Degrado e sprechi, Pompei senza guida da 6 mesi
Repubblica — 03 ottobre 2010 pagina 23
ROMA - Da sei mesi senza vertice il parco archeologico più importante del mondo, quello degli scavi pompeiani.
Il ministero dei Beni culturali non ha ancora nominato il responsabile definitivo della soprintendenza unificata di Napoli e Pompei.
È giallo sulla mancata nomina:
il 29 settembre il ministero avrebbe dovuto incaricare un responsabile definitivo, Angelo Maria Ardovino, ex dirigente generale per i Beni Archeologici. Ma il ministro Sandro Bondi all' ultimo momento non ha firmato il decreto, senza un perché ufficiale. C' è, sulla vicenda, solo un retroscena molto riservato:
il candidato risulta infatti indagato dalla procura Salerno nell' ambito dell' inchiesta sui fondi europei insieme a Giuseppe Proietti (ex capo di gabinetto del Ministero e ad interim da aprile a settembre a Pompei), all' ex soprintendente regionale Stefano De Caro, alla sua collega di Paestum Giuliana Tocco Sciarelli, a Giuseppe Bilardi, ex dirigente del settore Bilancio del Ministero, all' archeologa di Velia Giuseppina Bisogno e alla ex soprintendente di Salerno, Maria Luisa Nava.
La scorsa settimana la nomina di Ardovino salta, viene annullato il relativo bando. Mentre l' incarico viene affidato a un reggente provvisorio, Jeanette Papadopoulos, funzionaria ministeriale. Va detto che
sugli scavi di Pompei, gestiti dal giugno del 2009 al giugno 2010 dal commissario della Protezione Civile Marcello Fiori, è in corso un' indagine della magistratura, in particolare sull' abusivismo per i materiali e i metodi con i quali si è proceduto al restauro del Teatro Grande inaugurato nell' estate scorso da Riccardo Muti. Il procurare di Torre Annunziata, Diego Marmo, ha incaricato la Guardia di finanza di sequestrare anche il bilancio dell' anno di gestione di Fiori. Gli archeologi di Pompei raccontano che per questi interventi, alle spalle del quadriportico per costruire gli spogliatoi è stata distrutta un' area inesplorata dalla quale si aspettavano scoperte significative per la storia della città distrutta nel ' 79 dopo Cristo. L' addio di Fiori lascia sul campo dubbi e contraddizioni. Su 79 milioni disponibili per rimettere in sesto Pompei, tolti i 30 che erano già stati impiegati dal predecessore di Fiori, Profili, altri 20 il commissario della Protezione civile li ha spesi per attività di servizio, che, con l' emergenza, non hanno niente a che vedere. E ne ha impegnati altri 21 che dovevano essere resi disponibili dalla Regione, che non l' ha ancora fatto.
Altri 13 milioni del portafoglio di Pompei sono andati alla Wind.O meglio, dovrebbero andare, perché in queste pratiche se in soprintendenza manca il "Rup", responsabile unico del procedimento che attesta la qualità scientifica dell' intervento da saldare, il pagamento non avviene.
L' indagine della procura vesuviana è tesa anche ad accertare per quale motivo la Protezione civile abbia agito in deroga alle norme, come è sua facoltà in caso di emergenza, anche se non ce n' era motivo. Ma i primi a volersi rendere conto dello stato dell' arte sono a Roma: prima di andar via, Proietti ha ricevuto una lettera di Bertolaso che annunciava un' ispezione sul bilancio del commissariamento Fiori.
Che la priorità non è stata la conservazione e il restauro, lo dice l' ultima spesa, di pochi giorni fa: alla prima pioggia ha ceduto una trave del tetto della Casa di Polibio: sono stati chiesti lavori di somma urgenza per 50 mila euro.
Sfortunato un altro capitolo di spesa voluto da Fiori stanziato a favore della onlus "Co2" che avrebbe dovuto promuovere l' immagine di Pompei.
L'iniziativa più pubblicizzata, "(C)Ave Canem", per favorire l' adozione dei randagi degli Scavi. I cani non hanno trovato padroni, in compenso, sono aumentati di numero perché chi voleva disfarsi di un animale, attirato dalla pubblicità, l'ha portato a Pompei.
http://ricerca.repubblica.it/repubb...grado-sprechi-pompei-senza-guida-da-mesi.html
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DEGRADO-POMPEI, IL MINISTRO BONDI PRESENTA IL COMMISSARIO RENATO PROFILI: FUORI GLI ABUSIVI E STRETTA SUI FANNULLONI
venerdì 18 luglio 2008
La prima cosa da fare per Pompei? "Cacciare gli abusivi", taglia corto il nuovo commissario Renato Profili. Ministro e sottosegretario, dopo una passeggiata a passo di carica tra le eccellenze dell'area archeologica appena commissariata, lo hanno appena ufficialmente investito di pieni poteri, "poteri ordinatori e derogatori", precisa davanti alla stampa il sottosegretario Francesco Maria Giro.
A Pompei
il prefetto gestirà la cassa - i 40 milioni di euro della Soprintendenza a cui si dovrebbero aggiungere altri 17 milioni della Regione Campania - e dovrà affrontare di petto, da subito, gli abusi più vistosi, "dall'abusivismo al ristorante, dai cani randagi ai servizi igienici pessimi", ricorda Bondi.
Ma non solo:
contestualmente Profili dovrà mettere mano alla questione custodi, riorganizzandone il lavoro, rimettendo in riga "gli svogliati e i senza divisa". Di nuove assunzioni, almeno per ora, non se ne parla. E' vero che l'ordinanza prevede la possibilità di ricorrere ad agenzie di vigilanza privata, ma lui chiarisce di non volerne sapere: "di agenzie private non voglio sentir parlare - reagisce nervoso all'ennesima domanda - io conosco solo lo Stato, i carabinieri, la Finanza, la Polizia".
Per ora ci si arrangia con quello che c'è, 150 custodi che tra turni, servizi notturni, malattie e ferie si traducono in non più di 30 unità per turno, spalmati su un'area enorme anche contando le poche case aperte.
E proprio quello della apertura al pubblico,
delle tante case restaurate eppure ancora inaccessibili (le visitabili sono il 35%) sarà il secondo punto nell'agenda del commissario.
Bondi ne sottolinea l'esigenza già mentre visita, guidato dal soprintendente Pietro Guzzo, la casa di Menandro. Attorniato dal piccolo plotone di addetti ai lavori e parlamentari ( ci sono Diana De Feo il sottosegretario all'economia Nicola Cosentino, il parlamentare della pdl Cesaro)
il ministro chiede quante siano le case ancora chiuse.
Il soprintendente gli mostra una piantina che le indica, evidenziate in giallo, lui sgrana gli occhi, gli scappa un esclamativo ("Ma sono la maggioranza!!") poi ridimensiona i toni, parla di "impressionante enormita' del potenziale" di Pompei.
Tant'è. "Bisogna aprire, far vedere al mondo che ci muoviamo", commenta poi tornando con il commissario verso l'Auditorium, dove è prevista una riunione tecnica.
I cronisti gli fanno notare che non ha visitato le zone del degrado. "La situazione la conosco ora bisogna agire", risponde. Le piante con le case aperte e quelle chiuse, le ha volute tenere. "Le mostrero' ai colleghi in consiglio dei ministri', assicura. Nell'auditorium la riunone tecnica dura mezz'ora, a Napoli aspetta il Cdm.
"Questo e' un giorno importante, per me e' la prima vera prova da ministro", esordisce poi Bondi parlando alla stampa. Tre, riferisce, i punti messi a fuoco nella riunione alla quale ha partecipato anche il presidente del consiglio superiore Salvatore Settis: gestione dell'emergenza e riaperture, ma per il futuro anche nuove modalita di gestione, con aperture a enti locali, fondazioni bancarie , private. "Il lavoro comincia adesso", sottolinea Bondi. Che poi lascia al sottosegretario Giro il compito di finire la conferenza stampa.
Un giornalista giapponese insiste nel chiedere se sono state individuate responsabilita', perche' si sia arrivati fino a questo punto. Per tutti alla fine risponde Settis: "piu' che colpe individuali - dice - parlerei di una lunga sedimentazione di microproblemi".
Ma la scelta del commissario, conclude il professore che da settimane sta incalzando il ministro sul dramma dei tagli che incombono sulla cultura, "e' potenzialmente promettente".
(ANSA).
http://paolochiarielloblog.blogspot.com/2008/07/degrado-pompei-il-ministro-bondi.html