il PROGETTO








Biblioteca, la tentazione
di Torino Esposizioni
Sale lettura con vista Po e Parco del Valentino, una biblioteca moderna, multimediale e con tutti i comfort. Una biblioteca civica nuova di zecca sotto la volta novecentesca disegnata da Pier Luigi Nervi, dando così una destinazione definitiva a quello che era lo storico quartiere fieristico della città, Torino Esposizioni. Area che, dopo l'arrivo del Lingotto, è in cerca ancora di una vocazione. "Sarebbe una location bellissima", dice l'assessore alla Cultura, Maurizio Braccialarghe. Ma trasferire i quasi 600 mila volumi contenuti nell'edificio di via della Cittadella angolo corso Palestro è quasi una necessità. Sul tavolo dell'assessore c'è già un fascicolo con la valutazione dei costi, a seconda della formula: dal trasloco temporaneo, per consentire gli interventi in corso Palestro, a nuova biblioteca definitiva, anche in versione deluxe, con museo del libro annesso, o in quella light.
Il palazzo che ospita la Biblioteca Civica ha bisogno di lavori di ristrutturazione e manutenzione urgenti. E gli spazi sono ridotti al minimo: molte collezioni vengono ospitate in magazzini esterni e sono difficilmente consultabili. Trovare un'alternativa è una necessità. Già a metà degli anni 2000 era spuntato il progetto della nuova sede, firmato dall'architetto Bellini, sull'area ex Westinghouse. Intervento mai realizzato, spostato da una parte all'altra di Torino è ritenuto proibitivo per il costo: oltre 220 milioni. Un'idea per dare una nuova casa alla Civica potrebbe essere
quella di prendere il progetto Bellini, togliere la parte del teatro, e fare una versione low cost. Ma il recupero di Torino Esposizioni potrebbe essere una buona alternativa, trasformando il quartiere fieristico nato alla fine degli anni '30 e rimesso a nuovo nel dopoguerra. Gli spazi sarebbero più che sufficienti e in riva al Po si sposteranno comunque, in via transitoria, le raccolte ospitate in via della Cittadella.
"Le valutazioni sono in corso - spiega Braccialarghe - il luogo è adatto. Una cosa è un trasloco temporaneo, un'altra è la nuova sede. Per realizzare biblioteca e museo del libro è necessario investire dai 35 ai 40 milioni, per trasformare Torino Esposizioni in una biblioteca moderna che contenga tutte le raccolte Civiche si spenderebbero dai 15 ai 20 milioni. Per un trasloco temporaneo, sale magazzino utilizzabili dal pubblico, i costi sarebbero inferiori, ma siamo in attesa di una valutazione. Il problema non sono gli arredi, ovviamente, ma l'impiantistica. I costi di gestione sono alti". A Braccialarghe il progetto Torino Esposizioni piace, i costi, anche se molto inferiori a quelli della Bellini, sono comunque un ostacolo. Si centrerebbero due obiettivi: "Una nuova sede per la Civica e il riutilizzo di una parte del patrimonio della città".
(21 marzo 2013)
Torino, la biblioteca civica andrà a Torino Esposizioni
La biblioteca civica di Torino dovrebbe aver trovato la sua nuova destinazione. Definitivamente tramontato il progetto di Bellini, la nuova ipotesi è il trasferimento a Torino Esposizione, nel padigline che fu teatro anche delle gare di Hockey durante le Olimpiadi del 2006. La giunta comunale ha dato il via libera e due mozioni presentate dai consiglieri Gianni Ventura, Luca Cassiani e Guido Alunno chiedono di veerificare la fattibilità strutturale ed economica dell’idea. Ora la palla passa nelle mani dell’assessore alla Cultura Braccialarghe, che già si era detto favorevole all’ipotesi, e di quello all’Urbanistica Lo Russo. I problemi sono ovviamente molteplici, soprattuto dal punto di vista economico. Il semplice spostamento costerebbe tra gli 8 e i 9 milioni di euro, per una ristutturazione più profonda e funzionale si arriva almeno a 30 milioni. Tra le ipotesi al vaglio anche una ristrutturazione più ampia del parco del Valentino con pedonalizzazione totale della zona. Una parte dei soldi potrebbe arrivare dalla vendita del palazzo di corso palestro che ospita attualmente la biblioteca civica, un’altra dai fondi per l’utilizzo delle strutture post-olimpiche.
Fondi olimpici per la “nuova” biblioteca
E se Torino Esposizioni, diventasse la nuova sede della biblioteca civica comunale? Una suggestione avanzata dal consigliere democratico Luca Cassiani che due mesi orsono ha presentato una mozione ad hoc in Sala Rossa, che verrà discussa nella prossima seduta di lunedì. Il progetto prevede il trasloco in toto della biblioteca civica dall’ormai obsoleta sede di corso Palestro in un’area situata tra le facoltà di Architettura (Valentino) e Medicina (ospedale Molinette) - Torino Esposizioni, appunto - a due passi dalla fermata della metropolitana di corso Marconi. Insomma «una sede ideale in cui potrebbe essere ammodernata e valorizzata molto più rispetto a dove si trova attualmente» spiega Cassiani (nella foto sotto). La città, inoltre, potrebbe cedere la palazzina dove attualmente ha sede la biblioteca e garantirsi un introito di alcuni milioni tutt'altro che trascurabile di questi tempi.
Accantonato, dunque, definitivamente il faraonico piano pensato dalla grandeur alfieriana (dal nome dell’allora assessore alla Cultura Fiorenzo Alfieri), costato al Comune 16,5 milioni solo in progettazioni ma mai realizzato e finito successivamente anche sotto la lente della Corte dei Conti. Un progetto da 220 milioni totali (foto), che prevedeva una nuova struttura avveniristica pianificata dall'architetto Mario Bellini da realizzare alle Ogr, ma ormai dimenticato in qualche cassetto dell’assessorato.
Per attuare il nuovo piano servono circa 20 milioni di euro, che Cassiani ha proposto di recuperare attraverso i fondi garantiti dalla legge 65/2012, la cosiddetta “legge Esposito”. Si tratta di circa 40 milioni di euro (dei 100 inizialmente stanziati, 60 sono stati accantonati per eventuali contenziosi legali) da utilizzare per interventi di riqualificazione e manutenzione straordinaria dei siti olimpici.
Emergono, tuttavia, alcune perplessità sull’azione di Palazzo Civico, che con gli assessori Stefano Lo Russo (Postolimpico) e Maurizio Braccialarghe (Cultura) starebbe già valutando la fattibilità del progetto. Quei fondi, infatti, sono stati stanziati per interventi di manutenzione straordinaria e riqualificazione di impianti olimpici realizzati attraverso la legge 285/2000 e non è il caso di Torino Esposizioni per il quale si è impegnato il Comune di Torino. Insomma, serviranno degli approfondimenti. Una cosa per ora è certa e la fa notare il padre della legge che ha restituito questo denaro al Piemonte: « A 18 mesi dall’approvazione della mia legge non è stato speso un centesimo. Finché non si dà un governo alla Fondazione XX marzo continuiamo a essere bloccati - afferma il senatore democratico Stefano Esposito -. Non entro nel merito dei progetti, dico solo che è un delitto avere i soldi e non spenderli. Per quanto mi riguarda auspico solo che nei progetti che verranno varati alla fine si trovi un equo compromesso tra Città e Valli Olimpiche, Torino non può fare l'asso pigliatutto».
La firma di Renzo Piano
per Torino Esposizioni
Immaginate la firma di Renzo Piano sul progetto della nuova biblioteca civica a Torino Esposizioni. Illusione? No, affatto. Perché a Palazzo di Città hanno incassato dall’archistar genovese la disponibilità a seguire l’operazione, dando il suo contributo “pro bono”, quasi a smentita della proverbiale tirchieria dei genovesi. Il senatore a vita sarebbe disposto a rinunciare a qualsiasi compenso — fatti salvi i rimborsi spese dei suoi collaboratori — perché spinto dalla sfida di mettere mano a un progetto che ridarebbe vita all’opera di quello che considera uno dei suoi maestri, un altro “maestro della sfida”, il grande strutturalista Pier Luigi Nervi.
Non serve che Piano vesta i panni di un progettista a tutti gli effetti. Ci penseranno altri. Del resto non è nemmeno l’intendimento alla base della missione della direttrice del Patrimonio, Carla Villari, partita quando il progetto era ancora in embrione per Parigi, destinazione rue des Archives, sede il “Renzo Piano Building Workshop”, dove la proposta ha entusiasmato l’architetto. Al Valentino una struttura architettonica c’è già. Manca solo da trovare il modo per non sacrificarla e rispettare lo spirito di Nervi. In questo l’archistar potrebbe dare una mano, assumere una supervisione che metta in risalto e garantisca la tutela del padiglione firmato dal padre italiano dello strutturalismo.
Nel trasferire la biblioteca civica da via della Cittadella a Torino Esposizioni lo sforzo maggiore andrà fatto per l’impiantistica. Bisognerà riuscire a tenere insieme l’esigenza di riscaldare la grande aula che sarà destinata a raccogliere i 600mila volumi della biblioteca comunale con quella di non eccedere con i costi di gestione. Un problema che è stato analizzato a lungo dallo studio redatto nell’ultimo anno e mezzo dall’ingegner Sergio Brero, capo dei servizi tecnici comunali, che ha ipotizzato il modo per farlo. Renzo Piano, se alla fine la città decidesse di affidargli l’incarico e di rompere il salvadanaio tirando fuori gli spiccioli necessari per pagare l’albergo ai suoi collaboratori, potrebbe lavorare al progetto preliminare. Dopo lo studio già redatto sarà il prossimo passo prima di arrivare ad affidare un incarico ai progettisti che si occuperanno del piano esecutivo dell’opera, al quale l’architetto genovese, lavorando “pro bono”, non potrebbe partecipare.
Nervi e Piano, il legame che il secondo nutre per il primo è nel mare: il padre dello strutturalismo è stato l’inventore del “ferrocemento” e fu il primo a utilizzarlo per la fabbricazione di imbarcazioni. Ne possedeva una, “La Giuseppa”, con uno scafo di cemento spesso appena un centimetro e mezzo e lungo 8 metri. Un primato che Piano, da appassionato velista, riconosce tra i motivi di ammirazione per Nervi.
Torino Esposizioni, il trasloco della biblioteca, la disputa su cosa farne del Teatro Nuovo, se darlo al Politecnico che vuole farci un auditorium o a Stabile e Regio che chiedono una sala da mille posti, la controproposta
di costruire una platea nuova al Lumiq: quella che dentro e fuori la giunta comunale sta diventando la “guerra degli scaffali” è vicina alla conclusione. Intenzionato a far suonare la campanella della ricreazione, il sindaco Piero Fassino ha convocato domenica pomeriggio un vertice con gli assessori Stefano Lo Russo (Urbanistica), Gianguido Passoni (Patrimonio), Maurizio Braccialarghe (Cultura) e Giuliana Tedesco (Partecipate) per rimettere ordine nella faccenda.
visto la prossima futura scomparsa della rassegna stampa, cito il link web dell'articoloIl progetto costerà 134 milioni + progettazione
http://rassegnastampa.comune.torino...tipnav=1&isjpg=S&small=N&usekey=B6FHI&video=0
Torino Esposizioni costerà 134 milioni
Il progetto per ricollocare Biblioteca e Politecnico
andrea rossi
torino
I soliti maligni diranno che tanto valeva tenersi il faraonico progetto dell’architetto Bellini: quasi 200 milioni. In effetti, per dare una nuova casa alla Biblioteca Civica di Torino non si spenderà poi molto di meno, contando il fitto risiko di operazioni progettate dal Comune: 133,5 milioni. Progettazione esclusa.
Il vertice
Oggi il sindaco Fassino riunirà gli assessori interessati e altri soggetti coinvolti nel maxi piano che riguarda Torino Esposizioni, il gioiello di Sottsass e Nervi in cui la città ora vorrebbe trasferire la biblioteca attualmente in via della Cittadella e ricavare spazi per il raddoppio della facoltà di Architettura del Politecnico. Si parte dalle 35 pagine firmate dal dipartimento di Architettura e Design del Politecnico, cosa che ha già fatto storcere il naso a qualcuno: con tutte le competenze che ci sono in Comune si appalta un progetto così strategico all’esterno, per giunta a uno degli attori interessati?
Comunque sia, il punto di partenza è la nuova biblioteca: 27 mila metri quadrati ricavati nei padiglioni 2 e 4 di Torino Esposizioni. Ristrutturarli costerà 56,7 milioni. E già qui si vede tutta la differenza con il piano studiato qualche mese fa dall’assessore alla Cultura, Braccialarghe che, con realismo, aveva immaginato un restyling asciutto da 16-17 milioni contando di ricavarne 8 dalla dismissione dell’attuale biblioteca di via della Cittadella. I soldi da trovare - secondo il documento elaborato dal Politecnico in tandem con gli uffici dell’Urbanistica dell’assessore Lo Russo - ora sono molti di più, fermo restando i 7,8 ricavati dalla trasformazione della vecchia biblioteca in residenze, uffici e laboratori.
Gli spazi contesi
Il resto del progetto coinvolge Politecnico e Università, anche se quest’ultima ha appena firmato un protocollo d’intesa con città e Demanio per liberare gli spazi che oggi occupa in corso Massimo d’Azeglio. Per ora non dovrebbe sloggiare. Manterrà il padiglione 1, la cui ristrutturazione costerà 2,85 milioni. Nei padiglione 3 troveranno posto l’archivio e le aule del Politecnico, costo 17,181 milioni; nel padiglione V le aule grandi, costo 21 milioni. E il Teatro Nuovo? Resta l’oggetto del contendere: la città l’ha affidato all’omonima fondazione guidata da Gian Mesturino fino al 2025, la stessa fondazione che vorrebbe coinvolgere Regio e Stabile nella gestione. I due enti non vedono l’ora e hanno pure strappato il sì di Mesturino a spostare la sua scuola alle Fonderie Limone. La città però vuole trasformare il Nuovo nel centro congressi del Politecnico, una sorta di aula magna: costo 15,12 milioni. Regio e Stabile hanno già fatto sapere che nel caso sarebbero disposti a concedere al Politecnico l’uso del Nuovo (che ristrutturato come teatro costerebbe circa 4,5 milioni) per i convegni.
Sarà uno dei punti della trattativa. Di sicuro c’è che per ora l’intenzione di Lo Russo è trasferire il teatro negli studios Lumiq di corso Lombardia, investendo 4,508 milioni per riadattarli. Al maxi progetto mancano ancora due tasselli: la Rotonda del Valentino, bar-ristorante da 1,12 milioni, e la costruzione di un parcheggio interrato davanti a tutto il complesso che costerebbe 15 milioni.
Chi trova i 133,5 milioni? Qui il progetto diventa più vago e rimanda a una serie di «possibili fonti di finanziamento»: fondi europei, dismissioni, sponsor, privati, fondi post olimpici e del ministero dell’Università.
http://www.lastampa.it/2014/01/27/c...er-milioni-YqTu1wiivrpuTVZxgxrtvN/pagina.html
link webIntesa San Paolo disposta a finanziare gran parte dell'intervento
http://rassegnastampa.comune.torino...tipnav=1&isjpg=S&small=N&usekey=B6FHI&video=0
Sta storia che ogni giorno Repubblica faccia uscire un nuovo coup de theatre sulla vicenda mi puzza
ma in verità del teatro nuovo interessa solo il teatro per un ipotetica aula magna e area congressi. Il poli è interessato al 5 e il padiglione nervi piccolo dove c'era la patinoire negli anni passatiQuindi le aule di architettura e la biblioteca della facoltà di architettura vanno dove? In corso lombardia?!?