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VERONA | Recupero degli ex Magazzini Generali (Mario Botta) | planned

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VERONA SUD. Incontro a Palazzo Barbieri fra il sindaco Tosi, il presidente di Cariverona Biasi e il progettista della nuova Scala e del Mart: il via ai lavori nel 2010
Grande firma per gli ex Magazzini
Sarà l’architetto svizzero Mario Botta l’autore del progetto di recupero della cupola: diventerà un centro polivalente






Enrico Giardini
Un altro pezzo di Verona sud si avvia a essere rimesso a nuovo, per essere aperto alla città. Con la firma di Mario Botta, uno dei guru dell’architettura mondiale, confondatore e direttore dell’Accademia d’architettura di Mendrisio, nella Svizzera italiana. Agli ex Magazzini generali, il complesso dismesso fra Borgo Roma e la Zai, proprietà della Fondazione Cariverona, sorgerà un polo culturale, il cui fulcro sarà un auditorium da 2.000-2.500 posti ricavato nell’ex cella frigorifera, la rotonda, da impiegare per concerti, convegni e mostre.
Completerà la riconversione dell’area, dove hanno ripreso l’attività Interzona e l’Estravagario Teatro, che dovranno però lasciarla per consentire i lavori, altri spazi che presumibilmente verranno destinati a una scuola d’arte (non però all’Accademia Cignaroli, all’inizio prevista lì, che però andrà all’ex Arsenale) e altri spazi per attività culturali.
L’architetto Botta, 65 anni, ticinese, progettista di palazzi, chiese, moschee, musei come il Mart di Rovereto, stazioni, case private e di restauri in tutto il mondo fra cui il teatro la Scala di Milano, ha ricevuto appunto l’incarico di progettare la riqualificazione degli ex Magazzini. Ieri era in città, per una visita in municipio con il presidente della Fondazione Cariverona, Paolo Biasi e il direttore generale Fausto Sinagra, che hanno illustrato il progetto al sindaco Flavio Tosi, all’assessore all’edilizia pubblica Vittorio Di Dio, e al dirigente dei lavori pubblici Luciano Ortolani. Era presente anche Ugo Soragni, soprintendente per i beni culturali del Veneto.
La cupola è di 90mila metri cubi e diventerà un centro culturale polivalente. Quella di ieri è stata una visita che la Fondazione Cariverona ha ritenuto dovuta all’amministrazione civica, nella fase di progettazione che dovrebbe trovare uno sbocco nel 2010, quando cominceranno i lavori. Al momento, infatti, è in corso la bonifica delle bombe. Il progetto, per ora in fase preliminare, dovrà superare tutti i passaggi formali, fra cui la commissione edilizia comunale, e poi la Valutazione di impatto ambientale.
Dopo le ex cartiere, quindi, il cui piano attuativo di riconversione sta per essere votato dal Consiglio comunale, un altro spazio di Verona sud in passato (quando era dismesso ed era ancora proprietà comunale) divenuto centro di spaccio di droga e ricovero di sbandati, vede la luce in fondo al tunnel. «In questa fase il Comune intende essere non un semplice interlocutore ma una possibile parte attiva insieme alla Fondazione, per il recupero e il riutilizzo dell’area», spiega Tosi, che con il sovrintendente Soragni ha anche affrontato il problema dei vincoli per i parcheggi pertinenziali di lungadige Capuleti e piazza Arditi. «Si va verso una soluzione, più spinosa è la questione del parcheggio in piazza Viviani, perché lì va chiarito di chi è l’interesse prevalente».
Botta, dunque, ancora nel Veronese, dove c’è la Villa girevole Il Girasole, di Marcellise, sede dell’Università di Mendrisio. E dove, a Legnago, ha progettato un grattacielo di 60 metri a forma di ellisse, all’ex Riello. Ora tocca a Verona sud.

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Si parla di riutilizzazione e restauri, ma intanto le condizioni dei Magazzini Generali continuano ad essere disastrose...
Qualche precisazione storica sulla Stazione Frigorifera dei Magazzini Generali, progettata dall'ing. Pio Beccherle (autore anche, in quegli anni, dell'Ospedale di Borgo Trento).
A pianta circolare (diametro m. 107, cubatura complessiva 93.986 metri cubi), la Stazione Frigorifera Specializzata n. 10 - questo il suo nome ufficiale - era dotata di una piattaforma rotante centrale che distribuiva merci e vagoni ferroviari in otto gallerie di refrigerazione radiali e in altrettante celle per frutta e verdura. Esternamente alle celle vi era un ulteriore anello con sale destinate all’alloggiamento dei macchinari per la refrigerazione e locali destinati alla lavorazione delle derrate alimentari. Al di sopra vi erano macchinari per la produzione del ghiaccio destinato ai vagoni (e ivi calato con opportuni nastri trasportatori), per un massimo di 60 tonnellate giornaliere, e magazzini per cereali, il cui scopo principale era quello di meglio isolare dall’esterno la parte refrigerata dell’immobile.
Ispirata al preesistente forte Clam (austriaco, demolito ai primi del '900) e alla Halle au Blé parigina, essa costituiva il maggior impianto frigorifero d’Europa; la sua realizzazione fu affidata all’impresa veronese Brazzòli & Barbi. La corrente elettrica a 6.000 Volt e l’acqua per il ghiaccio le provenivano dalla vicina cabina n. 11, realizzata in contemporanea, dotata di 6 trasformatori per complessivi 1.100 KVA; le utenze della sola Stazione Frigorifera n. 10 assorbivano 712,69 kW. Gli impianti, isolati da pareti con intercapedini riempite con strati di sughero, erano raffreddati da impianti ad ammoniaca e potevano refrigerare 120 – 150 vagoni in 24 ore (ma negli anni ‘30 il numero massimo riscontrato in una giornata di punta fu di 76 vagoni).
L'inaugurazione avvenne ad opera di Costanzo Ciano, allora Ministro per le Comunicazioni, l'8 giugno 1930; la struttura e' inattiva dal 1974, e comunque costituisce un capolavoro d'ingegneria unico nel suo genere, la cui salvaguardia e', a mio parere, assolutamente doverosa.

Nel 1952 anche il Presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, volle visitare la Stazione Frigorifera, allora ancora nodo fondamentale per l'esportazione ortofrutticola italiana verso l'Europa del nord.

Le rimanenti strutture dei Magazzini risalgono in parte al 1926 - '28 (come la Stazione Frigorifera n. 1, che guarda su via S. Teresa, che all'epoca della realizzazione era la maggiore in Italia, e tale rimase fino alla costruzione, tre anni dopo, della Stazione Frigorifera n. 10), in parte al 1936 (i due edifici degli uffici e della dogana, ai lati dell'ingresso, progettati sempre da Beccherle), in parte al 1953 - '56 (edifici lato viale dell'Agricoltura, progettati dall'ing. Enea Ronca: Fabbrica Ghiaccio Rapido, Stazione Frigorifera n. 25, ecc. - vedere foto sottostante -, ma anche ampliamenti e soprattutto ricostruzione di edifici preesistenti danneggiati dai pesanti bombardamenti della guerra).
In ogni caso, non avrebbero dovuto permettere che l'area venisse lasciata esposta per decenni a un degrado cosi' avvilente.
Tra i tanti episodi, ricordo che nel solo periodo ottobre 1999 - febbraio 2000 sono scoppiati ben 5 incendi, fortunatamente non gravi, solo nella Stazione Frigorifera n. 10 (innescati probabilmente da fuochi lasciati accesi da extracomunitari e sbandati che cercavano nell'area un rifugio per la notte), senza contare i numerosi focolai sviluppatisi negli altri edifici, per non parlare poi dell'incendio doloso dei libri della Societa' Letteraria temporaneamente custoditi nel magazzino n. 24 (dicembre 2004) e degli innumerevoli altri casi di vandalismo e incuria che hanno colpito i Magazzini Generali da quando le attivita' di stoccaggio merci sono state trasferite definitivamente al Quadrante Europa (1989 circa).
Le strutture verranno restaurate (speriamo in modo sensato e rispettoso delle loro caratteristiche storiche e architettoniche), ma il degrado che hanno dovuto subire nel frattempo era proprio impossibile da evitare?
realizzare un qualcosa di simile alla centrale monte (non ricordo il nome completo) fatta a roma, archeologia industriale e arte classica :D
Centrale Montemartini, cfr. http://www.centralemontemartini.org :)
"L'Arena" di ieri, 20 dicembre, ha pubblicato un articolo sui lavori a Castel S. Pietro e ai Magazzini Generali, dicendo tra l'altro:
"Polo culturale agli ex Magazzini generali, parte il conto alla rovescia. Già oggi in Consiglio comunale approderanno per la discussione e l'approvazione gli accordi di programma con la Fondazione Cariverona, proprietaria di entrambi gli edifici. Conclusi questi passaggi si potrà dare il via libera, una volta completata la progettazione definitiva, al cantiere.
«I lavori agli ex Magazzini», azzarda il presidente della Commissione urbanistica Comencini, «procederanno a stralci, così facendo il primo intervento potrebbe cominciare già a metà 2011».
Il futuro Polo culturale sorgerà su un complesso di 100.000 metri quadrati con 300.000 metri cubi di fabbricati interamente vincolati dal ministero per i beni e le attività culturali. A firmare il progetto di restauro è l'architetto svizzero-italiano, di fama internazionale, Mario Botta. «Fra un anno, perfezionato il progetto, puntiamo a cominciare i lavori», aveva affermato a fine 2009 lo stesso presidente della Fondazione Cariverona, Paolo Biasi. Il costo preventivato der i lavori della durata di quattro/cinque anni è di 30 milioni.
Era stato lo stesso architetto Botta, il 30 novembre 2009, ad illustrare le scelte progettuali per «trasformare il vecchio sedime industriale in uno spazio per la città, limitando al minimo le demolizioni all'interno del lotto e rinunciando anche a costruire ex novo edifici lungo viale del Lavoro».
Il cantiere avrà tre fasi. L'intervento più qualificante riguarderà la cupola dell'ex stazione frigorifera, che ha un diametro di 100 metri. Al primo piano ci sarà uno spazio espositivo di 3.000 metri quadrati. Al piano terra e sottoterra un anfiteatro da 2.000 posti e una sala banchetti, da circa 1.000 posti, che sarà ricavabile grazie a un sistema flessibile per spostare le gradinate, facendole arretrare. In memoria della sua antica funzione, aveva suggerito Botta, la sala si potrà trasformare anche in una pista di ghiaccio.
Al piano terra, nell'anello circolare attorno alla sala, ci sarà un foyer con locali accessori per i grandi eventi, e al primo piano, a quota 7,60 metri, sarà realizzato uno spazio espositivo disposto a cerchio".
Non l'avevo visto...Ma, in fin dei conti, è giusto accennarne anche qui, nel thread specificamente dedicato ai Magazzini ;)
Ecco un'altra bella immagine d'epoca della Stazione Frigorifera Specializzata n. 10:

Ieri, secondo L'Arena, le Commissioni Urbanistica e Cultura dell’amministrazione comunale hanno effettuato un sopralluogo ai Magazzini Generali, in vista dell’avvio dei lavori di ristrutturazione del complesso, previsto per l’inizio del 2012.
Si delinea meglio anche l’impiego futuro delle strutture: come già preventivato, la Stazione Frigorifera n. 10 diverrà, con una spesa di alcune decine di milioni di euro, un auditorium. L'esterno rimarrà nelle condizioni originali; l’interno verrà completamente sventrato (si scaverà per più di 6 metri sotto l’edificio per ricavare le gradinate), ma la sala macchine, preservata, diverrà una sede museale. Il Magazzino n. 27 dovrebbe divenire un teatro destinato alle compagnie amatoriali, mentre gli edifici n. 15, 16 e 17 potrebbero essere destinati agli Archivi di Stato e all’U.L.S.S. 20, contenendo fino a 50 chilometri di scaffalature per materiali cartacei e non, ma anche uffici. Si conferma però anche il proposito di demolire ulteriori strutture, come i Magazzini n. 22 e 28.
comunque, sono andato a fare un sopralluogo dentro la cupola: sventrare tutto non servirebbe a niente. A mio avviso si potrebbe benissimo usare il primo piano, di colonnati, come una sala esposizioni, e il piano inferiore differenziarlo a seconda dei locali: bar, ristoranti, negozi, etc. l'auditorium non mi sembra francamente necessario lì. ci sono altri magazzini disponibili. inoltre, perché buttare giù per ricostruire, se l'edificio c'è già??
In effetti, ciò che maggiormente mi lascia perplesso è il vero e proprio sventramento che verrà effettuato nella Stazione Frigorifera n. 10, che - di fatto - resterà intatta all'esterno, ma verrà alterata moltissimo all'interno: perché, ad esempio, non conservare o ripristinare anche la piattaforma girevole della sala centrale, che doveva smistare i vagoni da refirgerare nelle celle circostanti? Di fatto, l'unica cosa che rimarrà delle strutture interne dell'edificio sarà la sala macchine: è doveroso, ma non mi sembra sufficiente.
Poi mi preoccupa il silenzio circa la destinazione effettiva di altri edifici rilevanti del complesso, a cominciare dall'altra grande stazione frigorifera, la n. 1 (quella, per intenderci, che prospetta su via S. Teresa): la definizione di "polo culturale" per i Magazzini vuol dire tutto e niente, finché non si conosce la destinazione precisa di ogni edificio e soprattutto la modalità e la misura in cui verranno conservate le strutture originarie.
Se posso essere cattivo, temo che quando ci sono di mezzo grandi nomi dell'architettura (nel nostro caso, Botta) venga loro lasciata sin troppa libertà di "reinventare" gli spazi delle strutture su cui vengono chiamati ad intervenire, alla faccia della Soprintendenza e di quant'altri sono preposti alla tutela dei beni (questo, almeno, mi viene da pensare quando sento parlare di scavi della profondità di 6 metri sotto l'attuale piano calpestabile della Stazione Frigorifera per realizzare l'auditorium...) :eek:hno:
Circa Interzona, non so dove possa finire; forse dividerà con le compagnie teatrali il magazzino 27? :?
comunque rischiamo un clamoroso OT
Ci penso io a cambiar discorso, e a riportare la discussione...sotto la cupola dei Magazzini ;)

E questo è lo stesso discorso dei magazzini: ci vuole qualcuno che ne conosca la storia e non si limiti a costruire 3 o 4 palazzi di vetro e acciaio.
E' proprio così :applause:
Gli architetti incaricati della riqualificazione dei Magazzini Generali si saranno preventivamente informati della storia e delle caratteristiche d'origine del complesso? Se sono professionisti seri, sì, e in questo caso, nel redigere i progetti, non dovrebbero prescinderne; se invece sono mossi esclusivamente dal voler concretizzare le loro fantasie o il loro estro artistico, trattando i Magazzini come un giocattolone da rigirare a proprio piacimento, si salvi chi può (ma la Soprintendenza dov'è?). Penso, ad esempio, al fatto che il progetto di ristrutturazione della Stazione Frigorifera n. 10 preveda che l'auditorium che verrà realizzato al suo interno, all'occorrenza, si potrà trasformare anche in una pista per il pattinaggio su ghiaccio: ciò riprenderebbe idealmente lo scopo per il quale l'edificio era stato originariamente realizzato. Della serie: stazione frigorifera o pattinaggio, sempre ghiaccio è :eek:hno:
Non so, ma quando sento certi discorsi mi viene in mente uno studente di un paio d'anni fa che, dovendo preparare la tesina da esporre all'Esame di Stato in quinta e intendendo effettuare degli opportuni collegamenti tra le varie materie, voleva parlare delle resistenze nei circuiti elettrici, collegandole poi, nella sua esposizione, alla Resistenza dei partigiani nella Seconda Guerra Mondiale: tanto, sosteneva, sempre resistenza è :lol:
Le tue proposte per la Stazione Frigorifera sarebbero effettivamente le più sensate, in quanto tendenzialmente rispettose della peculiare struttura dell'edificio.
Ma siamo in una città in cui i grandi complessi storici (a cominciare dall'Arsenale, per finire coi Magazzini Generali) sono sempre visti come "contenitori" - tali vengono efffettivamente definiti da amministratori e mass media - più o meno scomodi che non si sa mai bene come riciclare; perciò, dopo averli debitamente lasciati in abbandono ed esposti a ogni genere di degrado per un po' di anni, si convoca un architetto di grido e si scarica a lui la patata bollente del loro riutilizzo. Che poi tali architetti si ritengano generalmente autorizzati a dar libero sfogo alla loro fantasia, senza curarsi più di tanto delle caratteristiche storiche e strutturali d'origine degli edifici loro affidati...beh, questo sembra non impensierire nessuno, a cominciare dalla Soprintendenza, che in casi come questo, a mio avviso, dovrebbe comportarsi in modo molto più severo e restrittivo.
Vedendo com'è venuta all' esterno la Stazione Frigorifera n. 10 si può esserne soddisfatti. L'interno non so, attualmente, come sia, ma mi basta sapere che i progetti non prevedevano la conservazione delle strutture originali, a cominciare dalla piattaforma rotante centrale per lo smistamento dei carri nelle varie celle frigorifere radiali. Questo da un lato era forse inevitabile, se si voleva rendere utilizzabile la struttura per Eataly o altre destinazioni, però va anche detto che la sua originalità e unicità ne avrebbe imposto una conservazione anche interna più rigorosa, e qui sì la Soprintendenza, in altre occasioni rigidissima, avrebbe dovuto imporre dei vincoli più restrittivi. I Magazzini Generali non sono solo un insieme di "contenitori vuoti" come l'Arsenale, ma un complesso caratterizzato da precise tecnologie, delle quali qualche testimonianza doveva rimanere. La Stazione Frigorifera n. 1 è stata pienamente valorizzata come sede dell'Archivio di Stato e dell'Ordine degli Architetti, l'Unicredit ha adibito a uffici altre strutture, gli edifici di Beccherle del 1936 (Dogana e uffici nella parte nord del complesso) sono stati ben restaurati, ma, a parte le scritte sulle varie costruzioni (peraltro ben restaurate esternamente, ed è già un bel risultato), che cosa farà ricordare ai veronesi che da qui transitava tutta l'esportazione di frutta e verdura dall'Italia al Nord Europa?
Insomma, a mio parere il confine tra restauro è ristrutturazione è, come sempre, labile e spesso la seconda invade pericolosamente territori che dovrebbero forse essere riservati al primo.
1725597

Ingresso dei Magazzini Generali a fine anni'50 - inizio anni '60, prima della costruzine del cavalcavia di viale Piave
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