«Il progetto di
riqualificazione del salotto della città, il
corso Italia, potrà fregiarsi di due ulteriori, grandi opere di ristrutturazione: le storiche
Villa Manganelli e
Villa Bonajuto, considerate per decenni delle incompiute». Lo ha annunciato, nei giorni scorsi, l'assessore ai Lavori pubblici, Filippo Drago, nel corso di un tavolo tecnico itinerante, alla presenza degli architetti progettisti, dei dirigenti dell'Ufficio Lavori pubblici, del Genio civile e della Sovrintendenza.
Villa Manganelli, situata al numero 37 del corso Italia, era un'abitazione altoborghese dall'aspetto di castello regale, ornato da mattonelle arabescate e coronato da due torrette angolari neo-normanne. Il palazzo in
stile liberty, progettato dal palermitano
Ernesto Basile, in cui furono girate alcune scene del «Gattopardo» di Luchino Visconti, è da decenni disabitato e murato. Negli anni Cinquanta, i nuovi proprietari, che l’acquistarono dai principi di Manganelli, volevano demolirla per costruirvi un palazzo di cui affidare la progettazione all’
arch. Frank Lloyd Wright. L’ing. Michelangelo Mancini, allora direttore dell’ufficio tecnico comunale, riuscì a salvarlo ponendolo sotto la tutela della Sovrintendenza ai monumenti retta all’epoca dall’arch. Chiurazzi. Un disastroso incendio ha deturpato quel luogo che fu sede del teatro dialettale, intorno agli anni '80, e ancor prima punto di ritrovo della «Catania-bene».
Sarà indetto, a breve, un incontro tra i rappresentanti dell'amministrazione e le forze sociali coinvolte, oltre naturalmente ai proprietari della villa, per studiare le modalità di intervento su questo bene storico. Il tentativo è di mantenere lo status dei luoghi e di integrare il progetto con le ipotesi di rinnovamento del corso Italia.
La
Villa Bonajuto, invece, ha vissuto una storia ancora più travagliata. Edificata intorno agli anni '30, su 1000 metri quadrati di terreno, l'abitazione è stata abbandonata da circa vent'anni. Diversi tentativi di demolizione da parte della proprietà, per erigere un palazzo, sono stati vanificati in seguito ad alcuni provvedimenti giudiziari che hanno decretato la sospensione dei lavori, in virtù dell'interesse storico del monumento. La villa, che oggi per un terzo è diroccata, sarà completamente ristrutturata, preservandone le particolarità architettoniche. «Con la concessione della Sovrintendenza e degli enti comunali preposti, la struttura originaria verrà ricontestualizzata», ha spiegato l'architetto progettista, Toti Contrafatto.
L'interno, attualmente suddiviso in tre elementi familiari e undici spazi per la servitù, sarà ridisegnato. Saranno conservati i due piani, mentre nel cortiletto interno verranno ricavate sei botteghe a uso commerciale. Entrambe le opere di ristrutturazione saranno finanziate con i fondi privati.
Nel progetto di rifacimento del corso Italia rientra anche la
riqualificazione del largo Aquileia. La configurazione della piazza, a triangolo, resterà immutata.
«Di concerto con tutte le parti sociali, sarà deciso se allargare uno dei tre lati, creando un'unica carreggiata a doppio senso di marcia, o se mantenere la conformazione e apportare solo miglioramenti di arredo: il verde, la pavimentazione e l'illuminazione». Per il largo Aquileia esistono quattro ipotesi preliminari che, una volta approvate, saranno inserite nel piano triennale di finanziamento delle opere pubbliche.