Perchè gli stilisti non si decidono a mettere dei biglietti in vendita anche per le persone che non lavorano nella moda o non fanno i giornalisti , eventualmente in spazi sufficientemente grandi ? Le sfilate diventeranno mai qualcosa di più democratico , anzichè un circuito esclusivo per " povere " modelle anoressiche alte anche più di 180 cm . , fotografi paparazzi qualche "pappone" e la solita gente invitata , con relativi disagi per la cittadinanza quali l ' aumento del traffico e la diminuzione di posti liberi nei parcheggi ? Inoltre per me sarebbe bello avere in una città come Milano anche la presenza di showrooms e negozi di stilisti francesi e di altre nazionalità , visto che pare che la concorrenza faccia bene . La stessa cosa dovrebbe avvenire anche a Parigi New York ecc... , se già non accade . Comunque la cosa migliore sarebbe che si usassero solo prodotti cruelty free ( anche pellami animali purchè prelevati solo dopo la loro morte naturale , cosa in teoria più che possibile ) . Per quanto ne so , a parte forse alcune piccole iniziative semisconosciute , l ' unica iniziativa aperta al pubblico è la sfilata di alta moda a Roma in piazza di Spagna . O è anche quella a inviti , con barriere transenne security e simili ? Ma esistono ancora comunque queste sfilate di alta moda in piazza di Spagna ? Comunque , se gli stilisti facessero la grazia di aprire le sfilate , vendendo dei biglietti potrebbero anche aumentare i profitti , o almeno pagare le spese per l ' affitto di spazi abbastanza grandi e l 'organizzazione dell ' evento , e comunque credo che avrebbero da guadagnarci quantomeno in termini di simpatia , popolarità ( visto che tutti o quasi , comunque molti , possono vestire Armani Dolce e Gabbana Prada ecc.. e la loro fame di mercati e profitti , mi sembrerebbe assurdo puntare sull ' esclusività ) , oltre che maggiore pubblicità e notorietà alle loro creazioni . O no ? Poi nessuno ovviamente può vietare a loro e a nessun altro di organizzarsi megaparty per soli vip modelle e modelli , ma questo è un altro discorso .