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RFI | Ferrovia Arcisate - Stabio | Collegamento Italia - Svizzera

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Alcuni link...

http://www3.varesenews.it/varese/articolo.php?id=146260

Il tracciato non ho trovato immagini migliori.

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^^ A proposito: ho visto il binario 2 di Mendrisio con un curioso "interramento" fino alla testa della rotaria (con controrotaia immagino). Conosci il motivo? Per permettere ai mezzi d'opera di spostarsi lungo il binario (in esercizio immagino) per l'innalzamento del relativo marciapiede?
^^ Ma che domande fai Friedrichstrasse? Proprio tu non sai che la ferrovia della Valmorea collegava Mendrisio proprio con Castellanza e che il tratto iniziale da Mendrisio fino a Stabio sarà utilizzato proprio per la Arcisate-Stabio?

Il nesso mi sembra "lapalissiano":lol::lol:

:nuts::nuts::banana::banana:
^^ Sei fuori tema!
Va alla vecchia stazione di Castellanza. È rimasto per poter servire un'industria (in teoria, perché quel raccordo non è più usato da anni).
Sei troppo buono!:lol:
Se le cose stanno come descritto, hanno ragione: è il committente a farsi carico delle variate condizioni legali. Se al momento del contratto le terre arsenicate era permesso che venissero riutilizzate, e poi in itinere sono cambiate le leggi che non lo permettono più, non è certo l'impresa a doversi fare carico dei costi.
D'altro canto se per le "sistemazioni ambientali" si decide di utilizzare tali terre, ciò è una variante di progetto, e lo deve fare RFI.
Sono due cose diverse: gli extra costi, e la modifica del progetto per le sistemazioni ambientali.
Sempre che le cose siano così come descritto.
^^ Che cosa "sapeva", della terra arsenicata? Lo sapevano tutti, persino i ciottoli dei torrenti! Anzi, bastava chiederglielo ;)
L'assurdo è che per una cosa del tutto naturale non ei possa trovare un eccezione ad una regola pensata per situazioni artificiali, ovvero la soluzione c'è: rimettere la terra la dove l'arsenico naturale c'è in misura identica.
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^^ Certo, come no. Hai detto: "Cotica!"...
Ma perchè al Svizzera, avendo meno paturnie riguardo all'arsenico naturale non si è offerta di farsi carico lei di tali terre? Aspettavano una richiesta in tal senso da parte italiana?
"Paturnie"? Sì, paturnie!
@Paolo1979: I soldi sono una cosa, trovare la soluzione per depositare il materiale, un'altra.

La questione era semplice:
ICS aveva previsto di riutilizzare le terre escavate, in loco o altrove, ed aveva scontato dal preventivo tale riutilizzo. Venuta meno la possibilità di farlo, ha chiesto di rientrare dello sconto. Risposta di RFI: picche! Ed è uno dei problemi.
Poi c'è la questione di dove mettere le terre arsenicate escavate. Fino a quando han potuto depositarle provvisoriamente, hanno proceduto con i lavori, poi si sono fermati.

Una mera questione di soldi si sarebbe potuta risolvere in poco tempo, ma cercare la soluzione per le terre ha comportato il blocco fisico del cantiere. Con tutto quello che ne segue.

Quindi la mia domanda, che riformulo, resta: sarebbe stato possibile chiedere alla Svizzera una "valvola di sfogo" per il deposito delle terre, ovviamente non "aggratis"?

Anche perché alla Svizzera la mancata attivazione del servizio, costa soldi (e magari nella convenzione ci sono delle penali che può far valere sull'Italia). Quindi per limitare il danno avrebbe potuto farsi parte attiva. Magari lo ha fatto e gli italiani hanno risposto "picche, 'che pensi mi!"
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Non capisco! Dici che non è una mera questione di soldi e poi per la soluzione a tutte le tue domande servono i soldi? Allora è una questione di soldi?

Se non posso riutilizzare le terre sono costretto ad acquistare il materiale per produrre il calcestruzzo/riporti di terra. Chi paga?
Se non posso stoccare le terre di scavo le devo affidare a ditte specializzate che le trattino. Chi paga?
La Svizzera può farsi carico dello stoccaggio o, perchè no, dello smaltimento delle terre, ma non gratis! Chi paga?

Se non è una questione di soldi, che cosè?
Il fatto che il cantiere è bloccato non è questione di soldi, che alla fine si sono trovati, è che non si è ancora trovato il modo di depositare le terre, ovvero che serve un nuovo passaggio al CIPE per tutto quello che concerne a tale necessità e relativa documentazione. La cosa è costata almeno 6 mesi.

E con il fermo dei cantieri, che una volta bloccati per lungo tempo richiede altro tempo. La soluzione "Svizzera" avrebbe potuto essere anche temporanea, giusto il tempo per dare corso alla burocrazia, senza bloccare l'escavazione della galleria.

Ripeto: "Una mera questione di soldi si sarebbe potuta risolvere in poco tempo, ma cercare la soluzione per le terre ha comportato il blocco fisico del cantiere. Con tutto quello che ne segue." Non ho detto che i soldi non c'entrano.
Quale sarebbe stata la soluzione "all'italiana"?
CIPE: non è il ministero dell'ambiente. Tutta la definizione dei siti di stoccaggio e compagnia cantante è finalizzata a sbloccare i fondi necessari, magari in una seconda seduta se ci sono prescirzioni, ma a stretto giro di posta. Il CIPE è il luogo dove definire il "chi paga", altrimenti a che serve? Certo il CIPE potrebbe anche dire: no, io non pago. Allora sono guai seri. Ma non penso che si presentino in tale occassione se non sono certi di una risposta positiva.
Nel senso che non avremmo dovuto pagarla?`:lol:
Ovviamente no. Come la Germania per i rifiuti della Campania: si fa pagare per il trasporto, per il trattamento e si tiene anche i frutti (energia e materie riciclate, anche perchè è un buon rifiuto che la Campania non sapeva deve mettere. Vedi analogie?).
Ma conoscendo le lungaggini burocratiche e le norme europee particolarmente restrittive (che poi sono convito che è il recepimento italiano di tali norme che è diventato un "burosauro", ovvero l'interpretazione della nostra burocrazia delle norme europee:bash:), sarebbe stato saggio proporlo.
Ovvio che poi la reazione svizzera, ad una idea tardiva, pure con fare supponente del sindaco di Induno Olona, merita la risposta del consigliere Barra.
Se poi la Svizzera può chiedere i danni all'Italia per il mancato avvio del servizio (ricordo che l'opera viene realizzata per svolgervi un servizio, non tanto per costruire qualcosa), il danno è risarcito. Ma se c'era possibilità di evitarlo o ridurlo non sarebbe stato meglio?

Comunque, "possibile" era di certo possibile. Non me ne intendo assolutamente di geologia e simili, ma immagino però che spostare tutta quella montagna di terra(perché era una montagna, lo si è visto in un servizio della trasmissione Falò) sarebbe stata un'impresa costosa e avrebbe richiesto molto tempo.
Il dubbio è se la cosa era prevedibile prima di aprire i cantieri. Se fosse stato preso in considerazione per tempo, lo "smarino" della galleria (mi pare che sia solo la galleria il problema) avrebbe potuto essere trasportata via usando una ferrovia provvisoria lato Gaggiolo/Stabio (eventualmente anche con destinazione Italia), senza le centinaia di camion necessari lato Italia. Ma così non è stato. E se i camion si fermano, e le montagne crescono, sono altre perdite di tempo e costi. Con i camion la cosa funziona solo se la terra scavata viene portata via senza soluzione di continuità. Tranne quella che riutilizzi.
Poi non conosco la normativa, ma di fatto cosa non era possibile fare in Italia? Risotterrare la terra? Utilizzarla? Perché se è vero che anche in Svizzera è stata trovata terra con arsenico nel cantiere, si parlava di concentrazioni minime. Lo erano anche in Italia? Questa terra è stata poi subito riutilizzata nel cantiere.Come sarebbe stata utilizzata quella italiana? Perché il problema non era di certo lo stoccaggio provvisorio.
Da quanto ho capito, è che la terra arsenicata nelle concentrazioni trovate (poi bisogna verificare quali concentrazioni) è un rifiuto speciale, che può essere stoccato dove non altera l'equilibrio naturale esistente, e non può essere utilizzata per le opere come inzialmente previsto, e come dici hanno fatto in Svizzera. Il trattamento è costoso se non impossibile, e portare in discarica controllata milioni di metricubi, follia.
Come ho detto: il problema non era stato preso in considerazione. Si pensava di poter utilizzare tutto lo smarino della galleria, in loco, altrove e per i ripristini ambientali alla fine dei lavori. Nulla di tutto ciò è possibile.

Nel Mendrisiotto di spazio ce n'è ben poco, di certo di meno che in Italia. Oltretutto, politicamente, una simile operazione avrebbe scatenato un putiferio (in Ticino).
Ovviamente l'idea è valida se in Svizzera la normativa ne consente l'uso. Se anche in Svizzera le concentrazioni trovate sono inaccettabili, il discorso decade nella sua premessa iniziale. Sarebbe: "Come non detto."
Molto meglio che si sia trovata una soluzione in loco (ma, appunto, quale soluzione è stata adottata?).
Sempre, ma con 2 anni di ritardo. E poi non è che il "loco" sia diverso solo per la presenza di un confine amministrativo ;)
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A proposito, Sabato a Stabio ho intravisto una Re4/4 in livrea TEE con alcune carrozze presumo storiche. Qualche notizia/foto?
Grazie.
^^ Adesso non paragoniamo il lavoro eseguito in Svizzera con quello da eseguire in Italia: tutt'altra complessità!
La normativa non avrebbe dato fastidio a nessuno se si fosse sondato il terreno in maniera puntuale.
Ma se lo si avesse fatto, pensate che oggi ci sarebbero dei lavori in corso? Forse solo perché ce un accordo internazionale, altrimenti....
E non sto dicendo che i sondaggi sono stati omessi di bella posta, ma solo per insipienza o fretta.
^^Per il nuovo appalto, sempre che si trovi impresa che voglia eseguire le opere al prezzo proposto da RFI, sarà necessario almeno 1 anno prima che il cantiere riparta. Nella migliore delle ipotesi. E visto lo stato del cantiere, considerando che dovrà essere rimesso in movimento dopo mesi di inattività, 2 anni sono pure generosi. Orario 2019 è il più probabile.
Io invece penso, che nel tentativo di non "sfigurare" la progettazione sul lato italiano sia stata fatta col c..lo, "dimenticando" i sondaggi del terreno o sottovalutando il problema pesantemente.
Questo anche per vincere lo scietticismo dei ticinesi.
Si fosse fatto tutto secondo le procedure italiche, ora staremmo molto più indietro, sempre che la cosa fosse stata avviata.

In sostanza: hanno bluffato, pesantemente, ed il bluff è stato visto. Ma alla fine l'opera si farà, quindi il bluff è parzialmente riuscito.

Non è molto edificante, ma è pragmatico. E sono anche convinto che se così fosse, i politici svizzeri ne fossero a conoscenza. Nessuno lo ammetterà mai.
^^ E pensare che il nome Trenord campeggia ben-bene sui treni TILO di cui ha pure pagato una parte, almeno così dovrebbe essere.
E' "tafazzismo" allo stato puro!
^^ Resta il fatto che per la destinazione di "Malpensa Aeroporto" vale solo la tariffa speciale.
Per FN sono tutti MEX, per RFI sono/erano R.
^^ Non è esatto. Tutti i treni per Malpensa e SOLO per la destinazione Malpensa Aeroporto, sono a tariffa speciale. Le destinazioni intermedie sono di prima o seconda classe a tariffa regionale
I treni da Centrale che effettuano più fermate ed offrono servizio di prima e seconda classe a tariffa regionale sono identificati da RFI e TI come "R", mentre quelli di sola prima classe sono classificati "R" da TI (vedi quadro orario "M14"), mentre RFI li identifica come "MXP" sui tabelloni cartacei di stazione.
Per FN/TN sono sempre tutti "MXP" anche quelli che da Centrale partono come "R": cambia anche la numerazione, p.e. "R" 24922 diventa a Bovisa "MXP" 10327, mentre il "MXP" 24924 diventa a Bovisa "MXP" 327.
Inoltre "MXP" è l'abbraviazione ufficiale dell'aeroporto di Malpensa, e mi pareva di ricordare che la categoria dei "Malpensa Express" fosse "MEX". Tant'è che a volte i treni sono chiamati "MXP Express" che sarebbe onomatopeico se "XP" stesse per "express". Ma tant'è.

In sostanza: un gran casino!

"Malpensa Express" dovrebbe essere solo il nome del treno, non una categoria specifica. Il treno ricadrebbe nella categoria "RE/RV" o "R" a seconda che faccia servizio espresso "solo prima classe", o regionale con pure la seconda.

Ma soprattutto che TN/FN omologassero le categorie di treno con TI/RFI!
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