Da Italians:
Fattore Imbarazzo.
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Scrive Giacomo da Londra: "E' inutile che il centro-destra s'arrabbi con Tremaglia. La realtà è che Berlusconi ci ha fatto fare figure meschine in Europa e nel mondo. Figure che ci hanno messo in imbarazzo. E questo imbarazzo credo sia stato determinante nell'andamento del voto estero."
Scrive Emanuela da Washington: "Non potete neppure immaginare quante volte ho sentito commenti in seguito a una gaffe di Berlusconi: uno stillicidio quotidiano che porta all'esasperazione e alla fine non se ne può più! E questo dev'essere successo a TUTTI gli italiani all'estero, non solo a me."[...]
E' vero: nel IV Referendum su Berlusconi, questi italiani hanno votato "no", scegliendo la sinistra. Ma qualcuno, a destra, dovrebbe chiedersi: perché?
Un'ipotesi. Anzi, un'impressione: molti connazionali all'estero hanno usato quest'elezione 2006 per regolare un piccolo conto personale. E poiché gli italiani all'estero hanno, di fatto, deciso l'esito del voto, val la pena cercare di capire.
Qual è l'accusa al presidente del Consiglio? D'essere un "detonatore di stereotipi": di cui l'Italia - ci piaccia o no - è produttrice instancabile. Lo stereotipo nazionale è un esplosivo che, maneggiato con delicatezza, risulta inoffensivo. Meglio non scuoterlo, però: altrimenti esplode e può far male.
Silvio Berlusconi non se n'è curato. La decisione di essere un "politico antipolitico", un primo ministro popolare e populista, l'ha portato a utilizzare all'estero gli stessi codici che gli hanno garantito il successo in Italia (e l'hanno portato, anche stavolta, a sfiorare una clamorosa riconferma).
La passione per il calcio, d'accordo; ma un premier proprietario della TV, nelle democrazie del mondo, non piace. Va bene la mano sulla spalla dell'amico George e del caro Vladimir; vanno male - molto male - le battute sessuali sulle colleghe capo di governo, e le allusioni sulle disponibili segretarie italiane. Si può essere anticonvenzionali; non si possono fare battute sul nazismo nel Parlamento europeo, mostrare le corna nelle fotografie, ricevere i premier stranieri con la bandana, paragonarsi a Napoleone e Gesù Cristo. O meglio: si può, ma c'è un prezzo da pagare. E l'hanno pagato i connazionali all'estero. Per chi, nel mondo, ha pregiudizi sul nostro Paese, queste sono occasioni ghiotte: infatti, non se le è fatte sfuggire.[...]
Li conosco bene, questi nomadi che hanno patria: so quanto sono orgogliosi, sensibili, forti e fragili. Posso dire che il risultato del voto all'estero non mi ha stupito per niente?
Beppe Severgnini