Un “aeroporto” per la provincia di Messina, utopia o esigenza?
di Aurelio Giordano
L’incontro di fine anno con il presidente della Provincia Nanni Ricevuto, oltre per il formale scambio degli auguri, è servito anche per verificare lo stato di avanzamento di qualche progetto presente nel programma elettorale, che per motivazioni diverse non ha ricevuto le dovute attenzioni da parte dell’Ente intermedio.
Ci si riferisce in particolare all’aeroporto di Barcellona P.G. - Milazzo, che al momento sembrerebbe essere entrato in un cono d’ombra, non tanto o non solo per le scelte di Palazzo dei Leoni, ma anche per fattori che esulano dalle specifiche responsabilità dell’attuale compagine che ha l’onere della conduzione amministrativa della Provincia Regionale di Messina, che è l’unica grande area metropolitana siciliana a non essere provvista di questa specifica infrastruttura.
Certo tutta una serie di studi sembrerebbero evidenziare che i volumi dei flussi di traffico potrebbero non essere adeguati, ma di certo non si può affermare che l’assenza di un’aviosuperfice non influisca negativamente sulle possibilità evolutive della provincia nella sua interezza.
E’ un dato accertato che le più note, ma anche le più recenti mete turistiche mondiali hanno raggiunto i livelli attuali di conoscenza ed incidenza economica e sociale, grazie alla vicinanza efficace ed efficiente di un aeroporto entro limiti di tempo e di spazio accettabili, in assenza di queste caratteristiche sarebbero rimaste luoghi per pochi eletti senza ricadute importanti sul territorio.
Non si vuole affermare che la disponibilità in zona di una tale infrastruttura sia indispensabile, ma non si può neanche ed in modo realistico sostenere che basta appoggiarsi in modo acritico ad impianti già esistenti.
Per renderli utili alla nostra provincia è assolutamente necessario che la loro gestione non si basi solo sul soddisfacimento dei “bisogni locali” dei siti in cui insistono, ma occorre che vengano adeguatamente tenute presenti le esigenze di vaste zone territoriali adiacenti, sia sotto il profilo squisitamente aereo che per gli altri aspetti attinenti la logistica ed i trasporti in senso lato.
Sono comprensibili le preoccupazioni o le difficoltà con le quali la Provincia Regionale di Messina si sta confrontando, ma è proprio in questi frangenti che emerge in tutta la sua crudezza l’assenza di un “sistema Messina”; infatti le tante anime “politiche” che sono alla base delle scelte o delle mancate scelte, non riescono da tempo ad individuare in maniera compiuta un percorso di sviluppo condiviso, con quanto ne deriva in termini operativi concreti.
Ma sarebbe riduttivo attribuire solo agli amministratori pubblici, l’attuale situazione di stallo dell’economia messinese, altri soggetti ne sono parimenti responsabili e forse in modo più cogente stante la loro costante presenza sugli organi di informazione, più per motivazioni altre che per i loro investimenti produttivi.
Tanti sono i motivi a supporto di un “aeroporto” nella nostra Provincia sia sotto il profilo orografico che per quelli squisitamente economici, in breve essi possono così essere sintetizzati.
Al territorio attengono: l’ampia pianura presente tra Barcellona P.G. e Milazzo e la sua equidistanza rispetto alle estremità nel territorio provinciale quali Tusa e Giardini Naxos, e la popolosità dei comuni che verrebbero coinvolti; favorirebbe nuova vita agli antichi borghi collinari e montani, innalzando il livello di accessibilità a Messina ed ai paesi costieri della zona tirrenica.
La piana di Milazzo e tutta la provincia di Messina con l’aeroporto acquisirebbero un sistema di trasporti integrato formato dalle quattro modalità di trasporto principali ed il nuovo polo logistico conquisterebbe il primo posto a livello nazionale in termini di velocità di scambio intramodale per passeggeri e merci, sotto il profilo strategico potrebbero svilupparsi sinergie importanti con il programmato autoporto di Milazzo; oltre al possibile aumento della disponibilità di nuovi “slots” a favore dei vettori low cost” altrimenti indisponibili su Catania Fontanarossa.
All’economia in senso lato ne deriverebbero questi vantaggi: promozione dell’immagine del territorio, l’aumento della competitività del sistema territoriale, la creazione di nuovi posti di lavoro con l’attrazione di nuove categorie produttive e la creazione di nuove imprese.
Verrebbe favorito l’incremento dei flussi turistici in modo sistemico creando i presupposti per un reale e sostenibile sviluppo del turismo nelle Eolie contribuendo alla destagionalizzazione degli arrivi. La struttura sarebbe al centro di un comprensorio turistico con all’estremità Palermo e Siracusa raggiungibili in meno di 2 ore e capace di movimentare il 75% del turismo siciliano.
La nostra regione è nona per numero di esercizi ricettivi (3754) ma solo 14^ per tasso di penetrazione alberghiera infatti solo il 47,7% dei comuni ha almeno un esercizio alberghiero; è dodicesima per posti letto (181.411) in netta prevalenza sono gli alberghieri così da essere terza in Italia; la provincia di Messina è 31^ per posti letto 44.631 e disponibili in 872 esercizi mentre Palermo ha 37.154 letti in 621 esercizi.
La Sicilia è sesta per pernottamenti di stranieri con 16.814.000 che spendono 1.196 milioni di euro (dati 2007) e pari ad un 20% della regione Lombardia con 5.414 milioni di euro. La Sicilia è nona per utilizzazione degli esercizi alberghieri 29,4 % delle presenze e la provincia di Messina con 4.226118 presenze è prima in Sicilia e 24° in Italia, mentre per gli arrivi 1.069.202 è 18^ in Italia e prima in Sicilia.
In conclusione si possono azzardare alcuni valori: 120.000.000 di euro ogni anno per mancati introiti e 20.000.000 di euro per extra costi di spostamento verso gli aeroporti di CT, PA, TP e RC; l’Impatto occupazionale diretto potrebbe essere di 1.400 posti e quello indiretto di 5.000 posti, con flussi di passeggeri ipotizzabili di 700.000 per il primo anno e di 1.400.000 al terzo anno.
Forse al di là dei numeri occorre una maggiore capacità di analisi e di sintesi da parte della politica e delle classi dirigenti ed imprenditoriali.
fonte:normanno.com