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TORINO | Torre Littoria

80140 Views 220 Replies 64 Participants Last post by  fabrik
Ciao, apro questo nuovo 3d perché c'è un dubbio che mi assilla da tempo. O meglio, mi assillava, perché credo di averlo risolto. So già che solleverò un vespaio, ma io punto sempre alla verità.
Dunque, il fatto riguarda l'altezza effettiva della Torre Littoria, il famoso grattacielo di chiara epoca fascista che svetta su piazza Castello.
In più parti trovo scritto che questo grattacielo sarebbe alto 108/109m, il che secondo me è un nonsenso. A parte il fatto che anche ad occhio nudo si vede che è più basso, basta contare i piani: sono 19 f.t. + una torretta. Ebbene, anche considerando 4m x piano (e sono tanti), 19x4=76, la torretta non può essere alta quasi 35 metri!!! Infatti in diverse guide o libri sulla storia della città viene indicata un'altezza verosimile di 87m (a volte compare un generico 90m).
Tempo fa tentai di correggere la pagina su Wikipedia, ma ho notato che è stata nuovamente modificata, al che ci rinuncio.
Non riuscivo a capire da dove provenisse quel dato sensibilmente inesatto, finché non ho risolto l'equivoco: facendo una ricerca ho scoperto che la torre di Parco Sempione a Milano realizzata da Giò Ponti nel 1933 allora si chiamava "Torre Littoria", ed è alta esattamente 108m!! Sono convinto che ci sia stato uno scambio di dati tra le 2 strutture, e ora il nostro grattacielo si porta appresso un'altezza che non è quella reale. Qualcuno si scandalizzerà, ma è così: al momento a Torino non esistono edifici abitabili + alti di 100m.
Attendo i vostri pareri!!!
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Ho vissuto per 3 anni a Torino, ed ho ben presente questa "strana torre" che un pò per il colore rosso e un pò per il suo poco spessore dalla collina la puoi scambiare anche per un campanile......
E sono sicuro che non tutti quelli che passano da Piazza Castello l'abbiano notata, magari ci sono anche torinesi che non si sono mai accorti di questa:lol:, ma ormai nel bene o nel male è uno dei simboli di Torino:)
L'architettura fascista prededeva solai altissimi nelle sue costruzioni, ricordo che l'ospedale di Livorno ha i soffitti alti 5/6 metri, se moltiplichi 19 piani per 5 metri, i 100 metri si raggiungono, bisognerebbe sapere la reale altezza di un piano della Torre....
Comunque fai attenzione con questi temi, quello dei grattacieli, causa note vicissitudini, sono un nervo scoperto per i torinesi..........:lol:
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^^ Grazie nadir, so bene di aver aperto il vaso di Pandora, ma sono uno che vuole andare fino in fondo alle questioni. Il grattacielo Piacentini di Genova è alto circa 110m, ed è architettura razionalista, però ha 31 piani! Ci sono passato sotto + volte, è MOLTO + alto della Torre Littoria. Idem x la Torre Velasca di Milano, di altezza simile. In realtà questo dato dei 108m finora l'ho letto soltanto su Internet, ma in nessuna pubblicazione scritta.

Tra l'altro ho modificato il post iniziale, dimenticavo di considerare il piano terra... :lol:
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Se non mi ricordo male mi pare che al Politecnico quando studiavo avevo trovato un ricerca in cui davano la torre alta 95 m, i 109 ..( ma io anche ricordo 105) si raggiungevano con l'antenna....
Cmq potresti sempre entrare e chiedere a quelli della reale mutua se lo sanno...
magari chi gestisce la manutenzione degli edifici ha le mappe e risolversti un bel mistery...

Ciao
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Ah mi e venuto anche in mente che molto probabilmente un spigolo della Torre è un punto fiduciale delle mappe catastali della città.
Siccome da qualche anno per la monografia dei punti fiduciali si deve inserire anche la quota dello stesso, magari qualche geometra ben attrezzato di laser o gps se l'è battuta....

Ciao...:eek:hno:
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^^ Grazie nadir, so bene di aver aperto il vaso di Pandora, ma sono uno che vuole andare fino in fondo alle questioni. Il grattacielo Piacentini di Genova è alto circa 110m, ed è architettura razionalista, però ha 31 piani! Ci sono passato sotto + volte, è MOLTO + alto della Torre Littoria. Idem x la Torre Velasca di Milano, di altezza simile. In realtà questo dato dei 108m finora l'ho letto soltanto su Internet, ma in nessuna pubblicazione scritta.

Tra l'altro ho modificato il post iniziale, dimenticavo di considerare il piano terra... :lol:
in effetti è un dubbio che ho sempre avuto anche io, ma visto l'eccesso di altezza che si è sempre dato....:), probabilmente con l'antenna si raggiungono i 109 metri, o giù di lì....
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Vi ringrazio x le vs. osservazioni, allora se consideriamo 109m come "quota bandiera" forse ci siamo, anche se sinceramente mi sembra poco significativo. Un conto è un'antenna tipo Empire State, con una struttura massiccia, un altro è quel peduncolo misero su cui sventola la bandiera. Personalmente non lo prenderei in considerazione x misurare l'altezza effettiva dell'edificio, cmq se è così abbiamo risolto il mistero! :)
Caro jhondoe, entrare nel palazzo a chiedere non lo prendo neanche in considerazione, forse sarò prevenuto ma se entri in certi edifici x curiosare ti guardano tutti in cagnesco come se fossi un ladro, temo di essere cacciato via di malo modo... :bash:

Post n. 50
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Storia della Torre Littoria

Tra il 1931 e il 1937 a Torino è finalmente realizzato l’imponente rifacimento di via Roma, l’antica via Nuova realizzata tra il Cinque e il Seicento come asse rettore della città barocca in formazione negli stessi anni .
L’immagine della “città fascista”, celebrata dalla stampa coeva e fortemente criticata dagli apporti storiografici successivi, è costruita con il contributo di grandi società finanziarie, di assicurazione e gruppi bancari che vedono nell’investimento immobiliare una grande occasione da non lasciarsi scappare.
Il quadro che si viene a delineare è molto complesso e articolato e le ragioni dell’essere vanno ricercate nell’intricato e spesso conflittuale dibattito che si sviluppa nella realizzazione di ogni isolato, nel rapporto tra tali società e l’autorità podestarile, il Ministero dell’Educazione Nazionale, la Soprintendenza.
I discorsi “intorno allo stile” sottendono interessi di carattere finanziario ed economico legati alla rendita immobiliare e all’idea di risanamento soprattutto sociale di un settore importante all’interno della città.
Tra i vari protagonisti della vicenda e degli interventi edilizi tra le due guerre la Società Reale Mutua di Assicurazioni riveste un ruolo di primo piano, non solo nella città di Torino .
In particolare, la Società interviene all’interno del cantiere di via Roma realizzando uno degli isolati più significativi: la torre littoria cittadina, il “grattacielo” che si contrappone all’immagine barocca della piazza del Castello, segno inequivocabile all’interno della città stessa.
La Torre Littoria torinese è stata oggetto di accuse dall’immediato dopoguerra. Interpretata come segno del “piccone demolitore” del regime e come monumento di un periodo storico problematico e difficile, ha legato a sé giudizi poco attenti alla realtà dei fatti.
La possibilità di studiare l’intervento all’interno di un quadro più complesso e lo studio dei disegni originali dell’architetto Armando Melis, progettista dell’edificio, ha consentito di tratteggiare e ricostruire una vicenda articolata, legata a interessi economici più ancora che a istanze di tipo ideologico.
L’edificio, infatti, è il risultato di un faccia a faccia serrato tra volontà del committente, del Comune e interventi della Soprintendenza. Le intenzioni dei protagonisti, non sempre univoche, si rivestono solo in un secondo momento dei significati politici e celebrativi ai quali la torre littoria è oggi legata.
Il legame tra la Società Reale Mutua e il regime fascista è molto forte; essa, infatti, appoggia in modo rilevante la politica di opere pubbliche soprattutto per mezzo «dell’incremento da essa portato all’industria edilizia. Non solo a Torino […] ma anche a Roma, Milano, Bolzano, la Reale contribuisce con l’erezione di imponenti edifici a risolvere importanti problemi edilizi e a fornire lavoro, attraverso l’investimento di diverse decine di milioni, a industrie e operai» .
Il repentino inizio dei lavori di ricostruzione di via Roma Nuova e il valore dati a questa operazione da parte della pubblicistica di regime, convince la dirigenza della Società a partecipare alla ricostruzione di uno degli isolati più degradati dell’antico asse. Il 14 marzo 1932, così, la Società stipula con il comune una convenzione per la ricostruzione dell’Isolato San Emanuele, già di proprietà della Società La Rinascente, immotivatamente estromessa dall’iniziativa .
In tale convenzione la Società si impegna a seguire le restrizioni stabilite dal Rdl del 1930, che imponeva di non modificare lo storico fronte su piazza Castello e di attenersi al regolamento edilizio vigente. Tali accordi saranno prontamente disattesi attraverso abili accordi politici .
In seguito alla stipula della convenzione sono incaricati della realizzazione del progetto l’architetto Armando Melis e l’ingegnere Giovanni Bernocco già progettisti della sede della Società Reale Mutua realizzata negli stessi anni.
Il progetto è redatto in poco tempo; l’inizio dei lavori si contraddistingue immediatamente per il ritmo serrato del cantiere che non è interrotto neppure nelle ore notturne.
Nel 1934, mentre i lavori della torre stanno giungendo a compimento, una visita del Sovrintendente ai monumenti,Giovanni Pacchioni, porta alla repentina chiusura del cantiere stesso. La torre, infatti, minaccia di ergersi a un livello superiore rispetto alle prescrizioni regolamentari turbando così l’equilibrio compositivo dell’insieme. A questo problema si aggiunge la volontà dell’impresa di ricostruire il fronte sulla storica piazza Castello, modificando la scansione delle arcate del porticato seicentesco.
Lo sviluppo della vicenda è uno dei punti cruciali per comprendere le profonde motivazioni i ordine economico che sottendono la grande impresa urbanistica; di fronte alla richiesta del comune di modificare il disegno della pianta a favore della creazione di una piazzetta “spartitraffico” la Società si oppone fortemente in quanto tale modificazione porta come conseguenza una diminuzione della cubatura. Per questo motivo i progettisti si sentono legittimati ad aumentare l’altezza della torre prospettante su piazza Castello.
Il Ministero dell’Educazione Nazionale impone lo studio, anche per quella emergenza, di un progetto «avente come fine di armonizzare la Torre, che si eleva in via Viotti, con l’antico Palazzo prospiciente in via Roma» . Melis e Bernocco sperimentano diverse soluzioni legate a un linguaggio eclettico. I vari progetti, però, non vengono presi in considerazione dalla Società in quanto non riescono a risolvere il problema della perdita di rendita fondiaria derivata dalla modificazione imposta dal comune. La scelta definitiva, la realizzazione di un edificio che tenta di introdurre un linguaggio architettonico attento alle istanze del moderno, non scaturisce da alcuna considerazione di natura formale.
A seguito di un complicato e poco chiaro scambio di pareri tra autorità podestarile, potere centrale direzione della società, infatti, si addiviene alla soluzione finale: contro quanto stabilito dalla convenzione il fronte sulla piazza Castello è modificato attraverso l’eliminazione di una campata e l’edificio a torre, per il quale solo successivamente si stabilisce il ruolo di torre littoria, è realizzato a 15 piani fuori terra.
Il Ministero dell’Educazione Nazionale approva il «raccordamento del Palazzo settecentesco con la retrostante costruzione moderna, allo scopo di mettere in maggior evidenza, in tutta la sua struttura, sin dal livello stradale, il grattacielo dell’isolato moderno e, per quanto riguarda il corpo intermedio, più alto di due piani, inscritto fra il Palazzo settecentesco e la Torre, esprime il parere che in esso non vengano ripetuti gli ordini dei quattro piani del palazzo prospiciente piazza Castello, ma ne sia invece reso più semplice il carattere adottando un ordine architettonico che risponda a funzioni di trapasso tra l’architettura antica e la nuovissima, con un insieme unitario che giunga sino alla gronda: il complesso edilizio che ne risulterà sarà composto da tre masse distinte ed euritmicamente composte: la fronte monumentale del Palazzo, la quinta semplice e più alta dietro, la torre altissima in fondo» .
L’edificio è realizzato tra il 1933 e il 1935.

Il palazzo presenta notevoli innovazioni tecnologiche, è il primo edificio civile multipiano con struttura metallica elettrosaldata costruito in Italia. Le scelte progettuali e compositive testimoniano un continuo oscillare tra ricerca sperimentale attenta al dibattito europeo e scelte storiciste. Alla scelta di materiali costruttivi e di rivestimento innovativi (vetrocemento, linoleum, klinker…) si accompagna l’utilizzo di tecniche tradizionali.
La torre suscita nei contemporanei un grande entusiasmo; essa diventa nuovo simbolo della Torino moderna e fascista, in contrapposizione alla Mole antonelliana, «specchio del modernismo del basso ottocento» .
«Il grattacielo torinese, infatti, è quanto di più opposto si possa immaginare alla Mole Antonelliana. In esso la meccanica è meccanica, e l’arte riesce a farla dimenticare come tale nella funzione espressiva. L’architetto ha pensato alla struttura che è già forma, ed è diventato ingegnere senza dimenticare di essere architetto. La torre torinese è un’opera d’arte, un’opera d’arte moderna, intendendo l’aggettivo nel suo valore spirituale di cosa spiritualmente nuova, e perciò necessaria ed espressiva» .
Le ragioni del regime impongono però di radicare il progetto alla tradizione italiana. La torre littoria, infatti, non può contrapporsi alla tradizione ma la deve esaltare, anche se in un’ottica di rinnovamento. La cronaca cittadina, infatti, sottolinea che la torre «non sarà mai un grattacielo nel senso comune della parola. Saremo sempre a casa nostra, non andremo a chiedere nulla in prestito ai forestieri. Sarà una torre, una torre italiana» . «La Torre Littoria accomunerà simbolicamente l’antico e il nuovo, la tradizione veneranda e la modernità che crea altre immagini e segna novelle audaci, la storia di ieri e quella ancora non scritta» .
In tale “comunione” tra antico e nuovo affonda le sue radici il controverso dibattito sulla definizione di uno stile nazionale moderno ma, nello stesso tempo interprete di una antica tradizione.
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Storia della Torre Littoria

[...]
La torre suscita nei contemporanei un grande entusiasmo; essa diventa nuovo simbolo della Torino moderna e fascista, in contrapposizione alla Mole antonelliana, «specchio del modernismo del basso ottocento» .
[...]
per carita' che non lo leggano hutter novelli &c.:lol::lol::lol:


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EDIT
quando si "quotano" messaggi molto lunghi, è buona norma riportarne solo l'inizio (se si intende replicare al messaggio nella sua interezza) oppure solo il pezzo interessato (se si intende replicare ad una frase specifica), eliminando il resto.
Grazie, SuperTim :)
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^^
Quel discorso più essere a nostro favore:
La torre San Paolo diventa nuovo simbolo di Torino, in contrapposizione alla torre dell'epoca fascista..........:naughty:
Guarda, in contrapposizione alla Torre Littoria qualunque grattacielo va bene; realizzare qualcosa di peggio è difficile, e non parlo solo dal punto di vista architettonico, l'edificio può piacere o meno, ma l'impatto sull'ambiente circostante è devastante. Quello sì che lo butterei giù!!:down:
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Guarda, in contrapposizione alla Torre Littoria qualunque grattacielo va bene; realizzare qualcosa di peggio è difficile, e non parlo solo dal punto di vista architettonico, l'edificio può piacere o meno, ma l'impatto sull'ambiente circostante è devastante. Quello sì che lo butterei giù!!:down:
Adesso ho capito! Vuoi sapere quanto è alta per capire quanto tritolo usare.........
:hilarious
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^^
Piace propio questa torre.........:lol:
Adesso ho capito! Vuoi sapere quanto è alta per capire quanto tritolo usare.........
Come hai fatto ad indovinare? :lol:

Ti dirò, trovo ancora accettabile la parte su via Viotti, con l'angolo smussato (x chi conosce la zona, dove c'è la Mondadori), ha un certo fascino, ma il grattacielo proprio no, almeno non lì. Ovvio che a quei tempi non si sognavano di creare i comitati "no grattacielo", sarebbero stati spediti al confino! L'unica cosa che apprezzo di quel periodo è proprio la determinazione con cui venivano fatte le opere pubbliche, non si perdeva tanto tempo in chiacchiere, se adesso dovessero ricostruire via Roma come allora ci metterebbero 20 anni!:no:
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Il sottile piacere di andare controcorrente... la torre littoria è bellissima, al massimo si può parlare di spostarla!
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Il sottile piacere di andare controcorrente... la torre littoria è bellissima, al massimo si può parlare di spostarla!
Anche a me piace, dal punto di vista architettonico, mi pare sia -come ha sottolineato Maurrison- più che altro una questione di collocazione infelice, messa com'è di fronte a Palazzo Madama. Non so cosa darei, magari in occasione di uno di quei giorni primaverili ventosi e tersi, per salire sul tetto e fare qualche foto. Che dite, ci proviamo? Nel luglio 2003 riuscii a strappare il permesso di effettuare riprese fotografiche dall'ultimo piano della torre RAI di Porta Susa, ora si potrebbe tentare con la Torre Littoria. L'edificio è proprietà di qualche società?
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Anche a me piace, dal punto di vista architettonico, mi pare sia -come ha sottolineato Maurrison- più che altro una questione di collocazione infelice, messa com'è di fronte a Palazzo Madama. Non so cosa darei, magari in occasione di uno di quei giorni primaverili ventosi e tersi, per salire sul tetto e fare qualche foto. Che dite, ci proviamo? Nel luglio 2003 riuscii a strappare il permesso di effettuare riprese fotografiche dall'ultimo piano della torre RAI di Porta Susa, ora si potrebbe tentare con la Torre Littoria. L'edificio è proprietà di qualche società?
Reale Mutua Assicurazioni è la propietaria, ma non sò se la torre è la sua sede o se è residenziale:)
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sarebbe interessante sapere almeno se è ad uso residenziale perchè se ne potrebbe dedurre l'interpiano.
In quell'epoca si raggiungevano tranquillamente i 4 metri anche per le abitazioni ma soffitti piu' alti di 4 m li ho sentiti solo in edifici per terziario o servizi ancje andando molto indietro nel tempo
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Tempo fa fu postato un elenco di "punti notevoli" segnalati dall'ENAV, con relative altezze. Erano presenti ciminiere, grattacieli, antenne... di tutto. Di sicuro per Torino doveva essere segnata anche la Torre Littoria.
Peccato che tale link (ho appena controllato) non funzioni più, e sul sito dell'ENAV non mi ci raccapezzo proprio.
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