Di seguito un' immagine, credo mai vista, dell'interno del bloccato 401

La location é la stessa della foto di Borsig. La riconoscete ?
Per quanto ne so la linea 1 della Metro è sempre stata la linea rossa e questo dall'inizio dei lavori. Analogamente alla linea due ci si è sempre riferiti come linea verde e questo ( vado a memoria ) perchè nel progetto iniziale ( ing. Belloni ) le quattro linee previste erano contrassegnate oltre che dai numeri anche dai colori ( rosso, verde, giallo, blu ). I colori nella mappa cui ci si riferisce sono proprio buttati lì per differenziare ed evidenziare le linee ma non mi risultano mai presi in considerazione ufficialmente.A propositi di mappe. Avrei una domanda ai superesperti del thread:
In questa mappa si vede la futura linea M2 in giallo e la M1 in azzurro. Il rosso lì identifica le linee celeri.
Ma questa cosa è buttata li così, tanto per differenziare ed evidenziare le linee o era una cosa inizialmente prevista? non ho mai sentito di questi colori.
Se così fosse, quando si iniziò ad identificare le linee metropolitane con il proprio colore distintivo?. Nella mappa c'è già citata la M2. A quando si può datarla quindi?
Ecco il depliant ATM in versione integrale ( ho soppresso il colore dove non faceva altro che aumentare il peso dei files). Facendo mente locale penso di averlo trovato alla Mostra per i 100 anni del Trasporto Pubblico a Milano ( Museo Scienza – 1961), quindi prego di volerne scusare il mediocre stato di conservazione.....inserirai la scansione del dépliant!
Per quel che ricordo la linea aerea sperimentale era posata solo su di un binario ( quello di destra andando in direzione Lotto-Inganni ) ma arrivava almeno fino alla stazione Conciliazione. Ricordo anche la giustificazione data da un tecnico ATM ( nel corso di una visita accompagnata agli impianti ): eliminare la terza rotaia per non avere più in galleria la polvere prodotta dall'usura dei pattini di contatti.In effetti negli anni '80 venne impiantato un tratto di linea aerea sperimentale tra alcune stazioni della M1 (Cairoli-Venezia?, dovrei vedere se mi sono appuntato qualcosa). Sicuramente a San Babila era ancora presente fino a qualche anno fa; più recentemente non ci ho più fatto caso.
Lo spazio in altezza è molto limitato, in quanto le gallerie realizzate con il metodo "Milano" sono basse e costruite poco al di sotto del piano stradale, in quanto concepite per convenienza per i treni a 3^ (e 4^) rotaia.
Ricordo che, per realizzare la catenaria, non potendo reggere il filo di contatto con una normale fune di sospensione superiore, si dovette sospenderlo con pendini agganciati alla volta della galleria nelle parti più alte, dove non sono presenti travi trasversali in calcestruzzo. Sotto queste ultime infatti ci passava solo il filo di contatto!
tra i quali l'ultima Edison e l'ultima Abbiategrasso !. Ve le immaginate riportate allo stato di origine?...Bisognerebbe avere il coraggio di buttare via tutto ciò che è falso, e dare una ripulita a ciò che è vero: ci sono un sacco di pezzi unici...
Le indicazioni prima e seconda classe erano ancora presenti con la gestione ATM. In particolare sulle Abbiategrasso i due compartimenti avevano l'identico allestimento e si distinguevano per il diverso colore delle imbottiture dei sedili. La scritta prima classe era anche presente a fine anni 40 su alcune almeno delle Monza decapitate in servizio sulla Milano-Corsico. Però erano solo scritte, la classe in realtà era unica. Da quando? Giro la domanda a chi è meglio documentato di me. Io, come avrete capito, mi baso molto sui ricordi....
Se non è un falso anche quello, dalla vista laterale, sembra che avessero una prima e seconda classe...
Quando sono state abolite le classi sulle tramvie?
Il passaggio ad ATM ha portato anzitutto al cambio di colore da bianco gesso ( non lucido) a biverde; successivamente ( verso il 48-49 ) sono stati abbassati i finestrini dei frontali con creazione di un portaveletta retroilluminato ed incorporazione dei fari alti, in origine sistemati all'interno e dietro i finestrini laterali del frontale. In queste fasi la zona passeggeri ha sempre mantenuto due compartimenti identici ( 3 moduli da 6 posti con sedili trasversali 2+1, seduta e schienale imbottiti in velluto rosso ( I classe ) e verde ( II classe ). La revisione della cassa fatta da ATM a fine anni 40- inzio anni 50 ha dato alle vetture l'aspetto che ha la 54 del museo di Ranco illustrato dalle foto postate da tullioMa non potevano lasciarla verde? L'Abbiategrasso in origine era completamente diversa:
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Quindi per la vettura del Museo Ogliari i taroccamenti sono: 1) colore ( visto il tipo di cassa non doveva essere il bianco ma il biverde ); 2) pantografo sul tetto in posizione centrale assolutamente inutile: la vettura è monotensione; 3) arredamento del comparto di prima classe totalmente inventato ( sembrano semplici foderine messe sugli stessi sedili in legno nel comparto di seconda classe). 3) piccoli particolari come i profilini in marrone ( inventati ) il triangolo rosso sul frontale ( significava veicolo con frenatura rapida di emergenza; una Abbiategrasso classe 1914 !!). Niente di irrmediabile: sono tutte cose che, con un po' di pazienza, un po' di lavoro e, temo, molti soldi, si possono rimediare.Il primo tarocco è la bella "Abbiategrasso" n. 54, che viene spacciata per bitensione (linee dell'Adda)...
(foto tul691 del 17.8.1991)
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Per quel che ricordo si trattava di un collegamento di servizio mai usato da linee regolari. Il passaggio nel senso Mazzini - Dogana si poteva fare lasciando le vetture sul giusto binario. Quelle eventualmente dirette in senso opposto uscivano in via Mazzini contromano e vi rimanevano fino alla comunicazione che era situata allo sbocco di via Orefici, poco oltre gli scambi che collegavano Via Torino.L'interscambio era in via Mazzini all'altezza di Via Dogana e veniva utilizzato dalle vetture che andavano da via Orefici in piazza Fontana. L'intersezione, a causa delle dimensioni anguste dell'incrocio, avveniva con i tram provenienti da via Dogana che si immettevano sul binario opposto prima della svolta e giungevano cosi' sul lato opposto di via Mazzini....
Grazie per le informazioni. Per quanto riguarda i colori di origine i miei ricordi dicono blu e grigio perla, ma, ovviamente e ad anni di distanza, possono sbagliare. La foto ( brutta, ribadisco ) è stata scattata verso sera, a sole tramontato ed in controluce. Nella dia originale la fiancata appare semplicemente scura e quello che ho postato è il risultato di una "rianimazione" con programma di fotoritocco. Direi che il colore di base è certamente il blu. Quanto alla tonalità, potrebbe essere una qualsiasi tra il blu scuro e l'azzurro pallido...Questa preziosissima motrice... nel 1987
c'era ancora, in totale abbandono e sommersa dal verde (anche il parco dei divertimenti era in abbandono), intera con i colori forse originali bianco e azzurro (non blu scuro come nella foto qui sotto). Credo di averla anche fotografata.
Purtroppo immagini non ne ho ma, per quanto riguarda il sistema di guida previsto per la motrice Breda qualche ricordo mi è rimasto. Si tratta di questo: tra le vie di corsa delle ruote principali era presente una profonda scanalatura ( l'incavo svasato notato da Xesar e visibile nella foto ) con pareti che da inclinate diventavano verticali negli ultimi 30 – 40 cm. I due carrelli del veicolo erano guidati da due coppie di rulli ad asse verticale, collocate alle due estremità del carrello e che si poggiavano sulle pareti verticali, in quel tratto in acciaio ( profilato ad I annegato nel cemento? ). Ricordo di aver pensato alla estrema macchinosità dei deviatoi e alle forti sollecitazioni sul supporto dei rulli guida e di aver concluso sperando che per la allora nuovissima metro di Milano si pensasse a qualcosa di meno ardito e più sicuro.... Cercherò di fare un disegno per spiegarmi meglio, ma non prometto niente.......A guardare bene la motrice milanese -se poi effettivamente motorizzata- si vedono però diversi dettagli tanto rivelatori quanto enigmatici... All'apparenza manca infatti qualsiasi guida che mantenga il carrello sulla via di corsa.... È naturalmente assai probabile che il veicolo esposto fosse allora incompleto, in particolare privo delle coppie di pneumatici laterali alle estremità dei carrelli... per le quali sembra però non esserci spazio verso il centro del veicolo, se non sotto le apparecchiature del sottocassa.
Qui qualcosa non quadra.... Ma è anche vero che dai residui visibili al Parco Nord, non si scorge alcuna traccia di supporti per le guide laterali. E la presenza di un doppio mini-pantografo "stile trifase" -ma in realtà filoviario- non fa poi che confermare come il sistema dovesse essere stato concepito inizialmente senza possibilità di alimentazione e ritorno al suolo.
... E a ben guardare nell'incavo "svasato" fra le ruote del veicolo in Fiera, sembrerebbe che NON vi sia spazio per l'attacco di rotaie tradizionali... ma qualcos'altro.
Per quel che ricordo io la sostituzione dei diffusori è avvenuta, a partire dal 54-55. Però si tratta di ricordi ormai lontani . Chissà che qualcuno non abbia dati precisi.Difatti, nella foto con la 5200 ferma nella misteriosa posizione, si vede che le due lampade evidenziate da franco1937 sono ancora entrambe del tipo chiuso in basso. Sarebbe interessante appurare quando fu completata la sostituzione.
Guardando bene, con un pò di ingrandimento, la veletta della 5200 ferma, mi sembra di vedere all'estrema sinistra, nel posto dove veniva collocato il numero di linea i due schermi diffusori collocati davanti alle lampade di retroilluminazione. Quindi il numero di linea non è presente perchè al momento rimosso, fatto questo normale, all'epoca, per vetture messe fuori servizio.E' possibile. L'unica perplessita' riguarda la posizione, visto che c'erano luoghi ben piu' fotogenici nella rete di allora.