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MILANO | Storia dei trasporti pubblici

7592385 Views 31622 Replies 220 Participants Last post by  pinomaiuli
Questo nuovo thread ha lo scopo principale di raccontare con immagini e notizie la storia dei trasporti pubblici di Milano, in cui gli aspetti tecnici hanno sicuramente un ruolo di primo piano, ma non devono essere disgiunti da un corretto inquadramento storico, che solo può spiegare le cause, i tempi e le modalità con cui i trasporti pubblici si sono sviluppati nella città nel corso dei decenni.
I tram e i binari che hanno solcato le vie di Milano sono così connaturati alla vita cittadina da essere entrati in piena simbiosi con tutto l'ambiente urbano, tanto da costituirne un elemento inscindibile, sebbene purtroppo sempre più ridotti e minacciati dalla sciagurata insipienza di tanti amministratori pubblici.
Non intendiamo però trattare solo di storia e tecnologia storica dei tram, ma anche di filobus, autobus, metropolitane, e quando opportuno anche dei binari ferroviari che hanno contribuito non poco a modellare lo sviluppo della città.
Vogliamo raccogliere la gran messe di immagini e di notizie pubblicate negli altri thread, sicuramente a partire da Milano Sparita, integrandola però con tutti i nuovi contributi che ognuno vorrà fornire, senza quel timore di andare “in OT” che ci pervade quando negli altri forum desideriamo approfondire questo tema cogliendo lo spunto dall’attenta osservazione delle immagini.
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Progetti futuri TRAM URBANI

Io però farei un distinguo tra ciò che ha un interesse storico e ciò che si limita invece a pura curiosità. Per esempio dell'elenco degli urbani riassumerei il tutto nelle seguenti priorità:

PRIORITA' ASSOLUTE
- Ultima Edison sopravvissuta: restauro e ripristino funzionale con trasferimento immediato a Milano

PRIORITA'
- 4825: da preservare
- 700 di ogni tipo: da non demolire (come invece fatto di recente con le varie unità accantonate)

ORDINARIA AMMINISTRAZIONE
- 701: ripristino funzionale
- 1927: messa in servizio speciale
- 5137: ripristino funzionale

PROGETTI SECONDARI
- 700: conservarne qualcuna nei vari allestimenti di servizio; il resto torna buono per qualunque ricostruzione spinta
- ex 1502: restauro e ripristino allo stato d'origine
- 4041: ricostruzione di una due camere e cucine?
- 4500 (II): ripristino funzionale
- 5131: restauro e ripristino funzionale (magari in arancio)

PRIORITA' FUTURE
- preservare una 46xx non revampizzata, considerando il loro futuro accantonamento (volendo strafare si potrebbe riportare allo stato d'origine)
- preservare una 49xx non revampizzata, considerando il loro futuro accantonamento

(di tutte le serie successive non ce ne facciamo niente e preservare una vettura lo troverei inutile e di nullo valore storico)
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Niente, è solo il primo Scuolaintram con allestimenti interni completamente rifatti. Visto che c'è (e visto anche il "successo" di pubblico che ha avuto a Messina) è un peccato tenerlo sempre fermo e non promuoverne un utilizzo al pari del secondo scuolaintram 1957 (già sporadico) e del Tramito.


(foto Giovanni Kaiblinger)
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È il modo di pensare che ha portato a non avere quasi nessun mezzo storico. :bash:
P.S.: volendo strafare, si dovrebbe riportare la 4900 storica allo stato d'origine: coda asimmetrica, sospensioni elicoidali, velette a rullo.
La mia è una critica diretta a Van Loon, per la sua chiusura a una futura ipotesi storico/museale per Eurotram e sirio.
È con questo modo di pensare che non abbiamo una 3000, una 5000, una 4500, una locomotiva del gambadelegn.
Né statiche, né marcianti.
Per non parlare dei bus buttati...
Dal mio punto di vista non si può pensare che tutto sia salvabile perchè oggettivamente non può essere così. Si salva quello che si ritiene avere un valore e meriti di essere tramandato alle generazioni successive. Qual è il valore aggiunto dato dalla conservazione di un Sirio o di un Eurotram, in un'ottica tanto storica quanto tecnica?

Non abbiamo praticamente mezzo tram storico che non sia una Ventotto, quel poco di diverso che c'è non circola o è sempre sul punto di fare una brutta fine, e il problema è preoccuparsi di preservare dei tram che hanno finito di consegnare un paio di anni fa. Prodotti per Milano, né più né meno come sarebbero potuti finire in qualunque altra città del mondo, senza alcun legame né tecnico né storico con la città? Fossimo Atene, potrei anche capire, ma per una città dalla storia tramviaria come Milano mi sembra proprio una cazzata.

Non tutto quello che invecchia acquisisce un valore e l'atto di conservare qualcosa non può essere esteso acriticamente a qualsiasi cosa, per mettersi il cuore in pace e non far torto a nessuna / nessuno.
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Perdonami...
premesso che anche solo per motivi "anagrafici" oggi non ha senso museare un Eurotram o un Sirio...
però negli ultimi anni, anche il mercato tranviario è diventato globale, per cui la perdita di peculiarità dei mezzi vale per tutto quanto prodotto da vent'anni (o forse più) a questa parte.

L'ultimo tram peculiarmente milanese è la serie 49xx, dopo di ché si è andati (nel bene e nel male) "a catalogo"...

Che si fa (nel lungo termine, ovviamente)? non si mantiene la memoria di un mezzo che avrà circolato nella nostra città per decenni, solo perchè lo stesso modello di tram ha girato per le strade di Strasburgo?

Che poi, alla fine, si tratta (ripeto nel medio lungo periodo), di conservare una Eurotram su 26 unità che han circolato per Milano, un Sirio su 48 ed un Sirietto su 68...
Ovviamente nel breve periodo concordo che le priorità siano altre, dato che rischiamo di perdere per sempre alcuni mezzi storici.
Non è un dogma dover preservare a ogni costo ogni cosa: nulla vieta poi che se tra qualche decennio l'evoluzione della tecnica e della rete tramviaria lo suggeriranno, si potrà decidere di preservare anche uno di questi tram più recenti. Però sarà una valutazione di merito che verrà fatta allora, perchè al momento non c'è alcun motivo per ipotizzarne una conservazione. Poi vorrei ricordare anche lo spazio necessario per conservare indistintamente mezzi del genere, in una città in cui lo spazio ha un costo decisamente elevato.

Poi la mia idea resta che con tutta la storia auto-filo-tramviaria che ha accumulato Milano, il margine di conservazione di un Eurotram o un Sirio è pressoché nullo. Poi le cose possono anche cambiare, ma per il momento penserei a non ritrovarci con tutte le 46xx o le 49xx originali avviate alla demolizione (discorso da estendere anche all'extraurbano e al comparto filoviario, specie con le 900 ormai di prossima dismissione).
^^

in uno scatto del 6 ottobre 2010, forse la sua ultima corsa?


2010-10-06, ATM, Milano, Montello by Fototak, su Flickr
Perchè ultima corsa? Le ultime 48xx circolanti hanno tirato regolarmente in servizio fino al 31 dicembre 2010. ;)
Siamo un po' lontani da Milano, ma visto che parte del capitale azionario della ferrovia in questione apparteneva alle FNM, penso possa trovare spazio anche qui. E' la Menaggio-Porlezza a vapore e scartamento ridotto, sospesa nel 1939 e definitivamente soppressa nel 1966 dopo aver cercato inutilmente di elettrificarla. Nella foto sotto si vede anche l'imbarcadero che permetteva ai vagoni della ferrovia di essere trasportati via lago fino a Como alla stazione lacuale (e l'ultima foto ritrae l'imbarcadero ferroviario di Menaggio). Ovviamente, essendovi la differenza di scartamento, le merci e i passeggeri dovevano comunque cambiare mezzi.

[...]
Grandola davvero spettacolare, non ricordo d'averla mai vista! Le foto di quella linea poi, tolta Menaggio e tolta la stazione di Porlezza si riducono praticamente al solo tratto di Grandola, ripreso spesso (solo binari) nelle vedute panoramiche. Latitano quasi completamente gli altri dodici chilometri di linea e tutte le stazioni intermedie.
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No, ma infatti siamo dieci anni prima! Immagine comunque strepitosa, già quando ho visto la Ventotto in curva a tutto schermo (senza i palazzi, tagliati dallo schermo), avevo capito di cosa si trattasse.. :nuts: :nuts:
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allora, mi attacco qui per continuare a parlare della foto di zara/s.glicerio; secondo me siamo nella seconda metà degli anni '30, lo confermerebbe la presenza degli stemmi applicati in quel periodo ai tram al posto di quelli doppi di cui uno col fascio littorio

in realtà ci sono altre cosette strane in questa foto: il vecchio binario alle estremità sembra che proseguisse qualche metro oltre rispetto alla curva impegnata dalla 28, che però si stacca sempre dalla vecchia sede, sembra quasi provvisoria, boh
Per il binario che prosegue qualche metro rispetto alla curva è probabile che fossero iniziati i lavori per il prolungamento del capolinea fino a via Bignami. A questo punto dovrebbe essere possibile restringere la datazione della foto se qualcuno sa quando è stato spostato il capolinea.
Si ma che senso avrebbe avuto prolungare il vecchio binario, adiacente al marciapiede?

E se fosse invece un semplice tronchino?
Condivido le perplessità di picard.
Da quel che si vede del vecchio binario sulla destra, l’anello di ritorno del vecchio capolinea era probabilmente più avanti di quello nuovo, mentre quello nuovo è qualche metro più indietro rispetto all’angolo. Evidentemente, non si voleva che il capolinea interferisse con l’incrocio stradale che si andava formando e che sarebbe stato comunque interessato dai lavori di prolungamento, quindi si preferì arretrare il capolinea di qualche metro. Non ricordo di aver mai visto tronchini a quel capolinea - ci andai molto di frequente negli anni 70, visto che mio padre faceva servizio al III Celere in via Umberto Cagni, a due isolati da lì e mi portava quando poteva in caserma, prendendo prima il 21 dal Giambellino e il 31 da largo Cairoli.
La mia idea è che per facilitare i lavori di rifacimento dell'anello di capolinea (con spostamento dei binari dal lato marciapiede ai parterre) abbiano provvisoriamente arretrato di una ventina-trentina di metri l'anello (con impianti provvisori), in modo da poter realizzare più comodamente il nuovo, non si capisce se alla stessa altezza del precedente a nord dell'incrocio o nella posizione in cui si presentava fino a una decina di anni fa, a sud dell'incrocio.

Per quanto riguarda il prolungamento del Fulvio Testi fino al Campovolo (incrocio con l'attuale via Clerici), mi sembra di ricordare che sia avvenuto nel 1931, o poco prima. Dopo di che, la notizia più vecchia che abbia trovato sul progetto di proseguire oltre il Campovolo, fino a Monza, risale all'agosto del 1933. Gli annunci riguardo la nuova strada si ripetono praticamente ogni anno fino al 1940, senza nulla di concreto. Bisognerà aspettare il 1950-51 per vedere il Fulvio Testi prolungato fino all'incrocio con l'ex Viale Reale (oggi viale Casiraghi / viale Brianza) al confine tra Sesto e Cinisello.

Questo per dire che i lavori di spostamento degli impianti tramviari dal lato del marciapiede ai parterre potrebbero essere avvenuti non in concomitanza con la realizzazione effettiva del viale (1931) come forse si è (e ho) sempre creduto, ma in vista del progetto di prolungamento verso Monza. Magari tra il 1933 (prima notizia in merito ai progetti di prolungamento del viale) e il 1937 (anno di pubblicazione sul Corriere di questa foto in cui mi sembra di distinguere gli impianti già sul parterre). Strana invece l'alberatura così parziale del nuovo tronco di viale, specie se siamo già a qualche anno dalla sua realizzazione (per dire, sul viale Zara l'alberatura del viale aveva preceduto la stessa creazione delle carreggiate stradali!).



Allego invece questa foto già riproposta qualche tempo fa da Marzio, in cui si vede chiaramente il binario dispari del viale (lato ovest) proseguire oltre l'incrocio con via San Glicerio, ovviamente prima dello spostamento degli impianti sul parterre. L'anello di ritorno in origine sembra quindi essere "appena dopo" l'incrocio con San Glicerio / Goffredo da Bussero. Ciononostante non mi torna invece quel palo di sostegno della rete aerea che si vede sulla sinistra nella foto di MilanoManiac, che non sembra sulla traiettoria dell'anello di ritorno (anche perchè in curva!), ma su quella di un possibile prolungamento in rettilineo degli impianti lato marciapiede. Volendo fantasticare, sulla foto sembra vedersi anche la traccia di un binario che prosegue sul lato ovest del viale, senza rete aerea. Molto probabilmente un effetto ottico, però già che ci siamo, l'ho segnalato per farlo vedere.

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Sincronicità vuole, che trovo adesso su Milano Sparita la stessa foto tratta dal Corriere, che avevo segnalato nel messaggio sopra. Io l'avevo trovata in un articolo del 30 giugno 1937: se vecchiamilanodoc l'ha trovata già pubblicata in uno del 1936, significa che possiamo azzardarci a restringere di un anno i lavori di spostamento degli impianti tramviari: non più 1933-37 ma 1933-36.

Milano, 1936. immagine del nuovo vile per Monza, il primo tratto di 5 km da lagosta, arrivava al campo
di volo di Cinisello. In futuro sarà allargato.



Archivio Corriere Della Sera
Quindi per te non c'è nessun anello di ritorno più avanti, compreso tra i pali che si vedono a ridosso dell'incrocio? Solo due tronchini che proseguirebbero in rettilineo fino all'incrocio (sul lato pari del viale, quello a destra) o addirittura oltre (sul lato dispari, di sinistra)?
forse per non dover pagare diritti di immagine all'ATM o evitare qualsiasi dubbio a riguardo ...
Avrà deciso di comprare la foto che più gli piaceva (a lui o a chi si è occupato della copertina), attingendo tra le immagini online di un'agenzia fotografica qualsiasi. Pagati i diritti sull'immagine (verosimilmente :nuts: :nuts: :nuts: ..anche se non ho guardato il tariffario), ecco la copertina del libro.
Ciao, questa foto è possibile vederla in una risoluzione maggiore?



Grazie.
Purtroppo quella che ho io non è molto più grande..

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Bellissima foto, rimando la discussione specifica sul luogo di scatto a MILANO Sparita.

Personalmente ho sempre pensato che questa serie di riprese tramviarie sia stata scattata in piazza Coriolano: nel caso, quella a destra sarebbe la Curt de San Michèe cüisch / Cascina San Michele alle Quattro vie e quelli a sinistra, più in lontananza, i tetti della Cascina Lupetta. Attendo riscontri, in particolare da perfe4, grande conoscitore di quelle zone.

[...]
io non me la ricordo, Franco gradirà ;)
Confermo l'inedito assoluto e ringrazio!
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Strepitosa! Quello a destra non è l'Albergo Loreto? Quindi si tratterebbe dell'imbocco di viale Monza ancora integralmente alberato!
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sofismi toponomastici che non mi appassionano, al contrario della data di sparizione degli alberi e del reale "colpevole", faccenda su cui sto trovando altri indizi
Peraltro la stessa fine l'avevano fatta anni prima gli storici pioppi sul viale di Loreto. D'altra parte erano alberature pensate per quando quei viali erano stradoni di campagna..

Se ti può consolare, nel parlare comune sentivo spesso "Viale Padova", che gli alberi non li ha mai avuti...
Non escludo che possa averne avuti in epoca passata, come anche molte altre strade militari. La stessa strada del Sempione era - interamente? - alberata, eppure di quella colossale alberata nella pianura s'è persa praticamente ogni traccia, oltre che la memoria.
Architettonicamente mi ricorda Torino; oltretutto noi non abbiamo caseggiati di quel tipo (per di più di tre piani), né portici di quel genere. Non escludo sia il lato sud di piazza Castello, anche vedendo la luce (di mattina).
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