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La città perfetta

4166 Views 21 Replies 13 Participants Last post by  Sonic from Padova
- La città perfetta

"Milano è diventata invivibile, le sue strade sono state concepite come vie per carrozze: non è fatta per sopportare l'assalto giornaliero dei pendolari. L'unico modo per decongestionarla è creare un centro alternativo. Anzi: una città nella città". Luigi Zunino, imprenditore immobiliare dì Nizza Monferrato, ha il piglio dei tycoon americani anni Cinquanta. Soprattutto quando parla del suo ultimo progetto: Milano Santa Giulia, "la citta ideale", come recitano centinaia di cartelloni pubblicirari con cui ha tappezzato Milano. Un milione e 200 mila metri quadri di ville e negozi, cinema e shopping mal), parchi e grattacieli, che sorgeranno dove un tempo erano in funzione gli stabilimenti industriali di Montedison e Redaelli. Il più grande progetto dì riqualificazione urbana effettuato in Italia dal dopoguerra ad oggi, affidato a lord Norman Foster: probabilmente l'architetto più noto del mondo.
Il viaggio dagli uffici della Risanamento, nel quadrilatero della moda milanese, all'ingresso del cantiere dura 15 minuti. La macchina si ferma davanti a un pilastro che si abbassa automaticamente. Una sfera di bronzo firmata Arnaldo Pomodoro domina la piazza d'entrata, su cui si affaccia l'ex centrale elettrica appena ristrutturata da Foster. All'interno due giganteschi murales opera di Sol Lewitt. Il clou deve ancora venire. Un plastico grande decine di metri mostra Santa Giulia inserita nel contesto della città di Milano. In pochi secondi le vetrate del salone vengono oscurate e inizia la presentazione: uno scoppettio multimediale di luci e colori che, per 15 minuti, anima il plastico. Raccontando come sarà la città del futuro.

Quello di Foster e Zunino non è che uno dei tanti progetti di "new rooms" in fase di attuazione in ogni angolo del globo. L'idea che un uomo solo possa progettare la città ideale è apparsa più volte nel tempo, con esiti diversi: dalle prime "garden cities" come Letchworth e Welwin, ideate da Ebenezer Howard all'inizio del secolo scorso, all'utopica Chandigarth creata da Le Corbusier per l'allora primo ministro indiano Nerhu.

Oggi le metropoli europee non riescono a stare al passo con i tempi. Quelle asiatiche devono affrontare un aumento vertiginoso della popolazione. E l'utopia urbana riparte, grazie anche a una nuova generazione di magnati immobiliari lungimiranti. Su questo terreno si stanno dando battaglia i più grandi architetti del mondo. Lo spagnolo Riccardo Bofill è stato incaricato del master plan di Boughzoul, in Algeria; l'ultra innovativo team di SOM sta studiando lo sviluppo dell'isola di Chongming, sul delta dello Yangtze; l'architetto Chris Bosse dello studio australiano Ptw (premiato alla Biennale di Venezia per il suo palazzo del nuoto Water cube a Pechino) ha in cantiere una serie di progetti faraonici, da sviluppare dal Giappone al Vietnam. Oltre alla realizzazione di The Palm a Dubai, la più grande isola artificiale del mondo. Per non parlare della città portuale di Luchao: 65 chilometri quadrati che, secondo il piano dei tedeschi di von Gerkan Mark und partner, si svilupperà a raggiera intorno a un lago artificiale di 2 chilometri e mezzo.

La sfida è riuscire a creare un insediamento ideale, che non si trasformi nel giro di pochi anni in una città dormitorio. "I problemi sono diversi", spiega a L'espresso Richard Peiser, professore di Real estate development alla Harvard design school. Peiser da 20 anni studia questo tipo di progetti e l'anno prossimo sull'argomento pubblicherà un libro. Secondo Peiser, il successo di un nuovo centro si misura fondamentalmente attraverso tre parametri: la qualità del design, ii senso di appartenenza alla comunità che si crea tra i suoi abitanti, infine il successo finanziario del progetto. "Uno degli esempi più riusciti è Bundang nella Corea del Sud", aggiunge il professore. Vediamo.

All'inizio degli anni Ottanta il governo coreano sì trovò davanti al problema dell'esplosione di Seul. La città non riusciva a sopportare il fiume umano che ogni giorno l'invadeva. Nel giro di pochi mesi venne approvata la costruzione di cinque nuovi insediamenti. Tutti da realizzare in un raggio di 20 chilometri, un'ora al massimo di spostamento, dal centro di Seul. Venne inaiata la costruzione di Bundang. Con una serie di target ambiziosi. Primo: essere il prototipo di una nuova generazione di insediamenti. Secondo: non trasformarsi in quartiere sacellite. Terzo: implementare lo sviluppo immobiliare gradatamente, basandosi su un'accurata previsione della domanda e dell'offerta. Il modello Budang si è rivelato un successo. Tanto che oggi proprio nella Corea del Sud si sta discutendo la costruzione di una nuova capitale. Un sogno che costerà all'incirca 45 miliardi di dollari, sostenuto dal presidente Roh Moo-hyun.

Per cercare ispirazione gli uomini di Moo-hyun hanno visitato più volte Putraya, in Malaysia, la new town 15 chilometri a sud di Kuala Lumpur. L'ex primo ministro Mahathir Mohamad, l'uomo dietro alle Petronas Tower, avrebbe supervisionaro ogni dettaglio della costruzione del suo gioiello da 5 miliardi di dollari da un elicottero. Risultato: un miscuglio di stili architettonici senza precedenti, dal ponte ultramoderno che la attraversa al ministero di giustizia, un Taj mahal in miniatura.

Dalla Malaysia alla Cina. Secondo una stima diffusa dal governo, entro il 2020 qui verranno costruite 400 new towns. Nel 2000 la municipalità di Shanghai ha indetto un concorso internazionale dal titolo: "One city nine towns". Lo studio Gregotti e associati si è aggiudicato il masterpian della nuova città italiana di Pujìang: un insediamento destinato, entro il 2010, a ospitare 100 mila abitanti. "Il primo problema era evitare che Pujiang avesse l'aspetto dei sobborghi americani", dice Augusto Gagliardi, l'architetto incaricato dello sviluppo. Come? "Reimmaginando la vita urbana". Una città ideale dove le macchine gireranno solo sulle strade principali, formando quadrilateri pedonali. A Tìanjin, invece, la società Progetto CMR sta costruendo due quartieri, il Sixth Avenue District e il Yu Lian Complex (per un totale di 370 mila metti quadrati).

Un capitolo a parte va dedicato alle cosiddette mini-cities; vaste zone di sviluppo immobiliare destinate a cambiare per sempre il nostro modo di concepire la vita urbana. "Oggi non c'è più divisione tra le ore dedicate al lavoro e quelle per il tempo libero", ha raccontato in un'intervista Pan Shiyi, proprietaria insieme al marito Zhang Xin di SOHO China, una delle più famose compagnie di real estate cinesi. Per la sua prima creatura, SOHO new town, terminata nel '98, la coppia chiese a ZahaHadid di sviluppare un master pian. Ne vennero fuori nove coloratissimi grattacieli, e le torri di SOHO sono diventate velocemente uno status symbol per i nuovi ricchi di Pechino. Oggi Shiyì e Xin, ormai milìardari, hanno in cantiere Jianwai SOHO, una mini città nel cuore del business district. Non hanno il favore di tutti. "Questi insediamenti per ricchi sono una nuova forma di segregazione sociale", accusa per esempio Saskia Vendei della Dynamic City Foundation, organizzazione non profit che studia lo sviluppo urbano in Cina. Giusto o sbagliato, il fenomeno è in enorme espansione. In tutta l'Asia i quartieri-città si moltiplicano. C'è Xintìandì, il più popolare progetto immobiliare di Shanghai; 3,5 miliardi di dollari per costruire un villaggio da sogno. Ci sono le città satellite di Hong Kong, che aumentano di anno in anno. Ma gli esempi sono molti anche fuori dalla Cina. In Australia, a Meibourne, lo studio Hassell è impegnato nella riconversione dell'area portuale, Waterfront City. In Inghilterra il quartiere centrale di Liverpool è in fase di totale trasformazione sorto il nome, suggestivo, di Paradise Street.

A Miami, l'americano Craig Robbins, protagonista della rinascita culturale di Mìami beach, sta lavorando a un'idea simile. Quando Studiava legge, Robbins sognava di fare il dealer d'arte. "Non pensavo di entrare nel business immobiliare", racconta, "poi ho cominciato a girare per South beach e ho pensato che era molto sottovalutata". All'epoca down town Miami era un quartiere degradato. Dove si potevano acquistare grandi aree per poco. Così Robbins ha cominciato a comprare e ristrutturare. All'inizio nel Design District. La sua filosofia? Creare un ambiente culturalmente arrivo che riqualificasse l'area. Per questo l'imprenditore ha cominciato a disseminare le strade di opere d'arte contemporanea, e a richiamare a Miami appuntamenti internazionali di alto profilo, come Miami art basel. "Quello che faccio è una via di mezzo tra le mie ambizioni e il mestiere di costruttore". La sua ultima creatura, Aqua, e un "quartiere urbano-tropicale" a Alison isìand: 151 comprensori di appartamenti, uffici, mali, caffé, health club e una darsena per le barche. Il tutto realizzato da dieci architetti diversi. "La maggior parte degli sviluppi immobiliari degli ultimi anni sono sobborghi anonimi", conclude Robbins: «Aqua ha il layout di una tradizionale città italiana. Senza, ovviamente, averne gli svantaggi. Un nuovo modo di vivere».


Jacaranda Caracciolo Falck - Corriere della Sera
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1°)
qualcuno informi il giornalista e/o Zunino che non sono previsti edifici più alti di 8 piani fuoriterra, come da regolamento del Comune di Milano per il vincolo di rispetto a Linate.

...altro che grattacieli!

2°) se qualcuno riesce a fare in auto in 15 minuti da Via Bagutta (piazza S.Babila, dove c'è la sede della Risanamento SPA di Zunino) sino a Rogoredo...lo voglio conoscere!!! o è Sozmaker o Superman!

3°) la nuova capitale della Malaysia si chiama PUTRJAYA e non Putraia!!!! e si trova a quasi 30 km da Kuala Lumpur

...ma questo sarebbe un giornalista....?
ahhh!
ma si chiama Jacaranda Caracciolo Falck !!!
nobile rampollo delle dinastie Caracciolo (Agnelli) e Falck!!!

allora subito una bella tessera di giornalista, un posto al Corriere e via a scirvere cazzate tutto il dì!!!
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Ciao a tutti! :wave:
io cerco di foto dei posti famosi a napoli. Potete auitarmi per favore?
Grazie
ciaooo di dove sei?
prova in aree metropolitane..
c' è una sezione su napoli..
ma jacaranda è un nome maschile? pensavo fosse una donna
La jacaranda è il nome di una pianta di origine brasiliana che ha una ricchissima fioritura di colore viola (a Cagliari ce ne sono tantissime!).

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capitan harlock said:
ciaooo di dove sei?
prova in aree metropolitane..
c' è una sezione su napoli..
Vivo in america ma sono un turco. Io studio l'italiano a scuola.
^benvenuto nel forum più pazzo di SSC!!
azz! e lo studi anche bene.. complimenti, davvero! :)
Complimenti OUTBACK! Il tuo italiano è pure meglio di quello di IMBACK....cavolo!:)

Comunque nella sezione ITALIA di questo forum puoi trovare delle belle foto di napoli...:)
ELETRIX said:
Complimenti OUTBACK! Il tuo italiano è pure meglio di quello di IMBACK....cavolo!:)
Perche tu dire mi italiano no buono? Carota! :D
:hahaha: :drunk: I'm& Eletrix siete davvero divertenti :hahaha: :clown: :D
state sempre a punzecchiarvi :poke:
avete mai pensato di andare a fare cabaret insieme? :D
m)) :tongue4: :2cents: :hammer: :dance2:
capitan harlock said:
:hahaha: :drunk: I'm& Eletrix siete davvero divertenti :hahaha: :clown: :D
state sempre a punzecchiarvi :poke:
avete mai pensato di andare a fare cabaret insieme? :D
m)) :tongue4: :2cents: :hammer: :dance2:
No, capitano...io lavoro in PROPRIO!:)
Perfect city? It has already been chased by Alberti! One of the great italian genius!
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