(Il testo è tratto dal recente volume edito dall'Allemandi LE RESIDENZE SABAUDE)
PALAZZO CHIABLESE
(immagine da
www.museotorino.it)
Il Palazzo Chiablese ha acquisito una sua unitarietà architettonica nel XVIII secolo a opera di Benedetto Alfieri. Pur se l'origine non è certa, a seguito di ritrovamenti evidenziatisi durante i recenti lavori di restauro, condotti dalla Soprintendenza, si può affermare che l'impianto è antecedente al XV secolo. La prima proprietà è della marchesa Beatrice Langosco di Stroppiana e del secondo consorte, Francesco Martinengo di Malpaga, ai quali, per i servigi resi, il duca di Savoia Emanuele Filiberto donò il Palazzo rimodellato ed eretto a fine Cinquecento sulla piazza Castello, su disegno del Vitozzi. Nel 1642 vi abita il cardinale Maurizio di Savoia con la consorte Ludovica, figlia di Vittorio Amedeo I; alla morte di quest'ultima il Palazzo è trasformato in uffici a servizio della Corte reale. Nel 1753 il re Carlo Emanuele III affida all'architetto Benedetto Alfieri il progetto per riplasmare la residenza destinata al figlio Benedetto Maria Maurizio, duca del Chiablese. Dopo la morte del duca nel 1808 il Palazzo ospita nuovamente uffici per la Commissione Esecutiva di occupazione francese formata da Carlo Botta, Carlo Bossi e Carlo Giulio, soprannominata "dei tre Carli". Nel 1814 il Palazzo ritorna alla duchessa Marianna di Savoia, vedova di Benedetto Maria Maurizio, che alla sua morte, avvenua nl 1824, lo lascia in eredità al fratello Carlo Felice. Il duca continua a utilizzare il Palazzo come abitazione anche dopo il 1821, quando diviene re. Alla morte di Carlo Felice, avvenuta nello stesso Palazzo, l'usufrutto rimane alla regina vedova Maria Cristina, mentre il Palazzo è ereditato da Ferdinando duca di Genova, rimanendo quindi al ramo Savoia-Genova per tre generazioni. Nel 1851 vi nasce Margherita, figlia di Ferdinando ed Elisabetta di Sassonia, prima regina d'Italia. Durante la Seconda Guerra Mondiale il Palazzo subisce notevoli danni e purtroppo molti arredi ed elementi decorativi vanno persi; negli anni cinquanta la proprietà passa la Demanio dello Stato che lo utilizza come sede degli uffici delle Soprintendenze.
(fine della citazione, da qui in avanti il testo è mio!)
L'INTERNO
Si accede al primo piano nobile attraverso uno scalone settecentesco in marmo bianco, sovrastato dalla balustra da una statuta raffigurante Carlo Felice.
La prima, grande sala che si incontra è, come da etichetta, la sala delle Guardie Svizzere, dove i recenti lavori di restauro hanno permesso di recuperare le quadrature del lambriggio dipinto a finto marmo; nella sala sono presenti grandi tele di metà Settecento raffiguranti animali opera di Angelo Maria Crivelli detto il Crivellone, precedentemente collocate nel castello di Moncalieri. Dopo la sala si entra nelle tre anticamere (Guardie del Corpo, Valletti e Paggi), che conservano interessanti sovrapporte di artisti della seconda metà del Settecento già attivi nelle altre residenze, Antoniani, Ottani, Alberoni.
Interessante poi la Camera di Parata, dov'è presente un bellissimo ritratto della regina Margherita vestita in nero, opera del pittore Tallone; ma il vero pezzo forte dell'appartamento è la Sala denominata degli Arazzi, in quanto nel 2008 è stata qui ricollocata una serie di arazzi facenti parte delle "Storie di Artemisia", realizzati nel 1619-1620 dalla manifattura del Fauburg Saint-Marcel a Parigi e acquistati da Vittorio Amedeo I per il Palazzo Ducale di Torino.
Restaurati nel Settecento per il riallestimento degli appartamenti del duca del Chiablese per Carlo Emanuele III, sono rimasti qui fino agli anni '60 nel Novecento, quando furono spostati nei depositi di Palazzo Reale per il restauro seguito ai bombardamenti.
(immagine da
http://www.consultaditorino.it)
Il restauro e il riallestimento della sala sono stati possibili, come spesso succede da noi, grazie al contributo della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino.
In generale, il Palazzo ha subito diverse perdite nel corso del tempo, sia per quanto riguarda i decori fissi, che gli arredi. Attualmente il progetto è quello di includere nel percorso del Polo Reale anche il Palazzo Chiablese rinnovato e probabilmente liberato dagli uffici della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici delle province di To-Cn-At-Bi-Vc e della Direzione Regionale, ipotesi questa ancora tutta da studiare. Tra il Palazzo e Palazzo Reale esiste tuttora un comodo collegamento che si effettua dallo Scalone d'Onore di Palazzo Reale tramite una piccola galleria disegnata da Benedetto Alfieri, che era stata visibile un paio d'anni fa per una mostra fotografica.