normativa, «da considerarsi necessaria per un rapporto collaborativo e di cooperazione tra i due enti».
Rapporto che non riesce a consolidarsi, frenando lo sviluppo e il rilancio dell'area portuale; bloccando propulsioni economiche, sociali e occupazionali.
Le motivazioni del rifiuto.A spiegare le cause della «mancata intesa» è lo stesso presidente e i consiglieri Michele Failla e Mario Crocitti: «La proposta al vaglio non è congrua con il vecchio Prg, né ipotizzabile, allo stato attuale con l'elaborato del Prg in itinere non ancora approvato. E comunque, l'impatto ambientale con la parte monumentale della città - in relazione alla prevista edificazione fra questa e il mare - sarebbe oltremodo "impattante", analogamente nella zona del porto turistico». E si riferiscono nello specifico alla «prevista riduzione della battigia per eccessiva cementificazione, con conseguente scomparsa di un grosso tratto di litorale della Plaia; e delle barriere - tra la città e il mare - che si verrebbero a creare con le edificazioni che, partendo dalla Capitaneria, giungerebbero fino a Piazza dei Martiri, privando il cittadino del naturale e atavico rapporto con il mare e il suo porto». La proposta è quella di «trovare accordi con altri crocevia marittimi, come quello di Augusta, per non congestionare i nostri mari con il traffico merci, restituendo al nostro porto - concludono - una vocazione prevalentemente turistica».
E scatta anche la diffida. «Diffidiamo l'autorità portuale - concludono i componenti della commissione - qualora stesse procedendo autonomamente nelle opere previste nel nuovo Prp, non ancora provvisto dei pareri delle commissioni e del consiglio comunale, in quanto si rietiene necessario integrare il Prp con il nuovo Prg: l'approvazione di quest'ultimo, infatti, potrebbe stravolgere il Piano proposto».
Ma di fatto, le opere non sono mai partite. Al porto tutto è immobile. Si aspetta da tempo. Si attende la procedura amministrativa. Il presidente Castiglione sobbalza dalla sedia alla notizia del parere negativo: «Ho cercato in tutti i modi il dialogo, ho assicurato la mia presenza durante le commissioni, ho richiesto i verbali - dice - da due mesi aspetto di essere convocato nelle sedi opportune, dopo aver presentato per ben due volte il Prp al Comune, e invece viene indetta una conferenza in mia assenza per creare allarme sull'aspetto ambientale, che tra l'altro, abbiamo sempre valutato con la massima attenzione. Non si comprende inoltre, la presa di posizione di un organo comunale non investito istituzionalmente del vaglio istruttorio».
La controrisposta. «Voglio sottolineare che la proposta di Prp - continua Castiglione - prevede un parco infrastrutture ridimensionato rispetto al vigente, nessun ampliamento dei limiti territoriali e un prolungamento della diga foranea che si ferma agli odierni 300 metri contro i 500 previsti dall'attuale pianificazione. In poche parole meno cementificazione e maggiore sostenibilità ambientale. Visto che il nuovo Prp dovrà ottenere l'approvazione del ministero dell'Ambiente sulla valutazione d'impatto ambientale (Via) come stabilito dalla legge 84/94, il comune dovrebbe indirizzare la propria attenzione nel valutare le strategie di sviluppo del porto proposte e verificare che non vi siano elementi di contrasto con gli obiettivi di crescita che la città si è fissata sulle alle aree di interazione tra lo scalo marittimo e la città. Il resto, così come sancito dalle linee guida redatte dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è compito dell'Autorità portuale. Si rileva inoltre che la continua domanda di operatori commerciali sullo scalo etneo smentisce le affermazioni sulla vocazione del porto».
Le peculiarità dello strumento di pianificazione. La planimetria rivoluzionaria del nuovo Prp è stata redatta, dopo aver raccolto le richieste avanzate dagli operatori marittimi e dagli enti locali competenti, interessati a una migliore funzionalità e operatività dello scalo catanese, in variante dello strumento esistente dal 1978. «Questo ente nella redazione della nuova proposta di Prp ha dimostrato di porre grande attenzione alle esigenze del capoluogo etneo - ha detto Castiglione - predisponendo alcune soluzioni in grado di consentire una maggiore "apertura" verso il mare della città e garantendo, nel contempo, il necessario sviluppo della parte commerciale del porto».
Una particolare attenzione per il Waterfront. «Ciò è dimostrato dalla ipotesi prevista nel nuovo piano per cui oltre il 50% delle aree portuali oggi esistenti saranno dedicate al progetto di creazione del Waterfront - ha chiuso Castiglione - il cui primo passo è la ristrutturazione dell'edificio della Vecchia dogana, e la realizzazione del porto turistico di cui tutti conoscono la necessità. Non comprendo perché si debba necessariamente compiere una scelta drastica a discapito di un settore importante del comparto marittimo come quello commerciale, che oggi offre centinaia di posti di lavoro, quando un'attenta pianificazione può invece garantire che questo possa coesistere in armonia con lo sviluppo del turismo. Se l'amministrazione dovesse continuare a mostrarsi sorda alla voglia di sviluppo e di riconversione del porto mi troverò costretto a pensare che forse qualcuno preferisce lasciare le cose come stanno, dove la commistione fra l'attività turistica e commerciale non consente lo sviluppo né dell'una che dell'altra».
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Sampei said:
«Il progetto di riqualificazione del salotto della città, il corso Italia, potrà fregiarsi di due ulteriori, grandi opere di ristrutturazione: le storiche Villa Manganelli e Villa Bonajuto, considerate per decenni delle incompiute». Lo ha annunciato, nei giorni scorsi, l'assessore ai Lavori pubblici, Filippo Drago, nel corso di un tavolo tecnico itinerante, alla presenza degli architetti progettisti, dei dirigenti dell'Ufficio Lavori pubblici, del Genio civile e della Sovrintendenza.


Villa Manganelli, situata al numero 37 del corso Italia, era un'abitazione altoborghese dall'aspetto di castello regale, ornato da mattonelle arabescate e coronato da due torrette angolari neo-normanne. Il palazzo in stile liberty, progettato dal palermitano Ernesto Basile, in cui furono girate alcune scene del «Gattopardo» di Luchino Visconti, è da decenni disabitato e murato. Negli anni Cinquanta, i nuovi proprietari, che l’acquistarono dai principi di Manganelli, volevano demolirla per costruirvi un palazzo di cui affidare la progettazione all’arch. Frank Lloyd Wright. L’ing. Michelangelo Mancini, allora direttore dell’ufficio tecnico comunale, riuscì a salvarlo ponendolo sotto la tutela della Sovrintendenza ai monumenti retta all’epoca dall’arch. Chiurazzi. Un disastroso incendio ha deturpato quel luogo che fu sede del teatro dialettale, intorno agli anni '80, e ancor prima punto di ritrovo della «Catania-bene».
Sarà indetto, a breve, un incontro tra i rappresentanti dell'amministrazione e le forze sociali coinvolte, oltre naturalmente ai proprietari della villa, per studiare le modalità di intervento su questo bene storico. Il tentativo è di mantenere lo status dei luoghi e di integrare il progetto con le ipotesi di rinnovamento del corso Italia.


La Villa Bonajuto, invece, ha vissuto una storia ancora più travagliata. Edificata intorno agli anni '30, su 1000 metri quadrati di terreno, l'abitazione è stata abbandonata da circa vent'anni. Diversi tentativi di demolizione da parte della proprietà, per erigere un palazzo, sono stati vanificati in seguito ad alcuni provvedimenti giudiziari che hanno decretato la sospensione dei lavori, in virtù dell'interesse storico del monumento. La villa, che oggi per un terzo è diroccata, sarà completamente ristrutturata, preservandone le particolarità architettoniche. «Con la concessione della Sovrintendenza e degli enti comunali preposti, la struttura originaria verrà ricontestualizzata», ha spiegato l'architetto progettista, Toti Contrafatto.
L'interno, attualmente suddiviso in tre elementi familiari e undici spazi per la servitù, sarà ridisegnato. Saranno conservati i due piani, mentre nel cortiletto interno verranno ricavate sei botteghe a uso commerciale. Entrambe le opere di ristrutturazione saranno finanziate con i fondi privati.
Nel progetto di rifacimento del corso Italia rientra anche la riqualificazione del largo Aquileia. La configurazione della piazza, a triangolo, resterà immutata.
«Di concerto con tutte le parti sociali, sarà deciso se allargare uno dei tre lati, creando un'unica carreggiata a doppio senso di marcia, o se mantenere la conformazione e apportare solo miglioramenti di arredo: il verde, la pavimentazione e l'illuminazione». Per il largo Aquileia esistono quattro ipotesi preliminari che, una volta approvate, saranno inserite nel piano triennale di finanziamento delle opere pubbliche.
Il progetto di riqualificazione del corso Italia è entrato nella sua fase operativa con la consegna dei lavori, da parte dell'amministrazione comunale, alla ditta vincitrice della gara d'appalto, la Romal.Cos Milici Costruzioni S.p.a.
Entro quindici giorni il primo tratto dell'arteria, quello compreso tra la via Vecchia Ognina e la via Monfalcone, sarà cantierato e nei due mesi successivi, ha spiegato l'assessore ai Lavori pubblici del Comune, Filippo Drago, i lavori saranno completati.
Il progetto di massima, elaborato nel corso di una fitta serie di conferenze di servizi alla presenza del comitato dei cittadini, dei commercianti e dei tecnici, che hanno avanzato una serie di suggerimenti e proposte, prevede il rifacimento dei sottoservizi, la ripavimentazione in pietra lavica, l'allargamento dei marciapiedi, la predisposizione dell' impianto di illuminazione e la creazione di grandi spazi a verde con platani, panchine e piccoli chioschi.
«Sarà possibile, come è ormai nostro metodo di lavoro consolidato - ha sottolinerato Drago - condividere con l'utenza tutti i passaggi. Siamo dunque disponibili ad arricchire l'intervento con le variazioni che ci vengono proposte, purché queste non modifichino qualitativamente né quantitativamente il progetto esecutivo approvato dai tecnici».
Alla conferenza stampa di presentazione «on the road», erano presenti anche gli ingegneri Giacomo Bonifacio e Corrado Persico, il geometra Francesco Ilaqua, direttore dei lavori, e i responsabili dei progetti dei nuovi parcheggi sotterranei di piazza Europa e di piazza Giovanni Verga, direttamente interessati.
Questi ultimi hanno voluto chiarire la tempistica dei lavori per impedire qualunque forma di interferenza tra i cantieri. Anche il dirigente sindacale della Confesercenti provinciale, Enza Lombardo, è intervenuta per rendere palese la propria intenzione «di vigilare sul cantiere, affinché eventuali ritardi non danneggino la categoria dei commercianti».
Pronta la replica dell'assessore Drago: «Nei giorni passati è stato presentato il progetto all'ufficio speciale del traffico che supervisionerà i tre cantieri. Sarà, a breve, definito un piano viario che tenga in considerazione la coincidenza dei lavori e il periodo nel quale gli stessi saranno eseguiti per evitare pericolose sovrapposizioni. In estate, infatti, la circolazione confluisce naturalmente verso il mare per cui sarà importante garantire un transito veicolare abbastanza fluido».
Da qui la scelta di posare la prima pietra in un tratto della strada che non è densamente popolato, commercialmente saturo e dove, dunque, il traffico non sarà intralciato. L'auspicio dell'assessore Drago è che «in coincidenza con i lavori che interessano l'assetto stradale, possa avere inizio anche l'opera di ristrutturazione della villa Bonaiuto, a totale carico dei proprietari, che, qualche mese addietro, avevano dato la loro piena disponibilità».



Un progetto che mi lascia perplesso. Una grande strada come Corso Italia poteva benissimo e doveva essere oggetto di un concorso di idee, e così non è stato. Adesso spunta la ripavimentazione in pietra lavica! Mi domando se sia anche per la carreggiata carrabile o solo per i marciapiedi.
Quanto al verde, è risaputo che metà degli attuali platani verranno rimossi per il ridimensionamento delle banchine... voglio proprio vedere se saranno sostituiti.
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Sampei said:


L'interporto di Catania costa oggi, a livello di progetto esecutivo, 113 milioni di euro di cui circa 15 di Iva. Ancora, dunque, ne mancano all'appello sette e rotti. Le soluzioni sono allo studio. Per un verso si sta verificando l'opportunità di costituire una venture con Ferrovie dello Stato per il Polo intermodale, per altro verso si sta verificando l'opportunità dell'entrata in capitale societario di un socio finanziatore pubblico che garantisca con la sua partecipazione all'azionariato il versamento della cifra restante.
Entro l'anno la Società interporti siciliani conta di dare corso a due gare d'appalto che ritiene strategiche per lo sviluppo dell'Interporto di Catania-Bicocca. Questo il passaggio da cui parte il presidente della Sis, Rodolfo De Dominicis, per fare il punto sulle opere relative alla megastruttura che darà concretezza alla prospettiva, sino a qualche anno fa soltanto ipotizzata, del trasporto integrato delle merci.
«La gara per il polo logistico a cura della stazione unica appaltante - sottolinea De Dominicis - si svolgerà entro il prossimo mese di ottobre per cui contiamo di arrivare alla scelta del raggruppamento di imprese che dovrà materialmente realizzare il Polo e all'aggiudicazione dei lavori (per un importo di 40 milioni di euro) entro la fine dell'anno. Per quanto riguarda, invece, l'area di sosta, entro l'estate verrà completata l'attività di collaudo, quindi potremo partire con la gara per la gestione dell'area, che produrrà un cash flow positivo di circa 250mila euro annui. Inoltre, sono in corso di definitiva specializzazione le informazioni relative a prezzi e servizi richiesti dal mercato, che saranno alla base della gestione dell'area di sosta».
Diverso il discorso relativo al Polo intermodale dell'Interporto. «Stiamo ragionando con Rete Ferroviaria Italiana - osserva De Dominicis - per trovare tutte le sinergie possibili, in tempi non molto lontani, che ci permettano di perfezionare l'integrazione delle rispettive attività. È allo studio anche la possibilità di dar vita a una società unica, ma se ne parlerà nel corso dell'assemblea dei soci, fissata per il prossimo 24 luglio. Ancora: il progetto del Centro direzionale, che sta all'interno del Polo intermodale, è in fase di integrazione da parte del progettista Italferr con l'applicazione dei coefficienti antisismici richiesti dal Genio civile e che sono i più alti possibili perché il Genio civile considera il Centro direzionale alla stregua di un ufficio aperto al pubblico. Infine, il progetto esecutivo dell'intero Polo intermodale sarà consegnato dal progettista presumibilmente entro luglio».
Fondamentale il punto relativo ai collegamenti tra i diversi Poli dell'interporto.
«Bisognerà attendere il 2007 per il bando per la strada di collegamento tra i due Poli, già finanziata dal Cipe - aggiunge il presidente della Sis - in quanto c'è il problema degli espropri delle aree. Procede a passo di carica, invece, un'altra strada, quella di collegamento tra l'Asse attrezzato e il Polo intermodale, finanziata con la Finanziaria 2005 e già registrata dalla Corte dei Conti senza alcun rilievo. Prossime tappe: ultimazione del progetto preliminare, presentazione del progetto definitivo, quindi l'appalto».
Ma la Sis si muove anche nella direzione della ricerca di nuovi partner.
«Stiamo cercando una strada - conferma De Dominicis - per arrivare a programmare un aumento di capitale anche attraverso una diluizione delle quote detenute dai soci attuali, ma soprattutto con l'ingresso di nuovi soci pubblici. Abbiamo già avviato una serie di contatti, ma anche di questo è chiaro che bisognerà discutere in assemblea».
Infine il codice etico, una «credenziale» da cui non può prescindere chi opera con la pubblica amministrazione.
«Lo abbiamo varato da un anno - spiega De Dominicis - ma adesso lo abbiamo integrato con la nomina dell'organismo di vigilanza ai sensi del decreto 231/2001 che combatte i reati contro la pubblica amministrazione, per i quali non vengono ritenuti più responsabili soltanto i singoli ma anche la società stessa, che, in caso di accertamento di qualsiasi irregolarità, potrà essere inibita dall'operare con la pubblica amministrazione. Un'adozione, quella del codice etico, nel solco della trasparenza assoluta e nel rispetto dell'etica, non soltanto formale ma anche sostanziale: le leggi, infatti, vanno rispettate com'è giusto che sia; in più, noi abbiamo il dovere di dimostrare ai nostri azionisti, ma anche a tutti coloro che hanno a cuore lo sviluppo dell'Interporto, di aver fatto il meglio possibile. Solo così la nostra sarà un'opera di alto profilo economico, ma anche di grande interesse collettivo».

(Da "La Sicilia")
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Sampei, per quanto riguarda il restyling del Corso Italia anche io nutro più di qualche perplessità! Il progetto originario è stato modificato a causa dell'intervento di 2-3 commercianti "pecuniosi e d'impronta pesante" (utilizziamo questi termini), che non volevano un restringimento troppo ampio della carreggiata! Se non erro doveva essere creato un marciapiede centrale sull'esempio della Ramblas di Barcellona, e sempre a loro causa questa proposta è scomparsa! Ma ci rendiamo conto? Ma dove viviamo, mi domando? Può l'interesse economico di uno, prevaricare su quello generale di tanti?
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^^ Se non ricordo male il progetto originario prevedeva invece l'eliminazione dei controviali, quindi l'allargamento (notevole) dei marciapiedi laterali e l'allargamento della carreggiata centrale, che sarebbe rimasta l'unica, dove sarebbero state ridimensionate corsie preferenziali, di transito e aree di sosta. Il progetto avrebbe così eliminato i platani attualmente esistenti e proposto delle palme. Al di là di quest'aspetto, rimane il metodo, l'approccio, secondo me, sbagliato: ribadisco che per questo genere di interventi così importanti, la soluzione migliore è il concorso di idee. E una volta scelto il progetto vincitore, con quello si va avanti! Come dici tu, giustamente, l'interesse di pochi non può essere anteposto a quello collettivo.
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