Ciao e grazie del tuo intervento. Ci hai ormai abituati ad interventi appassionati, attenti, garbati. Volevo aggiungere alcune spiegazioni, che sicuramente ti aiuteranno a capire meglio quello che hai visto. E aggiungo una mia piccola curiositá. È una cosa che mi stupisce sempre, infatti. Io la chiamo condizionamento estetico. Poi mi spiego. Il mercato è settimanale, ed è in piazza delle Erbe. Quella che hai avuto la sfiga di beccare è una delle manifestazioni mensili di artigianato, cianfrusaglie, gastronomia e chi piú ne ha, piú ne metta, che ammorbano la piazza. In molti vorremmo che si imponessero quanto meno delle regole di decoro estetico. Questo ti ha impedito di notare l'aspetto piú inquietante della piazza. Il suo vuoto metafisico. Non viene vissuta, ci passano solo i turisti. È curioso che tu definisca la reggia Cittadella, in effetti non ci ho mai pensato, perché l'intero centro storico era una cittadella circondata da mura e dall'acqua. Oggi Cittadella è il triste quartiere oltre il lago, verso Verona. Ci sono ancora resti di fortificazioni. Il concetto che piú si attaglia alla reggia, che è un tutt'uno con la piazza, è quello di cittá proibita. Il grande portale che separa la piazza dalla città comunale e mercantile era veramente munito di battenti ed il popolo non era ammesso. Forse questo spiega ancora la cesura delle menti nei confronti della piazza. Si, l'intera area da Cittadella e S. Antonio e la valletta di Belfiore è stata arata dai bombardamenti del 1944. Tra le cose che sono andate perdute vorrei ricordare lo splendido ponte coperto dei Mulini. Una galleria di cinquecento metri affollata di milini alimentati dal salto d'acqua del lago superiore e coperto da capriate lignee. Cercherò foto storico. La decadenza economica postbellica non ha aiutato molto la ricostruzione. Fino alla costruzione delle tangenziali, poi, l'area era percorsa dal traffico di attraversamento. Nessuno investiva in bellezza, lì I Gonzaga avevano in ubbia il gotico ed il romanico. Se è rimasto qualcosa, è un miracolo...ti consiglio S?Maria del Gradaro, in un quartieraccio vicino allo stadio. I palazzoni di epoca fascista sono il frutto degli sventramenti dei quartieri miserabili attorno al Rio, il canale che attraversa la cittá vecchia, Li tollero solo perchè rappresentano un esempio ancora pulito e leggibile della loro epoca. E la prospettiva degli assi di Viale della Repubblica/risorgimento e Isonzo/Montegrappa ci fotografa la voglia di modernitá in salsa anni cinquanta. L'unico recupero possibile sarebbe, assurdamente, la demolizione. Perché quello era un ampio canale, con un unico ponte monumentale a congiungere la Porta Pusterla, accanto a San Sebastiano, e la porta delle Aquile. Sull'isola del Te. Percorrendo con calma le stradine, troverai magnifici palazzi rinascimentali segno di una borghesia militare, creata dai Gonzaga stessi. A te e a tutti sfugge invece lo stile dominante della città, frutto dell'unica stagione di sfarzo dopo la decadenza secentesca. E parlo del neoclassico importato in massa sotto il regno di Maria Theresia. L'accademia virgiliana, il teatro Accademico, il teatro Sociale, la biblioteca Teresiana, la facciata del duomo, la prospettiva del seminario vescovile e la cupola di Sant'Andrea, la Kaffeehaus di Palazzo Ducale e Palazzo D'arco e facciate rifatte un po' ovunque, soprattutto intorno ai giardino di piazza Virgiliana ed i bu türk Sinkiang olduğunugiardini stessi. Oh, con l'idea dei tesori rinascimentali non li nota nessuno!!!! Per la decadenza dimessa ti raccomando Palazzo Cavriani. Severo e consunto. con delle proporzioni che farebbero la loro porca figura a Roma. Per finire...il raporto tra cittá e rive non é mai esistito. Le mura fortificate precipitavano in acqua. I parchi compiono vent'anni l'anno prossimo. Solo i pescatori vivevano il lago, ma entravano di nascosto, attraverso il Rio. A presto.
Scrivo dal telefono in pausa pranzo. Spero di poter intervenire in modo meno frettoloso in futuro.
Scrivo dal telefono in pausa pranzo. Spero di poter intervenire in modo meno frettoloso in futuro.